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i sacchi della posta

  • Messaggi
  • Gaetano
    00 28/01/2003 13:35

    Tempo fa scrissi in un mio post, della probabile
    passione di Panella verso la letteratura gialla.
    In molti suoi lavori con Battisti, lui ha toccato
    spesso questo argomento e sono convinto che
    pure ne I SACCHI DELLA POSTA si sia ispirato
    a questo genere, non rivelando mai l'identità del
    protagonista e lasciando solo alcuni indizi :
    i piedi e le scarpe.
    Come in un thriller quando il regista ci mostra
    solo i piedi del presunto colpevole, Panella fa
    altrettanto in questo brano, celando il volto di
    questo suo personaggio e mostrandoci la sola
    inquadratura delle scarpe in quasi tutto il racconto.
    Come a dire, arrangiatevi da soli a scoprire chi si
    nasconde sotto a queste spoglie.



    Fiera, sommessa, repentina, breve
    l'estensione variabile dei piedi
    l'andatura, l'adagio, lo svelto l'incedere e il procedere.
    poi le scarpe sono la precisa espressione del viso.


    Chi è questa persona impegnata a tratti in una
    frettolosa camminata, dal piglio vigoroso e raffinato ?
    Secondo me, non è il passo di un uomo, ma di una
    donna, data la corta estensione dei piedi e poi le
    scarpe denotano le sembianze di chi le portano ;
    già, scarpa piccola fa presagire un viso femminile
    la scarpa grossa appartiene ai maschi.

    Andare passo passo, fare moto
    per correre ed agitarsi molto poco.
    Appena in tempo per la messa cantata
    un altro po' ed il treno era partito
    svoltato l'angolo, aggirato il monumento
    lungo le mura , rasente la barriera, di sotto
    il porticato, sfiorando la ringhiera
    la spalletta, la spalletta sul fiume.


    Io trovo stupende queste immagini che Panella
    disegna in maniera quasi beckettiana.
    Un continuo susseguirsi di fotogrammi che lasciano
    all' ascoltatore la sensazione di assistere ad un film.
    La corsa di questa donna che arriva trafelata
    per non perdere la messa cantata e celebrativa
    forse, di un particolare avvenimento.
    Poi la visione della stazione, il treno che compie un
    suggestivo tragitto, prima di passare sopra il ponte
    con il fiume di sotto e perdersi all' orizzonte.

    Le scale, sulle scale, le scale
    da un sarto senza manica sinistra
    dall 'ebanista discutendo se si possa
    chiamare diceria il capriccio della cornice.


    Dopo la cerimonia è doveroso per lei fare
    un salto in centro, per poi visitare i negozi.
    Eccola così recarsi in sartoria, per provare
    ancora una volta il suo esclusivo vestito.
    Poi è il turno dell' antiquario, fare quattro
    chiacchere e parlare di un tal mobile pregiato.
    Bello il gioco di parole in puro stile enigmistico :
    l' intaglio del mobile ( il riccio sopra la cornice )
    diventa cap-riccio e così i due non parlando più
    di arte e stile, fanno scivolare il discorso altrove.

    Perchè non scende e uno
    perchè non sale e due ?


    Appunto, ma tizio e caio che fanno ?
    una questione su fatti inerenti a delle persone del posto.

    I sacchi della posta
    questa è l' ora, quasi da soli saltano
    sugli sbarcatoi.
    I quarti di buesse sanguinose
    soggiogano ragazzi incappucciati
    gli appuntamenti sono plateali
    vedi venirsi incontro due vocali.
    I cagnolini vanno avanti al trotto
    i cani grossi hanno scontri di botto
    col non si sa che sia, col non si sa.


