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Qualcuno mi dice se quanto segue è vero?

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    |hyena|
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    00 01/05/2006 14:18
    Invenzione o fatto realmente accaduto? Info please. [SM=g27758]

    QUANDO I CELERINI SI SONO ARRESI
    DAVIDE FERRARIO
    Fonte: Manifesto 2 agosto 2001

    Venerdì 20 luglio ore 15,30 circa, Genova, Piazza Marsala. Il corteo dei pacifisti sta assediando la zona rossa. C'è stato qualche momento di tensione e una carica della polizia con lancio di lacrimogeni. Ma la folla non si è dispersa e i manifestanti cominciano a riaffacciarsi sulla piazza. I poliziotti si sono attestati un centinaio di metri indietro.
    Il megafono gracchia l'annuncio regolamentare (l'unico che mi ricordi di aver sentito in 48 ore di scontri): "Sgombrate la piazza". C'è un momento di perplessità, poi qualcuno avanza a mani alzate. Con grande coraggio un paio dei leader pacifisti vanno verso i poliziotti e sfilano davanti a loro con le braccia ben sollevate. Gli altri, qualche centinaio, si siedono a terra. Una donna si sdraia davanti a una camionetta. Altri, molti altri seguono il loro esempio. Parte un unico coro, non minaccioso: "Via il casco, via il casco".
    I poliziotti sono visibilmente presi in contropiede. Sembrano quasi essere contenti di essere oggetto del lancio di una bottiglia piena d'acqua, ma il lanciatore viene subito neutralizzato dai suoi compagni. Si sente fisicamente la tensione smontare di fronte alla reazione pacifica della piazza. Quando il primo poliziotto si toglie il casco, scrollando la testa rassegnato, è un'ovazione. Presto anche gli altri lo imitano. Segue una scena che avevo visto solo in qualche film sugli scioperi delle mondine, quando i soldati si rifiutano di sparare sui manifestanti.
    I poliziotti - che senza la mascheratura del casco sono tornati a essere uomini, spesso molto giovani - sono coperti di abbracci e di offerte di acqua e focaccia. "Perchè ci picchiate? Siamo dalla vostra parte!" dicono i ragazzi. Il graduato comincia a lamentarsi del costo della vita. "Sapete quanto costa una confezione di latte in polvere?", protesta. Chiudendo inconsapevolmente e paradossalmente il circolo visioso sulla globalizzazione iniziato con il boicottaggio della Nestlè... Mezz'ora dopo arriveranno i Black bloc e ricominceranno a parlare, indiscriminatamente, i manganelli.
    Non molti, sotto il diluvio di immagini dure provenienti da Genova, hanno prestato attenzione a questo episodio. Che è in realtà uno dei pochi in cui la piazza intorno alla zona rossa è stata davvero "conquistata". Lo ricordo qui, come testimone diretto, per raccogliere l'invito a cominciare a pensare al "dopo Genova" dal punto di vista delle tattiche di disobbedienza.
    Non sono, ideologicamente, un pacifista a priori. Ma mi resta molto forte la convinzione che se quella di Piazza Marsala fosse stata la tattica unanimente adottata, la vittoria del movimento anti-G8 sarebbe stata totale. Non perchè i mezzi sono più "buoni", ma perchè - davanti a uno schieramento poliziesco e mediatico come quello in opera a Genova - sono più efficaci.
    Ancora alla vigilia del G8 avevo difeso in un acceso dibattito la scelta delle Tute Bianche di tentare di sfondare la zona rossa. Credevo molto che quell'odioso simbolo dovesse essere violato (le donne che mi contestavano leggevano in questo una chiara metafora maschilista). Ma visto il modo in cui la polizia, durante la notte, aveva spostato il campo di battaglia, penso che sia stata una scelta perdente quella di accettare lo scontro in mezzo alla città. Perchè lì non c'era nessun simbolo da conquistare, ma solo una serie di cariche e controcariche che hanno offerto alle forze dell'ordine (e anche a molti manifestanti) la possibilità di offrire il peggio di sé. So benissimo che il corteo è stato attaccato quando ancora non era volata una pietra: ma da lì in poi lo scontro è stato accettato fino in fondo.
    Certo, anch'io sono rimasto impressionato dal coraggio e dalla spontanea voglia di combattere di molti: ma mi chiedo che diversi effetti avrebbe sortito se fossero stati impiegati in altro modo. Affrontare i celerini a mani nude implica un coraggio molto maggiore che non con la protezione di mezzi rudimentali (ed è inutile negare che nella bagarre è stato utilizzato tutto ciò che si trovava a portata di mano, automobili e cassonetti compresi).
    Casarini ha giustamente detto che sarebbe stato autolesionista farsi spaccare la testa. Ma il punto è proprio lì. Con duemila telecamere puntate sul corteo, la scelta di attaccare, da parte della polizia, avrebbe avuto un effetto devastante sull'opinione pubblica. Non a caso il punto che più gli si sta ritorcendo contro è l'attacco bestiale alla Diaz, dove la disparità di forze e comportamenti è stato clamoroso. E, infine, non è che i caschi e il resto abbiano salvato i molti feriti e tantomeno il povero Carlo Giuliani. Nello scontro militare, vincono sempre loro.
    A questo proposito, giovedì avevo seguito con una certa qual sufficienza un "corso" di autodifesa tenuto da due compagne americane reduci da Seattle. Da vecchio frequentatore di cortei mi era sembrato che tutto quanto vedevo fosse appunto un po' "americano", poco applicabile alla nostra tradizione di servizi d'ordine ecc.
    Oggi penso invece che quel tipo di resistenza, fatto di cordoni e di sincronismi per gruppi che si conoscono, nonché la capacità di applicarla su scala di massa, sia la via d'uscita dall'impasse violenza sì-violenza no. Tenendo ben presente che l'uso della forza non è necessariamente sinonimo di violenza. E che ormai è chiaro che ci sarà sempre una telecamera pronta a riprendere quel che succede, innescando contraddizioni interne al sistema della "democrazia liberale" che sono oggi ben evidenti agli occhi di tutti e che il movimento deve sfruttare. Casarini aveva affermato con una certa incoscienza che "Noi stiamo usando i media per i nostri obiettivi". E' successo fino al 20 luglio: salvo poi cadere abbastanza ingenuamente nel trappolone preparato (male) da polizia e carabinieri. Da allora dobbiamo ammettere che sono i media a usare il movimento, riducendone la ricchezza di contenuti a una questione di ordine pubblico.
    Fuori dal fuoco della battaglia, proviamo a riconsiderare le cose anche da questo punto di vista.

