Compagnia del Giardinaggio

cosa vuoi che ne sappia di pelargoni

  • Messaggi
  • tremis
    00 30/06/2005 11:23
    Capitolo primo, in cui c'è il curry che prende alla testa


    -.....e quando arrivi alla rotonda giri e segui l'indicazione per Andorno Micca appena entri nel paese trovi un ristorante sulla destra di un incrocio, "al cacciatore pentito, cucina vegetariana" ecco prendi a destra e io ti vengo incontro, che macchina hai?-
    - un'alfa rrrossa -
    -un'alfa rrrrrrossa, ti piace arrotare la rrr quando dici un'alfa rrrrrossa.....- lo prendeva in giro sempre la Rossella con quel sorriso un po da gattamortesca.
    -sta zitta ..... - sibilò con una smorfia che a chi lo conosceva sembrava un sorriso, per tutti gli altri era uno sputo di veleno -.....o ti faccio sanguinare un labbro....-
    - non provarti a baciarmi....-
    - ti do un pugno scema.....-
    - ma va là va...- Rossella aggrottò le spalle e si mise a ridere -sei proprio scemo, e cambiala st'alfa rossa, è una giulietta del 73, sta insieme con la vernice, è piena di spifferi, consuma come uno spitfire.....-
    - ci siamo, a destra al ristorante-
    appena fatta la curva c'era Alessandro che li aspettava in auto, una spregevole Micra grigia, che subito partì, dopo un paio di chilometri entrarono nel cortile di quella disastrata e fatiscente ex filanda, un bel freddo, rigagnoli di acqua ghiacciata nelle zone d'ombra, e in mezzo proprio sotto le finestre dello studio di Marta, quel corpo disteso, rigagnolo di rosso che colava dalla testa e un vaso rotto a metà.
    scesero dall'auto e si avvicinarono
    - un altro con il geranio - fece il Pizzetti
    - pelargonio, Piz è un pelargonio non un geranio, è un pelargonio profumato, curry direi -
    il Pizzetta ripensò con piacere al pollo al curry che aveva mangiato la sera prima a casa di Paola
    - hai chiamato la polizia? -
    - no....-
    - e cosa aspetti dai chiama -
    Alessandro e il Pizzetta, Piz, Pizza, Pizzè erano amici da praticamente da una vita da quando il Pizza, poliziotto celerino basco nero e il Cina, così era chiamato Alessandro a quei tempi, capellone frikettone puzzolente e fumato, si erano scazzottati a una manifestazione per la pace a Firenze, ci avevano ancora tutti e due bei ricordi di quella volta, il Pizza cinque punti alla nuca che si vedevano ancora quando si faceva tagliare i capelli corti e il Cina una bella cicatrice sul sopracciglio sinistro che gli dava una bell'aria da combattente eroico.
    Il Cina era stato fermato e sul cellulare, nel tragitto fino alla questura, ci avevano avuto la mano un po' pesante, quella stessa mano pesante, ma molto più pesante che in tempi più recenti i colleghi del Pizzetta avevano avuto in occasione di un G8 con annesso vernissage violento; insomma una brutta storia e il giorno dopo il Pizza si era dimesso dalla polizia, va be lui stava alla omicidi, non centrava con quelle storie ma non gli piaceva mica più stare in polizia così.
    E poi forse proprio non ne poteva più di commissariato e si era messo in società con Rossella, con ironia la loro società si chiamava PS investigazioni, PS che sta per Pizzetti e Sachervilla non Polizia di Stato.
    Piz fece le presentazioni: - Rossella Sachervilla, la mia socia.-
    Rossella era la sua socia da tre anni ma si conoscevano da vent'anni, lui indagava su un caso di stupro e omicidio e lei era una psicologa appena laureata impegnata nel movimento femminista e insieme li avevano beccati quei tre stronzi assassini.
    Rossella Sachervilla, ma a secondo delle occasioni, come lui era il Piz o il Pizza lei era Sachertorte, Sachermasoch, Caterpillar o SakerWiller, quest'ultimo era il nomignolo preferito da quando aveva partecipato a un corso di giardinaggio estremo con tanto di lezioni di arrampicamento sugli alberi e potatura volante, si insomma quella raffinata chirurgia vegetale chiamata dendrologia.