    Come un abile regista cinematografico
    Panella punta il suo obiettivo, focalizzando
    varie scene di vita quotidiana nei meandri della città.
    Un flash dentro al centro di meccanizzazione postale
    per poi passare ad un'altra inquadratura.
    Nella bottega di un macellaio, le mezzene
    sanguinolente attaccate ai ganci e i garzoni
    con gli impermeabili, sottomessi dal peso
    portano sulle spalle incurvate i quarti di vacca.
    Sulla strada un gruppo di cani randagi
    se ne vanno al piccolo trotto.
    Ogni giorno sfidano la vita passando
    tra le ruote delle auto in circolazione.
    Già, qui si parla di scontri e appuntamenti.
    L' appuntamento in fondo è un incontro
    che può diventare uno scontro e non solo
    come per i cani.
    Specialmente se diventa plateale e
    allora succede che due vocali si scontrano
    e formano uno iato.

    I minutini, gli attimi, gli istanti
    tengono a bada tutti quanti
    ma le mezzore perse sono già funeste
    son teste emerse e rifugiate leste
    nelle finestre, nelle finestre.


    Ancora immagini dalla strada
    e il traffico caotico della città.
    Le snervanti code per chi va
    di fretta, con i semafori che rubano
    minuti preziosi, creando disagi e stress.
    Dalle auto coi vetri abbassati, qualcuno
    fa capolino con la testa e si sporge imprecando.

    A prima vista tutto è secondario
    poi le scarpe sono la precisa volontà del viso.


    La suspence permane come in un giallo.
    La macchina da presa puntata in basso
    riprende solo le scarpe della misteriosa
    donna, mentre cammina e passeggia per la città.

    Cominciano i miraggi
    atti notori, col nastrino in gola
    fanno i graziosi mentre fan la spola


    Nelle vicinanze, una scena di un posto di blocco .
    Una pattuglia dei carabinieri che ferma
    gli automobilisti e redige verbali ai multati.
    I colletti alti col nastrino sono tipici della gendarmeria.

    Patente e fisarmonica a soffietto
    hanno da dire e da ridire su tutto


    Divertente questo gioco di parole equivalente
    alla ben nota richiesta dei documenti :
    patente, libretto e carta di circolazione !
    purtroppo per noi, restiamo il più delle volte
    vittime di un qualche cavillo.

    Licenze ancheggiatrici fanno adescamento
    quindi i certificati sono pellirossa tutti illustrati.


    Poco lontano un gruppetto di " belle " al lavoro
    ricevono le attenzioni dei carabinieri e vengono
    invitate ad esibire i loro certificati.
    ( tutti belli e rossi e illustrati o perchè di donne meticce )

    Arrivederci e uno a risentirci e due

    Ecco il prologo finale del film
    con l' anonima protagonista alla ribalta.
    il suo educato commiato verso gli amici e le
    altre persone incontrate nel corso della giornata :
    ciao a te, buongiorno a lei e ci vediamo domani.

    Le parti per il corpo articolato
    si piegano, si snodano polpose
    e succulente ossee nervose ;
    il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone
    intorno al quale il muscolo fa vela
    lo zigomo, la tempia il metatarso.


    Alla fine Panella alza lentamente l'obiettivo
    e ci mostra le varie parti anatomiche
    rivelando l' identità della protagonista.
    Un corpo giovane e flessuoso in movimento
    di una ragazza attraente.
    In questo contesto anche l' enigmistica
    diventa parte integrante.
    il perone si trasforma in pennone e perciò
    diventa l' albero maestro, come in una barca
    e il muscolo fa da vela quadra.

    Poi le scarpe con i lacci o senza
    la faccia
    arrivederci arrivederci.


    Dopo la dissezione visiva del corpo, ora la figura
    della giovane donna, nella sua impalpabile presenza
    si erge completamente per l' ultima formale apparizione.
    I convenevoli saluti e poi, il suo cordiale congedo
    dai riflettori della città .

