Quanto di quello che nella musica ci piace è legato alle emozioni profonde che ci suscita, e quanto invece è legato ad una nostra concezione di "abilità" o "perizia"?
Gran bella domanda! La risposta, almeno nel mio caso, saremme semplice: l'abilità non c'entra niente o poco. I pezzi che più mi piacciono, sia assoli sia interi brani, sono tutto sommato molto semplici da eseguire. Sarà forse perchè la capacità di esecuzione è superiore a quella di ascolto, sarà perchè l'orecchio (almeno il mio) da molta importanza ad armonie che suscitino emozioni. In fondo non ho mai ascoltato volentieri i mostri sacri dello strumento; gli stessi VAI e Satriani che ho visto a luglio in quel di Pistoia mi hanno impressionato visivamente ma mi hanno lasciato poco dal punto di vista acustico: un po' come uno spettacolo di fuochi d'artificio.
Tra l'altro ero andato a sentirli nella speranza di sentire la loro versione di Little Wing di J.H. (che peraltro non hanno fatto); ecco ..... un virtuosismo inserito in una delle più belle canzoni composte nel secolo scorso mi avrebbe veramente dato una forte emozione (non che la versione originale non sia abbastanza), la loro musica inserita in un contesto quasi di totale assenza di melodia mi ha lasciato un po' lì.
C'è però una questione che mi lascia qualche perplessità: sono infatti convinto che nella musica come in ogni forma d'arte vi sia una sorta di percorso dal semplice al complesso e parallelamente più aumenta la conoscenza dei meccanismi che regolano la forma d'arte più conosciamo (ma non sempre apprezziamo) il complesso. in sintesi "perchè non mi piace il Jazz?"(o anche altro): perchè solo non mi da emozioni o perchè non lo capisco dal punto di vista musicale? Anche Malmsteen non avrà deciso: "adesso divento Malmsteen!",avrà probabilmente iniziato sentendo Beatles e Rolling Stones poi magari un po' di metal .... chissà.
Per finire (e sarebbe l'ora!)quanto la mancata conoscenza incide sui nostri giudizi???