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....il 19 Luglio... - Nessun'altra strada -

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    cadutipolizia.it
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    00 18/07/2006 22:55
    NESSUNA ALTRA STRADA


    Ricordo che ero a casa nel mio primo giorno di ferie. Come milioni di altri italiani mi stavo preparando a partire per le vacanze e stavo stipando la mia valigia, con il brusio di sottofondo della televisione a farmi compagnia.

    Fu allora che sentii la sigla del telegiornale e mi stupii. Cavolo…le cinque del pomeriggio…come mai? Mi avvicinai al televisore dove il giornalista stava parlando con un corrispondente da Palermo. Una colonna di fumo alta decine di metri…probabilmente , no sicuramente un attentato…voci parlano di una alta personalità coinvolta.

    Mi ricordo che pensai immediatamente “Borsellino”. Non ho doti di divinazione, ma non c’era bisogno di essere un indovino per capire che dopo Falcone, l’obiettivo poteva solo essere Paolo Borsellino, uno dei giudici più famosi d’Italia e sicuramente il più minacciato in quel momento.

    E quando il corrispondente da Palermo disse “Borsellino” pochi istanti dopo ricordo che il conduttore del TG allargò le braccia in un gesto di sconforto, lo stesso sconforto in cui precipitarono milioni di italiani in quel momento.

    Era morto Paolo Borsellino, il baluardo dell’Italia contro la tracotanza della mafia e, insieme a lui morirono i cinque agenti di Polizia della sua scorta, tra i quali Emanuela Loi, la prima agente donna Caduta in servizio nella Storia delle Forze dell’Ordine italiane. Cinque poliziotti che avevano vissuto per mesi, alcuni addirittura per anni, la stessa vita da recluso del Procuratore Borsellino, condividendo il suo stesso destino, quello di un Uomo costretto a vivere quasi da detenuto per difendere l’Italia da quegli stessi nemici che scorrazzavano liberi nelle strade delle nostre città.

    Borsellino lo sapeva che su di lui c’era una condanna a morte e lo sapevano anche Agostino Catalano, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Emanuela Loi. Sapevano che stando accanto a quell’Uomo avrebbero rischiato la propria vita. Avrebbero potuto rifiutare. Subito dopo la strage di Capaci in ogni Questura d’Italia erano affisse circolari con le quali si chiedevano volontari per le scorte di Palermo e moltissimi accettarono ( Walter Cosina era uno di loro) .

    Agostino, Claudio, Walter, Vincenzo ed Emanuela avrebbero potuto rifiutare e il loro posto sarebbe stato ricoperto da altri e nessuno ( nemmeno il giudice Borsellino) li avrebbe mai rimproverati, ma decisero di continuare sulla strada e salirono su quelle auto verso Via D’Amelio insieme al loro giudice.

    Sapevano di essere degli Eroi? Sicuramente no e, probabilmente se qualcuno glielo avesse detto gli avrebbero riso in faccia divertiti, incapaci di credere che loro, facendo il proprio Dovere sino in fondo, fossero Eroi.

    Perché nessuno vuole essere un eroe, ma a volte non rimane altra strada da percorrere

    (il coordinatore Fabrizio Gregorutti)