    -------------------------------------------------------

    Dopo questa esposizione, mi chiedo :
    chi sarà mai questa invisibile ragazza, sbucata da chissà dove
    e accompagnata sempre da questo alone di mistero ?
    forse, la medesima dell' inquietante
    brano iniziale "Cosa succederà alla ragazza "
    quella che, qualcuno vorrebbe olio e limone.
    Lei, che alla mattina presto esce di casa
    attraversa la periferia e le cateratte urbane, per recarsi
    poi in un centro commerciale.
    La bella incatenata, che sale sulla metro per passare
    dall' altra parte della città e fare alcune cose importanti.
    Lei, che si interessa all' infusione che dona
    brillantezza ai suoi capelli e poi dice :
    si sono io quella ragazza !
    Lei, che si invaghisce del bitume e ama i viaggi
    e quella che, alla quattro meno un quarto della notte
    si chiede cosa farà di nuovo e cosa non farà più .
    Un dubbio o una certezza ?

    ciao Gaetano
  • carlo
    00 28/01/2003 13:52
    Re: Gaetano, attento le ragazze non hanno il pennone
    ciao Gaetano,
    secondo me e' un uomo che fa il giro della citta' al mattino e richiama una bella poesia di Palazzeschi.
    stupenda e poetica e' la descrizione del pene.
    ciao
    Carlo
  • raffy44gatti
    00 28/01/2003 14:31
    Re: Re: Gaetano, attento le ragazze non hanno il pennone

    Scritto da: carlo 28/01/2003 13.52
    ciao Gaetano,
    secondo me e' un uomo che fa il giro della citta' al mattino e richiama una bella poesia di Palazzeschi.
    stupenda e poetica e' la descrizione del pene.
    ciao
    Carlo



    Ci avrei giurato che tiravi fuori (!!!) il parallellismo con Palazzeschi, ma come ti conosco bene Carlo!

    Poi con calma dirò la mia!
    ok Gaetano?

    Raffaella
  • Gaetano
    00 28/01/2003 19:59
    il pennone
  • Gaetano
    00 28/01/2003 20:17
    il pennone
    ciao Carlo, tutto bene ?
    non me l'aspettavo proprio questa cosa qui, del pene-pennone.
    che dire,può essere un'idea ( con Panella mai dire mai! )
    però mi chiedo:
    gli uomini hanno le tipiche escrescenze polpose e succulente ?
    a me queste, risultano peculiarità tipicamente femminili.
    o sbaglio ?

    ciao Gaetano
  • raffy44gatti
    00 29/01/2003 00:04
    Re: ma si ! mi hai convinto!

    Tempo fa scrissi in un mio post, della probabile
    passione di Panella verso la letteratura gialla.
    In molti suoi lavori con Battisti, lui ha toccato
    spesso questo argomento e sono convinto che
    pure ne I SACCHI DELLA POSTA si sia ispirato
    a questo genere, non rivelando mai l'identità del
    protagonista e lasciando solo alcuni indizi :
    i piedi e le scarpe.
    Come in un thriller quando il regista ci mostra
    solo i piedi del presunto colpevole, Panella fa
    altrettanto in questo brano, celando il volto di
    questo suo personaggio e mostrandoci la sola
    inquadratura delle scarpe in quasi tutto il racconto.
    Come a dire, arrangiatevi da soli a scoprire chi si
    nasconde sotto a queste spoglie.

    bella questa interpretazione del film giallo, io però sposterei il concetto su un qualcosa che poi ha a che vedere con LA VOCE DEL VISO..quando dice : "Chè il volto è tutto ma non è del corpo al quale pare unito".."e poi ci si innamora di un viso in cui l'estranietà lavora"..
    due prospettive, concetti estremi...su uno si stigmatizza l'importanza del piede per ricondurre al volto..sull'altra è solo il viso che ha un imperio un comando.. mentre il resto comprese le parole sono superflue.



    Fiera, sommessa, repentina, breve
    l'estensione variabile dei piedi
    l'andatura, l'adagio, lo svelto l'incedere e il procedere.
    poi le scarpe sono la precisa espressione del viso.


