00 24/05/2005 14:21

Il coro dal mondo scientifico italiano è unanime: il 12 e 13 giugno bisogna andare a votare per i referendum per modificare la legge sulla procreazione assistita e bisogna votare quattro sì. Dalle fila dei principali esponenti della comunità scientifica arriva l’eco dell’appello del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, la quale ha ribadito la necessità di una legge che regolamenti la materia, ma ha anche sottolineato che buttar via gli embrioni attualmente congelati e conservati nei centri italiani anziché utilizzarli per la sperimentazione scientifica è un inutile e dannoso spreco.
A meno di un mese dall’appuntamento referendario i ricercatori e gli scienziati italiani si sono confrontati in occasione di un recente convegno svoltosi a Roma. E dai dati da loro presentati in questa occasione emerge una sostanziale riduzione degli interventi di fecondazione assistita e dei successi registrati in Italia.

Luca Gianaroli, della Società Italiana Studi su Medicina e Riproduzione, ha presentato dati indicativi: nel 2002 il numero di cicli terapeutici era di 1.400, mentre oggi è sceso a 1.100; sono calati anche gli interventi conclusisi con un successo (per le donne di età compresa tra i 30 e 34 anni le percentuali di successo sono passate dal valore di 38,7% ad un più basso 30,5%; per le donne tra i 35 e i 37 anni dal 35,2% al 22,4% e per quelle tra i 38 e 43 anni dal 24% al 14%). In media, secondo i ricercatori, la percentuale di successo per un intervento di fecondazione assistita è scesa, a seguito dell’applicazione della legge 40, di un 20-25%.
Ettore Cittadini, ordinario di Ginecologia ed Ostetricia nell’ateneo di Palermo, che ha preso parte ad un convegno sul tema tenutosi in Sicilia, ha sottolineato che “l’infertilità è un problema di rilevanza sociale; secondo studi recenti, nei Paesi industrializzati l’infertilità interessa tra il 15% e il 20% delle coppie con una divisione identica delle responsabilità (35% ciascuno, tra uomo e donna)”.

Ecco nel dettaglio quali sono i quesiti referendari con i quali dovranno confrontarsi gli italiani domenica 12 e lunedì 13 giugno e quali implicazioni comportano.

Scheda celeste: riguarda la possibilità di fare ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali. Le cellule staminali sono balzate agli onori della cronaca in questi ultimi anni per le grandissime potenzialità che offrono nella lotta a molte e diffusissime malattie (patologie neurodegenerative, tumori, diabete e morbo di Parkinson). Le staminali sono presenti in numerose zone del corpo (adulte) e nell’embrione, ma gli scienziati sono pressoché concordi nel considerare le staminali embrionali molto più potenti delle adulte.
La legge 40 vieta la ricerca e l’utilizzo delle cellule staminali embrionali in tutte le sue forme fino ad arrivare addirittura a vietarne il congelamento. Ciò vuol dire che le migliaia di embrioni congelati che oggigiorno si trovano nei laboratori italiani (embrioni che erano stati il frutto di tentativi di fecondazione assistita su coppie italiane e che sono stati poi abbandonati) verranno gettati via senza nessuno scopo né di vita né scientifico. Potrebbero, invece, diventare un patrimonio importantissimo per favorire la ricerca contro gravissime malattie.

Il punto di partenza dell’intera legge 40 - e quindi anche delle sue dirette conseguenze - è che essa sancisce eguali diritti per l’embrione e per la madre. La scheda grigia chiede proprio di abrogare il comma 1 della legge: quello che vorrebbe, appunto, equiparare i diritti del concepito a quelli dei genitori; il comitato per il referendum sottolinea che “nei Paesi a ordinamento liberale, non c’è alcuna legge che riconosca l’embrione come persona giuridica”.

La tutela della salute della donna è al centro del quesito della scheda arancione: si tratta di eliminare l’attuale limite di creare in vitro soltanto tre embrioni e l’obbligo di impiantarli tutti e tre anche se sono malati. Si tratta di una pratica dannosa per la salute della donna perché le impone di ricevere tutti e tre gli embrioni (con il rischio di parto gemellare) e non di poter revocare il consenso all’impianto. La stessa scheda revocherebbe il divieto di congelamento degli embrioni e aprirebbe la strada alla selezione degli embrioni malati. La legge attuale, infatti, impone che gli embrioni debbano essere impiantati anche se sono malati e impedisce, dunque, ai genitori affetti da malattia ereditaria (come la talassemia, ad esempio) di avere dei figli.

Con la scheda rosa, infine, sarà possibile abrogare l’attuale divieto di praticare la fecondazione eterologa che consentirebbe alle coppie che non possono avere figli di ricorrere ad un donatore di seme esterno alla coppia.