E mica me n'ero accorto che era una cartella nuova!
(ho memorizzato la pagina dei recenti e bypasso l'home page). Certo, riflettere sul rapporto col cittadino (o meglio, con l'utenza: cittadini siamo anche noi, non vedo bene una contrapposizione, sia pur solo dialettica!) è forse un argomento prioritario, oltre che stimolante. Io mi sono formato sotto la famosa scritta a caratteri cubitali "In uno Stato democratico la Polizia è al servizio del cittadino", qualcuno della vecchia guardia non era d'accordo, sosteneva che polizia e cittadino concorrono, insieme, a rendere migliore la società e forse non aveva tutti i torti, questo "al servizio" mi ricorda troppo, anche etimologicamente, quel "servi" che ci gridano nelle piazze, mi sa troppo di "cameriera, donna di servizio", appunto. Altra cosa è lo "spirito di servizio", che ritendo, forse indegnamente, di aver sempre avuto come cardine informatore del mio lavoro, ma inteso come appartenenza all'amministrazione e dedizione al dovere verso la società e le istituzioni. Il "cittadino" è un termine troppo generico, caleidoscopico, vuol dire tutto e niente: cittadino è l'onesto padre di famiglia, il mite operaio, il serio professionista, ma anche il nullafacente, il teppista, il delinquente, l'omicida... deontologia professionale vuole che mi mostri cortese e disponibile con chiunque, ma mi sembra ridicolo definirmi al servizio di questi se li perquisisco, gli metto le manette e li porto davanti al giudice... che servizio è? Ah, già, gli abbiamo fatto quel "servizio"... mi pare involontariamente ironico...
Comunque, bella pensata, ci voleva!