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Il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, istituito nel 1983, si estende per circa 30.000 ettari e comprende i Comuni di Filettino e di Trevi, in Provincia di Frosinone, e i Comuni di Camerata Nuova, Cervara di Roma, Jenne, Subiaco e Vallepietra in Provincia di Roma. Il Parco costituisce l'esempio più esteso tra quelli della Regione Lazio, importante anello di congiunzione tra la dorsale laziale degli Appennini e la dorsale abruzzese, alla quale è assimilabile per diverse caratteristiche morfologiche.

Numerose sono le vette che caratterizzano quest'area: il Monte Viglio (2156 metri slm), il Monte Cotento (2014 metri), il Monte Tarino (1961 metri) e il Monte Autore (1853 metri). La struttura geologica di questi monti è piuttosto articolata, a testimonianza delle differenti ere geologiche in cui si sono formati: l'area si è originata in ambiente marino attraverso l'accumulo di sedimenti poi trasformatisi in rocce calcaree e dolomie e sollevatisi in seguito per dare origine alla piattaforma carbonatica laziale; i lunghi corridoi che separano questi monti da quelli vicini, la Valle Latina a sud e la Valle Roveto ad est, rappresentano invece la traccia di aree rimaste sommerse più a lungo, dove si sono accumulate le sabbie ora trasformate in arenarie.

L'elemento naturale protagonista in questo territorio è sicuramente l'acqua: il nome stesso della catena deriva dal latino "sub imbribus", ossia sotto le piogge. Da sempre infatti la Valle dell'Aniene, il fiume più importante che interessa l'area dei Monti Simbruini, è stata un'area particolarmente ricca di acqua e già i Romani la prelevavano attraverso imponenti acquedotti (realizzati da Marcio, Claudio e Anio Novus). Numerose sono inoltre le sorgenti pedemontane da cui ancora oggi si preleva acqua potabile che poi soddisfa le esigenze idriche di parte della città di Roma.

Strettamente connessi con la presenza dell'acqua e delle rocce calcaree risultano i numerosi fenomeni carsici che interessano l'area, grotte, doline e inghiottitoi.


La vegetazione presente sui Monti Simbruini è particolarmente interessante e la copertura boschiva supera il 70% della superficie (circa 22000 ettari), da ritenersi ottimale per qualità e quantità. Nella fascia pedemontana dominano le querce (leccio, roverella e cerro), frammiste all'acero, all'orniello e al carpino; tra i 900 e i 1700 metri domina invece la faggeta, caratterizzata da esemplari imponenti ultracentenari (da segnalare per bellezza e suggestione la foresta della Tagliata e le vaste faggete disetanee del monte Autore e quelle vastissime in prossimità delle sorgenti dell'Aniene); più in alto si afferma la flora tipica dell'alta montagna, tra cui il ribes alpino e il raro endemismo centro appenninico, il semprevivo italico. Di notevole interesse infine la presenza di numerose specie di orchidee.

Per quanto riguarda la fauna, la specie sicuramente più rappresentativa è il lupo, la cui presenza è legata alle aree boscate comprese tra gli 800 e i 1600 metri di quota, in particolare nelle zone con più accessi ai pascoli e alle vallate utilizzati come area trofica (bestiame ma anche rifiuti). Il lupo, al vertice della catena alimentare, è un ottimo dell'elevata qualità ecologica dell'area, nonostante i continui pericoli cui viene sottoposta la sua sopravvivenza (taglio dei boschi, riduzione degli ungulati, sue prede naturali, bracconaggio, competizione e rischio di ibridazione con i cani inselvatichiti).

Nell'area è stata segnalata la presenza anche dell'orso marsicano, presenza assidua dei vicini Monti Ernici.

Tra l'avifauna va segnalata, per interesse e rarità, la popolazione di aquila reale (due coppie nidificanti su un totale di sei in tutto il Lazio); nei boschi sono invece presenti il raro astore e il picchio dorsobianco, specie molto rara in Italia, oltre numerose altre specie più comuni.

Le acque del fiume Aniene ospitano il sempre più raro gambero di fiume, crostaceo molto sensibile all'inquinamento e per questo ottimo indicatore della qualità delle acque. Tra gli anfibi è infine presente la salamandrina dagli occhiali, endemismo appenninico diffuso in particolare nelle faggete del piano montano

tratto dal sito http://www.terredelmediterraneo.org/itinerari/simbruini.htm