I Cavalier, l'Arme e l'Amore Gruppo di discussione improntato al rispetto reciproco, al piacere del dialogo, con libertà di spaziare dove ci porta il pensiero, in maniera leggera e in un'atmosfera gioviale

*** Il Cavaliere Templare***

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  • Hosmantus
    00 10/05/2006 10:28

    "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam"

    "Sono leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle loro case. Sono rudi cavalieri nel corso delle spedizioni militari ma simili a eremiti nelle chiese. Sono duri e feroci contro i nemici di Dio e prodighi di carità verso gli uomini pii e timorati di Cristo...e tutte le volte che i cavalieri erano chiamati alla battaglia, essi domandavano non quanti fossero i nemici, ma in che luogo si trovassero…"
    Jacques de Vitry Histoire des Croisades

    GIURAMENTO



    De le Virtude del Cavaliere Templare

    Cavalieri, scudieri, servitori, che la pace del signore, promessa agli uomini di buona volontà, sia con noi. In questo luogo angusto e santo, in suo nome, noi vedremo pronunciare, da labbra pure e con umile fierezza, il Giuramento del Templare che i Poveri Cavalieri di Cristo fecero nel momento più sacro della vita Templare. Signore che spieghi i cieli come una tenda di luce, Signore che fai dei fulmini i messaggeri della tua maestà, davanti il tuo sacro altare, dove s'adempì la sublime immolazione, noi leviamo alta la spada della luce, per depositarla ai piedi dell'altare come testimonianza del nostro giuramento. Signore Dio delle armi, noi lo giuriamo per il Cristo, giammai contro il Cristo, per la difesa del vangelo, per la guardia dei pozzi, per la verità, per la giustizia. Contro gli oppressori, contro i mietitori di scandali ed i corruttori dell'innocenza, contro la menzogna liberata, contro i traditori delle fazioni e dei partiti: Noi lo giuriamo di impegnare la doppia spada: quella d'acciaio levigato e quella della parola splendente e fulminante. Giammai noi attaccheremo per primi. Giammai noi provocheremo per primi. Tre volte noi sopporteremo l'ingiuria. Tre volte noi ignoreremo il disprezzo e la menzogna. Ma quando la spada brillerà nel sole come un colpo di chiarore, tuonerà la parola. Allora poi non indietreggeremo di un solo passo, non taceremo che dopo il silenzio dell'avversario. Davanti ai ranghi angelicati, nostri compagni d'armi, noi lo giuriamo al Cristo, Re della gloria. Chiunque rinnegherà questo giuramento, sarà per noi e per gli angeli, rinnegato. Niente per noi, Signore niente per noi, ma per la sola gloria del Tuo nome.

    Amen



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    00 10/05/2006 15:55
    bello....

    La leggenda narra.. che la piuma di una giovane aquila
    cadde accanto ad una donna.. ed ella contemplandola
    imparò il segreto del volo.







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    00 26/07/2006 10:56
    Grazie Hos. è molto bello questo post... sto studiando ora, la storia templare, e il grande Mistero che porta con sè... chissà se questi Cavalieri erano davvero i custodi della Verità...

    [SM=x131221]
  • Hosmantus
    00 26/07/2006 11:52
    Re:

    Scritto da: Redwitch75 26/07/2006 10.56
    Grazie Hos. è molto bello questo post... sto studiando ora, la storia templare, e il grande Mistero che porta con sè... chissà se questi Cavalieri erano davvero i custodi della Verità...

