Un deputato, conosciuto soprattutto per essere buongustaio, pubblica un'opera interamente dedicata all'apologia dell'arte culinaria, ricca di aforismi, consigli ed eventualmente anche buone ricette...
AFORISMI
I. L'universo non è nulla se non passa dalla vita, e tutto ciò che vive si nutre.
II. Gli animali si nutrono; l'uomo mangia; solo l'uomo di spirito sa mangiare.
IV. Dimmi cosa mangi, ti dirò chi sei.
XVIII. Colui che riceve i suoi amici e non cura per nulla il pasto che viene loro servito, non è degno di avere amici.
XX. Invitare qualcuno a desinare, è incaricarsi della sua felicità durante tutto il tempo in cui rimane sotto il nostro tetto.
MEDITAZIONE
Esiste una verità purtroppo troppo generale, cioè che l'uomo è assai più organizzato per sentire il dolore che non il piacere. Tuttavia il gusto, così come la natura ce l'ha donato, è ancora quello, tra i nostri sensi, che tutto sommato ci procura più godimento:
1. è un piacere a cui non segue alcuna fatica;
2. è concesso in ogni tempo, in ogni età e in ogni condizione;
3. si ha almeno tre volte al giorno;
4. può essere mescolato a tutti gli altri piaceri, e persino consolarci della loro assenza;
5. ci lascia delle impressioni durature;
6. arreca una sensazione indefinibile e particolare di benessere.
L'uomo è superiore a tutti gli altri animali (basti pensare che è onnivoro, e che può dunque gustare e godere di una varietà considerevole di cibi). La golosità è l'appannaggio esclusivo dell'uomo. L'uomo è il grande goloso della natura.
SUI VOLATILI
Sono un gran partigiano delle cause seconde, e credo fermamente che l'intero genere delle galline sia stato creato unicamente per dotare le nostre stive e arricchire i nostri banchetti.
Effettivamente, dalla quaglia al gallo cedrone, ovunque si trovi un individuo di questa numerosa famiglia, si è certi di trovare un alimento leggero, saporito, e che conviene ugualmente al convalescente e all'uomo che gode della più robusta salute.
Il tacchino è certamente uno dei più bei regali che il Nuovo Mondo abbia fatto al Vecchio.
[Sul tacchino tartufato] ...il suo succo ristoratore a più d'una volta schiarito dei visi eminentemente diplomatici.
SUI TARTUFI
Colui che dice tartufo pronuncia una grande parola che risveglia ricordi erotici e golosi nel sesso portatore di gonne, e ricordi golosi ed erotici nel sesso portatore di barba.
Questa duplicazione onorevole deriva dal fatto che questo tubero eminente sia considerato non solo squisito al gusto, ma anche dal fatto che lo si crede che elevi una potenza di cui l'esercizio è accompagnato dai più dolci piaceri.
Verso il 1780, i tartufi erano rari a Parigi [...]. Al momento in cui scrivo (1825) la gloria del tartufo è al culmine. Non si osa dire che ci si è trovati a consumare un pasto in cui non sia stata servita almeno una pietanza tartufata.
Il tartufo è il diamante della cucina.
BOZZA
Ma, dirà forse il lettore impaziente, come si deve fare, nell'anno di grazia 1825, per riunire tutte le condizioni che procurano al supremo grado il piacere della tavola? Risponderò alla vostra domanda. Raccoglietevi, lettori, e prestate attenzione: è Gasterea, è la più graziosa tra le muse che m'ispira; sarò chiaro come un oracolo, e i miei precetti attraverseranno i secoli:
Che il numero degli invitati non ecceda i dodici, affinché la conversazione possa essere costantemente generale;
Che essi siano scelti in maniera tale che le loro occupazioni siano svariate, i loro gusti analoghi, e con dei tali punti di contatto che non si sia obbligati ad aver ricorso all'odiosa formalità delle presentazioni;
Che la sala da pranzo sia illuminata, il coperto sia di una pulizia eccezionale, e l'atmosfera alla temperatura da tredici a sedici gradi;
Che gli uomini siano pieni di spirito e le donne amabili senza essere troppo civette;
Che i cibi siano di una scelta squisita, ma in numero ristretto; e i vini di prima qualità, ciascuno nella propria gradazione;
Che la progressione, per i primi, vada dai più sostanziosi ai più leggeri; e per i secondi, dai più limpidi ai più profumati;
Che il movimento di consomazione sia moderato, essendo la cena l'ultimo compito della giornata; e che gl'invitati siano come dei viaggiatori che devono arrivare insieme alla stessa meta;
Che il caffè sia bruciante, e i liquori di scelta specialissima da maestro;
Che il salotto che deve ricevere gl'invitati sia grande abbastanza da permettere a coloro che non possono farne a meno di organizzare qualche gioco;
Che gli ospiti siano intrattenuti dai piaceri della società e animati dalla speranza che la serata non trascorra senza piaceri ulteriori;
Che il tè non sia troppo carico; che gli arrosti siano artisticamente imburrati, e il punch fatto con cura;
Che il rientro non cominci prima delle undici, ma che a mezzanotte ognuno sia coricato.