    ...il 19 Luglio...
    La retorica è un animale vibrante e strisciante che con le parole ha un rapporto di sintonia assoluta, una bestia che molti di noi non vorrebbero vedere nel cimentarsi in mirabolanti e inutili evoluzioni. Partire dalla retorica per parlare della Strage di Via D’Amelio potrebbe sembrare un insulto alle persone che oggi ricordiamo, uomini e donne, una delle prime, che hanno lasciato la loro vita sull’asfalto di una calda Palermo per tutelare quella di uno dei più grandi magistrati che la storia d’Italia ha l’onore di annoverare: Paolo Borsellino.
    Ho iniziato a parlare di retorica perché, dopo tutti questi giorni passati, e queste ricorrenze celebrate è difficile non cadere nella retorica della descrizione di questi nostri caduti, caduti contemporanei, caduti importanti, non più di altri, sia chiaro, ma che la loro morte ha fatto contraddistinguere l’inesorabile evolversi di un epoca che da li a poco sarebbe finita(??), epoca che, voltandoci a guardarla, rende davvero l’idea della catastrofe che la mafia ha perpetrato non solo nella bella e calda Sicilia ma anche tra gli uomini Onesti appartenenti alle istituzioni dello Stato Italiano.
    Oggi sarà la sagra degli eroi, degli uomini che hanno dato tanto alle istituzioni, della memoria ancora viva, del lavoro del dott. Paolo, dei numeri, benedetti numeri, tanto cari a chi deve dare conto di una certa “fattività” lavorativa…che poi…chissà se davvero è stata così fattiva.
    Agostino, Walter, Claudio, Emanuela e Vincenzo….Paolo , questi sono i nomi di chi oggi li chiama eroi, eroi chiamati ma non adeguatamente acclamati, persone che oggi vorrebbero certamente essere ancora qui a vedere i primi batticuori dei propri figli o ad assistere le madri o i padri con le difficoltà naturali della vecchiaia….vecchiaia e batticuori che celano certamente sofferenze indicibili tra le pieghe del loro cuore. Gli appartenenti alla Polizia di Stato che celebriamo oggi non sono più speciali di altri, non sono più ricordabili di altri sono “solo” quelli che forse, un po’ più di altri, hanno cercato di dare un contributo diverso alla società siciliana cercando di tutelare chi quella terra l'ha amata così tanto da andare deliberatamente incontro alla morte pur sperando che quegli “Angeli”, come giustamente sono stati definiti in un film, potessero realmente difendere chi, in quel momento, nulla avrebbe potuto nei confronti del tritolo.
    A noi non resta che ricordarli qui, fermandoci un attimo a guardare i loro volti, quei volti di chi in quel momento stava rappresentando una vera e sincera speranza per i cittadini siciliani e non solo augurandoci di poter definitivamente accantonare quella storia negli scaffali della memoria a futuro e prezioso insegnamento con la speranza che nessuno osi mai più e così barbaramente distruggere le vite di tante persone….che oggi ancora piangono per loro.
    (Il Webmaster)

    [Modificato da cadutipolizia.it 18/07/2006 23.40]

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    webweb
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    00 19/07/2006 00:28

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    ispanicop
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    00 19/07/2006 01:27
    Onore per chi muore per la legge e la giustizia. SEMPRE [SM=x165075] [SM=x165075] [SM=x165075]
    FORZA E ONORE
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    dinosesto
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    00 19/07/2006 13:43
    GRAZIE per esserci sempre d'esempio.
    Dinosesto
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    "velox ad impetum"
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    deeppink
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    00 21/07/2006 22:41
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    Deeppink
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    bluewall
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    00 25/07/2006 21:00
    [SM=x165074] [SM=x165074] [SM=x165074]
    Maledetto quel giorno, ancora me lo ricordo così: [SM=g27767] [SM=g27768]
    Rabbia infinita e dolore, tanto dolore.




    ATTENTATO DINAMITARDO A PALERMO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LUGLIO
    Un attentato dinamitardo è stato compiuto a Palermo, in via Autonomia Siciliana nei pressi della Fiera del Mediterraneo. Vi sono coinvolte numerose automobili e sono molti i feriti. Sul luogo dell'esplosione, che è stata avvertita ad alcuni chilometri di distanza, sono confluite tutte le pattuglie volanti della polizia e dei carabinieri. Sono state richieste autoambulanze da tutti gli ospedali. Secondo le prime indicazioni della polizia, un magistrato sarebbe rimasto coinvolto nell'attentato.



    FERITO GIUDICE BORSELLINO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LUG, ORE 17.47
    Nell'attentato di Palermo è rimasto ferito, secondo le prime notizie fornite dalla polizia, il giudice Paolo Borsellino. Nella violenta esplosione di un'automobile imbottita di tritolo, sono rimaste coinvolte l'autovettura del magistrato e le due blindate della scorta.



    ATTENTATO A GIUDICE BORSELLINO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LG, ORE 17.57
    L'attentato al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta è avvento in via Mariano D'Amelio, dove abitano la madre e la sorella del magistrato. L'esplosione è stata violenta e oltre all'auto del giudice Borsellino sono rimaste coinvolte le due auto della scorta e un'altra decina di autovetture che erano posteggiate lungo la strada. Il manto stradale è stato sconvolto per una lunghezza di duecento metri. L'edificio vicino al quale è avvenuta la deflagrazione dell'autobomba è rimasto danneggiato: muri lesionati, alcune parti crollate, infissi di balconi e finestre divelti fino al quinto piano.