    Rossella era una specie di Nero Wolf, un'investigatore appassionato di piante ma non di orchidee come il corpulento Wolf, la sua passione i gerani odorosi, anzi i pelargoni, le salvie e le iris, e poi era magra, magra magrina, di quelle che dici che il vento le porta via, ma aveva due occhi uno sguardo che ti tagliava a metà e anche in quattro o in otto.
    - Sono Rossella Sachervilla investigatore.....-
    - Alessandro è un mio vecchio amico - la interruppe maleducatamente maleducato qual era il Piz - si è ritirato qua con Marta, dice che solo qua in tranquillità riesce a creare -
    - Sì qua abbiamo un mucchio di spazio per lavorare alle sculture e anche Marta ha bisogno di un grande spazio per il suo lavoro, poi vi faccio vedere il suo laboratorio e quella sua collezione di gerani profumati, tutti lì in fila sui davanzali, tranne quel vaso che è venuto giù in testa a quel tipo
    - E chi è quel tipo?..-
    - Mai visto.... trovato li stamattina appena entrato nel cortile...-
    - L'hai toccato? -
    - Lo appena scosso un po' nella spalla ma ho visto subito che era morto.... faccio il volontario qua alla Croce Bianca e..... si insomma ho capito che c'era più niente da fare.... e poi ti ho chiamato -
    - Quindi sospetti qualcosa .....se hai chiamato me non hai pensato a un incidente...... a un vaso caduto per caso -
    - ....sììììì un vaso che cade da solo e centra in pieno l'unico che passa?? -
    - ... e Marta dov'è?
    - E' via, è a Bologna sta preparando una mostra in una galleria importante, da Garimaldi, una collettiva di artisti futurdadaisti désengagé, adesso ha fatto comunella con sti deficienti, si è messa a fare delle cose con pezzi di ferro che recupera qua attorno dai ferrivecchi o in qualche fonderia che ha chiuso, degli avanzi di fusione, attrezzi o pezzi di strutture metalliche -
    - e tu che fai invece?
    - sono ritornato al silicone, il marmo costa troppo e mi fa troppa fatica adesso faccio dei pezzi più piccoli, silicone e vetro....-
    -.....ah ... ti sei messo a fare dei box doccia......-
    - cretino.... - Alessandro gli diede una pacca sulla spalla e lo spinse via con un sorriso, aveva un bel sorriso Alessandro, sì un bel sorriso.
    Rossella aveva assistito indagatrice al dialogo tra Alessandro e il Pizza, ora toccava a lei.
    - E abiti qua? .....qua vicino? ......chi poteva esserci qua attorno stanotte o stamattina a lanciare vasi di pelargoni in testa ai rari passanti? -
    - no io e Marta abitiamo giù verso il paese, dieci minuti di strada a piedi......-
    - e lo studio di Marta - lo interruppe il Pizza - è aperto? chi ha le chiavi? chi ci può entrare quando Marta non c'è? -
    - beh un mucchio di gente ha le chiavi, io, i suoi assistenti: Giorgio e Romina, e poi il Cartapani, il suo gallerista di qua, e Rita, che lavora un po con lei e poi Luca Invernelli quello che la tirata dentro in quel gruppo futurdadaista....-
    le sirene della polizia interruppero Alessandro.
    Un gran sbattere di portiere, era sempre la solita messa in scena da Polizia con quelle alfe azzurre e bianche e come al solito il Pizzetta scosse la testa, per lui le alfe potevano essere solo rosse.
    - toh chi si vede, la giardiniera e il pizzaiolo - era il Martuzzi, il commissario Martuzzi, l'odioso Martuzzi - com'è che adesso sapete le cose prima di noi, sarete anche PS ma la Polizia di Stato siamo noi.-
    - ma ingoiati una Grevillea e sturati per bene quel collo di bottiglia che hai - gli rispose Rossella con tutto l'odio botanico che aveva in corpo.
    - buongiorno Rossella ciao Pizz, come va? - dietro al Martuzzi c'era Volpi della scientifica, lui era simpatico e con Rossella e il Pizza si scambiano spesso informazioni, insomma si aiutavano - roba per te Rossella eh? da quando piovono gerani?
    - Pelargoniiiiiiii!!!!, Volpiiiii.... è un pelargonio!

