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Bologna, una sentenza del tribunale della Libertà legittima il «martirio» islamico

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    00 23/07/2006 14:41
    Giudice di Bologna: la violenza contro i militari non è terrorismo

    Che un tribunale sciaraitico di Al Qaeda dica che è legittimo combattere contro le forze internazionali in Afghanistan e che è legittimo il «martirio » degli islamici che muoiono in battaglia, è un fatto scontato. Che lo sentenzi il tribunale della libertà di Bologna ci preoccupa assai. Ebbene, ciò è quanto si evince dall’ordinanza del 27 giugno 2006 emessa dalla corte presieduta da Liviana Gobbi, con cui è stata respinta la richiesta di custodia in carcere nei confronti di 18 sospetti terroristi islamici.
    La sentenza ha affermato il principio che «restano esclusi dall’ambito della definizione di terrorismo gli atti di violenza, da chiunque compiuti, contro militari impegnati in un conflitto armato, salvo la illiceità di tali atti sotto altri profili del diritto internazionale umanitario (crimini di guerra o contro l’umanità)».
    Quel «da chiunque compiuti» si traduce nell’equiparazione sul piano della legalità delle forze multinazionali impegnate in Afghanistan e di quelle che le combattono, di fatto Al Qaeda e i Taliban: «Né pare condizione sufficiente a caratterizzare come "terroristica" la partecipazione a un conflitto bellico da parte di persone non appartenenti ai Paesi in conflitto, dovendo ricondursi alla nozione di forze armate sia l’esercito regolare di uno Stato sia ogni organizzazione armata che partecipi al conflitto, purché posta sotto un comando responsabile che garantisca la disciplina tra i subordinati ed il rispetto del diritto internazionale umanitario». Fino ad arrivare alla legittimazione del martirio islamico se si muore uccidendo le forze multinazionali: «Posto, tuttavia, che la glorificazione di imprese compiute da confratelli in terra straniera si riferisce a personaggi che hanno combattuto in Bosnia e in Afghanistan (...), non può in alcun modo ritenersi certo che il "martirio" più volte emergente nelle conversazioni sia rappresentato quale conseguenza di un’azione terroristica (ad esempio "kamikaze") e non, invece, di un’attività di tipo militare o paramilitare ». Chiariamo che il contesto di queste conclusioni si riferisce all’attività di Ben Ali Lotfi, già indagato nel procedimento «Vento di guerra» e di cui la stessa corte giudicante ha accertato la diretta partecipazione ai combattimenti in Afghanistan nell’agosto del 2002. Tuttavia, la corte sembra ignorare che all’epoca in Afghanistan, all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001 contro New York e Washington, era iniziata un’azione anti-terrorismo internazionale avallata dalle risoluzioni 1.368 del 12 settembre 2001 e 1.373 del 28 settembre 2001, in base alle quali gli Stati Uniti hanno promosso l’Operazione Enduring Freedom. Così come, con la risoluzione 1.386 del 20 dicembre 2001, le Nazioni Unite autorizzarono la costituzione dell’Isaf (International Security Assistance Force) con il compito di garantire la sicurezza a Kabul e dintorni.
    Eppure questo inequivocabile contesto giuridico, in cui delle forze internazionali legittimate dall’Onu si contrappongono a delle organizzazioni terroristiche, viene rivoluzionato dalla sentenza di Bologna laddove si immagina che Ben Ali Lotfi fosse un resistente e non un terrorista: «Dai contenuti delle conversazioni si può cogliere come egli fosse impegnato in attività di combattimento. In particolare egli riferiva ai suoi interlocutori dell’accoglienza a lui riservata dalle popolazioni locali, che pure poverissime, aiutavano lui e i suoi compagni nelle loro esigenze di vita quotidiana.
    Dunque Ben Lotfi non agiva contro le predette popolazioni, ma al loro fianco. Gli elementi sopra riportati portano ragionevolmente a escludere che egli partecipasse ad azioni terroristiche contro la popolazione civile o ad altre persone non partecipanti al conflitto armato. (...) Mentre appare altamente probabile che egli facesse parte di una milizia combattente contro le forze della coalizione nell’ambito di un conflitto, probabilmente quello afghano». Dunque per la corte bolognese Al Qaeda e i Taliban sono una «milizia combattente», schierata al fianco della popolazione, che legittimamente combatte contro le forze della coalizione in quello che viene definito un conflitto, non contro il terrorismo, bensì «probabilmente afghano».
    Si tratta di una sentenza che legittima ancor più l’attività terroristica islamica globalizzata. Dopo la sentenza del tribunale di Milano, emessa in primo grado da Clementina Forleo il 24 gennaio 2005 e convalidata in appello da Rosario Caiazzo il 28 novembre 2005, che ha legittimato il reclutamento in Italia di aspiranti terroristi suicidi da inviare in Iraq, la nuova sentenza del tribunale di Bologna legittima il terrorismo, nobilitandolo come resistenza, anche in un contesto come quello afghano dove le Nazioni Unite hanno avallato sin dall’inizio il diritto a ricorrere alla forza per combattere Al Qaeda e i Taliban che la proteggevano.
    La conclusione è che per la nostra magistratura combattere contro le forze multinazionali impegnate nella lotta al terrorismo non è mai punibile come terrorismo, sia dove l’Onu non ha dato la propria autorizzazione sin dall’inizio, come è il caso dell’Iraq, sia dove questa autorizzazione c’è stata come è il caso dell’Afghanistan.
    Magdi Allam
    23 luglio 2006


