Le Stanze dell'Anima I Percorsi dell'Uomo alla Ricerca di Se'

Una domanda

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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 08/09/2004 09:26
    Rivolgo una domanda a tutti coloro che hanno studiato o studiano
    un po' di filosofia, occidentale o orientale.
    Qual è l'autore, se c'è, che sentite più vicino a voi, almeno per
    certi aspetti?


    ---

    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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    Post: 526
    Città: MILANO
    Età: 37
    Sesso: Maschile
    00 09/09/2004 11:08
    Ho riflettuto un pò di tempo su cosa rispondere e devo dire che, a conti fatti, la risposta migliore è nessuno. Nessuno perchè il loro contesto storico oppure il punto di vista da cui partono le loro filosofie non mi trovano molto entuisiasta... per questo ogni autore si riduce meramente ad offrirmi uno strumento di analisi filosofica da utilizzare per le mie riflessioni personali. Perchè le loro idee hanno fatto la storia dell'umanità, ma le loro conclusioni invece sono qualcosa di personale.

    Comunque, se proprio fossi obbligato, credo di risponderei con una lista: Platone, Plotino, S Agostino, Giordano Bruno, Galilei, Kant e Popper. Gli altri sono strumenti. Ah, come dite? Era uno solo... mhh... Plotino (che Kant non me ne voglia).


    ---

    In Veritate Libertas
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    Vale99
    Post: 0
    Città: VARESE
    Età: 39
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    00 11/09/2004 22:50
    Filosofeggiando
    Una bella macedonia di frutta e verdura di filosofi che poco ci azzecano l'uno con l'altro. Da studente di filosofia si potrebbe prendere ognuno di essi, analizzarlo e metterlo a paragone con l'altro, non ci si caverebbe un ragno dal buco. Lo studio della filosofia non è la ricerca di una strada, ma la ricerca delle radici stesse del pensiero, non la si può quindi relegare ad un elenco di nomi da cui attingere, ma ad una generale impostazione mentale a cui fare riferimento.
    L'analisi storica, poi, dei singoli, andrebbe comunque mediata con quella che è l'"autocoscienza storica" del fruitore di tali pensieri, non è quindi corretto ne sincero parlare di scusanti ai fini collocativi dei singoli, ma al limite di cause di errore interpretativo di chi vi si accosta senza le necessarie precauzioni culturali.
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    Post: 526
    Città: MILANO
    Età: 37
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    00 12/09/2004 14:02

    Scritto da: Vale99 11/09/2004 22.50
    Una bella macedonia di frutta e verdura di filosofi che poco ci azzecano l'uno con l'altro. Da studente di filosofia si potrebbe prendere ognuno di essi, analizzarlo e metterlo a paragone con l'altro, non ci si caverebbe un ragno dal buco. Lo studio della filosofia non è la ricerca di una strada, ma la ricerca delle radici stesse del pensiero, non la si può quindi relegare ad un elenco di nomi da cui attingere, ma ad una generale impostazione mentale a cui fare riferimento.
    L'analisi storica, poi, dei singoli, andrebbe comunque mediata con quella che è l'"autocoscienza storica" del fruitore di tali pensieri, non è quindi corretto ne sincero parlare di scusanti ai fini collocativi dei singoli, ma al limite di cause di errore interpretativo di chi vi si accosta senza le necessarie precauzioni culturali.



    Dunque, ti risponderò partendo dalla tua ultima affermazione. Quello che volevo dire in merito alle cordinate socio-storico-culturali degli autori è riassumibile nel concetto di attualità. Attraverso un analisi che tiene conto di tali coordinate è possibile ottenere una visione chiara della filosofia dell'autore, comprendendone anche la portata storica. Solo che gli argomenti di cui tratta tale autore rimangono (ovviamente) ben delineati dal contesto e là dove le nostre cordinate storiche hanno a caro determinate riflessioni, questo sembra venire meno. Sicuramente in questo momento, da studentessa di filosofia, vorresti tirarmi qualcosa adosso per aver affermato che un filosofo possa venir meno (rispetto a cosa poi?)... ed è qui che sta la nostra divergenza, ovvero nel fatto che tu, giustamente, affronti la filosofia come una disciplina che deve sempre tener conto di tutti i fattori storici e critici, mentre per me è un pozzo da cui attingere per le mie idee personali (ma non per questo non tengo in dovuta considerazione le cordinate). In questo modo si spiega che i nostri punti di vista sono entrambi corretti se considerati rispetto ai rispettivi punti di partenta, visto che l'impostazione mentale rimane così come la ricerca delle radici stesse del pensiero.
    In questo modo si spiega la mia macedonia (che, ci terrei a precisare, avevo io stesso indicato come tale). A te tale lista non dice nulla(ed effettivamente è stata un'esposizione orribile). Ma a me sì ed è questa l'unica cosa che mi interessa nello studio di questi autori, studio le cui modalità voglio poter essere sempre di coerenti al giusto canone ufficiale(per quanto riguarda invece le finalità forse no).

