Le Stanze dell'Anima I Percorsi dell'Uomo alla Ricerca di Se'

Doxa e Episteme

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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 28/09/2004 23:31
    A giovamento di chi non conosce il greco, possiamo tradurre questi
    due termini rispettivamente con "opinione", cioè affermazione non
    incontrovertibile, e "verità", il suo esatto contrario.
    Forse in ogni epoca e in ogni cultura si sono manifestate due correnti
    filosofiche di base: una che tende ad affermare che esiste una
    verità assoluta ed (eventualmente) un metodo per conoscerla, e un'altra
    che tende ad arrendersi di fronte alla mancanza di senso delle
    cose, o comunque all'impossibilità umana di arrivarci.
    In altre parole, l'Uomo è sempre stato combattuto circa la natura di
    episteme o di doxa dell'esito delle proprie capacità conoscitive.
    Non vi chiedo ovviamente una soluzione del problema, ma vi chiedo
    se per voi, soprattutto per chi non ha studiato filosofia, questo
    problema ha un senso oppure no.

    [Modificato da MAGUS ALTAIR 28/09/2004 23.33]



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    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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    00 04/10/2004 11:09
    Il problema del doxe e dell' episteme sta forse alla base della ricerca stessa della verità.
    Dal mio punto di vista la quasi opposizione fra questi due termini sta ad indicare le problematiche che il singolo incontra nel cercare una forma di sapere oggettivo.
    Cos'è la realtà e cosa la verità, possiamo chiederci? A conti fatti non abbiamo modo di superare le nostre coordinate soggettive personali e definire quindi qualcosa che le superi è, per definizione, impossibile. L'unico metodo reale in nostro possesso è il confronto con gli altri, perchè attraverso il confronto (sia esso disputatio o quant'altro) possiamo tentare di definire la verità... anche se ciò che possiamo trovare è soltanto una inter-soggettività.
    Come trasformare l'opinione in verità?
    Per rispondere a questa domanda molti preferiscono una forma di conoscenza che considerano venuta dall'alto, che trascende quindi i nostri limiti umani... Ma anche questa, a conti fatti, è semplicemente un'opinione personale mostrata come verità assoluta. Nessuno dice che queste diverse verità assolute (notare il pizzico di ironia nel dire "diverse verità assolute") non abbiano un qualcosa di vero, ma rimangono semplicemente Doxa. Ma solo perchè il cammino verso la verità è difficile (anzi: è sottile, quasi rarefatto in qualcosa d'altro ) non vuol dire che dobbiamo arrenderci e lasciar perdere... privando di valore le nostre capacità cognitive.


    ---

    In Veritate Libertas
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 05/10/2004 09:56
    E' vero, la questione è fondamentale e non solo dal punto di vista
    meramente teoretico.
    Nella vita pratica di tutti i giorni ci scontriamo con la ricerca
    della verità sulle cose che ci circondano e il senso comune ci dà
    due informazioni di base che di solito riteniamo ovvie:
    1) quello che ci appare come esistente al di fuori di noi è davvero
    tale, a prescindere da noi che lo conosciamo;
    2) i nostri strumenti cognitivi sono in grado di accedere direttamente
    alle cose, salvo i fenomeni che per loro natura non sono rilevabili
    direttamente dai sensi.
    La filosofia occidentale da Kant in poi (anzi già da Cartesio direi)
    ci insegna a non dare per scontati questi due assunti.
    Da quando il pensiero occidentale ha "mangiato la foglia", non è più
    molto facile delimitare doxa ed episteme.
    Anzi, sappiamo bene che alcune correnti moderne negano decisamente
    la stessa possibilità di esistenza dell'episteme...


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    arielbianca
    Post: 1.348
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    00 06/10/2004 19:29
    Non avendo dimestichezza con la filosofia esprimo il mio pensiero raggiunto con l'esperienza avuta fino ad oggi.
    Nel quotidiano penso sia gia' molto importante partire dal presupposto che non esista la "mia" verita' e che si tratta di un dato soggettivo. Per una persona testarda come me, credete, e' un buon risultato! [SM=g27827] Oltretutto devo tenere in considerazione che la verita' espressa dall'altro non e' in assoluto sbagliata anche se diversa dalla mia.
    Durante le discussioni non e' sempre facile riuscire a mantenere un equilibrio e continuare a comunicare, pertanto tendo a concentrarmi piu' sulla relazione(=il rispetto e l'ascolto) e su come si sia arrivati ognuno alla propria conclusione.
    Abbiamo lenti personalissime con colori differenti che ci permettono di vedere la Luce ma solamente filtrata. Se il nostro orgoglio riesca a placarsi, possiamo magari provare ad infilare gli occhiali dell'altro per un istante e credere a qualcosa di diverso, che non ci appartiene ma ci permette di avvicinarci a comprenderci sempre piu.

