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Please reply, Mr Bush

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    InKognito
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    Sognatore
    Sottobambozzo
    00 11/10/2003 15:44
    Ho sette domande per te, Mr Bush. Le faccio a nome dei 3000 morti di quel giorno di settembre e le faccio a nome del popolo americano. Non cerchiamo di vendicarci contro di te. Vogliamo solo sapere cosa successe, e cosa può essere fatto per portare gli assassini davanti alla giustizia, cosi da poter prevenire futuri attacchi contro i nostri cittadini.


    1. E’ vero che i bin Laden hanno fatto affari con te e con la tua famiglia per tutti i passati 25 anni?
    La maggior parte degli americani potrebbe essere sorpresa di scoprire che tu e tuo padre conoscete i bin Laden da tanto tempo. Quant’è profondo, esattamente, il rapporto, Mr Bush? Siete amici stretti o semplicemente ancora soci d’affari? Salem bin Laden – il fratello di Osama – fu il primo a iniziare a venire in Texas nel 1973 e ha comprato terra, si è costruito una casa, ha creato la compagnia di aviazione bin Laden all’aeroporto di San Antonio.
    I bin Laden sono una delle famiglie più ricche dell’Arabia Saudita. La loro immensa impresa di costruzioni ha praticamente costruito il paese, dalle strade alle centrali elettriche, dai grattacieli ai palazzi del governo.
    Hanno costruito alcune delle piste di atterraggio che ha utilizzato tuo papà quando ha fatto la guera del Golfo. Più che miliardari, hanno cominciato presto a investire in altre imprese in tutto il mondo, inclusa l’America. Hanno intensi rapporti con Citigroup, General Electric, Merrill Lynch, Goldman Sachs, e il Fremont Group.
    Per il New Yorker, la famiglia bin Laden possiede anche una parte della Microsoft e del gigante dell’aviazione civile e militare Boeing. Hanno donato 2 milioni di dollari all’alma mater, Harvard University, e decine di migliaia al Consiglio per la politica del Medio Oriente, un gruppo guidato da un ex ambasciatore USA in Arabia, Charles Freeman. Per di più oltre alle proprietà in Texas, hanno beni immobli in Florida e in Massachusetts. In breve, hanno bene le mani dentro ai nostri pantaloni.
    Purtroppo, come tu sai bene Mr Bush, Salem bin Laden è morto in un incidente aereo in Texas nel 1988. I fratelli di Salem – che sono circa 50, Osama incluso – hanno continuato a guidare gli investimenti di famiglia e le aziende.
    Dopo aver lasciato il suo incarico, tuo padre è diventato un consulente molto ben pagato di un’azienda conosciuta come Carlyle Group – una delle più importanti fornitrici della Difesa. Uno degli investitori della Carlyle – per una somma di almeno 2 milioni di dollari – non è altro che la famiglia bin Laden. Fino al 1994 tu, presidente, hai guidato un’azienda chiamata CaterAir, posseduta dal Carlyle Group.
    Dopo l’11 settembre, il Washington Post e il Wall Street Journal hanno riportato storie che rivelavano questo collegamento. La tua prima risposta, Mr Bush, è stata di ignorarli. Poi il tuo esercito di eruditi è entrato in azione. Questi ultimi hanno detto: non possiamo dipingere questi bin Laden con lo stesso pennello che usiamo per Osama. Loro hanno rinnegato Osama! Non hanno niente a che vedere con lui! Questi son bin Laden buoni.
    E così i video han cominciato a venir fuori. Mostravano un certo numero di questi bin Laden “buoni” – inclusa la madre di Osama, una sorella e due fratelli – che erano con Osama al matrimonio di suo figlio solo sei mesi e mezzo prima dell’11 settembre. Non era un segreto per la CIA che Osama bin Laden avesse accesso alla fortuna della sua famiglia (la sua parte è valutata in un minimo di 30 milioni di dollari), e che i bin Laden, insieme ad altri sauditi, hanno tenuto Osama e il suo gruppo, al Qaida, sempre ben finanziati.
    Potete farvi un giro sui mezzi di informazione, loro sanno che tutto quello che ho scritto è vero. Ma paiono impauriti a chiederti, Mr Bush, una cosa semplice: CHE STA SUCCEDENDO QUI?
    Nel caso non capiate quanto bizzarro sia il silenzio dei mezzi di informazione nei riguardi dei collegamenti Bush-binLaden, lasciatemi tracciare un’analogia con il come la stampa o il Congresso avrebbe trattato qualcosa di simile se una tal scarpa si fosse trovata al piede di Clinton.
    Se, dopo gli attacchi terroristici avvenuti all’edificio federale di Oklahoma, si fosse scoperto che il presidente Bill Clinton e la sua famiglia avevano rapporti d’affari con la famiglia di Timothy McVeigh, come pensate che il partito Repubblicano e i mezzi di informazione avrebbero trattato la cosa?
    Pensate che almeno un paio di domande, tipo “ma di cos’è che si tratta?”, sarebbero state fatte? Siate onesti, sapete la risposta. Avrebbero fatto più di un paio di domande. Avrebbero spellato vivo Clinton e gettato la sua carcassa a Guantanamo Bay.