    [Modificato da tremis 04/07/2005 14.11]

  • tremis
    00 30/06/2005 11:25
    Capitolo secondo, in cui il morto ci ha finalmente un nome


    - buongiorno Piz, hai letto i giornali?...
    - certo carina so tutto, dove abita, quanti anni ha, il dentifricio che usa, le auto che gli piacciono......
    - ma chi??!!
    - la valletta, ...... la valletta di San Remo.....
    - ooh Pizz non mi dirai che ti piace? quella bionda imbottita di piume.....
    - ma no, non la bionda, ma quella mora quell'assiccella piallata.....
    - Piz sei uno scemo, da quando hai fatto quel corso di fai da te di restauro ti è venuta sta passione per la falegnameria...... a me no invece mi piaceva quell'altro quel carpentiere con il decoro Maori sul muso, porca miseria se mi piaceva....
    - ti faceva sangue ehh?..
    - Piz sei un deficiente, non hai letto del nostro uomo colpito dal pelargonio? .....è il giardiniere di Villa Pirlizzi, sai i conti un po decaduti, anzi molto ma proprio molto caduti, si son venduti tutto, la terra, le concerie, le officine, tutto, con quello scemo che gli ha fatto fuori tre auto in un anno.
    - chi il giardiniere dei Pirlizzi?
    - no, ma mi ascolti o no?....ma possibile che diventi così scemo a guardare San Remo? è il figlio dei Pirlizzi,... che ha fatto fuori tre auto, e se la cava sempre, mai un graffio e le auto distrutte..... il nostro morto, era il giardiniere di Villa Pirlizzi: Biagio Liborio. Sti Pirlizzi si sono venduti tutto ma riescono a mantenere ancora due giardinieri cioè mantenevano.... oltre a quel Liborio c’è un aiutante è un immigrato, un egiziano, in paese lo chiamano tutti Abbà, ma il suo vero nome è Abdel Nur Addin; è qua da dieci anni, simpatico e pure bravo dicono, da tre anni lavora come giardiniere dai conti, qualcuno ha anche accennato a una storiella con Margherita la figlia dei Pirlizzi.
    - ......ah si carina molto quella Margherita...
    - ehi Pizza!!! ma che me ne faccio di un socio come te, sei capace di leggere solo di vallette, e ti si risveglia l'occhio solo a parlare di .......
    - ...di fiori, margherite, pelargoni......dai Ross non son mica così scemo, allora sai un'altra cosa? quella Margheritina è sparita da due giorni, e il pelargonio, al profumo di curry, sulla testa di quel disgraziato, non faceva parte della collezione di Marta, o almeno non ne faceva parte fino a pochi giorni fa, Alessandro ne è convinto, perchè dice che Marta non sopporta la cucina indiana, e odia il curry.... e l'aglio e la cipolla.
    - forse sarebbe ora di dare un'occhiata allo studio di Marta..
    - dovrebbe rientrare domani, Volpi della scentifica mi ha detto che è stata convocata, il fattaccio è losco, non ha per niente l'aspetto di un'incidente anche se potrebbe sembrare e hanno aperto un'inchiesta... Volpi dice anche che le finestre erano aperte e in quello studio Marta ha una collezione incredibile di gerani odorosi...
    - pee larr goniiiii.....
    - sì Ross pelarghioni perlarghioni ho capito, insomma tantissimi, sulle finestre fuori e poi ancora all'interno, tanto lì dentro e fuori c'è la stessa temperatura, Alessandro mi ha detto che in inverno Marta non usa tutto lo studio ma solo una stanzina per non doverlo riscaldare completamente.
    - dovremmo proprio farci in giro in quello studio, hanno sigillato l'entrata?
    - sì Ross ma lo sai che ci ho una passione per i sigilli da rimuovere, sono scemo ma lesto di mano...
    - e villano anche..... dai andiamo scemo.
    - dove allo studio?
    - no lì ci andiamo domattina all'ora dei ladri, tra le tre e le cinque, adesso io devo bermi il mio caffe delle undici e un quarto, altrimenti mi vien mal di testa e sentiamo cosa dicono di quel povero Liborio.




