Spazia ampiamente la vita del saggio, che non si sente chiuso, come gli altri, entro i limiti angusti e, sottratto alle leggi comuni, ha tutti i secoli al suo servizio, come fosse un dio: abbraccia col ricordo il passato, utilizza il presente, pregusta il tempo che deve ancora venire. A lui rende lunga la vita questa possibilità di unire tutti i tempi insieme. Brevissima invece e piena di angosce è la vita di chi dimentica il passato, trascura il presente e ha paura del futuro. C'è molta differenza tra il ritiro del saggio e l'inerzia di chi se ne sta come in un sepolcro. (Seneca)