    Chi è questa persona impegnata a tratti in una
    frettolosa camminata, dal piglio vigoroso e raffinato ?
    Secondo me, non è il passo di un uomo, ma di una
    donna, data la corta estensione dei piedi e poi le
    scarpe denotano le sembianze di chi le portano ;
    già, scarpa piccola fa presagire un viso femminile
    la scarpa grossa appartiene ai maschi.
    io ci vedrei anche il proverbio: scarpe grosse cervello fino...quindi calzature grossolane o demodè sono la spia per catalogare chi le indossa.

    Andare passo passo, fare moto
    per correre ed agitarsi molto poco.
    Appena in tempo per la messa cantata
    un altro po' ed il treno era partito
    svoltato l'angolo, aggirato il monumento
    lungo le mura , rasente la barriera, di sotto
    il porticato, sfiorando la ringhiera
    la spalletta, la spalletta sul fiume.


    Io trovo stupende queste immagini che Panella
    disegna in maniera quasi beckettiana.
    Un continuo susseguirsi di fotogrammi che lasciano
    all' ascoltatore la sensazione di assistere ad un film.
    La corsa di questa donna che arriva trafelata
    per non perdere la messa cantata e celebrativa
    forse, di un particolare avvenimento.
    Poi la visione della stazione, il treno che compie un
    suggestivo tragitto, prima di passare sopra il ponte
    con il fiume di sotto e perdersi all' orizzonte.
    l'immagine del treno che per un pelo non si è perso io lo considero come una metafora per le occasioni quasi perse o purtroppo perdute: c'è stato un equivoco? è stato risolto ecco che il treno dell'opportunità si è ripreso al volo..di contro un capirsi all'inverso ecco che allontana l'obiettivo prefissato che è invece salito sulla carrozza e svanisce girato l'angolo aggirato il monumento.

    Le scale, sulle scale, le scale
    da un sarto senza manica sinistra
    dall 'ebanista discutendo se si possa
    chiamare diceria il capriccio della cornice.


    Dopo la cerimonia è doveroso per lei fare
    un salto in centro, per poi visitare i negozi.
    Eccola così recarsi in sartoria, per provare
    ancora una volta il suo esclusivo vestito.
    Poi è il turno dell' antiquario, fare quattro
    chiacchere e parlare di un tal mobile pregiato.
    Bello il gioco di parole in puro stile enigmistico :
    l' intaglio del mobile ( il riccio sopra la cornice )
    diventa cap-riccio e così i due non parlando più
    di arte e stile, fanno scivolare il discorso altrove.
    il capriccio è invece un'espressione artistica estrosa anche musicale e usato a volte per definire un amore leggero e incostante..imputabile alla tua bella tanto accuratamente descritta no?

    Perchè non scende e uno
    perchè non sale e due ?


    Appunto, ma tizio e caio che fanno ?
    una questione su fatti inerenti a delle persone del posto.

    I sacchi della posta
    questa è l' ora, quasi da soli saltano
    sugli sbarcatoi.
    I quarti di buesse sanguinose
    soggiogano ragazzi incappucciati
    gli appuntamenti sono plateali
    vedi venirsi incontro due vocali.
    I cagnolini vanno avanti al trotto
    i cani grossi hanno scontri di botto
    col non si sa che sia, col non si sa.

    devo dire che per i ragazzi incappucciati mi hai quasi convinto, ma io resto dell'idea che siano i sacchi della posta di juta che paiono ragazzi incappucciati, sembrano anche dei quarti di bue belli ciccioni ammassati come al mattatoio sugli sbarcatoi.

    Come un abile regista cinematografico
    Panella punta il suo obiettivo, focalizzando
    varie scene di vita quotidiana nei meandri della città.
    Un flash dentro al centro di meccanizzazione postale
    per poi passare ad un'altra inquadratura.
    Nella bottega di un macellaio, le mezzene
    sanguinolente attaccate ai ganci e i garzoni
    con gli impermeabili, sottomessi dal peso
    portano sulle spalle incurvate i quarti di vacca.
    Sulla strada un gruppo di cani randagi
    se ne vanno al piccolo trotto.
    Ogni giorno sfidano la vita passando
    tra le ruote delle auto in circolazione.
    Già, qui si parla di scontri e appuntamenti.
    L' appuntamento in fondo è un incontro
    che può diventare uno scontro e non solo
    come per i cani.
    Specialmente se diventa plateale e
    allora succede che due vocali si scontrano
    e formano uno iato.

