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SAN PIO DA PIETRELCINA

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    Utente Junior
    00 27/07/2004 13:53
    CHIAROVEGGENZA E INTROSPEZIONE DELLE ANIME

    CHIAROVEGGENZA E INTROSPEZIONE DELLE ANIME

    La chiaroveggenza è quel particolare carisma - posseduto ovviamente soltanto da Santi Personaggi - che consente di vedere cose remote o di prevedere il futuro o di vedere ed udire a distanza nello spazio e nel tempo senza il concorso dei sensi e delle normali capacità intellettive. Tale capacità fu sperimentata da Padre Pio sebbene tale carisma, in lui, trovava uno sviluppo del tutto particolare. Infatti, Padre Pio riusciva perfino a scrutare una persona sino a raggiungere la parti più segrete dell'anima. Molte testimonianze restano dei singolari interventi di Padre Pio.

    1)Un figlio spirituale di Padre Pio residente a Roma, essendo in compagnia di alcuni amici, omise per vergogna, di fare ciò che solitamente faceva passando vicino ad una Chiesa cioè, una piccola riverenza in segno di saluto a Gesù sacramentato. Ecco allora improvvisa e forte giungergli all'orecchio una voce - la voce di Padre Pio - e una parola: "Vigliacco!" Recatosi, dopo qualche giorno a San Giovanni Rotondo, si sentì così apostrofare da Padre Pio: "Attento, questa volta t'ho soltanto sgridato, la prossima volta ti darò un bello scapaccione".

    2)Verso il tramonto, nel giardino del convento, Padre Pio, che sta amabilmente conversando con alcuni fedeli e figli spirituali, si accorge di non avere con se il fazzoletto. Ecco allora rivolgersi ad uno dei presenti e dirgli: "Per favore, ecco la chiave della mia cella, devo soffiarmi il naso, vai a prendermi il fazzoletto". L'uomo si reca nella cella, ma, oltre al fazzoletto, prende uno dei mezzi guanti di Padre Pio e se lo mette in tasca. Non può lasciarsi sfuggire l'occasione di entrare in possesso di una reliquia! Ma al ritorno in giardino, consegna il fazzoletto e si sente dire da Padre Pio: "Grazie, ma ora ritorna nella cella e rimetti nel cassetto il mezzo guanto che ti sei messo in tasca".

    3)Una signora era solita, ogni sera, prima di andare a dormire, inginocchiarsi dinanzi ad una fotografia di Padre Pio e chiedergli la benedizione. Il marito, pur essendo un buon cattolico e fedele di Padre Pio, ritenendo che quel gesto fosse una esagerazione ed ogni volta si metteva a ridere e la prendeva in giro. Un giorno ne parlò con Padre Pio: "Mia moglie, ogni sera si inginocchia davanti alla vostra fotografia e vi chiede la benedizione". "Si, lo so: e tu", gli rispose Padre Pio, "ci ridi sopra".

    4)Un signore racconta: - "Una sera mangiai qualche fico di troppo. Me ne feci scrupolo. "Ho commesso un peccato di gola - mi dissi - per cui domani, essendo il mio giorno di confessione con Padre Pio, lo confesserò". Il giorno seguente, camminando lentamente nella strada che conduce al convento, feci l'esame di coscienza. Il peccato di gola non mi venne in mente. Mi confessai ma prima di concludere la confessione, prima dell'assoluzione, dissi a Padre Pio: "Ho l'impressione di dimenticare una colpa, forse la più grave, ma non riesco a rammentarla". "Eh via, andiamo" - mi rispose sorridendo - "per due fichi!"