    *****

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    leone17
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    00 01/05/2006 14:59
    MAH.................. [SM=g27765]


    "I poliziotti - che senza la mascheratura del casco sono tornati a essere uomini, spesso molto giovani - sono coperti di abbracci e di offerte di acqua e focaccia. "Perchè ci picchiate? Siamo dalla vostra parte!" dicono i ragazzi. Il graduato comincia a lamentarsi del costo della vita. "Sapete quanto costa una confezione di latte in polvere?", protesta.


    ergo, ti meno perche' costa il latte per mio figlio?

    doppio [SM=g27765]
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    webcop
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    00 01/05/2006 15:05
    Demagogia. Io come uomo in divisa non ho bisogno di essere "sdoganato" da nessuno. Nella mia vita ho fatto la mia scelta e non riconosco a nessuno il potere di attribuire a tale scelta la patente di legittimità. E' evidente che per certi Soloni l'uomo, la persona che decide di fare questo lavoro è una sorta di alieno e alienato che ha bisogno di essere "ripensato" e ricondizionato. Ebbene, per quanto mi riguarda, che si f*****o. [SM=x165041]
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    bumper73
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    00 01/05/2006 23:47
    Davide Ferrario è nato il 26 Giugno 1956 a Casalmaggiore. Ha cominciato a occuparsi di cinema da critico e distributore per la cooperativa Laboratorio 80 di Bergamo. Nel 1985 ha scritto la sceneggiatura di 45° parallelo di Attilio Concari. Ha esordito alla regia nel 1989 con La fine della notte seguito da Anime fiammeggianti (1994), Tutti giù per terra (1997), Figli di Annibale (199[SM=g27762], Guardami (1999), Dopo mezzanotte (2004) e Se devo essere sincera (2004). E' noto anche per il suo impegno politico: nel 2001 gira "Strade di Genova", dettagliata ricostruzione delle giornate del G8, e nel 2002 contribuisce alla mobilitazione bergamasca contro la video sorveglianza con una ironica intervista a Tarricone! Qui di seguito la lettere che Ferrario a indirizzato ad alcuni quotidiani di Bergamo.


    "...Qualche anno fa avevo partecipato alla polemica sull’installazione delle telecamere di vigilanza, con una posizione molto critica. La maggioranza dei cittadini ha dimostrato di approvare l’installazione e io trovo che sia giusto rimettersi a questa scelta. Mi chiedo però se, dal punto di vista dell’ordine pubblico, tossicodipendenti e scippatori siano un problema più serio e vergognoso dei picchiatori fascisti. Credo che con maggiore volontà –professionale e politica- il problema potrebbe essere risolto prima che si incancrenisca pericolosamente"

    se la sona e se la canta..e se la bballa pure, me sa! [SM=g27766]






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    bumper73
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    00 02/05/2006 00:29
    Cronaca da Genova


