I Cavalier, l'Arme e l'Amore Gruppo di discussione improntato al rispetto reciproco, al piacere del dialogo, con libertà di spaziare dove ci porta il pensiero, in maniera leggera e in un'atmosfera gioviale

dubbio, oserei dire, amletico: Matricia o amatriciana??? Roma o amatrice diede i natali a tale bontà

  • Messaggi
  • Nina@
    00 04/09/2004 13:15
    Perchè Matriciana e non Amatriciana
    Grandi discussioni sono sorte sul termine "Matriciana".
    C'è chi sostiene che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana),
    e chi, invece, ritiene che si tratti di un piatto romano.
    In effetti, se si scava alla radice, si può notare come le differenze tra
    le due ricette siano notevoli: in bianco e senza cipolla ad Amatrice,
    con il sugo e la cipolla a Roma.

    La ricetta in realtà nasce a Roma, e sono gli abitanti di Amatrice a
    crearne una "copia" riveduta e corretta.
    Dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a "svernare"
    a Roma, poichè il loro clima era molto rigido d'inverno. Non c'erano
    grandi simpatie tra i Romani e gli Amatriciani, tanto è vero che a Roma
    girava una battuta, un po' pesante, con la quale si sosteneva che "gli
    abitanti di amatrice non potevano essere concittadini di Ponzio Pilato,
    poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano neanche quelle!".

    L'origine del termine Matriciana è stato imputato a differenti motivazioni,
    che riportiamo di seguito:

    1) (fondamentale) I pomodori usati per il sugo venivano conservati fin
    dai tempi dei Romani in speciali otri, o vasi, che in latino son detti
    "matara". D'altronde il "matraccio" e' a tutt'oggi un recipiente in vetro
    dal collo lungo che trova uso in chimica.
    2) L'origine degli spaghetti alla "matriciana" si perde pero' nella notte
    dei tempi, quando ancora le sorti dell'umanita' erano rette dall' istituto
    del "matriarcato". Ed erano un piatto usato solo in riti molto particolari
    ch e si svolgevano durante il solstizio d'inverno tra i monti dell' alto
    Lazio; da cui i maschi erano non solo esclusi, ma del tutto all'oscuro.
    3) Nel sugo, infine, aveva grande parte la "matricale", una pianta erbacea
    aromatica delle composite con infiorescenze a capolino, simili a piccole
    margherite, raccolte in corimbo. Il suo uso purtroppo e' ormai fuorimoda
    in questa brutta societa fastfood, ma la sua impronta e' rimasta incisa nel nome.

    Stà di fatto che la "Matriciana" è una variante della cosiddetta "Gricia", ricetta
    degli antichi pastori romani (e non Amatriciani, visto che Amatrice ancora non
    esisteva...), fatta con guanciale e salsiccie a pezzi.


    Qualcuno di voi sà sciogliere questo dubbio?
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    "Palantir"
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    00 04/09/2004 13:30
    No, purtroppo non so sciogliere il dubbio, ma so magnà.... e l'acquolina in bocca mi è venuta di sicuro.
    Piatto fenomenale, a mio avviso, e ora ne so molto di più.
    In effetti io conoscevo la storia legata all'origine che identificavo nella città di Amatrice, appunto. Ora ne so ben di più,
    thanks.[SM=g27811]


    Una cosa però vorrei precisare, ma che nessuno lo prenda come saccenza: il pomodoro non esisteva in italia all'epoca dei romani, perché è stato importato dall'America dopo la scoperta di essa 1492...[SM=x131372]

    Sir Palantir


  • Nina@
    00 04/09/2004 13:55
    Mi stai contagiando....proprio per essere precisi.....

    Scritto da: "Palantir" 04/09/2004 13.30
    No, purtroppo non so sciogliere il dubbio, ma so magnà.... e l'acquolina in bocca mi è venuta di sicuro.
    Piatto fenomenale, a mio avviso, e ora ne so molto di più.
    In effetti io conoscevo la storia legata all'origine che identificavo nella città di Amatrice, appunto. Ora ne so ben di più,
    thanks.[SM=g27811]


    Una cosa però vorrei precisare, ma che nessuno lo prenda come saccenza: il pomodoro non esisteva in italia all'epoca dei romani, perché è stato importato dall'America dopo la scoperta di essa 1492...[SM=x131372]