    In sostanza io credo che solitamente tutti abbiano ragione dal proprio punto di vista, ma non sempre riesco a convincere gli altri di cio'!!! [SM=g27828]




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    "Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

    Ariel


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    settedinove
    Post: 244
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    00 10/10/2004 12:34
    Non capisco se la negazione dell'episteme da parte di alcune correnti moderne, possa originare da un rifiuto di qualunque forma religiosa che afferma un sapere oggettivo, appunto delle verità assolute.
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 11/10/2004 09:31
    Re:

    Scritto da: arielbianca 06/10/2004 19.29
    Non avendo dimestichezza con la filosofia esprimo il mio pensiero raggiunto con l'esperienza avuta fino ad oggi.
    Nel quotidiano penso sia gia' molto importante partire dal presupposto che non esista la "mia" verita' e che si tratta di un dato soggettivo. Per una persona testarda come me, credete, e' un buon risultato! [SM=g27827] Oltretutto devo tenere in considerazione che la verita' espressa dall'altro non e' in assoluto sbagliata anche se diversa dalla mia.
    Durante le discussioni non e' sempre facile riuscire a mantenere un equilibrio e continuare a comunicare, pertanto tendo a concentrarmi piu' sulla relazione(=il rispetto e l'ascolto) e su come si sia arrivati ognuno alla propria conclusione.
    Abbiamo lenti personalissime con colori differenti che ci permettono di vedere la Luce ma solamente filtrata. Se il nostro orgoglio riesca a placarsi, possiamo magari provare ad infilare gli occhiali dell'altro per un istante e credere a qualcosa di diverso, che non ci appartiene ma ci permette di avvicinarci a comprenderci sempre piu.

    In sostanza io credo che solitamente tutti abbiano ragione dal proprio punto di vista, ma non sempre riesco a convincere gli altri di cio'!!! [SM=g27828]





    E' sicuramente istruttivo porsi nell'ottica dell'altro, perchè
    presuppone una capacità di ascolto che non sempre si incontra là
    dove servirebbe.
    La tua risposta ha un taglio prettamente psicologico, ed è compresa
    nella questione che è invece ancora più ampia, essendo un "problema"
    riguardante la metafisica.
    Infatti, per quanto le opinioni delle persone divergano, e per quanto
    sia sempre positivo cercare di confrontarvisi in modo critico, come
    giustamente rilevi tu, ci sono delle "certezze" che ciascuno di noi
    possiede e che il senso comune non mette in discussione, e che
    invece la filosofia considera in modo critico.
    Faccio un esempio concreto.
    E' molto facile trovarsi in disaccordo con le altre persone circa
    problemi riguardanti la vita, la politica. la morale, ecc., tuttavia
    di solito si è d'accordo su affermazioni come "io esisto", "le cose
    che io percepisco come esterne da me esistono davvero": anzi, nessuno
    ne discute affatto, perchè vengono considerate cose ovvie.
    La storia della filosofia ci insegna invece che i contenuti del senso
    comune non sono affatto ovvi e, a volerli davvero fondare, creano
    parecchi problemi concettuali.


    ---

    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 11/10/2004 09:46
    Re:

    Scritto da: settedinove 10/10/2004 12.34
    Non capisco se la negazione dell'episteme da parte di alcune correnti moderne, possa originare da un rifiuto di qualunque forma religiosa che afferma un sapere oggettivo, appunto delle verità assolute.



    L'episteme era, per i filosofi greci, la verità raggiunta con la ragione.
    Esiste per altro un diverso termine ("aletheia") che usava p.es. Platone
    per intendere invece la verità insita dentro l'Uomo, che egli può
    riscoprire, svelare (il termine "aletheia" richiama il "Lete", il fiume
    dove le anime passano tra una trasmigrazione e l'altra, dimenticando
    ma non del tutto, ciò che hanno sperimentato nel Mondo delle Idee).
    Negare l'episteme non significa necessariamente negare l'esperienza
    religiosa: secondo il teologo Karl Barth, ad esempio, Dio è l'Assolutamente
    Altro, verso il quale occorre avere "Fede", ma nei confronti del
    quale la Ragione non può nulla.
    La Teologia cattolica invece ammette che Dio conceda alla Ragione
    di confrontarsi con Lui, seppure la Rivelazione abbia dei contenuti
    che la Ragione non potrebbe raggiungere.
    In fondo lo stesso Cartesio risolse il suo dubbio prendendo Dio come
    "garante" dell'attività conoscitiva dell'Uomo: se ci fidiamo della
    "bontà" di Dio, ci fidiamo anche del fatto che Lui non ci inganni
    quando guardiamo il mondo, avendoci creato con sensi inadeguati.
    Se dunque la negazione dell'episteme e il rifiuto della religiosità
    sono fenomeni non legati da un nesso di causa ed effetto, perchè
    il pensiero moderno ha "paura" dell'episteme?
    Ci sto pensando anch'io in questo periodo: forse non è stata del tutto
    ininfluente l'esperienza dei grandi totalitarismi, che si fondavano
    su filosofie che in effetti avevano grande fiducia nell'episteme.
    Forse però che con l'acqua sporca è stato gettato anche il bambino?
    Inoltre sicuramente lo sviluppo della Scienza ha favorito un tipo
    di approccio più "relativo" e "relativistico", anche se rimangono
    scienziati che ancora cercano una definitiva Teoria del Tutto.

