(di Pupi avati)
Sì, daccordo, la storia è bellina, le intenzioni sono buone, in alcuni momenti funziona bene come commedietta spiritosa e intelligente, in fondo non annoia quasi mai: ma questo sarebbe il film che è stato omaggiato a Cannes con diversi minuti di applausi, questo sarebbe il film che doveva ricevere almeno un premio, questo sarebbe il capolavoro di cui tutti vanno cianciando da mesi?
Mah!
Marcorè funziona solo nella prima mezzora, poi la sua parlata sommessa dà un fastidio tremendo; il romanesco di Giannini è da film horror; la Incontrada recita molto bene, negli spot della Tim.
La storia, dicevo, sarebbe buona: un giovane professore timido e impacciato, figlio del titolare della sartoria Vaticana, spedito a Bologna per farsi una vita da solo, per svezzarsi, per trovare -chissà- una moglie, e dare un erede alla famiglia.
Ma è tutto approssimativo, le figure di contorno improbabili, la regia svogliata, il ritmo lasco, i dialoghi scialbi e insipidi.
Lascia come un senso di incompiutezza, e di rammarico; anche se io l'ho visto ieri che il cinema costava 2 euro, e il rammarico non è poi stato così grande.
...for I'm a rain dog too...