    20-07-01

    14:15 – Vengono lanciati i primi lacrimogeni in piazza Marsala c'è un fuggi fuggi generale alcuni ragazzi giungono in Via Assarotti con gli occhi gonfi a causa del Gas. Vado anche io in Piazza Marsala per documentare l'accaduto, molti ragazzi si stanno lavando gli occhi ad una fontana posta li in piazza, c'è molta tensione girano voci che da li a pochi minuti ci sarà la carica della polizia. La piazza si riempie nuovamente, vengono lanciati ancora lacrimogeni e ancora i manifestanti fuggono. Mi sposto di nuovo in Via Assarotti poiché m'incomincia a bruciare la pelle e gli occhi. Non c'è più polizia che sbarra la strada per giungere alle grate che delimitano la zona rossa, una decina di persone pericolosamente si avvicina. Vado con loro. Capisco subito che non hanno intenzione di scavalcare la recinzione. Oltre la grata c'è una marea di poliziotti con blindati ma la situazione è tranquilla. Un manifestante urla alla polizia “Chi viene ad appizzare questa canna?” un poliziotto risponde: “Vengo io”. Ridiamo sia noi sia la polizia. Ancora manifestanti urlano “Bastardi proteggete dei pezzi di merda” e un altro “Non è colpa loro è il loro lavoro” e ancora “Ma ci sono tanti altri lavori non gliel'ho detto io di farlo”. Gli facciamo notare che tanti altri lavori in questo momento non ci sono. Un ragazzo appallottola un paio di mutande e lo getta oltre la grata. Un altro ha un raudo in mano, ma prima che lo accenda lo facciamo allontanare rimproverandolo.
    15.10 – Ancora rulli di tamburi, l'assedio in Piazza Marsala finisce e i manifestanti incominciano a risalire Via Assarotti per tornare in Piazza Manin.
    15.20 – Siamo quasi arrivati in piazza quando vediamo il fumo dei lacrimogeni, la gente torna in dietro in preda al panico gridando “Stanno caricando in Piazza Manin”. Il panico si diffonde velocemente. Giù per Via Assarotti scendono dei tizi vestiti di nero qualche straniero ma anche degli italiani. Rovesciano un cassonetto sopra una vespa. Siamo chiusi in Via Assarotti, sopra la polizia che blocca la strada a chiunque voglia rientrare in Piazza Manin, sotto le grate della zona rossa prima dell'ingresso in Piazza Corvetto. Uno dei tizi neri urla “Compagni compagni di qua!!” e indica un vicolo dove si intrufolano. Arriva un ragazzo con gli occhi gonfi che chiede acqua, la tiro fuori dallo zaino e gli lavo gli occhi. Gli chiedo cosa stia succedendo sopra dove fra i manifestanti c'erano anche dei bambini, mi dice che in piazza sono giunti dei ragazzi sembravano molto giovani erano vestiti di nero con passamontagna e subito dietro c'era la polizia che li ha spinti fra i manifestanti pacifici ed ha caricato. Si sento le prime sirene delle Ambulanze. Prendiamo una via traversa per vedere se è possibile giungere in Piazza Manin aggirando la polizia che blocca la strada.
    Stefano
    (il manifesto)

    un po' di confusione? [SM=x165025]




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    bumper73
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    00 02/05/2006 01:16
    Venerdì 20 dalle ore 14 circa

    A Piazza Manin, era regolarmente autorizzato il raduno d'ambientalisti,
    scout, gruppi femministi, Lilliput, GSF. La manifestazione era
    assolutamente pacifica e senza tensioni..
    Eravamo in Piazza Marsala.
    Improvvisamente, mentre tutto sembrava tranquillo, sono comparse persone
    col volto coperto, e subito dopo, a ruota, prima di poter capire cosa
    stesse succedendo, i lacrimogeni e il caos: risaliamo via Assarotti e
    vediamo altri lacrimogeni sullo sfondo, nella parte alta, che cominciavano
    ad avvicinarsi
    L.R.
    [NOTA: PER RAGIONI DI PRIVACY TUTTE LE SEGNALAZIONI INVIATE ALL'ASSOCIAZIONE VENGONO RIPORTATE IN FORMA ANONIMA, MA CHI CI SCRIVE LO FA INDICANDO PER ESTESO IL SUO NOME, COGNOME, INDIRIZZO E NUMERO DI DOCUMENTO D'IDENTITA']



    confusione 2
  • antobrun
    00 11/10/2006 13:11
    confermo che quel racconto è in linea di massima vero, ho visto un filmato di quella scena in cui poi i poliziotti si levano il casco.
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    leone17
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    00 11/10/2006 22:19
    puoi postarlo? puoi dirci dove è reperibile? si puo' sentire cosa dicono i poliziotti? e vedere mentre lo dicono?

    grazie
  • antobrun
    00 12/10/2006 13:46
    Re:

    Scritto da: leone17 11/10/2006 22.19
    puoi postarlo? puoi dirci dove è reperibile? si puo' sentire cosa dicono i poliziotti? e vedere mentre lo dicono?

    grazie



    lo ho su vhs, titolo "genova per noi" le parole non si sentono , si vedono comunque i gendarmi parlare con no global in maniera scherzosa sorridendo.
    si sentono però i cori dei no global, "toglietevi il casco ..."
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    leone17
    Post: 526
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    00 12/10/2006 22:39
    ok grazie,

    Gendarmi? erano francesi, o sei un amante di De Andrè?
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    Riminese.34
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    00 16/10/2006 21:23
    Re:

    Scritto da: leone17 12/10/2006 22.39
    ok grazie,

    Gendarmi? erano francesi, o sei un amante di De Andrè?



    Se parlavano italiano, probabilmente erano sammarinesi [SM=g27763]
    ________________
    Pace e bene...