L'idrogeno muove i primi passi come rivale del petrolio
Il prezzo del petrolio ha smesso di correre, o quasi, e perlomeno non sale con gli stessi tassi di crescita registrati prima dell'intervento dell'Opec. I paesi del cartello dell'oro nero hanno alzato la produzione, ma non a sufficienza perché i mercati si sentano rassicurati dalla mossa (scontata). Quella del petrolio è una schiavitù pericolosa per l'economia moderna. Su questo argomento sono ormai decenni che si dibatte. Tra numeri e previsioni contrastanti, relativi alle risorse ancora disponibili e al possibile esaurimento della risorsa prima più importante della storia, il mondo sottovaluta l'importanza della ricerca delle energie alternative. I paesi scandinavi sono già leader, assieme alla Germania e alla Grecia, dell'energia eolica mentre l'Italia resta a guardare e i progetti di sfruttamento del sole restano sulla carta (esclusa la ricerca). E' però l'Islanda il paese più all'avanguardia nelle energie alternative. Un paese laboratorio dove esiste già una linea di autobus alimentati a idrogeno, e addirittura il primo distributore al mondo in grado di erogare questo combustibile pulito ai privati. Un'operazione orchestrata dal governo islandese (il paese più ecologico al mondo dopo la Nuova Zelanda), l'Unione europea e la casa automobilistica DaimlerChrysler. L'obiettivo è di fare dell'Islanda, nell'arco di un decennio, il paese con la più ampia percentuale di mezzi alimentati a idrogeno.