    2. Qual è lo “speciale rapporto” tra i Bush e la famiglia reala saudita?
    Mr Bush, i bin Laden non sono i soli sauditi con i quali tu e la tua famiglia abbiate rapporti personali. L’intera famiglia reale pare essere indebitata con voi, o la cosa è al contrario?
    Il principale fornitore di petrolio agli USA è l’Arabia Saudita, che possiede le maggiori riserve al mondo. Quando Saddam Hussein invase il Kuwait nel 1990, furono i Sauditi che si sentirono minacciati, e fu tuo padre, George Bush I, che corse in loro salvataggio. I sauditi non l’hanno mai dimenticato. Haifa, moglie del principe Bandar, l’ambasciatore saudita negli Stati Uniti, ha detto che tua madre e tuo padre, presidente, sono come “mia madre e mio padre. So che se avessi mai bisogno, di qualunque cosa, potrei andare da loro”.
    La maggior parte dell’economia americana è costruita sul denaro saudita. Hanno investito migliaia di miliardi di dollari nel nostro mercato azionario, e altre migliaia di miliardi di dollari sono nelle nostre banche. Se decidessero improvvisamente di togliere questi soldi, le nostre società, i nostri istituti finanziari, crollerebbero a picco causando una crisi economica mai vista prima. Aggiungendo che il milione e mezzo di barili di petrolio dei quali abbiamo quotidiana necessità, di provenienza saudita, potrebbe svanire per medesimo capriccio reale, e cominciamo a vedere come non solo voi ma tutti noi siamo dipendenti dalla Casa Saud. George, è una bella cosa per la nostra sicurezza nazionale? Per chi questo è ottimo? Per voi? Per il popolo?
    Dopo l’incontro con il principe saudita nell’aprile 2002, tu ci hai felicemente detto che avevato stabilito “un solido legame personale” e che avevate passato “un sacco di tempo a tu per tu”. Di cose ci volevi rassicurare? O volevi solo ostentare la tua amicizia con un gruppo di dittatori che rivaleggiano coi talebani in soppressione dei diritti umani? Perche un tale doppio standard?


    3. Chi ha attaccato gli Stati Uniti l’11 settembre – un tipo in dialisi da una cava dell’Afghanistan, o la tua amica Arabia?