    [SM=x131221]


    seconda me la ricerca del Graal non si ferma ai Templari..
    chissà se un giorno si saprà la verità..
    Sto pensando anche a tutto il mistero che si cela nel segreto di Fatima..
    Se si è credenti ci si fida della cristianità e della chiesa..
    Troppi misteri.. [SM=g27832]
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    Redwitch75
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    00 26/07/2006 20:23
    Anche io ritengo che non sia tutto da ricercare nei Templari, credo che una ricerca di questo calibro, non possa essere trovata attraverso un'unica Tradizione... l'uomo, ha da sempre , nascosto, affossato.. la smania di potere ha sempre prevalso sul resto.. siamo troppo "piccoli" per vedere una realtà del genere rivelata a tutti...
    [SM=x131221]
  • Hosmantus
    00 26/07/2006 20:55
    L'unica verità rivelata alla quale io credo è l'esistenza di Cristo Gesù..
    Una figura realmente esistita e documentata dalle cronache dell'epoca, in modo inconfutabile.
    La vita di Gesù come la conosciamo noi è testimoniata dalle scritture profetiche e poi apocrife..
    Tutto il resto che ruota intorno alla figura di Cristo, presenta tante e troppe controversie..
    dall'antichità al medioevo, periodo storico di massimo fermento della chiesa, vi sono stati molti cambiamenti socio culturali che hanno trasformato i dogmi sino al punto di renderli a volte irriconoscibili..
    non sono molto ferrata in questa materia.
    mi interessano i templari, non più dei druidi e del catarismo..
    che ogni tanto incontro nelle mie letture vagando di castello in castello.. [SM=x131283]
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    Nina§
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    00 20/02/2007 19:24
    Struttura dell'ordine .
    Struttura dell’Ordine.
    (Fonte:http://www.templaricavalieri.it/)




    Troviamo nell’ordine 3 classi principali: Cavalieri, Cappellani e Sergenti. Poi ci erano gli Scudieri, i Fratelli di Mestiere, cioè gli artigiani, agricoltori, muratori, scrivani, etc. oltre ai Turcopoli, (sorta di Legione Straniera), mercenari arruolati fra gli autoctoni.
    Tutta questa guarnigione era distribuita in più dipartimenti: in Terrasanta (Gerusalemme, Terre di Gerusalemme, Tripoli, Antiochia, Cipro, Armenia) ed in Europa (Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Penisola Iberica e Ungheria).
    Il loro abbigliamento era stabilito in funzione di due criteri: la gerarchia dei Cavalieri Templari nell’Ordine del Tempio e la loro posizione geografica (per le condizioni climatiche).
    Ma, in generale e come vedremo più avanti, c’era una certa uniformità nell’abbigliamento e tutto era previsto nella loro bisaccia. Le stoffe potevano essere rivestite internamente di pelle d’agnello o di montone ma mai con ricche e comode rifiniture.

    Come è precisato nel loro statuto, i Cavalieri Templari non dovevano ricercare l’abbellimento del loro corpo ma ripararsi dal freddo, dall’umidità o dal sole e, per di più, essere comodi: “che chiunque si possa vestire e spogliare, mettere e togliere i calzari rapidamente”, esortazione necessaria nelle Commanderie e nei castelli della Terrasanta dove lo stato di allerta era perenne.
    Fra la data della loro fondazione (1118) e quella del Concilio di Troyes (1128), la tenuta dei Poveri Cavalieri di Cristo apparteneva ancora al mondo della cavalleria.
    La loro divisa diviene ufficiale, senza tuttavia la croce patente rossa, a partire dal Concilio di Troyes e fu ornato da questo tipo di croce nel 1145. C’è da notare dunque che Hugues de Payns, fondatore dell’Ordine, non portò mai questa croce poiché morì nel 1136. Sebbene l’abito dei fratelli del Tempio fosse concepito in conformità con la moda della loro epoca, era comunque descritto dettagliatamente dalla Regola Primitiva dell’Ordine in un gran numero di capitoli.

