I Cavalier, l'Arme e l'Amore Gruppo di discussione improntato al rispetto reciproco, al piacere del dialogo, con libertà di spaziare dove ci porta il pensiero, in maniera leggera e in un'atmosfera gioviale

Chagall a Roma

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    00 14/04/2007 13:43
    Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere. Info 066780664
    Fino al 1° Lug: Chagall delle meraviglie



    Uno straordinario pittore russo che ha attraversato le correnti artistiche di questo secolo - il cubismo, il surrealismo, l'espressionismo... - traendone degli spunti, ma mantenendo sempre una poetica autonoma. Le sue creazioni sono immerse in un'atmosfera fiabesca e intrisa dei luoghi e delle tradizioni russa ed ebraica, che costituiscono il background dell'autore, tra feste popolari, immagini rubate ai libri di favole e riti religiosi. In esposizione ben centottanta opere che ci raccontano l'interiorità e i continui viaggio di un pittore la cui memoria non si limita a ricordare, ma inventa... Lun-gio h9,30-19,30; ven-sab h9,30-23,30; dom h9,30-20,30. €10, rid. €7,50



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    00 14/04/2007 13:44
    Biografia
    Marc Chagall

    Ebreo di nascita, Marc Chagall nasce a Vitebsk il 7 luglio 1887. Dal 1906 studia a San Pietroburgo e nel 1909, tornato nella città lituana, incontra Bella Rosenfeld, sua futura moglie. Nel 1910 Vinaver, redattore della rivista Voshod, gli offre la possibilità di andare a Parigi per quattro anni dove espone per la prima volta al Salon des Independants. Qui viene in contatto con le nuove correnti artistiche e, in particolar modo, con il Fauvismo, il Cubismo e l'Orfismo di Delaunay. E' del 1914 la sua prima personale a Berlino. Tornato
    a Vitebsk, nel 1915 sposa Bella. A causa della guerra rimane in Russia fino al 1922 e, nominato Commissario delle Belle arti nella città natale, nel 1920 lascia l'incarico. La libera didattica di Chagall si scontra con il Suprematismo di Malevi che subentra all'artista con la sua metodologia severa. Si reca a Mosca e inizia a lavorare alla decorazione per il teatro
    ebraico statale. Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi. Accanto all'attività di scenografo teatrale prosegue quella di illustratore d'opere a stampa (Gogol, La Fontaine, Boccaccio, ecc.); gli anni venti e trenta si contraddistinguono per un'intensa produzione grafica. Nel 1930 va per la prima volta in Palestina e l'anno successivo esce Ma vie, autobiografia in yddish, tradotta dalla moglie in francese. Nel 1933 viaggia in Italia, Olanda, Inghilterra e Spagna. A Mannheim i nazisti danno alle fiamme le sue opere. Nel 1941 Chagall si rifugia a New York. Muore Bella nel 1944 e l'artista, disperato, resta lontano dal lavoro per circa dieci mesi. L'anno successivo cura l'allestimento delle scene e dei costumi per L'uccello di fuoco mentre nel 1946 il Museum of Modern Art di
    New York gli dedica una grande retrospettiva.
    Nel 1947 fa ritorno a Parigi e nel 1949 si stabilisce a Vence dove realizza le sue prime ceramiche. Conosce Valentina (Vava) Brodskij nel 1951 e la sposa a luglio. Nei primi anni '60 lavora per le vetrate della cattedrale di Metz e della sinagoga del Medical Center Haddash di Gerusalemme. Sono del 1964 le pitture del soffitto dell'Opéra di Parigi e le vetrate nella sede delle Nazioni Unite. Il giorno del suo compleanno, nel 1973, viene
    inaugurato il Musée National Message Biblique Marc Chagall di Nizza e l'anno successivo Chicago gli tributa un'accoglienza eccezionale per l'inaugurazione del mosaico Le quattro stagioni. Insignito della Gran Croce della Legion d'Onore in Francia, della cittadinanza onoraria di Gerusalemme, coperto di onori grazie a varie retrospettive, il 28 marzo 1985 si spegne nella sua casa di Saint-Paul-de-Vence.



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    00 14/04/2007 13:45
    Intendimenti della mostra
    Tra i pittori più indipendenti e innovatori del '900, Marc Chagall con la sua opera evidenzia il risultato di una complessa e articolata stratificazione di esperienze e di scelte ideologiche e culturali che determinano un intrecciarsi reciproco di influssi a partire dalle avanguardie 'storiche' fino alle correnti dell'arte contemporanea.
    Il già citato titolo della mostra – il suggestivo “Chagall delle meraviglie" – trae spunto dal nome dato, in un famosissimo saggio, da Louis Argon, l'intransigente teorico del Dadaismo e del Surrealismo che, per descrivere la lieve e meravigliosa poetica chagalliana non trova altro termine di paragone che la felice atmosfera del "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare.
    L'intendimento di questa importante retrospettiva – curata da Meret Meyer e Claudia
    Beltramo Ceppi Zevi, e che si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico, è coordinata da Alessandro Nicosia e realizzata da Comunicare Organizzando – che la città di Roma dedica a Chagall, è quella di rivisitare la sua intera opera ricca di rimandi, influssi e anticipazioni rispetto all'arte futura, analizzando nell’interessante percorso espositivo, ad esempio, l'influsso che la tradizione figurativa delle icone, tipica della cultura ortodossa, ha su tutto il mondo figurativo di Chagall.


    Il mondo ebraico e l'arte tradizionale russa costituiscono uno dei nuclei originari della poetica dell'artista. Nelle opere del periodo russo ritroviamo la rappresentazione di quelle masse umane che popolano i funerali e le processioni di Repin e la grande scuola del Realismo russo; il ricordo dell'artigianato russo traspare, inoltre, in quel colorato senso della decorazione all'origine dei suoi famosi mazzi di fiori. Sorgente meno nota dell'ispirazione di Chagall è, invece, il mondo di vignette popolari russe denominate Lubok, ampiamente diffuse fra i ceti popolari durante tutto l'Ottocento, in cui viene rappresentato in modo realistico, ma paradossale, un mondo fatto di animali parlanti, di personaggi che volano, di galli
    cavalcati da fieri cavalieri. Lo stesso mondo che anima, come un circo fatato, le opere di Chagall. Una ricca sezione della mostra, dedicata alla raffigurazione dei motivi religiosi, fa scoprire uno Chagall che passa senza evidenti distinzioni, dalla tradizionale iconografia ebraica – la rappresentazione di rabbini e sinagoghe – a quella biblica e a quella cristiana, avendo l'ardire di raffigurare, nel famosissimo trittico della Crocifissione, un Cristo vestito dei tradizionali abiti ebraici. Esposta per la prima volta la serie completa delle incisioni della Bibbia.

    "Sfortunatamente il pubblico è lento ad accettare in pittura la stessa libertà che pure viene accettata, ad esempio, nel linguaggio tradizionale della poesia. Dovrà passare del tempo prima che l'opera di Chagall possa essere rivisitata con la piena maturità e profondità di giudizio di cui necessita. Molta della pittura che oggi viene esaltata sarà dimenticata quando le forme e i colori di Chagall daranno ancora gioia all'umanità. Allora si scoprirà
    che Chagall ha dato uno dei maggiori contributi alla realizzazione della libertà nell'arte." Lionello Venturi, 1945.



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