00 12/10/2005 11:54
Una nuova lettura della storia ricollega la nascita dell’informatica moderna ai movimenti hippie della California degli Anni '60

Gli Anni Sessanta hanno segnato profondi cambiamenti nella società e c'è chi sostiene che gli hippie abbiano ispirato la rivoluzione del personal computer.


In un articolo scritto nel 1995 per la rivista Time, l'analista Stewart Brand affermava per la prima volta questa tesi, sostenendo che gli ideali comunitari di pace e libertà propri degli hippie avrebbero gettato i semi di quella che, in seguito, sarebbe diventata la rivoluzione informatica. Secondo Brand, <>

Anche lo scrittore americano John Markoff corrispondente dalla Silicon Valley per il New York Times, avalla questa ipotesi e ne offre una lettura affascinante. Secondo Markoff, a rigor di logica, a vincere la competizione in campo informatico negli anni Settanta sarebbero dovuti essere i centri di ricerca della costa orientale degli Stati Uniti, non quelli della costa occidentale (West Coast). L’asse informatico della East Coast - che inizia a nord di New York (con la sede di IBM) e arriva all’università di Cambridge e al Massachusetts Institute of Technology (MIT), entrambi a Boston - era pieno di talenti e di fondi, ma l’establishment della costa orientale rimase vittima del suo stesso successo e, sfortunatamente, si rivelò incapace di prevedere il futuro, perché era fortemente interessato alla conservazione dello status quo.

Nel frattempo, la California settentrionale aveva attirato giovani di talento come Doug Engelbart, Fred Moore, Alan Kay e Ted Nelson – per non parlare del circolo di appassionati che formavano l’ormai leggendario Homebrew Computer Club. Il contrasto tra la West Coast e la vecchia guardia di stanza a est era stridente – in alcuni casi, quasi una parodia delle differenze tra le due coste degli Stati Uniti. IBM era famosa per mandare i propri dipendenti in viaggio di lavoro con l’obbligo di indossare capi stirati e camicia bianca. Cosa avrebbero mai pensato se avessero saputo che sarebbero stati sopraffatti da gente famosa per motivi meno nobili?

Come ai tempi dei Padri Fondatori che condussero gli Stati Uniti all’indipendenza, anche in questo caso ci troviamo di fronte a una concentrazione sorprendente di pensatori e di inventori. Ma il loro zelo fu alimentato dalla controcultura degli Anni Sessanta? Oppure il fatto che speciali talenti si ritrovassero nello stesso luogo allo stesso tempo fu solo un caso fortuito? La questione è tuttora aperta e motivo di diatriba tra le due coste negli Usa.