    dal corriere della sera.

    cosa ci rende tanto ciechi? [SM=x165065]



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    00 23/07/2006 15:10
    Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 14.41

    dal corriere della sera.

    cosa ci rende tanto ciechi? [SM=x165065]






    non lo so, temo non si tratta di cecità ma più semplicemente incoscienza, ad andare avanti così otteniamo solo di essere visti,a livello internazionale, come fiancheggiatori della politica di Bin Laden.In molti, evidentemente ,vogliono questa rivoluzione islamica ma non sò sinceramente dove potremo andare a finire se andiamo avanti così....forse l'america, un giorno, per assurdo, dichiarerà guerra anche a noi! [SM=g27767] [SM=g27767] [SM=g27767]
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    00 23/07/2006 16:49
    Ma se ( per assurdo) qualcuno effettuasse il reclutamento di volontari per andare a combattere in Afghanistan per difendere il governo Karzai, a che sorte andrebbe incontro? [SM=x165050] [SM=x165041]

    Ah! che sciocco! [SM=x165041] se uno va a combattere al fianco di un governo legittimo è un mercenarioservodeglimperialistiyankee, mentre gli altri sono dei patrioti difensori della propria fede...

    spero che non dovremo mai rimpiangere queste decisioni [SM=g27759]
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    "We few, we happy few, we band of brothers;/ for he today that sheds his blood with me /shall be my brother" (Shakespeare- Henry V)

    "Bisogna che il popolo si avvezzi a riconoscere negli agenti della sicurezza pubblica non più i ministri di una esosa tirannide; ma coloro che vegliano alla sicurezza dellordine e della proprietà e che si ricordi come in libero e ben ordinato stato il rispetto della legge non è solo la forza del governo ma anche della nazione. " ( giornale " La Lombardia" di Milano. 17 Luglio 1860)

    "Una grande Civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno" (William James Durant)
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    00 23/07/2006 17:00



    .. resta da illuminare l'arcano che ci pone al di fuori, di fatto, della scia dei grandi e gravi attentati che hanno colpito l'occidente.

    un tempo questa politica era voluta ed ottenuta a prezzo di altri compromessi. oggi, non so.

    ovvero, la politica internazionale di cui seguivamo il giudizio, era, semplificando, quella dei paesi islamici.



    a quanto ne so i cittadini italiani di religione ebraica possono nadare a combattere per israele, ovvero israele può arruolarli in unità combattenti...credo che rimarrebbero comunque fuorilegge per il nostro ordinamento


    (comunque, riveder le stelle sul kyber pass...non sarebbe malaccio... [SM=x165041] )



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    00 23/07/2006 17:09
    Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 17.00




    (comunque, riveder le stelle sul kyber pass...non sarebbe malaccio... [SM=x165041] )






    Ma una bella vacanza sulla Grande Barriera Corallina australiana no? [SM=g27766]
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    00 23/07/2006 17:16
    Re: Re:

    Scritto da: dago113 23/07/2006 17.09


    Ma una bella vacanza sulla Grande Barriera Corallina australiana no? [SM=g27766]



    se pole fa'... non dico di no..ma gli squali?? [SM=g27760] [SM=g27760] [SM=g27760]
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    00 23/07/2006 17:20
    Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 17.00



    .. resta da illuminare l'arcano che ci pone al di fuori, di fatto, della scia dei grandi e gravi attentati che hanno colpito l'occidente.

    un tempo questa politica era voluta ed ottenuta a prezzo di altri compromessi. oggi, non so.

    ovvero, la politica internazionale di cui seguivamo il giudizio, era, semplificando, quella dei paesi islamici.