    Scusami, Mr Bush, ma qualcosa qui non ha senso.
    Ci hai ripetuto alla nausea che è stato Osama bin Laden il responsabile degli attacchi. Lo credevo. Ma poi ho cominciato a sentire strane storie sui reni di Osama. Improvvisamente non sapevo più a chi o a cosa credere. Come poteva un tipo seduto in una grotta in Afghanistan, agganciato a una dialisi, aver diretto e supervisionato tutte le azioni di 19 terroristi, che sono stati per due anni negli Stati Uniti, pianificando poi così perfettamente il dirottamento di 4 aerei con tanto di garanzia che tre di essi sarebbero finiti perfettamente sul loro obiettivo? Come ha controllato, organizzato e supervisionato questo tipo di attacco? E come ha comunicato? Con due barattoli e uno spago?
    I titoli strillavano il primo giorno, e ancora oggi due anni dopo: “i terroristi attaccano gli Stati Uniti”. Terroristi. Mi sono fatto domande su questa parola per molto tempo, così, George, fammi fare una domanda: se 15 dei 19 dirottatori fossero stati nord coreani, non sauditi, e avessero ammazzato 3.000 persone, credi che i titoli del giorno dopo sarebbero stati: “la Corea del Nord attacca gli Stati Uniti”? Ovviamente sì. O se fossero stati 15 iraniani o 15 libici o 15 cubani, penso che convenzionalmente si sarebbe scritto “l’Iran (o la Libia o Cuba) attacca gli Stati Uniti”. Tuttavia, dopo l’11 settembre, avete per caso letto qualche titolo, sentito qualche giornalista, affermare: “l’Arabia Saudita ha attaccato gli Stati Uniti”?
    Certo che no. Così la mia domanda deve – deve proprio – esser fatta: perché no? Perche quando il Congresso ha svolto la proprio inchiesta sull’11 settembre tu, Mr Bush, hai censurato 28 pagine che trattavano il ruolo saudita nell’attacco?
    Vorrei gettare qui un’ipotesi: e se l’11 settembre non fosse stato un attacco “terroristico” ma, piuttosto, un attacco militare contro gli Stati Uniti? George, apparentemente sei stato un pilota una volta – quant’è difficile colpire una costruzione di cinque piani a più di 500 miglia l’ora? Il Pentagono è alto solo 5 piani. A 500 miglia l’ora, se i piloti non fossero stati perfetti anche di un solo capello, l’aereo si sarebbe infilato nel fiume. Non si diventa così esperti nel guidare i jumbo jet prendendo lezioni da un video game in qualche scuola del cavolo dell’Arizona. Si impara nell’aviazione militare. Un certo tipo di aviazione militare.
    L’aviazione militare saudita?

    4. Perché hai permesso a un jet privato saudita di volare negli USA nei giorni dopo l’11 settembre caricando i membri della famiglia bin Laden e portandoli fuori dallo Stato, senza che l’FBI potesse fare ricerche?
    Dei jet privati, sotto la supervisione del governo saudita – e con la tua approvazione – hanno avuto il permesso di volare nei cieli americani, quando viaggiare in aereo era proibito, e hanno portato 24 membri della famiglia bin Laden prima “in un luogo segreto nel quale si teneva una riunione, in Texas”. Poi sono volati a Washington DC, e a Boston. Per concludere, il 18 settembre, sono volati tutti a Parigi, dove gli ufficiali Usa non potevano raggiugerli. Non sono mai stati interrogati davvero. E’ assurdo. Potrebbe essere possibile che almeno uno dei 24 bin Laden sapesse qualcosa?
    Mentre a migliaia si sono trovati bloccati da qualche parte non potendo volare, se potete dimostrare di essere uno stretto parente del più grande assassino della storia degli USA, avete vinto un viaggio gratis!
    Perché Mr Bush hai permesso che succedesse?


    5. Perché stai proteggendo i diritti del Secondo Emendamento di potenziali terroristi?
    Mr Bush, nei giorni dopo l’11 settembre, l’FBI ha cominciato a controllare se tra 186 “sospetti” che i poliziotti avevano arrestato nei primi 5 giorni dopo l’attacco qualcuno avesse comprato armi nei mesi precedenti l’11 settembre (due di loro l’avevano fatto). Quando John Ashcroft l’ha saputo ha immediatamente fatto interrompere la ricerca.
    Ha detto all’FBI che questi documenti segreti potevano essere usati a quel tempo per comprare armi ma non per un controllo da parte dell’FBI.
    Mr Bush, non puoi essere serio! La tua amministrazione è veramente così immersa nelle armi e così profondamente in mano alla National Rifle Association? Amo davvero come sei riuscito a prendere possesso di centinaia di persone, acciuffandole dalle strade senza avviso e motivo, trascinandole in prigione, togliendo loro la possibilità di contattare legali e famiglie, e poi, per la maggior parte di loro, spedirle fuori dal paese con semplici accuse sull’immigrazione.
    Gli hai annullato la protezione garantita dal Quarto Emendamento facendo ricerche senza diritto e detendendoli, i diritti garantiti dal Sesto Emendamento a un processo a porte aperte e a una giuria equa, e ai diritti del Primo Emendamento di parlare, riunirsi, dissentire e praticare la propria religione. Ritieni di avere il diritto di cacciare semplicemente via tutti i loro diritti, ma quando si tratta del diritto del Secondo Emendamento di possedere un AK-47- oh no! Questo diritto devono averlo – e difenderai il loro diritto di avere quest’arma.
    Chi, Mr Bush, sta davvero aiutando i terroristi qui?