    5)Una signora racconta: "Volli partecipare anche io ad un viaggio organizzato per San Giovanni Rotondo allo scopo di conoscere ed avvicinare Padre Pio. Era l'anno 1961. Nel pullman un signore, a voce alta, ad un tratto disse: "Mia moglie ha voluto che l'accompagnassi da questo "impostore". Il riferimento al caro Padre era evidente. Ebbi una stretta al cuore per quell'insulto. Quando fummo a San Giovanni Rotondo, ci recammo subito in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Al termine Padre Pio passò tra i pellegrini. Giunto vicino a noi, si fermò proprio di fronte a quel signore che nel pullman aveva detto male di lui e disse: "Venga qui, lei" Venga da questo impostore". L'uomo impallidì, si inginocchiò e, balbettando, riuscì a dire soltanto: "Perdonatemi, Padre! Perdonatemi!", Padre Pio allora gli mise una mano sulla testa e, benedicendolo, aggiunse: "Alzati, ti perdono". Quel signore convertì all'istante, tra l'ammirazione e la commozione di tutti.

    dal sito http://www.padrepio.catholicwebservices.com/



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    VWGOLFLOVER
    Utente Junior
    00 27/07/2004 13:44
    LA BILOCAZIONE

    LA BILOCAZIONE

    È insito nella natura umana il sogno di poter volare. Poter cioè rompere la legge di gravità che ci tiene fissi al suolo e librarsi nell'aria per raggiungere località lontane come se lo spazio non esistesse. Spostarsi come fanno gli uccelli, anzi più velocemente di loro, con la celerità del pensiero.

    Finora l'uomo è riuscito a costruire macchine sofisticate che Imitano il volo degli uccelli, ma quel sogno mitico è ancora lontano.

    Tuttavia sembra che certi individui lo abbiano realizzato. Sono individui speciali. Persone che coltivano l'esoterismo, le alte esperienze mistiche. Santi e guru. Nei libri che li riguardano si legge di viaggi astrali, di bilocazioni, di esperienze fuori del corpo che infiammano la fantasia.

    Una di quelle persone è padre Pio. "Non dormiva quasi mai" sostengono coloro che lo hanno conosciuto bene. Alla sera, quando le persone normali si coricavano per riposarsi dalle fatiche del giorno, lui iniziava una nuova "giornata" lavorativa. A quanto è dato sapere, occupava le ore della notte a pregare e a "viaggiare" per il mondo.

    "Viaggiava": proprio così. Si recava, cioè, in bilocazione, nei luoghi più svariati per incontrare persone, confortarle, portare loro un aiuto morale.

    Con il termine "bilocazione" si intende che una persona si trova contemporaneamente in luoghi diversi. Concetto difficile da accettare. Per molti resta semplicemente assurdo, un qualche cosa che appartiene solo alla fantasia.

    Eppure di bilocazione si parla da secoli e secoli. È un fenomeno presente nelle esperienze spirituali di tutte le civiltà più antiche.

    Certo si tratta di un'esperienza ai confini della realtà. Ma che non va rifiutata soltanto perché sfugge al controllo razionale. In padre Pio le bilocazioni erano frequentissime e alcune sono state documentate in maniera sconvolgente.

    Riportiamo un brano tratto dal testo di Allegri in cui l’autore riporta un brano scritto da Angelo Battisti, grande amico di padre Pio, nonchè suo figlio spirituale. Angelo Battisti fu chiamato da padre Pio ad amministrare la "Casa sollievo della Sofferenza".

    "Una sera," scrisse Battisti "il Padre mi disse: "Cerca di riposarti che sei stanco".

    "Lo guardai e vidi sul suo volto una sofferenza maggiore del solito e allora, di rimando gli risposi: "Si riposi lei, Padre, perché noi abbiamo molto bisogno di lei".

    ""Per me," disse il Padre "adesso comincia un'altra giornata. E tanto se riposo sei sette ore l'anno."

    "Rimasi colpito da quelle parole. "Padre, vorrà dire sei sette ore per notte."

    "E lui, fissandomi dritto negli occhi: "Ti dico all'anno: non mi capisci mai quando ti parlo?".

    "Cominciava per lui la giornata delle bilocazioni. Andava dove il Signore lo chiamava.