    I minutini, gli attimi, gli istanti
    tengono a bada tutti quanti
    ma le mezzore perse sono già funeste
    son teste emerse e rifugiate leste
    nelle finestre, nelle finestre.


    Ancora immagini dalla strada
    e il traffico caotico della città.
    Le snervanti code per chi va
    di fretta, con i semafori che rubano
    minuti preziosi, creando disagi e stress.
    Dalle auto coi vetri abbassati, qualcuno
    fa capolino con la testa e si sporge imprecando.
    si qui è proprio la fotografia della metropoli, con il classico logorio della vita moderna, dove nessuno può permettersi di fermarsi un attimo.perchè il tempo è denaro.

    A prima vista tutto è secondario
    poi le scarpe sono la precisa volontà del viso.


    La suspence permane come in un giallo.
    La macchina da presa puntata in basso
    riprende solo le scarpe della misteriosa
    donna, mentre cammina e passeggia per la città.

    Cominciano i miraggi
    atti notori, col nastrino in gola
    fanno i graziosi mentre fan la spola


    Nelle vicinanze, una scena di un posto di blocco .
    Una pattuglia dei carabinieri che ferma
    gli automobilisti e redige verbali ai multati.
    I colletti alti col nastrino sono tipici della gendarmeria.

    Patente e fisarmonica a soffietto
    hanno da dire e da ridire su tutto


    Divertente questo gioco di parole equivalente
    alla ben nota richiesta dei documenti :
    patente, libretto e carta di circolazione !
    purtroppo per noi, restiamo il più delle volte
    vittime di un qualche cavillo.

    Licenze ancheggiatrici fanno adescamento
    quindi i certificati sono pellirossa tutti illustrati.


    Poco lontano un gruppetto di " belle " al lavoro
    ricevono le attenzioni dei carabinieri e vengono
    invitate ad esibire i loro certificati.
    ( tutti belli e rossi e illustrati o perchè di donne meticce )
    beh mi hai sorpreso con la descrizione dei viados e delle donnine che addescano gli astanti, a volte però quando si è multati si cerca di avere una specie di licenza di sbagliare magari ancheggiando accampando mille scuse..insomma corrompendo le autorità!

    Arrivederci e uno a risentirci e due

    Ecco il prologo finale del film
    con l' anonima protagonista alla ribalta.
    il suo educato commiato verso gli amici e le
    altre persone incontrate nel corso della giornata :
    ciao a te, buongiorno a lei e ci vediamo domani.

    Le parti per il corpo articolato
    si piegano, si snodano polpose
    e succulente ossee nervose ;
    il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone
    intorno al quale il muscolo fa vela
    lo zigomo, la tempia il metatarso.


    Alla fine Panella alza lentamente l'obiettivo
    e ci mostra le varie parti anatomiche
    rivelando l' identità della protagonista.
    Un corpo giovane e flessuoso in movimento
    di una ragazza attraente.
    In questo contesto anche l' enigmistica
    diventa parte integrante.
    il perone si trasforma in pennone e perciò
    diventa l' albero maestro, come in una barca
    e il muscolo fa da vela quadra.

    Poi le scarpe con i lacci o senza
    la faccia
    arrivederci arrivederci.


    quasi sommessa e confusa con i saluti ecco LA FACCIA..ma che evidentemente è meno importante di tutto l'ambaradan che si porta appresso e visto che è sempre la stessa ragazza diciamo pure la bella incatenata dai suoi stessi ormeggi..orpelli che fanno tendenza e fungono da status simbol per essere "rispettati" nella società dove impera l'apparenza.