    Confidiamo nell'Italico Stellone portafortuna....
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    00 23/07/2006 17:21
    Re: Re: Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 17.16


    se pole fa'... non dico di no..ma gli squali?? [SM=g27760] [SM=g27760] [SM=g27760]



    Ma quali squali. Io ci sono stato a gennaio scorso e non ne ho visto manco uno
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    00 23/07/2006 17:29
    Re: Re:

    Scritto da: dago113 23/07/2006 17.20


    Confidiamo nell'Italico Stellone portafortuna....



    chiamalo così.
    troppo vicino, lo stellone, alla mezzaluna?
    non so.
    di certo è un po' difficile sbrigliare qua, ora, la matassa ingarbugliata e caotica delle connessioni politiche e strategiche degli anni ottanta..
    che ci hano visto territorio di guerra, checchè ne dicano quelli che sostengono che abbiamo evitato il peggio.

    resta da sperare che questo governo e questi servizi sappiano ancora una volta traghettarci tra scilla e cariddi.

    mutata mutandis. [SM=g27758]
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    00 23/07/2006 19:28
    Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 14.41
    Dunque per la corte bolognese Al Qaeda e i Taliban sono una «milizia combattente», schierata al fianco della popolazione, che legittimamente combatte contro le forze della coalizione in quello che viene definito un conflitto, non contro il terrorismo, bensì «probabilmente afghano».
    Si tratta di una sentenza che legittima ancor più l’attività terroristica islamica globalizzata. Dopo la sentenza del tribunale di Milano, emessa in primo grado da Clementina Forleo il 24 gennaio 2005 e convalidata in appello da Rosario Caiazzo il 28 novembre 2005, che ha legittimato il reclutamento in Italia di aspiranti terroristi suicidi da inviare in Iraq, la nuova sentenza del tribunale di Bologna legittima il terrorismo, nobilitandolo come resistenza, anche in un contesto come quello afghano dove le Nazioni Unite hanno avallato sin dall’inizio il diritto a ricorrere alla forza per combattere Al Qaeda e i Taliban che la proteggevano.
    La conclusione è che per la nostra magistratura combattere contro le forze multinazionali impegnate nella lotta al terrorismo non è mai punibile come terrorismo, sia dove l’Onu non ha dato la propria autorizzazione sin dall’inizio, come è il caso dell’Iraq, sia dove questa autorizzazione c’è stata come è il caso dell’Afghanistan.
    Magdi Allam
    23 luglio 2006


    Vorrei solo sottolineare che non tutta la magistratura ha questo orientamento "giuridico".
    Poi, non mi rimane che [SM=g27759] [SM=x165065] [SM=x165048] [SM=x165044] , anche se non capisco perché un cittadino italiano di religione ebraica può arruolarsi nelle forze armate di Israele e un altro di religione islamica non può farlo per quello, che so, dell'Iran. Dove sarebbe la differenza ?
    Ma l'art. 288 del codice penale non lo vieta a tutti ?
    "Arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero": Chiunque, nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da tre a sei anni.

    [Modificato da webcop 23/07/2006 19.35]

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    00 23/07/2006 20:02
    Re: Re:

    Scritto da: webcop 23/07/2006 19.28

    Vorrei solo sottolineare che non tutta la magistratura ha questo orientamento "giuridico".
    Poi, non mi rimane che [SM=g27759] [SM=x165065] [SM=x165048] [SM=x165044] , anche se non capisco perché un cittadino italiano di religione ebraica può arruolarsi nelle forze armate di Israele e un altro di religione islamica non può farlo per quello, che so, dell'Iran. Dove sarebbe la differenza ?
    Ma l'art. 288 del codice penale non lo vieta a tutti ?
    "Arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero": Chiunque, nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da tre a sei anni.