    [Modificato da tremis 30/06/2005 14.10]

  • tremis
    00 30/06/2005 11:26
    Capitolo terzo, dove il Zaina, custode del palazzo, sa tutto di tutti


    Il Zaina era lì nell’androne, pensieroso, appoggiato alla ramazza; un uomo imponente, un metro e novanta e centodieci chili, completamente pelato, muscoloso, la pelle del viso cotta come quella di un marinaio, aveva fatto di tutto: camallo del porto a Genova, giocatore d’azzardo a Montecarlo, prestigiatore sulle navi crociera, nella Legione Straniera a Gibuti, raccontava anche di essere stato un emulo di Elzélard Bouffier, l’uomo che piantava alberi raccontato da Jean Giono, e aveva piantato alberi nella riviera di ponente. Ormai avrebbe dovuto essere in pensione ma che ci faceva a casa? viveva solo e spesso passava le sue serata a casa di qualche vedovella del quartiere; non gli davano nemmeno tanto fastidio i pettegolezzi nei suoi confronti perché lui stesso era un gran pettegolo e si divertiva moltissimo a spettegolare con quelle pollastrelle attempate.
    Ma Zaina aveva due specialità oltre a essere un uomo dagli occhi innocenti e sempre carichi di dolcezza, era conosciuto in tutto il palazzo per la squisitezza del suo pesto, e poi era un campione di parole crociate.
    Era lì imponente nell’androne con quella ramazza e la matita appoggiata sull’orecchio destro, una di quelle con la gomma per cancellare da un lato, portava sempre quei pantaloni un po’ militari con i tasconi sulle cosce, abitudine di quando era stato nella Legione e nella tasca destra c’era sempre infilata una copia della Settimana Eghimmistica.
    Spesso lo si coglieva li in guardiola o sulle scale incantato sopra pensiero, sicuramente stava pensando a qualche cruciverba.
    - Furbo contadino del sud est Padano... nove lettere.
    - Biloccuto!
    Pizzetti rimase colpito come se uscendo dal portone un tram gli fosse passato sui piedi.
    - Ma Zaina se lo è inventato, biloccuto non esiste, mai sentito.
    - Buongiorno signora Rossella, buongiorno signor Pizzetti - se lei non lo ha mai sentito non vuol dire che non esiste - fece Zaina con quell’aria da finto offeso - Biloccuto, parola non molto usata ma citata nel dizionario Italiano-Padano del 1936 di Ilardo Sangiovese, è la traduzione del romagnolo biloquet.....
    - Sìììì bilocale... ma dai Zaina...
    - Buongiorno Zaina - mielosa e suadente si intromise Rossella che aveva intuito che quella banale discussione poteva finire male - come sta? allora cosa dice radio guardiola di quel fattaccio della conceria?
    Il sorriso di Zaina si aprì allo sguardo di Rossella, ce ne aveva di cose da raccontare lo Zaina su quel fatto, nel giro a dar la buonanotte al suo pollaio ne aveva raccolti un mucchio di pettegolezzi e non vedeva l’ora di rendere partecipe qualcuno, se quel qualcuno poi era Rossella Sachervilla allora era proprio un piacere; aveva avuto interessanti indiscrezioni dalla vedova Bellazecca e dalla Manfredini, ma le cose più intriganti le aveva sapute dalla Gambatesa.
    - Venga con me Rossella- e senza più degnare di uno sguardo Pizzetti la spinse in guardiola chiuse la porta con la mandata e tirò le tende.
    Il Pizza fece buon gioco, l’importante era sapere e benché il Zaina gli fosse simpatico non aspirava a stare a faccia a faccia a parlare con lui in guardiola.
    Si perché vi ho accennato a quella sua passione per il pesto, ecco Zaina ci metteva una quantità inaudita d’aglio, fortunatamente Rossella era più piccola e non arrivava all’altezza del viso di Zaina e riusciva a schivare gli afrori del suo alito, ma quando uscì dalla guardiola dopo dieci minuti era visibilmente provata.