    6. Sapevi che, mentre eri governatore in Texas, i talebani sono venuti in Texas per incontrarsi con i tuoi amici delle compagnie del petrolio e del gas?In accordo con la BBC, i Talebani sono venuti in Texas mentre tu eri governatore per incontrarsi con l’Unocal, un gigante dell’energia e della produzione di petrolio, per discutere della volontà dell’Unocal di costruire un oleodotto che passasse per il Turkmenistan e per l’Afghanistan controllato dai talebani e per il Pakistan.
    Mr Bush, di che si trattava?
    Apparentemente non ha mai attraversato la tua mente che vi fosse un problema, nonostante i talebani fossero il regime più repressivo e fondamentalista del pianeta. Che ruolo hai esattamente avuto nell’incontro dell’Unocal con i Talebani?
    In base a diversi resoconti, i rappresentanti della tua amministrazione hanno incontrato i Talebani e hanno concordato su alcuni argomenti con loro durante l’estate del 2001. Quali erano questi argomenti, Mr Bush? Stavate discutendo la loro proprosta di consegnare bin Laden? Li stavate minacciando con l’uso della forza? O stavate loro parlando di un oleodotto?


    7. Cos’era esattemente quell’espressione sulla tua faccia in quella classe della Florida, in quel mattino dell’11 settembre, quando il tuo capo del personale ti disse “l’America è sotto attacco”?
    Il mattino dell’11 settembre, hai giocato a golf poi sei andato in una scuola elementare della Florida per leggere ai bimbi piccoli. Sei arrivato nella scuola dopo che il primo aereo aveva colpito la torre nord di New York. Sei entrato in classe intorno alle 9 e il secondo aereo ha colpito la torre sud alle 9.03. Solo pochi minuti dopo, mentre stavi seduto dinnanzi alla classe dei bimbi, il tuo capo del personale, Andrez Card, è entrato nella classe e ti ha sussurrato all’orecchio. Card ti stava, apparentemente, dicendo del secondo aereo e sul fatto che eravamo “sotto attacco”.
    E’ stato in quel momento che la tua faccia ha preso un’espressione distante, non glaciale ma apparentemente paralizzata. Nessuna emozione è emersa. E poi… ti sei semplicemente seduto. TI sei seduto là per altri 7 minuti circa non facendo nulla.
    George, cosa stavi pensando? Cosa significava quell’espressione sulla tua faccia?
    Stavi pensando che avresti dovuto prendere sul serio i rapporti che la CIA ti aveva dato il mese prima? Ti era stato detto che al Qaida stava pianificando attacchi contro gli Stati Uniti e che sarebbero probabilmente stati usati aerei.
    O eri solo spaventato da fartela sotto?
    O stavi solo pensando “Innanzitutto non volevo questo lavoro” Questo doveva essere il lavoro di Jeb: lui era il prescelto” Perché io? Perché io, papà?”
    O forse, ma forse, stavi là seduto in quella classe pensando ai tuoi amici sauditi, sia ai reali che ai bin Laden. Persone che sapevi sin troppo bene che non avrebbero combinato nulla di buono. Quali domande sarebbero state fatte? Che sospetti si sarebbero fatti strada? Sarebbero riusciti i democratici a scavare nel passato della tua famiglia e dei rapporti con queste persone (no, non preoccuparti, nessuna possibilità che succeda!)? Uscirà mai la verità?
    E mentre sono in questo…


