Tempo fa scrissi in un mio post, della probabile
passione di Panella verso la letteratura gialla.
In molti suoi lavori con Battisti, lui ha toccato
spesso questo argomento e sono convinto che
pure ne I SACCHI DELLA POSTA si sia ispirato
a questo genere, non rivelando mai l'identità del
protagonista e lasciando solo alcuni indizi :
i piedi e le scarpe.
Come in un thriller quando il regista ci mostra
solo i piedi del presunto colpevole, Panella fa
altrettanto in questo brano, celando il volto di
questo suo personaggio e mostrandoci la sola
inquadratura delle scarpe in quasi tutto il racconto.
Come a dire, arrangiatevi da soli a scoprire chi si
nasconde sotto a queste spoglie.
Fiera, sommessa, repentina, breve
l'estensione variabile dei piedi
l'andatura, l'adagio, lo svelto l'incedere e il procedere.
poi le scarpe sono la precisa espressione del viso.
Chi è questa persona impegnata a tratti in una
frettolosa camminata, dal piglio vigoroso e raffinato ?
Secondo me, non è il passo di un uomo, ma di una
donna, data la corta estensione dei piedi e poi le
scarpe denotano le sembianze di chi le portano ;
già, scarpa piccola fa presagire un viso femminile
la scarpa grossa appartiene ai maschi.
Andare passo passo, fare moto
per correre ed agitarsi molto poco.
Appena in tempo per la messa cantata
un altro po' ed il treno era partito
svoltato l'angolo, aggirato il monumento
lungo le mura , rasente la barriera, di sotto
il porticato, sfiorando la ringhiera
la spalletta, la spalletta sul fiume.
Io trovo stupende queste immagini che Panella
disegna in maniera quasi beckettiana.
Un continuo susseguirsi di fotogrammi che lasciano
all' ascoltatore la sensazione di assistere ad un film.
La corsa di questa donna che arriva trafelata
per non perdere la messa cantata e celebrativa
forse, di un particolare avvenimento.
Poi la visione della stazione, il treno che compie un
suggestivo tragitto, prima di passare sopra il ponte
con il fiume di sotto e perdersi all' orizzonte.
Le scale, sulle scale, le scale
da un sarto senza manica sinistra
dall 'ebanista discutendo se si possa
chiamare diceria il capriccio della cornice.
Dopo la cerimonia è doveroso per lei fare
un salto in centro, per poi visitare i negozi.
Eccola così recarsi in sartoria, per provare
ancora una volta il suo esclusivo vestito.
Poi è il turno dell' antiquario, fare quattro
chiacchere e parlare di un tal mobile pregiato.
Bello il gioco di parole in puro stile enigmistico :
l' intaglio del mobile ( il riccio sopra la cornice )
diventa cap-riccio e così i due non parlando più
di arte e stile, fanno scivolare il discorso altrove.
Perchè non scende e uno
perchè non sale e due ?
Appunto, ma tizio e caio che fanno ?
una questione su fatti inerenti a delle persone del posto.
I sacchi della posta
questa è l' ora, quasi da soli saltano
sugli sbarcatoi.
I quarti di buesse sanguinose
soggiogano ragazzi incappucciati
gli appuntamenti sono plateali
vedi venirsi incontro due vocali.
I cagnolini vanno avanti al trotto
i cani grossi hanno scontri di botto
col non si sa che sia, col non si sa.
Come un abile regista cinematografico
Panella punta il suo obiettivo, focalizzando
varie scene di vita quotidiana nei meandri della città.
Un flash dentro al centro di meccanizzazione postale
per poi passare ad un'altra inquadratura.
Nella bottega di un macellaio, le mezzene
sanguinolente attaccate ai ganci e i garzoni
con gli impermeabili, sottomessi dal peso
portano sulle spalle incurvate i quarti di vacca.
Sulla strada un gruppo di cani randagi
se ne vanno al piccolo trotto.
Ogni giorno sfidano la vita passando
tra le ruote delle auto in circolazione.