    Successivamente, all’epoca dell’arresto dei Cavalieri Templari, si scoprirono altre cose sugli abiti e le armi dei fratelli del Tempio. Ecco alcuni estratti dagli Archivi delle Bouches-du-Rhone al tempo dell’arresto dei Cavalieri Templari di Provenza nel 1308:

    Verbale del sopralluogo del balivo e del giudice di Pertuis, accompagnati da una folla di persone e sergenti, alle magioni del Tempio di Limaye, dove trovano 5 templari, e alla Torre di Aigues… Inventario dei beni mobili di queste magioni. – prosciutti iniziati; - botti di vino piene fino a metà; - oggetti da sagrestia e chiesa; - qualche libro di preghiera; due o tre balestre e altrettante bisacce, etc. – Enumerazione dei loro beni immobili e delle loro rendite… Lettere patenti di Carlo II, relative al loro trasferimento ad Aix. – Verbale della partenza dei Templari per quella città. Il balivo, mosso a pietà(si chiamava mastro Triboulet), fa loro restituire 4 camicie, 4 mutande, “femoralia” e 3 cappelli per la pioggia “capellos pluviales.” (B. 151 Registre – In folio, 37 feuillets, papier bombax).

    Verbale redatto da Pierre Gantelme, giudice vicario, e Pons Garnier, giudice di Aix, sulla scoperta dei fratelli, e dell’inventario dei beni e diritti della casa del Tempio di quella città, chiamata comunemente Santa Caterina … I cavalieri erano a letto. - Li si è presi e li si è portati in prigione. - … Non si trovarono che due materassi per i tre, ma molte botti di vino. – Le loro armi consistevano in una spada “encis” e un coltello catalano. - … (b. 152 Registre. – In folio, 135 feuillets, papier bombax).

    Inventario dei beni e delle rendite sequestrate ai Templari del baliato di Puget-Théniers … irruzione improvvisa al castello di Rigaud, dove risiede ordinariamente un cavaliere del Tempio, amministratore di beni che l’Ordine ivi possiede … Inventario assai dettagliato dei mobili del castello; - 1 materasso e 3 cuscini di piuma ; - 1 lancia e 1 balestra; - 5 libbre di cotone chiuse dentro una cassa ; 4 scodelle di ceci ; - un sacco contenente 2 libbre di mandorle ; - 1 camicia ; 1 “épitoge de camelin” guarnito di pelle nera ; - 2 cappucci; - 3 botti piene di vino ; - 6 formaggi dal peso di 30 libbre ciascuno, etc. (B. 154 Registre. – In folio, 37 feuillets, papier bombax).

    Inventario (frammento) dei beni mobili o immobili della casa del Tempio a Lachaup “Calvia”, e delle sue dipendenze, Sederon e Sainte Colombe: - un cartulario trasportato a Sisteron guarnito di una rilegatura rossa e contenente i diritti e le rendite della casa ; - un fodero per guanciale “aurellarii” in seta ; - 3 asciugamani “manutergia” ; - un paio di maniche brune ; - un cappello di feltro “galerum de feutro” ; - 2 manopole di ferro ; - 2 stivali in cuoio ; - 33 misure di vino puro dentro una botte di quelle che vengono denominate Jehan (Gigante); - 23 misure di vinello“vini temperati” ; - diverse pergamene , e fra le altre cose, la carta con sigillo della donazione di Lachaup all’Ordine del Tempio da parte di Raybaud de Lachaup; … (B. 155 Registre. – In folio, 35 feuillets, papier: 2.

    E’ così che a partire dalla regola dell’Ordine del Tempio fino all’inventario, al momento del loro arresto, noi possiamo ricostruire i costumi, le armi e le armature dei Cavalieri Templari.

    [Modificato da Nina§ 20/02/2007 19.29]



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    00 20/02/2007 19:27
    Equipaggiamento militare

    Equipaggiamento militare.
    Fonte:http://www.templaricavalieri.it



    In una ottica di rigore, toccava al fratello drappiere evitare che gli invidiosi e i maldicenti avessero da eccepire qualcosa sugli abiti del convento. Egli doveva vigilare scrupolosamente affinché gli abiti stessi non fossero né troppo lunghi, né troppo corti, ma della giusta taglia di coloro che li dovevano portare. Era in questo modo, e la regola lo ricorda, che si guadagnava la ricompensa di Dio; ciò che colpisce nel testo è che questo valorizza la vita interna e quotidiana del Tempio: non c’erano né piccole cose né umili compiti che non interessassero a Dio e non tendessero al benessere e alla salvezza di ciascuno. E allora si comprende meglio la sorta di orgoglio che si provava nell’appartenere all’Ordine, anche solo in qualità di muratore o di pastore.