    [Modificato da webcop 23/07/2006 19.35]






    non so.
    infatti penso che il cittadino italiano che militi all'estero, rimane comunque al di fuori della legge.
    ora non ho un cp..ma viene punito solo chi arruola o anchi chi prestasse servizio?

    mi sa che diventa una storia lunga.. [SM=x165065]


    per quanto riguarda gli orientamenti della magistratura...questa è una materia dove non ci dovrebbero essere orinetamenti, casomai un unico interesse.
    trovarlo. [SM=x165065]
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    00 30/08/2006 12:00
    Re:

    Scritto da: bumper73 23/07/2006 17.00
    .. resta da illuminare l'arcano che ci pone al di fuori, di fatto, della scia dei grandi e gravi attentati che hanno colpito l'occidente.



    Questo è un tema interessantissimo.

    Suggerimenti più intuitivi che altro:

    - Nonostante tutto non abbiamo un pesante passato coloniale, e anche nel contesto delle missioni di pace gli italiani di norma non sono coinvolti nei vari raccapriccianti abusi verso le popolazioni locali (stupri, sfruttamento dei proventi del traffico di droga etc) in cui restano talvolta invischiati alcuni elementi di alcuni contingenti internazionali; per cui il revanchismo di tipo nazionalista, parallelo e talvolta (inconsapevolmente) strumentale a quello di tipo religioso, è a livelli molto bassi

    - Tu correttamente parli di politica affine a quella dei paesi islamici in passato, ed è anche vero che oggi non è più alla ribalta, però esiste una certa persistenza di collaborazione economica e talvolta di intesa politica tra l'Italia e alcuni paesi del Nord Africa nonchè del Medio Oriente resta, per quanto meno propagandata (cfr ad es. l'autostrada di Gheddafi, ma è solo un esempio)

    - Presenza militare nei teatri di guerra sensibili - qui la cosa è più complicata. Se ci fai caso, proprio la vile strage di Nassiryah ha costituito un cambiamento strutturale rispetto a quello che tu dici: è stata la prima occasione in un sacco di anni in cui militari italiani in Medio Oriente sono stati attaccati con chiara intenzione di uccidere su larga scala. E questo è successo in occasione e in conseguenza dell'unica decisione di politica estera palesemente contraddittoria con la tradizione di cui sopra di accordi più o meno espliciti con alcuni paesi islamici, vale a dire la decisione di mandare un contingente in Iraq. Perchè non è successo lo stesso per le missioni ONU in Afghanistan etc? Ci sarebbe da discutere. In ogni caso, ora stiamo programmando il ritiro, quindi evidentemente un attentato (e gli altri attacchi letali contro nostri militari, altrettanto tragici anche se meno rumorosi) è stato abbastanza per risolvere il problema, dal punto di vista dei terroristi.

    - In più, non siamo vittime di attentati (o lo siamo/saremo meno degli altri) perchè evidentemente i nostri servizi funzionano. Conta poi che nella capitale del nostro paese c'è anche il Vaticano, per giunta "titolare" di alcuni obiettivi sensibili, e dal punto di vista della sicurezza non sono proprio degli sprovveduti totali, il che comunque aiuta.

    Ci sarebbe altro da dire ma ahimè mi tocca lavorare...
    *****

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    bumper73
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    00 30/08/2006 23:21
    Re: Re:

    Scritto da: |hyena| 30/08/2006 12.00


    Questo è un tema interessantissimo.

    Suggerimenti più intuitivi che altro:

    - Nonostante tutto non abbiamo un pesante passato coloniale, e anche nel contesto delle missioni di pace gli italiani di norma non sono coinvolti nei vari raccapriccianti abusi verso le popolazioni locali (stupri, sfruttamento dei proventi del traffico di droga etc) in cui restano talvolta invischiati alcuni elementi di alcuni contingenti internazionali; per cui il revanchismo di tipo nazionalista, parallelo e talvolta (inconsapevolmente) strumentale a quello di tipo religioso, è a livelli molto bassi

    - Tu correttamente parli di politica affine a quella dei paesi islamici in passato, ed è anche vero che oggi non è più alla ribalta, però esiste una certa persistenza di collaborazione economica e talvolta di intesa politica tra l'Italia e alcuni paesi del Nord Africa nonchè del Medio Oriente resta, per quanto meno propagandata (cfr ad es. l'autostrada di Gheddafi, ma è solo un esempio)