    ""Padre," gli domandai "ma lei, quando parte in bilocazione, sa dove va, da chi va e perché va?"

    ""Certo che lo so."

    ""Potrei accompagnarla come aiutante?"

    " E no, figlio mio. Devo andare solo. Qualche volta sono accompagnato dal serafico Padre San Francesco o da Sant'Antonio da Padova."

    ""Eppure, Padre, una sera l'ho assistito a coricarsi insieme ad Enrico e lei subito si è addormentato".

    ""Era il modo per non mandarvi via. Vedendomi dormire, ve ne siete andati e io ho cominciato a fare ciò che dovevo."

    È un brano terribile. È scritto con la semplicità più assoluta ma solleva un velo su uno dei fenomeni più straordinari e complessi della mistica e della vita di padre Pio: i suoi viaggi in "bilocazione".

    "Il fenomeno delle bilocazioni di padre Pio fu ampiamente documentato" mi disse un giorno padre Domenico Mondrone, gesuita, biografo del Cappuccino stigmatizzato. Padre Mondrone era un uomo di scienza e di grande ponderatezza. Autore di una trentina di opere, fu, per oltre mezzo secolo, una delle firme più illustri di "Civiltà cattolica", la celebre rivista dei gesuiti.

    "Secondo gli studiosi di mistica," mi spiegava padre Mondrone "la bilocazione (presenza simultanea di una medesima persona in due luoghi diversi si distingue dall' "agilità", che invece è la traslazione corporale, quasi istantanea, da un luogo a un altro. Nella vita di padre Pio si ebbe un solo fenomeno di "agilità", mentre numerose furono le bilocazioni.

    "Non esistono spiegazioni razionali a questo fatto. Si pensa che sia lo spirito a staccarsi dal corpo e a recarsi in un altro luogo, ma non si sa come ciò possa avvenire. Quando lo spirito "viaggia", il corpo resta immobile. A volte, anche nel mezzo di una conversazione, padre Pio troncava il discorso e rimaneva come assopito. Si ritiene che in quei momenti viaggiasse in bilocazione".

    dal sito http://web.tiscali.it/padrePio/frame.htm
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    VWGOLFLOVER
    Utente Junior
    00 27/07/2004 13:43
    IL PROFUMO

    IL PROFUMO

    Un uomo con i segni della Passione di Cristo sul proprio corpo e che aveva frequenti contatti con l'aldilà doveva certamente portare un po' di Paradiso con se.

    Ed era proprio così. Dalla persona di padre Pio, infatti, emanava un profumo soavissimo che molti chiamavano "profumo di paradiso" e che, quando il Padre era in vita, fece versare fiumi d'inchiostro a biografi e giornalisti.

    Era un fatto curiosissimo, costatato migliaia di volte. Non solo da devoti e ammiratori, ma anche da coloro che furono sempre nemici dichiarati di padre Pio.
    Il profumo si manifestava all'improvviso, senza una precisa giustificazione. Durava qualche attimo, oppure ore. Poteva essere avvertito da folle intere. Era intenso e penetrante, oppure labile e soffuso. Non era percepito da tutti nel medesimo istante e nella stessa misura: una persona lo avvertiva e quella accanto no. Chi diceva di sentire profumo di rose, chi di violette, di gelsomino, di incenso, di giglio, di lavanda eccetera. E in tutti provocava un senso di grande serenità e di intima gioia.

    Quel fenomeno non aveva alcuna giustificazione plausibile. Padre Pio non usava profumi di nessun genere. Ai tempi delle prime manifestazioni, il conventino di San Giovanni Rotondo era un tugurio trasandato e sporco. Maleodorante quindi.

    Il dottor Giorgio Festa, uno dei medici che, intorno agli Anni Venti, studiò la stigmate del Padre, lasciò scritto in una sua memoria: "Il convento di San Giovanni Rotondo era in condizioni igieniche tutt'altro che soddisfacenti per mancanza d'acqua e di opportune fognature. I religiosi, per difendersi nel miglior modo possibile da eventuali cause d'infezione, gettavano nelle latrine delle soluzioni di fenolo grezzo e spesso padre Pio faceva gettare tale soluzione anche sul pavimento della sua stanza".

