Fight Club (USA, 1999, David Fincher)
Forse il film più sottovalutato degli ultimi anni. Ma in molti ugualmente lo conoscono. E chi non lo conosce farebbe bene a guardarlo ed a fermarsi qui con la recensione - che contiene tratti basilari della trama -.
Jack (ottimo Edward Norton) è un benestante impiegato in continua ricerca di sé stesso, che arriva a frequentare per questo diverse riunioni di 'autoaiuto' dedicate a persone malate in modo più o meno grave, unico posto in cui secondo lui si può parlare ed essere realmente ascoltati. In alcuni di questi incontra Marla Singer (Helena Bonham Carter) che li frequenta per lo stesso motivo di Jack e con cui arriva a 'spartirseli' in modo da non vederla (gli ricorda infatti che in quei gruppi proprio non dovrebbe esserci ...).
Ma uno strano incontro lo spingerà a non frequentarli più. Infatti dopo aver conosciuto in modo casuale lo strambo Tyler Durden (azzeccatissimo Brad Pitt), ed essere andato a vivere con lui in una fatiscente fabbrica abbandonata - poiché la sua casa si era misteriosamente incendiata -, sembra aver finalmente trovato la serenità.
Insieme a Tyler, Jack inventa una sorta di 'hobby': il Fight Club appunto, che consiste semplicemente in un gruppo di persone che si incontrano settimanalmente per darsele di santa ragione. Quasi incredibilmente in poco tempo il Fight Club diviene sempre più colmo di gente che vi sfoga i più nascosti stimoli.
A questo punto il film inizia a correre come una sfera su un piano inclinato. A poco a poco il club diviene da simil 'circolo ricreativo' un vero e proprio gruppo terroristico, che compie attentati contro le multinazionali dell'economia e soprattutto contro le società di carte di credito, da cui deriva tra l'altro il consumismo sfrenato, condannato sin dalle prime battute da Tyler.
Le figure di Jack e Tyler però si avvicinano in modo sempre più marcato, sino a rivelarsi coincidenti nelle ultime scene del film, in cui sarà Jack ad avere la meglio su quella che risulta essere la sua personalità 'vera', cattiva e spregiudicata, in grado di compiere le azioni che Jack non ha il coraggio di fare.
Piccoli indizi disseminati sapientemente ci avvertono della vera natura dei due personaggi sin dalle prime scene, ma il colpo di scena finale, in un crescendo di accadimenti sempre più irreali, fa comunque il suo effetto.
Grandissimo film, dalla originale e ben sviluppata sceneggiatura, che si avvale di due ottimi interpreti - Norton e Pitt - davvero adeguati e credibili nel ruolo di due facce della stessa medaglia. La firma di Fincher - Seven - non si discute.