    Pericolo – multimilionari in fuga.
    Ho sempre pensato che fosse interessante che la strage dell’11 settembre fosse stata presumibilmente commesso da un multimilionario. Diciamo sempre che è stata commessa da un “terrorista” o da un “fondamentalista islamico” o da un “arabo”, ma non abbiamo mai definito Osama con il suo giusto titolo: multimilionario. Perché non abbiamo mai letto un titolo con su scritto “3000 persone uccise da un multimilionario”? Sarebbe stato un titolo corretto, non è vero?
    Osama bin Laden ha un patrimonio di almeno 30 milioni di dollari: è un multimilionario Così perché non è stato questo il modo nel quale abbiamo visto questa persona, come uno dannatamente ricco che ammazza la gente? Perché non è diventato questo il criterio per definire i potenziali terroristi? Invece di correre dietro a sospetti arabi, perché non abbiamo detto “oh mio Dio, un multimilionario ha ucciso 3000 persone! Becchiamo i multimilionari! Mettiamoli in galera tutti! Non importano le accuse! Nessun processo! Deportiamo i milionari!”

    Tenere al sicuro l’America
    Il Patriot Act e la definizione di combattenti nemici sono solo un suggerimento di ciò che Bush ha in serbo per noi. Ad esempio, considerata un’idea originale dell’Ammiraglio John Poindexter, un artefice dell’Iran-contra, e della Defence Advanced Research Projects Agency (Darpa): “la politica delle analisi del mercato”, che il governo ha messo nel suo sito web.
    Apparentemente, Poindexter ha ragionato sul fatto che i mercati futuri avevano lavorato tanto bene per gli amiconi di Bush alla Enron che avrebbe potuto adattare le previsioni al terrorismo. Quindi le persone avrebbero potuto investire in ipotetici contratti futuri invocando la possibilità del verificarsi di determinati eventi, tipo: “l’assassinio di Yasser Arafat”o “il rovesciamento di re Abdullah II di Giordania”. Altre azioni sul futuro sarebbero state disponibili sull’andamento dell’economia, sulla stabilità, sul coinvolgimento militare in Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Arabia Saudita, Siria e Turchia. Tutti, ovviamente, paesi collegati al petrolio.
    Questa proposta di mercato è durata circa un giorno dopo essere stata rivelata al Senato. I senatori Wyden e Dorgan hanno protestato per via della richiesta da parte del Pentagono di 8 milioni di dollari e Wyden ha detto, “Il mercato commercia possiblilità, queste fanno rivoltare lo stomaco perché pare un passo nuovo per usare le tasse dei contribuenti lucrando nella guerra al terrorismo”. Come risultato della protesta, Poindexter è stato rimosso.


    Dare a Saddam le chiavi di DetroitA Las Vegas, un blindato è stato usato per distruggere lo yogurt francese, il pane francese, le bottiglie di vino francese, la Perrier, le foto di Chirac, una guida di Parigi e, il massimo, tutte le fotocopie della bandiera francese. La Francia era il paese perfetto da combattere. Se siete un’azienda che offre notizie via cavo, perché pagare notizie senza prezzo per investigare sul se l’Iraq avesse davvero armi di distruzione di massa quando puoi scrivere una storia su quanto son di merda i francesi?
    Fox News ha guidato la carica per collegare Chirac a Saddam Hussein, mostrando vecchi montaggi dei due uomini insieme. Non importava che l’incontro si fosse svolto negli anni 70. L’emittente non si è preoccupata di mandare in onda il video di quando Saddam fu presentato con una chiave della città di Detroit, o il film dell’inizio delgi anni ’80 nel quale Donald Rumsfeld faceva visita a Saddam a Baghdad per discutere i progressi della guerra tra Iraq e Iran. Il video di Rumsfeld che abbracciava Saddam non era apparentemente degno di essere mandato altrettanto in onda a ciclo continuo. Non era degno di essere mostrato nemmeno una volta. Ok, forse una volta. Da Oprah.