    ....Il pomodoro (Lycopersicon Esculentum) appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la patata, il peperone ed il peperoncino; é originario dell’America centro-meridionale, e veniva utilizzato ad esempio nella culinaria azteca, dove veniva chiamato tomatl ed entrava nella composizione della salsa guacamol, a base di avocado e pomodoro appunto.
    Il primo testo che registra l’arrivo del pomodoro in Italia è a cura del celebre botanico Mattioli che nel 1555 lo descrisse e ne diede il nome "pomo d’oro" in base al suo aspetto.
    Per tutto il ‘500 ed il ‘600 però il pomodoro venne spesso confuso con la melanzana (Solanum melongena), ortaggio che non godeva di buona fama tra i botanici e i medici (il nome deriva infatti da mala insana), probabilmente a causa della provenienza esotica di entrambe le piante. La prima infatti è di origine americana, la seconda di origine indiana, fatta conoscere all’incirca nella stessa epoca dai Portoghesi agli Europei. Inoltre l’appartenenza da parte di entrambe alla famiglia delle Solanacee, che annovera piante come la mandragola, la belladonna, il giusquiamo, rendeva le piante poco attraenti dal punto di vista alimentare.
    Una delle prime ricette in cui compare il pomodoro risale ai primo decennio del ‘700 e risale al libro Il Panunto toscano di F. Gaudentio [1701], cuoco delle ricche mense gesuitiche:

    "Questi frutti sono quasi simili alle mele, si coltivano nei giardini e si cuociono nel modo seguente: piglia li detti pomi, tagliali in pezzetti, mettili in tegame con olio, pepe, sale, aglio trito e mentuccia di campagna. Li farai soffriggere col rivoltarli spesso e se ci vorrai aggiungere un coco di molignane tenere e cucuzze lunghe ci staranno bene".

    M.Toussaint-Somat, uno storiografo di fama internazionale, autore di una celebre storia dell'alimentazione, afferma che:

    "Fu attraverso Napoli, possedimento spagnolo, che nel XVI secolo il pomodoro, inizialmente considerato una pianta medicinale, entrò nella cucina italiana".

    Solo a partire dalla seconda metà del ‘700 il pomodoro viene utilizzato in grande stile nei trattati gastronomici, ad esempio nel celebre Il cuoco galante di Vincenzo Corrado, edito a Napoli nel 1773, dove troviamo più di venti ricette a base di pomodoro. Sarà però nell’800 il siglo de oro del pomodoro, soprattutto a partire dagli anni ’30 quando si stabilirà quell’alleanza tra pasta e pomodoro destinata a radicarsi nel gusto e nelle consuetudini italiane a tal punto da diventare uno dei simboli stessi dell’italianità; sempre nel XIX nasce la "moderna" pizza, che diventerà nel XX secolo il prodotto dell'ingegno italiano più copiato nel mondo.

    Tornando alla storia dell'introduzione del pomodoro, nel tragitto dalla Spagna all’Italia il pomodoro si fermò certamente in modo precoce anche in Sardegna, oggetto della mia indagine nello specifico, (un'indagine specifica che comincia da qui è troppo corta) in quanto questa fu sotto la corona spagnola, fino ai primi del '700.
    Tra le altre fonti appare importante una Descrizione dell’isola di Sardegna di autore anonimo piemontese, risalente al 1759, in cui vi è un riferimento a "salse" piemontesi preparate col pomodoro e a modi di consumo locali: l’uso alimentare della pianta appare già ben radicato:

    "Si coltiva […] quantità prodigiosa di meloni e sindria e un altro frutto denominato tomate…Questo frutto è di un rosso scuro la sua forma è rotonda come un pomo, e il suo sapore agro, li sardi lo fanno cuocere con la carne e lo mangiano per minestra, li cochi piemontesi ne cavano salse esquisite".

    Nella cucina "tradizionale" sarda il pomodoro aveva grande importanza e non solo come salsa, condimento per malloreddus (piccoli gnocchi di farina di grano duro) o culurgiones, pasta fresca ripiena di ricotta o patate.