    - Pizz se mi lasci ancora una volta in balia dello Zaina sciolgo la società, dai andiamo ho bisogno di un caffè doppio corretto sambuca. -
    Il Pizza faceva finta di niente e si dava un contegno ma gli veniva un gran ridere, e se ne stava lontano camminando dietro di lei, il puzzo di aglio era penetrato nei vestiti e nei capelli di Rossella.
    - A sfregarti addosso un pezzo di pane con un po’ d’olio, ci viene una bella bruschetta.-
    Rossella non si girò neanche e gli sibilò affettuosamente il suo solito: - sei proprio scemo tu -
    - eddai Bruschetta Ross, che ti ha detto il Zaina?
    - adesso te lo dico offrimi il caffe.
    Rossella e il Pizzetti sono arrivati al loro solito bar “al Micetto Felice”, due vetrine in corso Ampelio, bancone vecchia maniera e un grande Batman su fondo verde che occupa tutta la parete di destra; il bar è gestito da Felix un solitario e misterioso personaggio, originario dell’Auvergne, la regione dei vulcani nella Francia centrale, di lui si sa solo che è un bevitore di pastis e un appassionato di coltelli a serramanico, che non sa usare per il loro lato cattivo.
    I coltelli Felix li usa solo dal lato buono, per tagliare il formaggio e le mele e preparare gli stuzzichini per l’aperitivo: formaggi italiani e francesi, acciuge, pomodori e melanzane sottolio. Rossella aveva imparato a bere il pastis da Felix, ora il suo preferito è anisette Marie Brizard con succo di pompelmo, ma per quello non era ancora l'ora e Felix fa partire il solito caffè appena la vede entrare, e il capuccino per il Pizzetti.
    - allora??.... dai cosa ha detto il Zaina?
    - Credo che Zaina da grande appassionato di enigmistica abbia una sia teoria ma per ora non vuole sbilancarsi, è un gran pettegolo ma gli piace pettegolare su fatti con una buona dose di possibile verità. Sembra che il Biagio Liborio, appassionato giardiniere di Villa Pirlizzi, fosse qualcosa di più di un bravo giardiniere.....
    - uhm... un factotum? ....fattorino, elettricista, imbianchino, autista e tutto il resto?
    - sì molto tutto il resto, qualcosa di passionalmente galante, lo Zaina me lo ha raccontato come una chaperon per Margherita Pirlizzi e.....
    - et voila le café. - con un sorriso e con lo sguardo solo per Rossella, Felix si avvicina al tavolo
    - buongior signor Felix, la conosce la contessa Viola Pirlizzi?
    - oh bien ma certo madame Rosellà, la contessa Viola, la Tigré del Reclinabile....
    - urp...
    Al Pizzetti e alla Rossella Sachervilla per poco non adava di traverso caffe e capuccino, uno sguardo e all’unisono: - La Tigre del Ribaltabile??? -
    - ma Felix una definizione così non me la sarei mai aspettata da lei.
    - ma petite minette, tu non frequenti i bar dopo una certa ora e non ascolti certi discorsi, e poi è La Tigré del Reclinabile non del ribaltabile, te la vedi ...cette femme all’ancien regime.. in giro con i trasportatori di materiale edile? ma no preferisce il reclinabile ...ma solo di certe vetture, sedili in pelle, e poi ha passione per il maculato, certe gonnelline!!..... pour ça elle est apellé la tigré.
    - ma è una storia di prima mano monsieur Felix?
    - no mai avuto a che fare ma...... tout le monde......içi on parle.
    Aveva già detto troppo Felix che fece dietro front per ritornare dietro al banco.
    - Felix è diventato più pettegolo di Zaina, la pratica del pettegolezzo sta diventanto una specialità maschile.
    - sì e questo conferma quello che mi ha accennato Zaina, che Biagio Liborio aveva una passione per Margherita Pirlizzi e che anche Viola Pirlizzi ha altre passioni.
    - Zaina è un informatore insuperabile, dai cosa ti ha detto ancora?.....