    di Michael Moore

  • OFFLINE
    dedal0
    Post: 1.241
    Sogno
    Socio Veterano
    00 15/10/2003 14:33
    il grandissimo moore!!!! ora mi voglio leggere "stupid white man" che mi han detto sia notevole....
  • OFFLINE
    bambino cattivo
    Post: 303
    Sognatore
    Bambozzo Lord
    00 16/10/2003 15:24
    Fondo Monetario Internazionale - Fondo Maiali Interessati
    Le persone, con i capelli tinti di verde, che protestavano nelle strade di Seattle furono ridicolizzate per il loro ritenere che la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e i ministri delle finanze del mondo avessero fatto accordi segreti per impoverire le nazioni in via di sviluppo.
    Nei fatti ecco qui uno di questi accordi: la “relazione sulla strategia d’assistenza al progresso” dell’Argentina, del giugno 2001.




    Questo documento, redatto dalla Banca Mondiale, rappresenta le direttive della suddetta banca e del Fondo Monetario, così come, indirettamente, i voleri del più importante patrono di entrambe le istituzioni: il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Contrassegnate come “Confidenziale”, queste relazioni sono raramente rese note alle popolazioni, pur riguardandole. Lo stesso per gli ulteriori 100 accordi che coinvolgono paesi debitori nei confronti del FMI e della Banca Mondiale, come Argentina, Tanzania, Ecuador, Sierra Leone. E in tali luoghi questi accordi servono come legislazioni de facto, meticolosi nei dettagli e ideologici nelle motivazioni addotte. Anche se espresse come condizioni di prestito, o come consigli di aiuto alla spiluppo, queste relazioni appaiono molto di più come le regole precise dettate da un colpo di Stato finanziario…


    Per ridurre il proprio debito, seguendo quanto decretato dal FMI, l’Argentina ha dovuto tagliare 3 miliardi di dollari di spese. Un taglio necessario, per gli autori della relazione, per “adeguarsi agli aumenti di interessi”. Gli interessi, la relazione non ha bisogno di scriverlo, sono nella maggior parte dovuti a creditori stranieri che includono gli stessi FMI e Banca Mondiale. Dal 1994, infatti, i disavanzi nel bilancio dell'Argentina sono stati interamente dovuti al pagamento degli interessi su prestiti stranieri. Eccettuati tali pagamenti, la spesa era rimasta costante, al 19% del PIL. Malgrado il danno evidente causato dai tagli alle spese, il nuovo piano ordinava di più. Esso prometteva che “sarebbe notevolmente migliorato l’andamento per i restanti mesi del 2001 e per il 2002, con una crescita tale da recuperare le perdite dei primi mesi del 2001”. La Banca era assolutamente fuori segno. Entro dicembre 2001, la classe media di Buenos Aires si trovava in giro per le strade a caccia di immondizia da mangiare, unendosi alla massa dei poveri.


    Com’era arrivata l’Argentina a una tale impasse? Negli anni ’90 la nazione era il poster della globalizzazione, avendo seguito da brava, senza far domande, il programma della Banca Mondiale e dell’FMI. Il piano delle “riforme” per l’Argentina, così come per ogni altra nazione, ha quattro punti. Il primo, liberalizzazione del mercato dei capitali, è stato reallizzato dal “piano di convertibilità” del 1991, che legava il Peso argentino a una relazione di uno a uno con il dollaro USA. Questo legame doveva ottenere un abbassamento dell’inflazione e un rallentamento della spesa pubblica, nella speranza di attrarre e rendere il paese piacevole agli investimenti stranieri. In pratica i mercati liberalizzati del capitale: capitale che doveva poter andare dentro e fuori dal paese attraverso i confini. Ma una volta che l’ecomonia Argentina ha cominciato a vacillare, il capitale è semplicemente andato solo fuori.