    Il pomodoro secco infatti era un ingrediente importante nell’alimentazione povera di un tempo: faceva parte degli ingredienti delle minestre serali, insaporiva le pietanze e si accompagnava al pane, che era, nella variante col pomodoro fresco, il pasto di mezzo dì del contadino in campagna composto da pane, cipolle crude o pomodoro, raramente formaggio o lardo.
    Sfogliando un buon libro di cucina sarda "tradizionale" troviamo il pomodoro come ingrediente di moltissimi piatti isolani, tra cui come condimento dei culurgiones ogliastrini, col ripieno di patate, insaporito da foglie di menta selvatica, e come condimento di diversi piatti di verdure, pesce, carne.
    Insomma il pomodoro in Sardegna come nel resto d'Italia è diventato un elemento costituitivo della cucina, fino ad essere considerato un elemento di "meridionalità e mediterraneità" come fa notare Vito Teti, un noto antropologo dell'alimentazione che si occupa di queste problematiche.
    Le ragioni del relativo e precoce successo del pomodoro in Europa, paragonato invece alle difficoltà incontrate da altre piante americane importanti, come mais e patata, risiedono soprattutto nel il fatto che il pomodoro sia una pianta ortiva, che non toglie spazio alle coltivazioni di campo praticate tradizionalmente dai contadini delle sponde del mediterraneo: il grano e gli altri cereali "minori" (orzo, farro, avena ecc.); i legumi, quali fave, ceci, e in misura minore fagioli. Insomma non si pone in concorrenza diretta con le colture e l'alimentazione tradizionale.

    Secondo Teti anche il colore e l’aspetto avrebbe giocato un ruolo importante nell’accettazione della pianta da parte dei ceti popolari:

    "Un’altra grande opposizione alimentare e sociale è tra poveri, mangiatori di cibi verdi e ricchi, mangiatori di carni rosse[…]Il rosso è anche il colore di numerosi ortaggi e frutti considerati dai ceti popolari nutritivi o gustosi[…]Il rosso è il colore del vino, del sangue, del fuoco, del sole[…]Insomma il colore dorato prima e rosso poi, a maturazione del pomodoro può aver reso più gradito questo frutto, coltivato di solito insieme a meloni, zucche, cocomeri".

    Infine può essere stato decisivo nell’accettazione del pomodoro la sua funzione di condimento, che non pretendeva quindi di sostituire il pane, o i piatti a base di legumi, ma ne arricchiva il sapore, accompagnandosi volentieri a tutti gli alimenti base della dieta dei ceti popolari, come abbiamo anche visto dalla fonte sarda settecentesca.
    Il pomodoro attualmente è un alimento chiave nella celebrata "dieta mediterranea" e molti sarebbero disposti a scommettere sulla "antichità" dei piatti regionali a base di pomodoro, non conoscendo la lunga e travagliata storia della sua introduzione in Europa.
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    00 04/09/2004 14:06
    Grazie Nina per aver argomentato oserei dire "alla grande" ciò che avevo obiettato[SM=x131360]
    complimenti davvero, mi piace molto la tua partecipazione al forum[SM=g27811]


    [SM=x131378]

    Sir Palantir


  • Nina@
    00 04/09/2004 14:19
    Re: hai un analgesico????

    Scritto da: "Palantir" 04/09/2004 14.06
    Grazie Nina per aver argomentato oserei dire "alla grande" ciò che avevo obiettato[SM=x131360]
    complimenti davvero, mi piace molto la tua partecipazione al forum[SM=g27811]


    [SM=x131378]



    L'ho detto, mi stai contagiando!!!
    Mi fai diventare troppo seria così! Mi viene il mal di testa poi eh?!!!! penso troppo così!!!!
    Io avevo iniziato con una diatriba tipicamente regionale e credo molto viva ancora, visto quello che viene scritto sul web e che io ho riportato (credo che tra culinari amatriciani e romani nn corra buon sangue eh???) e tu mi fai pensare...ufffa!
    Adesso come faccio a farmi passare questo cerchio alla testa??? ahahahaha
    Scherzo!
    A proposito di amatriciana, il 29 Agosto se nn erro c'era la sagra dell'amatriciana appunto, ad Amatrice...
    Peccato! Nn ci sono potuta andare....
    Mi piace molto il posto lì...Mai stato ai monti della Laga??? Bellissimo posto e belle passeggiate, buona cucina soprattutto!
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    "Palantir"
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    00 04/09/2004 15:22
    Hai una testa per pensare, e la sai usare... bene così![SM=x131372]