    In funzione dei viaggi e delle minacce di guerra con i Musulmani, i Cavalieri Templari avevano un guardaroba composto da numerosi elementi. Per l’abbigliamento, un “usbergo”: tunica a reticolo di cuoio intrecciato, con le maniche e munita di un cappuccio che avvolge la testa e lascia scoperto solo il viso. In seguito, l’usbergo verrà fabbricato in maglia di ferro. Quando il Cavaliere Templare non lo indossava, lo metteva dentro un sacco di cuoio o dentro una rete fatta di maglia di ferro. Esisteva anche il “giaco”, cioè una cotta senza maniche, che era più spesso assegnata ai fratelli sergenti. Più leggero dell’usbergo, non prevedeva la protezione per le braccia. A ciò si aggiungeva “un paio di brache di ferro”, gambali composti di maglia di ferro che si allacciavano dietro i polpacci al fine di proteggere la gamba ;le brache di ferro non avevano sempre l’avampiede. Esisteva inoltre il “cappuccio da guerra” che consisteva in una protezione fatta di maglie fissate da allacciature, che racchiudeva la testa del fratello del tempio e ricadeva sulle spalle. Essa veniva posta sotto l’”elmo” o il “cappello di ferro”.
    Quest’ultimo era un casco dai bordi ribattuti, che chiudeva la testa ed era utilizzato talvolta al posto dell’elmo.
    Quest’ultimo poteva essere conico (durante il XII secolo) oppure piatto (fine XII ed inizio XIII secolo), e lasciava il viso scoperto nel XII secolo.
    Tuttavia, proteggeva la fronte, la testa, gli occhi, il naso e le guance.
    In seguito, l’elmo prende l’aspetto di un casco cilindrico. Dotato di fori per la vista e la respirazione, poi rinforzato di due lamelle rivettate a forma di croce, ricopriva tutta la testa. Per portare l’elmo, il Cavaliere Templare doveva avere i capelli corti e la barba rasata come è stabilito negli statuti della Regola dei Poveri Cavalieri di Cristo, al capitolo XXVIII : “Della superfluità dei capelli. Bisogna che tutti i fratelli, soprattutto quelli della Magione, abbiano i capelli tagliati, i modo che appaiano, davanti e dietro, regolari e decenti. Si osserverà inviolabilmente la stessa regola per la barba i baffi, affinché nulla appaia superfluo e ridicolo”.

    Un ammortizzatore piazzato attorno al cranio, come una sorta di ciambella in tessuto era destinato ad assorbire gli urti dell’elmo. Una cotta d’arme chiamata talvolta “camicia di sopra” era portata sopra la camicia all’inizio del XIII secolo.

    Durante le battaglie, dopo aver indossato l’usbergo di maglie, il Cavaliere Templare infilava la cotta d’arme sopra quella di maglie, per impedire ai raggi del sole di scaldare l’usbergo e preservarlo dalla ruggine.
    La cotta di colore bianco, era blasonata (armata) con la croce rossa del Tempio all’altezza del petto, vicino al cuore. Senza coprire le braccia, larga sul collo, essa scendeva fin sotto al ginocchio ed era tagliata per non ostacolare le gambe del soldato a cavallo.
    La tunica si accorcia verso il 1250 e verrà in seguito rinforzata con piastre all’altezza delle spalle. Il Cavaliere Templare la portava sempre con la sua cintura ed il suo budriere. Delle spalliere, che potevano essere di diversi materiali, vennero aggiunte nel corso del XIII secolo. Per quanto riguarda gli speroni, la Regola ci rivela al capitolo XXXVII, che “Noi non vogliamo assolutamente che appaiano, in nessun modo, né oro, né argento, che risaltino la ricchezza dei particolari, ai morsi o ai pettorali, né agli speroni, né alle briglie, e non sarà permesso a nessun fratello di acquistarne. Se si tratta di vecchi ornamenti donati per carità, che si oscuri l’oro e l’argento, in modo che il loro splendore e la loro lucentezza non sembrino agli altri un atteggiamento di arroganza. Se vengono donati da nuovi, che il Maestro ne disponga come gli piacerà”. Delle scarpe completano l’equipaggiamento.