    Il secondo punto nelle prescrizioni del regime FMI/Banca Mondiale, è la privatizzazione. Incitando coloro che hanno prestato a comprare, per uscire dalla necessità finanziaria, l’Argentina negli anni ’90 ha venduto all’esterno quello che gli argentini, ora dolentemente, definiscono “las joyas de mi abuela”, i gioielli della nonna: il petrolio statale, il gas, l’acqua, le compagnie elettriche e le banche di stato. E’ stata praticamente una svendita. La Vivendi, francese, si è appropriata del sistema idrico: la Enron, texana, degli oleodotti di Buenos Aires; la Fleet, di Boston, si è presa le banche...
    Nel 1994, dietro un sollecito della Banca Mondiale, l’Argentina ha parzialmente privatizzato anche il suo sistema di previdenza sociale, deviandolo in buona parte verso privati. Il Centro di Ricerca sull’Economia e la Politica, con sede negli USA, ha calcolato che i danni derivati da questa sola decisione hanno uguagliato il disavanzo di bilancio della nazione durante lo stesso periodo.


    La terza forca prevista dal Colpo di Stato del “laissez faire” è la valutazione basata sul mercato. In Argentina, l’obiettivo principale di questa iniziativa era il sindacato, ritenuto troppo inflessibile rispetto alle necessità dei prodotti. “Un importante passo avanti è stato fatto con l’eliminazione dei contratti di lavoro antiquati”, dichiara questo rapporto, notando che così “i costi della manodopera (cioè gli stipendi) sono crollati a causa della flessibilità del mercato del lavoro indotta dalla liberalizzazione de facto del mercato attraverso un’accresciuta informalità”.
    Traducendo: i lavoratori che hanno perso il lavoro sono stati obbligati a firmare un accordo ad hoc, con molta meno protezione. Qui il rapporto chiede al governo di decentralizzare la contrattazione collettiva dei sindacati, una mossa per ridurre il potere sindacale?


    Lontano dal realizzare il prefissato obiettivo di “percentuale di disoccupazione inferiore alla doppia cifra”, la Banca Mondiale e l’FMI hanno visto la figura del disoccupato a Buenos Aires aumentare dal 17 al 22%, nel solo anno seguente all’uscita del rapporto. La violenza e i saccheggi che hanno caratterizzato la città nel dicembre 2001 rappresentano una fase nel processo di “austerity” che Stiglitz (nobel per l'economia, dimessosi da presidente del FMI) definisce come “FMI riot”. “Quando una nazione, asserisce lui, è povera e emarginata, l’FMI se ne avvantaggia spremenola sino all’ultima goccia di sangue. Sfruttano fino a che, alla fine, l’intero calderone viene fatto esplodere”…


    Il quarto punto del programma di FMI/Banca Mondiale è il libero scambio. Le due istituzioni hanno vincolato i prestiti all’accettazione da parte dell’Argentina di “una politica commerciale aperta”. Mentre arrivava la recessione, i prodotti degli esportatori argentini erano effettivamente troppo cari, a causa del legame con il dollaro USA che obbligava a una spettacolare competizione sbilanciata contro le merci brasiliane, valutate nella moneta brasiliana fortemente svalutata.

    In Argentina cresce uno speciale tipo di riso dai lunghi chicchi, molto amato dai brasiliani, ma quando il Brasile si è trovato a rischio fame tonnellate di riso sono andate invendute…

    Prima del 1980, quando la Banca Mondiale e il FMI hanno deciso di riorganizzare le economie delle nazioni in via di sviluppo, quasi tutte queste economie aderivano a modelli keynesiani o al socialismo. Allora, a seguito del “modello di sostituzione nell’import”, esse avevano costruito le loro industrie locali con investimenti governativi, proteggendole con dazi e controlli del capitale. In questi supposti periodi neri dell’economia, che datavano approssimativamente dal 1960 al 1980, il reddito procapite crebbe del 73% in America Latina e del 34% in Africa. Per confronto, dal 1980, l’America Latina ha cominciato a crescere più lentamente fino a fermarsi e perdere il 6% negli ultimi 20 anni, mentre gli stati africani subivano un calo del 23%. Il FMI stesso, in una dichiarazione che accompagnava la sua “Prospettiva Economica Mondiale”, dell’aprile del 2000, notava che “nelle ultime decadi troppi paesi, per l’equivalente di circa un quinto della popolazione mondiale, erano regrediti. Questo è deducibilmente uno dei maggiori fallimenti economici del ventesimo secolo”. Almeno su quest’ultima analisi, il FMI ha avuto ragione.