    STRAGE A PALERMO, UCCISO BORSELLINO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LUG, ORE 18.18
    Il giudice Paolo Borsellino è rimasto ucciso nell'attentato. Il suo corpo, completamente carbonizzato, con il braccio destro troncato di netto, è nel cortile del palazzo dove abitano la madre e la sorella. Non è ancora stato riconosciuto ufficialmente ma alcuni suoi colleghi, fra i primi ad accorrere sul luogo dell'attentato, asseriscono che è "certamente" lui.



    STRAGE A PALERMO, UCCISO BORSELLINO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LUG, ORE 18.19
    Fra le vittime c'è anche una donna, un'agente di polizia che faceva parte della scorta del magistrato. Il suo corpo è stato trovato nel giardino di un appartamento al piano terreno dell'edificio.



    UCCISO BORSELLINO
    ANSA) - PALERMO, 19 LUG, ORE 19.08
    Nella strage, oltre al giudice Paolo Borsellino, sono rimasti uccisi cinque agenti della scorta. Sono: Emanela Loi, Agostino Catalano, Walter Cusina, Claudio Traina e Vincenzo Limuli. I feriti sono quindici, uno dei quali è l'agente della polizia di stato Antonio Vullo.



    LA STRAGE DI PALERMO, RIEPILOGO
    (ANSA) - PALERMO, 19 LUG, ORE 22.53
    La potenza strategica e militare della mafia ha dato oggi a Palermo l'ennesimo saggio di sangue massacrando, con tecnica ormai collaudata, l'esplosione di un'autobomba, il Procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, fra cui una donna. L'attentato è stato compiuto alle 17.00 in punto in via Mariano D'Amelio, vicino alla Fiera del Mediterraneo, alle falde del Monte Pellegrino, davanti al civico 19. Quando l'artificiere di Cosa Nostra ha attivato il radiocomando che ha fatto scoppiare l'automobile imbottita di esplosivo, parcheggiata proprio davanti al portone d'ingresso, il magistrato stava andando a visitare l'anziana madre e la sorella. La deflagrazione, di una violenza inaudita, è stata avvertita in gran parte della città. Quando, sull'eco del boato, hanno cominciato a convergere mezzi delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco e autoambulanze, quanti sono arrivati per primi sl posto non hanno creduto ai propri occhi. L'edificio in cui era diretto il magistrato è sventrato alla base e i segni di lesioni consistenti e infissi divelti fino al quinto piano. Una ventina di automobili che bruciavano, cadaveri e resti umani sull'asfalto.
    Paolo Borsellino, ritenuto il successore "naturale" di Giovanni Falcone sulla trincea antimafia (il suo nome era stato recentemente proposto al vertice della Superprocura), aveva trascorso le ore precedenti all'attentato con la moglie e i figli, ospiti a Villagrazia di Carini del leader siciliano del Msi avvocato Giuseppe Tricoli, amico del magistrato dagli anni universitari. Alle 16.40 Borsellino aveva avvisato gli agenti della scorta di prepararsi per rientrare a Palermo. Ufficialmente nessuno era a conoscenza degli spostamenti di Borsellino, che solo all'ultimo minuto, come oggi, comunicava ai poliziotti addetti alla vigilanza itinerario e destinazione. La mafia comunque sapeva che Paolo Borsellino, e lo aveva dimostrato in molte occasioni circolando solo per le vie di Palermo, non rinunciava ad un minimo di vita "normale". La mafia sicuramente sapeva che tra le tappe "obbligate" c'era la vista all'anziana madre.


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    Onore a loro e un pensiero ai familiari e a tutte le persone che li conoscevano e li amavano.
    "La regionalizzazione della Polizia di Stato è una cosa che si decide in Parlamento ed anche se non piace ai più di centomila lavoratori della Ps deve essere comunque accettato". F. Speroni, Lega Nord (Aripijate !!! - Bluewall)