    Per quanto riguarda la denominazione di “armatura”, questa non aveva niente a che fare con il significato che le si attribuisce attualmente (l’armatura di piastre del XV secolo); per il Cavaliere Templare essa rappresentava l’abbigliamento da combattimento, cioè una tunica d’arme (cotta d’arme o sopravveste che avvolgeva anche la testa), le spalliere e le scarpe d’arme. Qualche cronaca ci parla dei Cavalieri Templari che combattono vestiti di un mantello e di spalliere; è quindi possibile supporre che questo mantello potesse essere quello che portavano i fratelli (il mantello bianco o bigello) a meno che l’autore non si riferisca alla cotta d’arme che designa la tunica di stoffa o pelle che si infilava sopra l’usbergo di maglie al fine di impedire al sole di scaldarlo o alla pioggia di penetrarlo.

    Per armamento, si consegnava loro soprattutto una “spada” dritta, a doppio filo e a punta arrotondata; la punta arrotondata ci induce a pensare che venisse usata solo di taglio. Poi, uno “scudo”, generalmente triangolare costruito in legno (spesso di pioppo), imbottito all’interno, ricoperto di cuoio all’esterno, leggermente ricurvo ai lati, dritto in alto con gli angoli arrotondati, portato a bandoliera e talvolta rinforzato con lamelle chiodate.
    Era blasonato della croce del Tempio. Alla fine del XII secolo, lo scudo misurava 1,50 m di altezza. Seguendo la tendenza dei combattenti laici, all’inizio del XIII secolo le sue dimensioni diminuirono al punto che alla fine di questo stesso secolo misurava 0.60 m x 0.60 m. Questo scudo è rappresentato sul sigillo del Tempio con i due cavalieri sullo stesso cavallo.
    La “lancia”, fabbricata di preferenza in legno di frassino, di carpine o di melo, aveva l’asta che non superava i tre metri e terminava con un ferro a losanga o a forma di foglia di salice a due fili. La Regola al capitolo XXXVIII precisa che le lance e gli scudi non dovevano avere coperture (custodie).
    La “mazza turca” era poco impiegata dai cristiani a causa della suo caratteristica di arma da “villani”. Tuttavia, contro i Musulmani, i Cavalieri Templari utilizzarono anche quest’arma costituita da un lungo manico di legno e di un pezzo di metallo contundente situato all’estremità. Riguardo l’arco e la balestra, Marion Melville dichiara “Se essi vogliono organizzare delle gare di tiro con l’arco o con la balestra, non devono mettere in palio che cose di poco conto che non costino denaro, quali i picchetti per la tenda, o una lanterna scoperta … E ogni fratello del Tempio può scommettere contro un altro, con la sua balestra , dieci pezzi di candela senza permesso ma niente di più; e non più di questo può perdere in una giornata. E può mettere in palio la sua falsa corda della balestra al posto dei pezzi di candela; ma non deve mai abbandonare la corda durante la notte senza permesso”.

    Infine, essi ricevevano un’”ascia” per spaccare la legna e tre coltelli: il “coltello d’arme” (o pugnale o daga), che era un’arma a due tagli e a lama larga che veniva portata al fianco destro con l’impugnatura in avanti, il “coltello da taglio” utilizzato per tagliare il pane ed infine un “temperino”, piccolo coltello a lama dritta, per utilizzo in varie occasioni.