    Raffaella
  • raffy44gatti
    00 29/01/2003 00:09
    scusate ma ho impostato male il commento precedente
    bella questa interpretazione del film giallo, io però sposterei il concetto su un qualcosa che poi ha a che vedere con LA VOCE DEL VISO..quando dice : "Chè il volto è tutto ma non è del corpo al quale pare unito".."e poi ci si innamora di un viso in cui l'estranietà lavora"..
    due prospettive, concetti estremi...su uno si stigmatizza l'importanza del piede per ricondurre al volto..sull'altra è solo il viso che ha un imperio un comando.. mentre il resto comprese le parole sono superflue.



    io ci vedrei anche il proverbio: scarpe grosse cervello fino...quindi calzature grossolane o demodè sono la spia per catalogare chi le indossa.

    l'immagine del treno che per un pelo non si è perso io lo considero come una metafora per le occasioni quasi perse o purtroppo perdute: c'è stato un equivoco? è stato risolto ecco che il treno dell'opportunità si è ripreso al volo..di contro un capirsi all'inverso ecco che allontana l'obiettivo prefissato che è invece salito sulla carrozza e svanisce girato l'angolo aggirato il monumento.

    il capriccio è invece un'espressione artistica estrosa anche musicale e usato a volte per definire un amore leggero e incostante..imputabile alla tua bella tanto accuratamente descritta no?

    devo dire che per i ragazzi incappucciati mi hai quasi convinto, ma io resto dell'idea che siano i sacchi della posta di juta che paiono ragazzi incappucciati, sembrano anche dei quarti di bue belli ciccioni ammassati come al mattatoio sugli sbarcatoi.


    si qui è proprio la fotografia della metropoli, con il classico logorio della vita moderna, dove nessuno può permettersi di fermarsi un attimo.perchè il tempo è denaro.

    beh mi hai sorpreso con la descrizione dei viados e delle donnine che addescano gli astanti, a volte però quando si è multati si cerca di avere una specie di licenza di sbagliare magari ancheggiando accampando mille scuse..insomma corrompendo le autorità!

    quasi sommessa e confusa con i saluti ecco LA FACCIA..ma che evidentemente è meno importante di tutto l'ambaradan che si porta appresso e visto che è sempre la stessa ragazza diciamo pure la bella incatenata dai suoi stessi ormeggi..orpelli che fanno tendenza e fungono da status simbol per essere "rispettati" nella società dove impera l'apparenza.

    Raffaella

  • gi (gi)
    00 29/01/2003 17:01
    Plastilina? Didò? Das? Plasmolegno? Pongo?
    Gaetano, che dire?
    Premetto: non è così che le prendo normalmente.
    Però mi piace intervenire.
    Apprezzo lo sforzo. Qualcosa di buono c'è. Di più.
    Sembra però che a tratti tu ti sia stufato.
    Che alcuni passaggi, semplici parole, non arrivando a inquadrarli, te li lasci sfuggire, li lasci fluire. Scivolare.
    Addolcisci e plasmi.
    Alcune immagini le trovo molto belle.
    Il senso (letto o non letto sui libri). La ricerca.
    Come dicevano una volta le maestre: è intelligente ma...
    Belle le "licenze". Licenziose.
    Ma la fisarmonica? È solo (e mi pare poco) il modo in cui è piegato il documento?
    E le finestre? Sono davvero quelle delle auto?
    Io ci vedo più la faccina dietro le tendine.
    Oppure no.
    Oppure.