    Non sono mai stato in quei luoghi, ahimè..... ma so che son posti meravigliosi

    Sir Palantir


  • Telumendil
    00 03/03/2008 12:12
    Riprendo questa discussione perchè l'argomento mi sta a cuore, visto che sono un Sabino ci tengo a precisare che gli spaghetti all'amatriciana sono di Amatrice punto e basta [SM=x131344] , grazie proprio alla transumanza, Roma ha potuto conoscere questa cucina particolare, infatti i pastori dell'amatriciano arrivavano sino alle porte di Roma con le loro greggi e le loro ricette. Non è che gli abitanti di Amatrice venivano a svernare come se dovessero andare in vacanza....
    Un'altra inesattezza è stato dire che Amatrice non esisteva ai tempi dei romani, la zona di Amatrice è stata sempre abitata sin dall'età della pietra e in epoca preromana.
    Che poi i romani dicessero che: gli abitanti di amatrice non potevano essere concittadini di Ponzio Pilato, poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano neanche quelle " è un'altra sciocchezza [SM=g27827] (mi dispiace per i romani) addirittura il ben noto imperatore Tito Flavio Vespasiano (per intenderci quello che ha fatto costruire il Colosseo) è originario di quei posti, essendo nato a Vicus Phalacrinae (Cittareale) località molto vicina ad Amatrice.
    La ricetta originale è la cosiddetta gricia ovvero senza pomodoro, perchè semplicemente non c'era, il pomodoro è stato importato dalle "Americhe" dopo il 1492.
    Con l'utlizzo del pomodoro nella cucina, la ricetta dell'amatriciana è stata integrata con questo ortaggio.

    Per informazioni utili metto questo link :
    http://www.amatrice.net/WW70AWP/WW70AWP.EXE/CONNECT/Amatrice2004
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    Nina§
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    00 05/03/2008 12:17
    E va bene...getto le armi...
    Sabina - Roma: 1-0
    Anche se hai vinto tu,la posso almeno dire alla romana questa cosa: bbona l'amatriciana!



    Il MIO PHOTOBLOG

    PAINTING LIFE

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    ">Fedele Dama de...





  • Telumendil
    00 05/03/2008 14:38
    Eh che il sangue sabino ribolle!! [SM=g27835] Non farci caso !


    Comunque mi arrendo pure io!! Abbasso le armi e ti invito a gustar meco l'amatriciana sabina e altre specialità romane gustisissime tipo la coda alla vacinara, la pajata (buonissima), saltimbocca e straccetti alla romana, spaghetti cacio e pepe, abbacchio scottadito,la mitica trippa!!, il baccalà alla trasteverina, per non parlare poi dei mitici bignè di S.Giuseppe (tra non molto ne farò indigestione) e i maritozzi con la panna!!!




  • Telumendil
    00 01/09/2008 14:04
    Notizia tratta da Il Messaggero del 30 agosto 2008

    """""""""""""

    La sagra delle sagre strappa un altro primato nazionale. Quello di avere un francobollo di Poste Italiane tutto per sé. Così gli spaghetti all’amatriciana, conosciuti e copiati in tutto il mondo, sono stati stampati su filigrana in almeno 3 milioni e mezzo di pezzi che porteranno in giro per l’Italia - ma non solo - l’immagine del paese dell’Alta Valle del Tronto e il suo prodotto più famoso. Perché in sovraimpressione sul francobollo ci sono gli ingredienti della ricetta originale: guanciale, percorino, olio extravergine della terra Sabina, pomodori, peperoncino e ovviamente spaghetti.
    «Il francobollo presentato ieri mattina da Poste Italiane rappresenta una prima volta assoluta per una sagra e sancisce il nostro successo nell’ambito del made in Italy - spiega con una punta d’orgoglio Piergiuseppe Monteforte, presidente della Pro loco di Amatrice - In questo modo il nostro territorio viaggerà in tutto il mondo, in più il francobollo, oltre a identificare Amatrice e i prodotti tipici della nostra terra, funzionerà anche da deterrente per quanti continuano a usare in modo improprio l’aggettivo legato agli Spaghetti per indicare una situazione o un fatto ”alla carlona”».
    Qualcuno infatti ricorderà la denuncia dell’ex sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella, nei confronti dell’allora segretario nazionale dell’Udc, Marco Follini, che aveva usato in tono dispregiativo l’espressione ”all’amatriciana”. A quella, certo la più famosa che ottenne anche le scuse di Follini, ne seguirono altre, tutte nel segno della difesa e valorizzazione degli Spaghetti. Difesa quanto mai giusta e appropriata.
    """"""""""""""

    Buon appetito a tutti!!