    [Modificato da MAGUS ALTAIR 11/10/2004 9.56]



    ---

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    Aelia Laelia
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    00 20/10/2004 23:26
    La verità a quanto leggo, è strettamente legata ai sensi...ciò che mi chiedo è: i nostri sensi sono "incompleti" quindi come potremo mai percepire la verità?


    ---

    ------------------***-----------------

    ...Erre vague bleu comme ca maison
    Elle scrute
    Les pupilles comme des piece de monnaie jettes au fond
    en desir...
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
    Città: VENEZIA
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 23/10/2004 09:06
    Lo strumento per raggiungere l'episteme è la ragione, e questo per
    definizione di episteme.
    Tuttavia non è certo solo l'episteme il modello di verità cui possiamo
    volerci riferire.
    Sia nel pensiero greco, che in generale in quello orientale (mi si
    passi quest'ultimo termine invero abbastanza impreciso) è presente
    la consapevolezza che la verità può essere accessibile anche e, talora,
    soprattutto per altre vie, come ad esempio l'intuizione o la fede
    religiosa.
    Quindi la storia del pensiero ci mostra come non tutto ciò che non
    è episteme deve essere necessariamente doxa, e quindi l'accettazione
    della limitatezza dei sensi (intesi in generale, comprendendo anche
    le nostre capacità razionali) non significa necessariamente rinuncia
    alla verità.


    ---

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    Gnomos
    Post: 395
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    00 25/10/2004 10:22
    ...
    Questo argomento in termini diversi ma contenuti simili è un argomento chiave nella mistica indù e buddista, gli stati di comprensione si evolvono attraverso cambi di prospettiva, partendo da se stessi si passa all'oggetto dell'osservazione perdendo se stessi,e dall'oggetto si passa al tutto perdendo l'oggetto.
    Spero di non essere stato contorto ma credo che alla maggior parte di voi questi concetti siano già famigliari... questo per dire che la verità non può essere concepita dall'"individuo", non c'è verità nella soggettività e non c'è identità che possa trascendere dalla soggettività.
    Proprio in questo passaggio dall'individuo al tutto sta un nodo chiave del cammino iniziatico, quella concezione di daath di cui si discuteva tempo fà, il salto dell'abisso necessario per concepire Dio, un salto che non può essere fatto con una zavorra troppo pesante...


    ---

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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 02/11/2004 10:07
    La zavorra può dunque essere la pretesa all'episteme!
    Ho spesso pensato che questa pretesa nascondesse un profondo antropocentrismo,
    come se il Tutto dovesse per forza rientrare nei canoni umani...
    Effettivamente si tratta di un'altra prospettiva.


    ---

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    Gnomos
    Post: 395
    Età: 43
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    00 02/11/2004 18:15
    ...
    Concordo.


    ---

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    Aelia Laelia
    Post: 57
    Sesso: Maschile
    00 05/11/2004 22:11
    Re: ...

    Scritto da: Gnomos 25/10/2004 10.22
    ... questo per dire che la verità non può essere concepita dall'"individuo", non c'è verità nella soggettività e non c'è identità che possa trascendere dalla soggettività.



    Vorrei capire meglio questo passaggio...qualche volonteroso?[SM=g27833]


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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    00 15/11/2004 23:12
    Penso che Gnomos intendesse quello che poi ho scritto anche io:
    il soggetto ha il limite intrinseco di essere appunto... soggetto,
    quindi individuo, sottoposto per sua imprescindibile natura alla
    soggettività.
    Pretendere di prescinderne sarebbe appunto un gratuito antropocentrismo
    che anch'io denunciavo.
    Correggimi caro Gnomos se non è questo ciò che intendevi!

    [Modificato da MAGUS ALTAIR 15/11/2004 23.12]



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    Gnomos
    Post: 395
    Età: 43
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    00 18/11/2004 23:44
    ...
    esattamente.


    ---

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    Paperinikkk
    Post: 39
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    00 22/11/2004 08:35
    Beh...come a dire dopo tante parole teniamoci la nostra ignoranza???
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 22/11/2004 13:54
    Non esattamente, piuttosto: "Rinunciamo a credere che la ragione
    umana possa spiegarci tutto".


    ---

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    arielbianca
    Post: 1.348
    Città: REGGIO EMILIA
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 22/11/2004 16:02
    E ancora...dopo tante parole abbiamo compreso ancora un poco di noi stessi, no? Tutt'altro che ignoranza. Comprendere uno dei limiti che ci vincola non puo' che portarci un arricchimento ed alla comprensione dei limiti degli altri, per trovare nuove vie di pensiero,integrazione e comunicazione. [SM=g27823]


    ---

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    Ariel


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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
    Città: VENEZIA
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 24/11/2004 09:08
    Questo "scacco" della Ragione però brucia, più che alla filosofia
    moderna, che lo ha abbondantemente digerito, alla Scienza, che sulla
    Ragione basa tutto il suo essere.
    E' vero tuttavia che dopo Popper è difficile per uno scienziato dire
    ancora "ho dimostrato qualcosa"...


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