(di Franco Battiato)
Insomma. Mi aspettavo meglio.
Le prime scene sono veramente bruttine, involontariamente surreali, impossibili a tratti: non c'è un siciliano che parli in siciliano stretto, le vecchine campagnole dicono "Signora, guardi, prenda di là a destra che se no allunga di un chilometro"...
Per introdurre l'ambiente Milanese invece viene inquadrata per mezz'ora la stazione Lambrate. A Milano parlano come in Sicilia.
E però il film cresce man mano; e raggiunge un certo apprezzabile livello stilistico quando iniziano i vagheggiamenti filosofici, esoterici, letterari, cioè le più fervide ossessioni di Battiato.
Interessante il discorso sulla scrittura, sulla formazione dello scrittore, sul tantra, sulla Sicilia, "magica terra di Anassagora ed Eraclito, che richiama a sè tutti coloro a cui ha dato i natali". Ma forse non c'era bisogno di farci un film, la regia è troppo, troppo immatura.
Compaiono nell'ordine: Manlio Sgalambro, Giovanni Lindo Ferretti(ex CSI), Morgan(Bluvertigo), Francesco De Gregori e forse qualcun altro.
Ci sono l'attrice di "Angela" e la madre di Peppino Impastato ne "I cento passi".
Niente di che, insomma, ma a Francuzzo si perdona questo e altro.
...for I'm a rain dog too...