    [Modificato da Nina§ 20/02/2007 19.28]



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    00 20/02/2007 19:35
    L'abito da casa.

    L’abito da casa.(Fonte: www.templaricavalieri.it/)


    L’abbigliamento o “abito da magione” era costituito da una varietà di vestiario non militare. La forma e il tessuto di questo abbigliamento erano in rapporto alle materie prime dell’epoca. La Regola rivela, al capitolo XX, a proposito della qualità e del modo di vestirsi: “Ordiniamo che i vestiti siano sempre di un colore, per esempio bianchi o neri, e di stoffa robusta; e concediamo a tutti i cavalieri professi di avere degli abiti bianchi in inverno e in estate, se ciò è possibile, perché coloro che hanno rifiutato una vita di tenebre possano riconoscersi dai loro vestiti bianchi poiché una vita luminosa li ha riconciliati al loro Creatore. Cosa significa il bianco, se non castità e integrità? Castità significa la tranquillità dello spirito e la salute del corpo. A meno che ciascuno dei cavalieri non si conservi casto fino alla fine, non potrà mai raggiungere il riposo eterno né vedere Dio, secondo la testimonianza dell’Apostolo San Paolo:

    Mantenete la pace con tutti, e la castità senza la quale nessuno potrà vedere il Signore (Ebr. XII, 14). Ma poiché questi vestiti non devono avere nulla di ostentato e di superfluo, ordiniamo che tutti l’abbiano in modo che ciascuno possa facilmente vestirsi e svestirsi, mettersi e togliersi le scarpe da solo. Coloro che hanno questo incarico devono ben controllare che l’abito non sia troppo lungo o troppo corto, ma conformarlo alla taglia di ciascuno; che essi usino per i fratelli tutta la stoffa necessaria. Quando ai fratelli verranno assegnati degli abiti nuovi, che essi restituiscano subito i vecchi, perché siano conservati nel guardaroba, o in qualunque altro luogo scelto dal drappiere, per servire ai sergenti e agli altri servitori, e talvolta anche i poveri”.

    La confezione o la distribuzione di tutto ciò che costituiva il fabbisogno dei Cavalieri Templari, per vestirsi e per dormire, era gestito dal drappiere, terzo personaggio nella gerarchia dell’Ordine. Per i suoi compiti veniva assistito da tagliatori di stoffe e sarti di paramenti (uomini del Tempio).

    D’altronde, la Regola sancisce che “Il drappiere deve dare ai fratelli ciò che è necessario per vestirsi e per dormire, come compete alla sua carica, salvo le coperte di lana per i letti. Quando i vestiari provengono da oltremare, il drappiere deve essere presente per disfare i pacchi, e tutti i doni indirizzati ai fratelli del convento, devono essere portati al proprio posto o dove devono essere. Inoltre si deve prendere cura che i fratelli siano vestiti onestamente, e, se uno di essi non lo fosse, egli può riprenderlo ed il fratello deve obbedire; poiché dopo il maestro ed il maresciallo, il drappiere ha una posizione superiore rispetto ad ogni altro fratello. Il drappiere deve assicurarsi che nessun fratello abbia sovrabbondanza o possieda un oggetto che non gli spetta, che vengano abbandonati o vengano resi a chi sono dovuti; tutti i fratelli devono essere contro colui che agisce o parla in modo falso.

    Il drappiere deve prendere in consegna dal fratello, quando lo si ordina fratello templare, tutto il suo abbigliamento se questo è di vaio o di scarlatto; e se egli dona dell’oro o dell’argento o del denaro alla casa, se il valore è entro i 10 bisanti, questi devono restare alla drapperia ed il resto va al comandante della terra. E tutto quanto è attribuito al drappiere del convento, lo è anche del drappiere della terra di Tripoli e di Antiochia”.