    Il Padre ricorreva a quell'accorgimento perché anche nella sua stanza arrivavano i pericoli della sporcizia. Le sue vesti e la sua persona stessa dovevano quindi essere intrise di un acre odore di acido fenico. Ma la gente che lo avvicinava sentiva invece un effluvio deliziosissimo.

    Il profumo serviva per richiamare l'attenzione della gente, per farla riflettere sull'esistenza di possibili realtà misteriose. Per questo lo sentivano soprattutto coloro che si stavano avvicinando al Padre. Una volta un suo figlio spirituale si lamentò perché da tempo non sentiva il profumo, e padre Pio gli rispose: "Sei qui con me e non ne hai bisogno".

    Hai sentito un intenso profumo e non ne sai la provenienza, magari è il padre che ti vuol dire o comunicare qualcosa.

    dal sito http://web.tiscali.it/padrePio/frame.htm

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    Utente Junior
    00 27/07/2004 13:40
    ALCUNI MIRACOLI DI PADRE PIO

    ALCUNI MIRACOLI DI PADRE PIO

    Durante la seconda guerra mondiale,tra i tanti militi americani e di altre nazioni, sono logicamente migliaia i fedeli italiani che accorrono da Padre Pio per chiedere una preghiera, una grazia, delle assicurazioni sui loro congiunti in guerra. Trattandosi di notizie riguardanti persone che il Padre non conosce e che si trovano nei luoghi più disparati d'Italia e del mondo, si può intuire come l'aspettativa della gente è sempre quella di avere una risposta profetica, una rassicurazione che il familiare, il parente è vivo. Ma non sempre Egli dà una risposta esauriente, non sempre sà o è al corrente. Non se la sente, a volte, di dare sempre una risposta che plachi il turbamento e l'inquietudine di coloro che gli si rivolgono. Nella sua schiettezza e semplicità dice quello che sà. Per il resto invita sempre a pregare e sperare. "Si, è vivo", "Tornerà", o ancora:"Aspettate e sperate". "Pregate, pregate" oppure: "Non so nulla" (Yves Chiron, Padre Pio, Una Strada di misericordia, Edizioni Paoline, pag. 243). I santi, anche i più grandi, quelli che vivono pienamente immersi nel soprannaturale e quindi nella comunione mistica con Dio, hanno degli sprazzi di profezia, dei momenti di luce nei quali il Signore permette loro di comunicare quello che Lui vuole, per il bene delle anime, e quindi anche delle profezie, dare delle risposte a chi, nell'ansia e nel dolore, aspetta un parola di consolazione, di speranza o di certezza. Ma non sempre è così. Ci sono dei momenti in cui i santi non possono dare alcuna risposta. Solo chi vuol barare può permettersi di dire di sapere tutto. Padre Pio, invece, quello che sà lo dice, quello che ignora non lo dice, sollecitando a pregare e sperare, perché Dio può veramente tutto.

    Ma più che parlare, padre Pio agisce, opera laddove la sua presenza viene invocata. Anche lontano o lontanissimo da S.Giovanni Rotondo. Tantissime persone, tra cui molti soldati, hanno testimoniato di essere scampati a un pericolo grazie alla sua protezione. C'è un episodio avvenuto durante i bombardamenti di Pescara. Un gruppo di persone si rifugia al pianterreno di un edificio di quattro piani e qui, con il cuore in tumulto per le continue esplosioni, piange e prega tenendo in mano una foto di Padre Pio e gridando:"Padre Pio salvaci!". Improvvisamente una bomba prende in pieno l'edificio, sfondando il quarto piano e poi il terzo, il secondo, il primo, arrivando come un rombo di tuono a pianterreno, proprio dove si trova questo gruppo di persone che prega. "Padre Pio salvaci!" le parole di tutti sembrano precedere l'esplosione. Ma l'ordigno non esplode

