00 08/09/2003 19:08





Un delizioso omaggio alla "musica per chitarra primitiva" di John Fahey: quattro suite per chitarre acustiche e complesso da camera che sondano il territorio configurato dagli epici album di Fahey dei primi anni 70, a cavallo tra musica country e trance indiana.

There's Hell In Hello si apre con un motivo di chitarra arioso e allegro, tutto fingerpicking agreste e strimpellio melodioso à la Leo Kottke. Poi, improvvisamente, tutto ciò che rimane è il rumore di fondo sinistro e subsonico del basso. Lentamente, un intreccio di note di pianoforte e bordoni d'organo come una nebbia magica avvolge la realtà.

Di nuovo, 94 The Long Way inizia con pacati accordi folk, poi si scioglie in una languida jam di rock acido. All'improvviso questa si trasforma in un crescendo esuberante, mentre una band al completo si unisce a lui (piano, fisarmonica, corno francese, trombone, tromba) e tutti gli strumenti ripetono la stessa, semplice melodia.

Con l'inizio di Bad Timing si torna al punto di partenza, poiché la chitarra si limita a strimpellare un motivo semplice, che però viene presto rallentato e ripetuto in modo minimalista, e altri strumenti si aggiungono alla chitarra, degni di nota la fisarmonica e un organo i cui timbri rendono il pezzo simile a un canto natalizio, e poi tutto erompe in una dolce coda orchestrale à la Tubular Bells di Mike Oldfield.

Infine, Happy Trails capovolge lo schema: comincia con un ronzio rumoroso per poi adottare un picking country e, dopo, diviene una fanfara dixieland in levare con chitarra hawaiana.

Questo album è una sorta di miracolo: una dichiarazione artistica audace e complessa, divertente e godibile.

Proprio secondo la tradizione di John Fahey.










There's Hell in Hello But More in Goodbye
94 the Long Way
Bad Timing
Happy Trails







[SM=x191482] [SM=x191482] [SM=x191482] [SM=x191482] [SM=x191482] [SM=x191482] [SM=x191482]







...for I'm a rain dog too...