    - Presenza militare nei teatri di guerra sensibili - qui la cosa è più complicata. Se ci fai caso, proprio la vile strage di Nassiryah ha costituito un cambiamento strutturale rispetto a quello che tu dici: è stata la prima occasione in un sacco di anni in cui militari italiani in Medio Oriente sono stati attaccati con chiara intenzione di uccidere su larga scala. E questo è successo in occasione e in conseguenza dell'unica decisione di politica estera palesemente contraddittoria con la tradizione di cui sopra di accordi più o meno espliciti con alcuni paesi islamici, vale a dire la decisione di mandare un contingente in Iraq. Perchè non è successo lo stesso per le missioni ONU in Afghanistan etc? Ci sarebbe da discutere. In ogni caso, ora stiamo programmando il ritiro, quindi evidentemente un attentato (e gli altri attacchi letali contro nostri militari, altrettanto tragici anche se meno rumorosi) è stato abbastanza per risolvere il problema, dal punto di vista dei terroristi.

    - In più, non siamo vittime di attentati (o lo siamo/saremo meno degli altri) perchè evidentemente i nostri servizi funzionano. Conta poi che nella capitale del nostro paese c'è anche il Vaticano, per giunta "titolare" di alcuni obiettivi sensibili, e dal punto di vista della sicurezza non sono proprio degli sprovveduti totali, il che comunque aiuta.

    Ci sarebbe altro da dire ma ahimè mi tocca lavorare...



    1) non sono del tutto d'accordo..oltre ad avere avuto un passato coloniale non certo paragonabile a quello di altre potenze ma sicuramente pesante e relativamente recente, le nostre missioni non sono state nemmeno estranee a scandali, abusi, violenze, truffe, impicci, malaffari e quant'altro..così, a braccio, mi pare.

    2) assolutamente si. del resto, di recente ho letto un titolo su un quotidiamo "D'Alema, il Figlio di Belzebù" con riferimento ad Andreotti e la paasione quasi filiare con la quale il nostro ministro ricalca le orme della politica estera del Padre. il quotidiano non era il Giornale o Libero, ma la Repubblica e la cosa fa pensare.

    3) non capisco il nesso, tra la nostra presenza militare all'estero e lo schivare attentati in casa..aiuto!

    4) Roma per me rimane Città Aperta..

    [SM=g27758]
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    Re: Re: Re:

    Scritto da: bumper73 30/08/2006 23.21


    1) non sono del tutto d'accordo..oltre ad avere avuto un passato coloniale non certo paragonabile a quello di altre potenze ma sicuramente pesante e relativamente recente, le nostre missioni non sono state nemmeno estranee a scandali, abusi, violenze, truffe, impicci, malaffari e quant'altro..così, a braccio, mi pare.

    2) assolutamente si. del resto, di recente ho letto un titolo su un quotidiamo "D'Alema, il Figlio di Belzebù" con riferimento ad Andreotti e la paasione quasi filiare con la quale il nostro ministro ricalca le orme della politica estera del Padre. il quotidiano non era il Giornale o Libero, ma la Repubblica e la cosa fa pensare.

    3) non capisco il nesso, tra la nostra presenza militare all'estero e lo schivare attentati in casa..aiuto!

    4) Roma per me rimane Città Aperta..

    [SM=g27758]



    Il discorso sarebbe lungo e casomai uno di questi giorni apro un altro thread sul punto della storia coloniale, inclusiva di abusi nei confronti delle popolazioni locali. Da quello che so io, siamo stati molto, ma MOLTO meno peggio di quasi tutti gli altri, e questo si vede nel trattamento riservato agli italiani che ancora stanno ad esempio in Africa: visti con meno ostilità di francesi e inglesi, ma su questo forse Webcop può fare più chiarezza di me vista la sua esperienza. Non parliamo poi dell'Asia (soprattutto le zone calde del Sud-Est), dove non abbiamo praticamente mai avuto uno spillo, e veniamo associati ai cannoli molto prima che ai cannoni. In ogni caso mi rendo conto che detto così è approssimativo e vedrò di documentare bene quando mi capita.

    Sul fronte interno, al di là dei manifesti che in questi giorni tappezzano Roma (foto di D'Alema a mezzo busto, didascalia "Dalemmah", e al di là dell'essere d'accordo o meno fanno veramente ridere), non so bene cosa dire - non ho più di tanto il polso di come vengono prese quali decisioni.

    Per quello che riguarda il punto 3), assumo che stessi scherzando e lascio perdere di rispondere. [SM=g27758]

    *****

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