    MIRACOLO AVVENUTO A RIGNANO GARGANICO

    Scambio di vite tra zia e nipote, a Rignano Garganico. Si tratta di un ennesimo miracolo compiuto nel nome e per intercessione di Padre Pio da Pietrelcina. La storia, di cui oggi si ha la più piena e veritiera conferma ha la sua genesi, maturazione e conclusione nel lontano 1979. La più anziana, su sua insistente preghiera rivolta al Frate Santo, all'improvviso muore nel novembre del medesimo anno, l'altra, sofferente a causa di un male oscuro, alla fine si salva e vive tuttora. Ecco, comunque, come si sono svolti i fatti. Vincenzina Vincitorio, così si chiama la "miracolata", allora 50enne, colpita da una improvvisa ed inarrestabile emorragia all'apparato urinario, viene ricoverata presso il reparto di ostetricia e di ginecologia di Casa Sollievo della Sofferenza. E' il 23 dicembre 1978. Trascorre nel nosocomio una ventina di giorni, tra accertamenti e terapie mediche, senza ottenere il pur minimo miglioramento. Per cui, viene sottoposta ad esame istiologico. La diagnosi è quella che si temeva sin dal primo momento: carcinoma. Ne viene consigliato l'immediato trasferimento in un centro adeguato. Così la Vincitorio il 24 gennaio si trova degente presso gli Ospedali Civili di Brescia. Qui le vengono ripetuti ad uno ad uno tutti gli esami. Intanto, l'ammalata peggiora di giorno in giorno fino alla disperazione. Soffre non tanto per i dolori fisici, quanto in conseguenza di una serie di preoccupazioni di carattere psichico. Il suo chiodo fisso è la famiglia. Pensa al marito disoccupato, ai suoi sette figli, di cui cinque in età infantile, lasciati in paese alle cure della figlia undicenne e sotto controllo di una zia, di cui si dirà. Tale è il suo stato d'animo, al momento dell'evento miracoloso. Il 17 febbraio, la donna dovrà essere sottoposta ad un complicato esame, diretto a stabilire scientificamente l'entità della proliferazione tumorale. La notte precedente non riesce a chiudere occhio, si gira e si rigira nel suo letto, afflitta da mille pensieri. Ad un tratto nota di fronte a sé un vegliardo cappuccino. "Guarirai" - gli dice. Lì per lì la donna, intontita dalla malattia, non fa caso a quello che ha sentito. Si alza e va al bagno. Al rientro nel corridoio incontra due uomini vestiti da metalmeccanici che le indicano una croce. La signora Vincenzina si dirige sempre frastornata verso l'oggetto e nota che al posto del Cristo c'era uno frate barbuto. "Ho alleviato la tua croce - si sente dire dal cappuccino - da domani potrai ritornare dai tuoi figli e da tuo marito". La donna impaurita come non mai fa ritorno subito a letto e si addormenta sul colpo. L'indomani viene visitata dai medici, che non possono far altro che assicurare la sua improvvisa guarigione. Il cancro era sparito nel nulla. Dopo qualche giorno viene dimessa e fa ritorno a casa. "Solo a Rignano - ci dice Vincenzina - ho capito che ero stata miracolata da Padre Pio, che da allora mi protegge, come mi protegge dal cielo la zia Giuseppina". La signora Vincitorio è tuttora in vita ed è in buona salute.

    (dal sito http://padrepio.interfree.it/ )
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    Utente Junior
    00 25/07/2004 16:11

    SAN PIO DA PIETRELCINA

    Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nasce il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, un piccolo comune campano, vicino Benevento, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa Di Nunzio, piccoli proprietari terrieri La madre è una donna molto religiosa, alla quale Francesco rimane sempre molto legato. Viene battezzato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l'antica parrocchia del paese, posta nel Castello, cioè nella parte alta di Pietrelcina.