    L’abbigliamento era composto dal vestiario personale e dall’abito da magione o abito monacale. Il Cavaliere Templare riceveva innanzitutto, nel corredo del vestiario personale, due paia di calze di cui almeno una con la suola di cuoio. Esse erano l’equivalente delle nostre calze e scarpe. Fatte in tessuto e di colore differente dalle brache, erano sostenute da lacci legati attorno alla gamba. Poi vengono due brache (calzoni) fissati alla vita da una cintura di tela; questi larghi capi d’abbigliamento potevano essere sia lunghi con un attacco sotto il piede, sia corti e completati con calzari. A partire dal XII secolo, l’influenza delle mode orientali modificherà l’aspetto delle brache che diverranno sempre più aderenti. Si fornivano loro due camicie, tagliate nella parte bassa, davanti e dietro per la comodità dei movimenti, poiché dovevano arrivare pressappoco a metà coscia. La camicia era una sorta di tunica interna confezionata in tela di lino, con le maniche strette. La Regola precisa al capitolo LXIX “che non sarà permesso d’avere che una sola camicia di tela dalla festa di Pasqua fino ad Ognissanti. Avendo considerato che bisogna tenere in considerazione i grandi caldi della regione orientale, si concederà, non per diritto, ma per grazia, una sola camicia di lino a ciascuno dalla festa di Pasqua ad Ognissanti, ben inteso che questo sarà a disposizione di chi vorrà servirsene; e per il resto dell’anno non si avrà in generale che delle camicie di lana”.
    Attorno alla vita era stretta una “piccola cintura”, di tela o di cuoio.

    I Cavalieri Templari si vestivano con questi abiti per andare a dormire diversamente dagli altri monaci in generale. Si parla anche di una “veste a falde” davanti e dietro, nella Regola, che è tuttavia difficile da identificare. Secondo Curzon, si trattava di un giustacuore di panno doppio tagliato a triangolo come un vero e proprio abito monacale dalle maniche assai strette, mentre Viollet le Duc la assimila una lunga tunica che assomiglia molto alla cotta.

    Quanto alla tenuta da casa o abito monacale, il drappiere concede una cappa, grande tanto da avvolgere il corpo. Non bisogna confondere il mantello con la cappa , indumento di rappresentanza ad uso civile e religioso, che si chiudeva sul davanti, al di sotto del collo, sia con un semplice cordone, sia con un gancio doppio che s’infilava in due anelli metallici posti nei due bordi del vestito. Realizzata in un solo pezzo, la cappa era rotonda, con un cappuccio, era aperta nel mezzo e scendeva fino ai piedi. Le maniche coprivano le mani e quando dovevano essere utilizzate, occorreva assolutamente rimboccare le estremità, cosa che provocava graziosi giochi di pieghe. In questo caso, l’utile e il dilettevole non si conciliavano. Quando un Cavaliere Templare era in punizione e non aveva più diritto al mantello, indossava allora la cappa senza la croce.

    In più, si aggiungevano due mantelli di cui uno foderato di pelliccia di agnello o di montone per l’inverno, pellicce resistenti e poco costose in quanto derivanti dai greggi delle commanderie del Tempio, e quindi un mantello per l’estate in tessuto più leggero. Aveva un ruolo importante nell’abbigliamento ed era formato da una sola pezza di stoffa semi-circolare. Il mantello era il segno distintivo dei Cavalieri Templari poiché la Regola precisa, al capitolo XXI, che “i servitori non devono affatto avere l’abito, cioè i mantelli bianchi : noi siamo assolutamente contrari all’uso che si praticava nella Maison de Dieu e dei fratelli cavalieri, e senza consultare né richiedere per questo il parere del capitolo comune, noi lo classifichiamo a tutti gli effetti come un abuso nel quale si era caduti; in quanto un tempo i servi e i serventi d’arme avevano delle tuniche bianche, e ciò causava una confusione intollerabile. Si sono scoperti, in zone oltremontane, dei falsi fratelli, e per giunta sposati; ed altri che si dicevano del Tempio, anche se erano del mondo. Questi hanno causato all’Ordine dei cavalieri molto disonore e scandalo, ed i servi che abitavano nella Casa hanno fatto nascere degli scandali a causa della loro superbia. Che essi portino quindi degli abiti neri, e se non possono trovarne di questo colore, che si servano di quelli che si usano nella provincia o nel luogo in cui abitano, e di ciò che sarà a disposizione di più vile colore, e di qualche stoffa grossolana secondo la taglia: il dispensatore delle stoffe dovrà essere preciso su questo articolo”.