    [Modificato da tremis 04/07/2005 14.16]

    [Modificato da tremis 04/07/2005 14.20]

  • tremis
    00 30/06/2005 11:27
    Capitolo quarto, dove finalmente la Sachervilla racconta quel che ha raccontato Zaina


    - Zaina è gran pettegolo, accidenti a voi tutto ci rubate, anche la passione del pettegolezzo ci avete tolto, beh insomma Zaina ha detto un gran bene di Biagio Liborio e un gran bene del suo aiutante giardiniere, quell’Abdel che tutti chiamano Abbà, che stava con lui a villa Pirlizzi, sembrava che volesse proprio magnificarmi la bontà dei due giardinieri.
    - Vuoi dire che aveva un secondo fine nel suo racconto?
    - Si forse.... ho l’impressione che da gran pettegolo voleva dire certe cose e forse nasconderne di altre come se cercasse di farci andare in una certa direzione, comunque mi ha parlato di Biagio, dice che lo ha conosciuto qua una decina di anni fa quando è tornato dal suo girovagare oltremare. Biagio Liborio faceva già il giardiniere dai Pirlizzi già da un po’ di anni, anche lui aveva lavorato all’estero e sono quasi coetanei, forse Zaina è di due tre anni più anziano.
    - va be ma ti ha raccontato girandoci molto alla larga insomma quando arriviamo al dunque?
    - Ci arrivo, allora mi ha detto che Liborio aveva qualcosa contro il tuo amico Alessandro, insomma aveva avuto qualche litigio. a dir la verità se le sono date di santa ragione un tre mesi fa, sembra per via di quei pelargoni, sembra che quei gerani odorosi siano un regalo di Liborio a Marta, e il tuo amico Alessandro non avesse gradito molto certe carinerie, certe visite che Liborio faceva in certi pomeriggi caldi, quando non è opportuno zappare la terra e inutile bagnare le piante.....
    - vuoi dire che Liborio passava quei pomeriggi da Marta?
    - si così dice Zaina, ma la cosa più interessante che mi ha detto, e mentre me lo diceva ho colto nel suo volto una ruga di preoccupazione, è che Abbà sarebbe fuggito con Margherita, la figlia dei Pirlizzi.
    - una fuga d’amore?
    - forse ma.....
    - Madame Rossellà allors che si dice di quell’uomo avec la tete cassée dal pelargone?
    - ah niente di più di quel che c’è scritto sui giornali e lei Felix che mi dice?
    - a rien rien ....
    e si allontanò veloce Felix, il Pizza lo aveva notato che girava stranamente attorno al loro tavolo e Rossella aveva colto una luce di troppo negli occhi di Felix e non voleva farselo sfuggire.
    - Messieur Felix, fantastiche queste briosc me ne porta un’altra?
    - ma scertamente madame Rossellà .... et voilà
    - Felix lo conosce Abba l’aiuto giardiniere dei Pirlizzi?
    - no non veniva mai qua al bar
    - ...e Margherita Pirlizzi?..... l’avrà vista qualche volta?... è carina vero?
    - oh beacoup tres jolie un petite biche, ma io certe cose non le guardo mica più ormai.....
    - e Viola Pirlizzi la mai guardata?
    Felix si giro arrossendo solo un pochino, ma quel poco che non gli sfuggiva mica alla Sachervilla, quell’imbarazzo di Felix al nome di Viola Pirlizzi non era che una conferma, di un pensiero, Rossella si girò e fisso dritto negli occhi il Piz come se in uno specchio cercasse i movimenti di Felix che si allontanava.
    -.... hei ma perché gli hai dato così addosso a Felix..??....
    - capisci mica niente tu Pizza vero? dai paga che andiamo - e si si alzò decisa.
    Il Pizzetti non capiva niente ne di pelargoni ne di donne ne di francesi, e di un'altro po' di cose fondamentali.