    ________________________________
    gi (gi)
    [SM=g27782]
  • Gaetano
    00 29/01/2003 22:46
    alcune cose
    Un grazie a Raffaella, per gli apprezzamenti e il sostegno
    a questo mio lavoro.
    Anche perchè non è impresa da poco riuscire a convincere
    qualcuno con i bianchi.
    Era da tempo che ci stavo sopra, ai "sacchi della posta"
    e prima di esporre questa analisi, mi sono documentato
    e informato da chi di dovere.
    Da un amico postino, che mi ha raccontato del centro di
    meccanizzazione e degli sbarcatoi, dove la corrispondenza
    viene smistata nei vari paesi limitrofi.
    Da un macellaio, che mi ha riferito delle abitudini negli anni
    passati, da parte degli addetti ai lavori, ( nei mattatoi )
    di portare cappucci o dei teli per non lordarsi di sangue
    quando dovevano portare sulle spalle i quarti di bestia.
    Forse, si è voluto giocare su questa somiglianza visiva
    ( come dice Raffaella ) con i sacchi della posta.
    Anche Carlo, penso abbia ragione sul pene-pennone
    ed è probabile che Panella abbia sfruttato questa similitudine
    col Palazzeschi, per depistare e confondere le idee
    data la sua maestria in in questo genere, come uno
    scrittore di gialli, nel far credere una cosa che non è.
    Un grazie anche a Giorgio, anche se non ho ben capito
    il suo gradimento o meno verso la mia esposizione.
    Ho tralasciato volutamente molte sfumature, per non
    appesantire troppo il discorso e magari annoiare il lettore.
    Per commentare adeguatamente i bianchi, si dovrebbe riempire
    il forum intero e non so quanti sarebbero d' accordo !
    Bella comunque l' intuizione della patente a fisarmonica.
    ( mi era sfuggita )


    ciao Gaetano
  • carlo
    00 30/01/2003 13:54
    Re: il pennone

    Scritto da: Gaetano 28/01/2003 20.17
    ciao Carlo, tutto bene ?
    non me l'aspettavo proprio questa cosa qui, del pene-pennone.
    che dire,può essere un'idea ( con Panella mai dire mai! )
    però mi chiedo:
    gli uomini hanno le tipiche escrescenze polpose e succulente ?
    a me queste, risultano peculiarità tipicamente femminili.
    o sbaglio ?

    ciao Gaetano


    si', tutto bene.
    caro Gaetano, ti diro' di piu'.
    "il pennone intorno al quale il muscolo fa vela" rappresenta l'erezione.
    il muscolo intorno al pene si gonfia come la vela e poi tira su dritto dritto.:-)
    Gaetano,
    non ti succede mai?:-)
    ciao
    Carlo
  • raffy44gatti
    00 30/01/2003 15:10
    Re: Re: il pennone

    Scritto da: carlo 30/01/2003 13.54

    si', tutto bene.
    caro Gaetano, ti diro' di piu'.
    "il pennone intorno al quale il muscolo fa vela" rappresenta l'erezione.
    il muscolo intorno al pene si gonfia come la vela e poi tira su dritto dritto.:-)
    Gaetano,
    non ti succede mai?:-)
    ciao
    Carlo



    forse non dovrei rispondere io[SM=g27776]

    ma quel ti dirò di più mi sembra ridicolo[SM=g27776]
    Io, anche se a me non succede, ma so che succede ad altri!,avevo capito benissimo che era sottintesa l'azione dell'erezione!
    "è una vela è una vela la mia mente prua verso l'altra gente"..dai uniamo anche Mogol che con la barra del timone ben ferma portano il veliero in ALTO mare!
    scusate...divagazione sul..tema!

    Raffaella
    ps
    ciao Carlo!
  • Gaetano
    00 30/01/2003 20:42
    mi succede a volte.
    Ora meno, però mi succede ancora !
    e in special modo, quando vedo delle
    succulente e polpose escrescenze.
    Panella il prestigiatore, che tira fuori due cose in una.
    il perone della ragazza e il pene di un uomo.
    Lo dico per celia :
    vuoi vedere che la nostra ragazza, sotto, tiene il pistolino !
    Scherzi a parte, questo dimostra la genialità di quest' uomo ;
    riuscire a mantenere il mistero sull' identità del personaggio
    fino alla fine e poi quando credi di aver capito tutto, ti mette
    ancora un dubbio in testa.
    Come volevasi dimostrare, un bel film giallo !

    ciao Gaetano
  • raffy44gatti
    00 30/01/2003 21:42
    Re: mi succede a volte.

