E vista anche la seconda parte.
Un po' meglio della prima per alcuni versi, perchè molti conti tornano, perchè forse la vecchiaia è più facile da rappresentare, perchè forse questo è un film che si compie e si rivela col passare dei minuti.
E si rivela tragico, struggente, ambiguo ma non privo di speranza: il finale, positivo ma non consolatorio, è tutto in una frase, "E' tutto bello".
E' bello vivere senza troppi ideali, senza voler cambiare il mondo a tutti i costi, senz'arroganza, senza presunzione.
E' bello trovare il coraggio di essere felici, di essere "normali" pur soffrendo dentro. Per non far soffrire gli altri, magari.
I personaggi che nella prima parte parevano senza speranza si riscattano, altri si perdono, altri ancora, come Nicola, attraversano tutto ciò con la forza e il coraggio di chi sa di essere impotente, ma che sa anche che nessuno è veramente inutile.
Poi c'è Matteo, vittima sacrificale sul rogo di una generazione in fiamme, l'unico vero perdente della storia.
E poi c'è la Storia, con la S maiuscola. Che come al solito s'insinua di striscio nella storia con la s minuscola.
Commoventi i passaggi che rimandano alla morte di Falcone.
Forse l'avevo un po' sottovalutato nella prima parte, ma ribadisco: non è tutto 'sto grande film, soprattutto per le ambientazioni improbabili e i dialoghi azzardati e poco realistici, zeppi di clichè che hanno dell'irritante.
Sarebbe, e forse sarà, invece, la miglior "fiction" che sia mai passata sulla Rai, ma ci vuole veramente poco.
E' così poco consono ai prodotti della tv di Stato, che era addirittura stato messo in "quarantena", cioè si era indecisi se mandarlo in onda o meno. Forse perchè ai dirigenti della Rai è sembrato troppo intelligente.
...for I'm a rain dog too...