    La sua vocazione religiosa si manifesta sin dalla più tenera età, infatti giovanissimo, solo 8 anni, rimane per ore davanti l'altare della chiesa di Sant'Anna a pregare. Manifestata la sua vocazione per la vita religiosa cappuccina, il padre decide di emigrare in America per affrontare le spese necessarie per farlo studiare. Nel 1903, a quindici anni, arriva al convento di Morcone e il 22 gennaio dello stesso anno indossa il saio di cappuccino e prende il nome di Fra' Pio da Pietrelcina e viene destinato a Pianisi, dove rimane fino al 1905.

    Dopo sei anni di studi, compiuti in vari conventi, tra continui ritorni al suo paese per motivi di salute, fu ordinato sacerdote nel duomo di Benevento il 10 agosto del 1910. Nel 1916 parte per Foggia, presso il convento di Sant'Anna, e il 4 settembre dello stesso anno viene mandato a San Giovanni Rotondo, dove vi resterà per il resto della sua vita. Appena un mese dopo, nella campagna di Piana Romana, a Pietrelcina, ricevette per la prima volta le stimmate, subito dopo scomparse, almeno visibilmente, per le sue preghiere. Questo avvenimento mistico, portò un aumento del pellegrinaggio, sul Gargano, da ogni parte del mondo. In questo periodo inizia anche a soffrire di strane malattie di cui non si è mai avuta un'esatta diagnosi e che lo hanno fatto soffrire per tutta l'esistenza.

    Dal maggio del 1919 all'ottobre dello stesso anno, ricevette la visita di diversi medici per esaminare le stigmate. Il dott. Giorgio Festa disse:"...le lesioni che il Padre Pio presenta e l'emorragia che da queste si manifesta hanno un'origine che le nostre cognizioni sono ben lungi dallo spiegare. Ben più alta della scienza umana è la loro ragione di essere".

    A causa del gran polverone sollevato dal caso delle stigmate, nonché dell'inevitabile, enorme curiosità suiscitata la fatto a prima vista del tuttto "miracoloso", la chiesa gli vieta, dal 1931 al 1933 di celebrare la Santa Messa. La Santa Sede lo sottopose inoltre a numerose inchieste per accertare l'autenticità del fenomeno e la sua personalità. La salute non buona lo costringe ad alternare alla vita conventuale continue parentesi di convalescenza al suo paese. I superiori, d'altronde, preferiscono lasciarlo alla calma dei suoi luoghi natali, dove secondo la disponibilità delle proprie forze, aiuta il parroco.

    Dalla sua guida spirituale nacquero i Gruppi di Preghiera, che si diffusero rapidamente in tutta Italia e in vari Paesi esteri. Nello stesso tempo attuò il sollievo della sofferenza costruendo, con l'aiuto dei fedeli, un ospedale, al quale ha dato il nome di Casa Sollievo della Sofferenza, e che è diventato nel tempo un'autentica città ospedaliera, determinando anche un crescente sviluppo di tutta la zona, un tempo deserta.

    La grande opera di Padre Pio, si è manifestata, a detta di innumerevoli testimoni, oltre che nelle molte grazie concesse, anche con la costruzione di un grande ospedale, la "Casa Sollievo della Sofferenza", i cui lavori iniziarono già nel 1947. Sempre secondo queste testimonianze, doni straordinari lo accompagnarono per tutta la vita. In particolare, l'introspezione delle anime (era capace di radiografare l'anima di una persona al solo sguardo), il profumo che si faceva sentire a persone anche lontane, il beneficio della sua preghiera per i fedeli che ricorrevano a lui.

    Il 22 settembre del 1968, a ottantuno anni, Padre Pio celebra la sua ultima messa e nella notte del 23 muore portando con se il mistero di cui tutta la sua vita è stata in fondo ammantata.Il 2 maggio 1999, invece, il Papa lo ha proclamato Beato;il 16 giugno 2002 viene finalmente santificato.

    dal sito http://biografieonline.it