    Scritto da: Gaetano 30/01/2003 20.42
    Ora meno, però mi succede ancora !
    e in special modo, quando vedo delle
    succulente e polpose escrescenze.
    Panella il prestigiatore, che tira fuori due cose in una.
    il perone della ragazza e il pene di un uomo.
    Lo dico per celia :
    vuoi vedere che la nostra ragazza, sotto, tiene il pistolino !
    Scherzi a parte, questo dimostra la genialità di quest' uomo ;
    riuscire a mantenere il mistero sull' identità del personaggio
    fino alla fine e poi quando credi di aver capito tutto, ti mette
    ancora un dubbio in testa.
    Come volevasi dimostrare, un bel film giallo !

    ciao Gaetano



    eh già i pellerossa tutti lustrati..con le piume di pavone e di struzzo magari!..il famoso TITILLATORE PIUMATO!
    la tua idea del pistolino sotto il vestitino non è male...in fondo " l'alba la barba la curva della gola, rasoiate che sembran orli di gonna..." donne che si fan la barba non ne conosco se non quelle ipertricotiche.
    E' tutto dimostrabile con Panella, soprattutto il contrario!

    Raffaella
  • Gaetano
    00 30/01/2003 22:59
    il perone il pene e il pennone
    Certo sarebbe clamoroso, un ermafrodita !
    una bisessuale ?
    no, non ci voglio credere, anche se ci sono molti indizi
    che vengono a galla, come Raffaella ha sottolineato qui sopra.
    Preferisco tenermi la ragazza e pensare che Panella
    giochi ambiguamente con le parole, con l' unico scopo
    di confondere le idee.

    Gaetano
  • Gaetano
    00 03/02/2003 13:48
    un dubbio
    In questi giorni, rileggendo l' ultimo post di Raffaella
    e gli indizi da lei riportati, mi è sorto un dubbio e
    un' idea non tanto peregrina.
    Ho fatto una ricerca in tutti i brani di quest' album,
    di altre tracce riguardanti la ragazza protagonista
    e della sua presunta ambigua sessualità.
    in COSA SUCCEDERA' ALLA RAGAZZA troviamo qualcuno
    mentre si rade, prima di uscire di casa :
    l' alba, la barba, la curva della gola
    rasoiate che sono orli di gonna.

    e ancora :
    l' alba, la barba presa con le buone
    offrire la gola al tocco leggero.

    e poi qualcuno che :
    che la vogliono un pò scoperta per accertare.
    cosa ?

    in TUTTE LE POMPE troviamo il narratore
    che dice alla ragazza :
    io ti vorrei incontrare, però non lo vorrei .
    e poi :
    e dirmelo potevi dirlo prima
    o farmelo capire, o farmelo capire.

    cosa, il suo segreto ?

    nei SACCHI DELLA POSTA troviamo le parte
    anatomiche della ragazza :
    il ginocchio, il polso, l' anca, il pennone
    intorno al quale il muscolo fa vela.

    si tratta del perone o di un membro maschile ?

    in PERO' IL RINOCERONTE troviamo ancora :
    Qui è nato un disinganno mai allevato
    e grosso come un bue, mangiando poco
    e si dovrebbe vivere lontani e dire :
    ho visto qual' è il colmo di me stessa.

    e poi :
    E per lei, qualche atleta contenzioso
    si è battuto, smantellato da solo, crollando
    coi talenti e i gusti intatti.
    Sono io quella ragazza
    infatti è lei.

    perchè i suoi innamorati ad un certo punto
    non la corteggiano più ?

    in COSI' GLI DEI SAREBBERO compare
    la figura del dentista :
    e il trapanatore sarà un titillatore piumato.
    niente camice bianco per lui, ma piume
    di pavone e di struzzo !
    forse perchè, sarebbe l' ideale per la protagonista ?

    Panella continua a pescare nel torbido e un
    dubbio m' assale :
    forse si parla di un transessuale ?
    una donna, che vive in un corpo da uomo ?
    tremendamente veritiero questo dramma, di persone
    che vivono in un corpo sbagliato, la loro sessualità.
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