    [Modificato da .:avatar:. 12/09/2004 14.03]



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    In Veritate Libertas
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    Aelia Laelia
    Post: 57
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    00 13/09/2004 20:40
    mmm...
    Per rispondere alla domanda di Magus:
    i miei ricordi dello "studio" della filosofia sono un pò persi nelle nebbie delle scuole superiori..mi sto leggendo in effetti il primo dei volumi di Severino che tu hai consigliato.

    Potrei nominare Schopenhauer.



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    ...Erre vague bleu comme ca maison
    Elle scrute
    Les pupilles comme des piece de monnaie jettes au fond
    en desir...
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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
    Città: VENEZIA
    Età: 55
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 13/09/2004 22:36
    Schopenhauer
    Lui fu molto influenzato dai suoi studi sull'Induismo e il Buddhismo.
    Tu Aelia come ti rapporti con essi?
    Io per esempio rimasi a suo tempo affascinato dall'Advaita Vedanta,
    per quel suo saper superare addirittura l'idea di Dio, che all'epoca
    ritenevo la più alta concezione umana possibile.


    ---

    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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    Aelia Laelia
    Post: 57
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    00 15/09/2004 22:16
    Magus, la tua domanda mi ha fatto riflettere su quanto superficialmente io conosca queste due religioni....

    Per quanto riguarda il Buddismo non posso che citare adolescenziali letture del "Siddharta" di Hesse e di qualche libro di koan della corrente Zen.

    Dell'Induismo conosco le divinità coloratissime e ovviamente la prima cosa che colpisce noi occidentali, ovvero la suddivisione in caste...

    Insomma: sinceramente non ho modo di risponderti (ma mi attrezzerò!!)

    Di Schopenhauer, sempre pescando ricordi scolastici, ricordo Il velo di Maja...anzi, saltando di palo in frasca vorrei farti una domanda...
    "..Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia.
    Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente.."
    San Paolo ha qui espresso lo stesso concetto di Schopenhauer?


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    MAGUS ALTAIR
    Post: 1.752
    Città: VENEZIA
    Età: 55
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 15/09/2004 22:44
    Re:

    Scritto da: Aelia Laelia 15/09/2004 22.16
    Di Schopenhauer, sempre pescando ricordi scolastici, ricordo Il velo di Maja...anzi, saltando di palo in frasca vorrei farti una domanda...
    "..Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia.
    Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente.."
    San Paolo ha qui espresso lo stesso concetto di Schopenhauer?



    Non è facile rispondere.
    Paolo è un uomo che pensa al superamento della condizione umana
    nel senso di un poter rapportarsi a Dio senza la mediazione delle
    distorsioni della natura umana, mentre il pensiero indiano tende
    a superare anche la concezione di un Dio personale, perchè anche
    gli dei sono al di qua di Maya, sono nel Samsara, non sono l'Assoluto,
    mentre il Dio di Paolo è l'Assoluto.
    Questa risposta però non tiene conto delle molteplici differenze
    insite nella tradizione indù: l'Induismo in effetti non esiste,
    è un'astrazione occidentale! Innanzitutto la tradizione indù
    riconosce i cosiddetti sei "darsana" (percorsi) ossia sei tradizioni
    di base, assai diverse tra loro, anche e soprattutto nella loro
    concezione del Divino. E in ognuno di questi percorsi esistono
    molte scuole differenti.
    Per esempio, Ramanuja credeva in un Dio personale, quasi come Paolo,
    mentre Samkara elaborò l'Advaita Vedanta, una forma molto estrema
    di monismo, decisamente distante dalle concezioni paoline.

    [Modificato da MAGUS ALTAIR 15/09/2004 22.45]



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    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.