Già, qui si parla di scontri e appuntamenti.
L' appuntamento in fondo è un incontro
che può diventare uno scontro e non solo
come per i cani.
Specialmente se diventa plateale e
allora succede che due vocali si scontrano
e formano uno iato.
I minutini, gli attimi, gli istanti
tengono a bada tutti quanti
ma le mezzore perse sono già funeste
son teste emerse e rifugiate leste
nelle finestre, nelle finestre.
Ancora immagini dalla strada
e il traffico caotico della città.
Le snervanti code per chi va
di fretta, con i semafori che rubano
minuti preziosi, creando disagi e stress.
Dalle auto coi vetri abbassati, qualcuno
fa capolino con la testa e si sporge imprecando.
A prima vista tutto è secondario
poi le scarpe sono la precisa volontà del viso.
La suspence permane come in un giallo.
La macchina da presa puntata in basso
riprende solo le scarpe della misteriosa
donna, mentre cammina e passeggia per la città.
Cominciano i miraggi
atti notori, col nastrino in gola
fanno i graziosi mentre fan la spola
Nelle vicinanze, una scena di un posto di blocco .
Una pattuglia dei carabinieri che ferma
gli automobilisti e redige verbali ai multati.
I colletti alti col nastrino sono tipici della gendarmeria.
Patente e fisarmonica a soffietto
hanno da dire e da ridire su tutto
Divertente questo gioco di parole equivalente
alla ben nota richiesta dei documenti :
patente, libretto e carta di circolazione !
purtroppo per noi, restiamo il più delle volte
vittime di un qualche cavillo.
Licenze ancheggiatrici fanno adescamento
quindi i certificati sono pellirossa tutti illustrati.
Poco lontano un gruppetto di " belle " al lavoro
ricevono le attenzioni dei carabinieri e vengono
invitate ad esibire i loro certificati.
( tutti belli e rossi e illustrati o perchè di donne meticce )
Arrivederci e uno a risentirci e due
Ecco il prologo finale del film
con l' anonima protagonista alla ribalta.
il suo educato commiato verso gli amici e le
altre persone incontrate nel corso della giornata :
ciao a te, buongiorno a lei e ci vediamo domani.
Le parti per il corpo articolato
si piegano, si snodano polpose
e succulente ossee nervose ;
il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone
intorno al quale il muscolo fa vela
lo zigomo, la tempia il metatarso.
Alla fine Panella alza lentamente l'obiettivo
e ci mostra le varie parti anatomiche
rivelando l' identità della protagonista.
Un corpo giovane e flessuoso in movimento
di una ragazza attraente.
In questo contesto anche l' enigmistica
diventa parte integrante.
il perone si trasforma in pennone e perciò
diventa l' albero maestro, come in una barca
e il muscolo fa da vela quadra.
Poi le scarpe con i lacci o senza
la faccia
arrivederci arrivederci.
Dopo la dissezione visiva del corpo, ora la figura
della giovane donna, nella sua impalpabile presenza
si erge completamente per l' ultima formale apparizione.
I convenevoli saluti e poi, il suo cordiale congedo
dai riflettori della città .
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Dopo questa esposizione, mi chiedo :
chi sarà mai questa invisibile ragazza, sbucata da chissà dove
e accompagnata sempre da questo alone di mistero ?
forse, la medesima dell' inquietante
brano iniziale "Cosa succederà alla ragazza "
quella che, qualcuno vorrebbe olio e limone.
Lei, che alla mattina presto esce di casa
attraversa la periferia e le cateratte urbane, per recarsi
poi in un centro commerciale.
La bella incatenata, che sale sulla metro per passare
dall' altra parte della città e fare alcune cose importanti.
Lei, che si interessa all' infusione che dona
brillantezza ai suoi capelli e poi dice :
si sono io quella ragazza !
Lei, che si invaghisce del bitume e ama i viaggi
e quella che, alla quattro meno un quarto della notte
si chiede cosa farà di nuovo e cosa non farà più .
Un dubbio o una certezza ?
ciao Gaetano