    Esisteva un ordine orientale, situato in Siria, in Iraq e in Persia, che si chiamava “Ordine degli Assassini”. Questi ultimi erano molto legati ai Cavalieri Templari e curiosamente, non solo erano vestiti pressappoco come i Cavalieri Templari, indossando un abito bianco con la cintola rossa, ma addirittura erano organizzati nello stesso modo, secondo la stessa gerarchia. In effetti, l’abito degli Assassini aveva il suo equivalente nel mantello dei Cavalieri Templari ed il rosso della cintola nella croce cucita sul petto dei cavalieri.

    Come è stato già detto, la croce rossa sul mantello fu accordata 17 anni dopo il Concilio di Troyes. Il mantello bianco era riservato ai cavalieri ed ai grandi dignitari; gli scudieri e servitori portavano degli abiti bruni (o più frequentemente neri), con una croce bianca. I mantelli dei sacerdoti legati al Tempio erano dello stesso colore nero. L’insieme dell’esercito riproduceva i due colori dello stendardo “Baucéant” di cui parleremo più avanti. I due elementi di maggiore dignità del Cavaliere Templare erano il proprio mantello e le armi, che comunque non gli appartenevano in quanto restavano sempre di proprietà del convento. In caso di mancanza grave contro la Regola, il Cavaliere Templare restituiva alla comunità il suo mantello e le sue armi, poi, come precisato sopra, indossava una cappa senza la croce, con l’interdizione di toccare le armi. L’Ordine affidava il tutto ad un altro fratello così dicendogli: “Caro fratello, abbiate cura delle nostre cose”. Tuttavia, se aveva luogo una battaglia, il fratello penitente poteva riprendere il mantello e le proprie armi. Alla fine del combattimento, se egli era ancora vivo, doveva di nuovo restituire gli oggetti fino a quando non aveva espiato la propria pena. Il mantello restava quindi molto legato alla figura del Cavaliere Templare, e infatti non li si chiamano ancora oggi i “cavalieri dal bianco mantello”? “Nessun fratello che non sia figlio di cavaliere può indossare il mantello bianco…” (art.337).

    A tutto ciò si aggiungeva una “schiavina” (esclavine), sorta di lungo mantello di colore marrone scuro o nero che fece la sua apparizione dall’inizio del XIII secolo. Munita di un cappuccio e costituita in parte da larghe maniche, essa era aperta sul davanti, dietro e sui lati. I fratelli la utilizzavano per proteggere le selle delle loro cavalcature durante i trasferimenti. Era proibito servirsene come copriletto senza permesso. La “guarnacca” (garnache) fece la sua apparizione all’inizio del XIII secolo. Aperta e assai larga in basso, essa comprendeva un cappuccio e s’infilava dalla testa. Doveva essere in cuoio poiché sono citate nella Regola delle “garnaches de berrie” provenienti dalla selleria, ed è anche fatta menzione di “garnaches à penne” (in pelliccia). Il Cavaliere Templare poteva cederla dopo un anno senza bisogno di chiedere l’autorizzazione. Sulla testa, egli portava un cappello a cuffia in cotone per l’inverno e un cappello di feltro per l’estate. Quando si vestiva, infilava la lunga tunica sopra la camicia. D’inverno, metteva al di sopra di tutto la schiavina o sopraveste, d’estate, indossava una cappa non rivestita di pelliccia.



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