00 14/12/2005 15:14

In Italia (nonostante il dettato costituzionale ripudi la guerra come
mezzo di soluzione di conflitti, nonostante l'abolizione del servizio di leva
abbia consentito il risparmio di ingenti risorse) le spese militari sono
10 volte maggiori delle spese per la cooperazione e lo sviluppo dei paesi arretrati (1,5% del PIL contro 0,15% del PIL).

Quando governava l'altra ala politica la situazione era analoga.

Nelle altre nazioni con talune eccezioni (ad esempio i paesi scandinavi) lo stato delle cose non è sostanzialmente diverso.

Intanto ogni 3 secondi soffre e muore una persona (in particolare bambini) per malattie connesse agli stenti patiti (carenze di cibo, acqua, vaccini ecc.).

E' ammissibile?

Se i 191 paesi membri dell'ONU, superando ogni ostracismo, riuscissero a deliberare (stabilendo al contempo opportune misure sanzonatorie per inadempienze: multe, blocco dell'import/export, isolamenti politici, ecc.)
che il rapporto tra spese militari e spese di sostegno al flagello della povertà non debba superare una certa soglia (ad es. l'unità):

sicuramente gran parte dei problemi dei paesi sottosviluppati si risolverebbero;
probabilmente i 'millenium development goals (MDGs)' si raggiungerebbero;
forse vi sarebbero meno conflitti armati o quanto meno la potenzialità devastatrice degli stessi diminuirebbe.

Utopia?