Gli scienziati: basta cortesie per la religione
di GEORGE JOHNSON
Forse la scintilla è stato il monito di Steven Weinberg, premio Nobel per la Fisica, che "il mondo deve svegliarsi dal lungo incubo del credo religioso", o quando il premio Nobel per la Chimica, Sir Harold Kroto, ha chiesto alla John Templeton Foundation di assegnare il premio di quasi un milione e mezzo di dollari per il "progresso nelle scoperte spirituali" a un ateo, Richard Dawkins, il biologo evoluzionista di Oxford autore del saggio The God delusion (L'illusione di Dio), tra i più venduti a livello nazionale.
O forse è stato decisivo l'intervento di Neil de Grasse Tyson, direttore dello Hayden Planetarium di New York City nonché consulente dell'amministrazione Bush per le esplorazioni spaziali, che ha lasciato ammutolita la platea con foto strazianti di neonati deformi, prova, a sua detta, che siamo in balia di una natura cieca, non sotto il controllo di un essere superiore intelligente.
Comunque sia, a un certo punto il forum tenutosi il mese scorso presso l'Istituto Salk di Studi biologici a La Jolla, California, da dialogo garbato tra scienza e religione quale avrebbe potuto essere, ha assunto l'aspetto di congresso istituivo di un partito politico basato su un unico programma: in un mondo a pericolosa carica ideologica, bisogna che la scienza assuma un ruolo evangelico, rivaleggiando con la religione per narrare la storia più bella che si possa mai raccontare.
Carolyn Porco, ricercatrice presso l'Istituto di Scienze spaziali di Boulder, Colorado, ha esortato, in tono semiserio, a dar vita ad una chiesa alternativa con il dott. Tyson, il cui intervento inneggiante alle scoperte scientifiche aveva avuto l'impatto e il tono di un valido sermone, come ministro.
Non era soltanto una battuta. "Dovremmo farci guidare dal successo della formula religiosa", dice la dottoressa Porco".
Non sono mancate le conferenze negli ultimi anni, in genere organizzate dalla Templeton Foundation, miranti a appianare le divergenze tra scienza e religione finite in un pareggio metafisico. Sponsorizzato invece da Science Network, organizzazione a scopi educativi con sede in California, sotto l'egida di un investitore di San Diego, Robert Zeps (che si definisce una sorta di "anti-Templeton") , l'incontro di La Jolla , "Oltre la fede : Scienza, religione, ragione e sopravvivenza" si è rapidamente trasformato in una corroborante mischia intellettuale.
Gli oratori (atei e agnostici in maggioranza rispetto ai credenti) hanno uno dopo l'altro esortato i colleghi a essere meno timidi nel contrastare le tesi sulla natura basate esclusivamente sulle scritture e sulla fede.
Più o meno concorde sul fatto che le grandi tesi dell'evoluzione attraverso la selezione naturale e la nascita dell'universo dal Big Bang sono perdenti sul mercato intellettuale, gran parte del dibattito si è orientato alla strategia. Come può la scienza controbattere senza dare l'idea di essere semplicemente un'ideologia come le altre?
Lawrence M. Krauss, fisico della Case Western Reserve University noto per la sua strenua opposizione all'insegnamento del creazionismo, si è ritrovato nel ruolo, per lui insolito, di moderato. "La scienza non rende impossibile credere in Dio", ha ribadito, "dovremmo riconoscere questo dato di fatto, accettarlo e smettere di essere così arroganti a riguardo".
E' proprio questo atteggiamento accomodante ad irritare il dottor Dawkins. "Sono stufo della reverenza che noi, tutti, inclusi i laici, siamo indotti ad avere nei confronti della religione", ha detto. "Ai bambini si insegna sistematicamente che esiste una forma di conoscenza superiore che deriva dalla fede, che deriva dalla rivelazione, che deriva dalle scritture, che deriva dalla tradizione e che è pari, se non addirittura superiore, alla conoscenza derivante dalla realtà sperimentata".