    [Modificato da tremis 30/06/2005 12.57]

  • tremis
    00 30/06/2005 11:27
    Capitolo quinto, in cui si va nel giardino ghiacciato di villa Pirlizzi


    - guido io dai dammi le chiavi.
    Il Pizza era dietro a Rossella e si bloccò stupito e stralunato ma soprattutto terrorizzato, non la faceva guidare a nessuno lui la sua alfa rossa.
    - va bene va bene dai stai tranquillo guida tu, almeno quello lo sai fare.
    Il battito del Piz tornò normale, soffriva di paurose estrasistole e quando trovava delle cacche di "quei cazzi di piccioni" sulla sua auto rossa aveva dei piccoli infarti ma ormai ci era abituato.
    - dove andiamo Ross?
    - a Villa Pirlizzi! .... come ti è sembrato Felix? curioso vero? ..... be ti dico per bene di Zaina, allora il grande enigmistico doveva conoscere bene quel Biagio Liborio, era troppo coinvolto troppo ansioso mentre ne parlava, dice che stpo Liborio ha vissuto in Argentina a Cordova, ma credo che se lo sia inventato, era come se volesse dirmi qualcosa ma si è pentito, e ha cambiato versione improvvisando al momento e costruito un raccontino apposta per me, e la curiosità di un tipo riservato come Felix mi fa pensare che si conoscessero tutti e tre, hanno più ho meno la stessa età e sia Liborio che Zaina hanno vissuto per lungo tempo all'estero.
    L'alfa rossa intato si era allontanata velocemente dal paese e arrivata nei pressi del Roccaglione aveva preso una strada sterrata, la terra era dura e secca anche se aveva piovuto molto nelle ultime settimane ora il freddo aveva ghiacciato tutto e lungo la strada nelle buche c'era uno strato di ghiaccio, le ruote dell'auto entravano nelle pozze rompendolo, non era ancora passato nessuno quella mattina nella strada che portava a Villa Pirlizzi, arrivati al cancello si fermarono e incominciarono a suonare, il freddo era proprio un gran bel freddo.
    - no Ross qua non c'è nessuno e se ne sono andati presto, guarda qua il ghiaccio nelle pozzanghere è stato rotto e l'aqua si è righiacciata......e il cancello è aperto......
    Il Pizza si fece avanti a spingere il cancello che fece quel lugubre suono da film dell’orrore ...sgriiiinccccc.... Il Piz era un gran romanticone e quando al cinema c’erano le scene di paura lui si divagava in altre visioni dietro le palpebre serrate; proseguì e i sui piedi finirono sul sottile strato di ghiaccio delle piccole pozzanghere del viale che conduceva alla villa. Era un viale di tigli potati a ombrello che formavano una galleria di rami, in fondo al viale lungo un centinaio di metri, la villa inizio novecento, un castelletto in stile eclettico, un po casa delle streghe e un po castello medievale rifatto alla maniera di Violett Le Duc, ma con dei rimandi al modernismo di Robert Mallet-Stevens, un’architettura di un eclettismo quasi ridicolo ma che incuteva rispetto e timore.
    Rossella pensò al profumo di quei tigli in giugno quando sarebbero fioriti e con timore segui il pizza, in certi momenti ma solo in quei certi momenti poco importanti, era una gran fifona e non la fece sentire più tranquilla vedere che il Pizza si aprì il cappotto e infilò una mano nella tasca della giacca dove teneva la pistola, proseguirono per il viale lentamente, era una vera galleria, ai lati i tronchi dei tigli delimitavano come una cornice delle visioni sul giardino ghiacciato.
    Il sole del mezzogiorno era alto ma sempre troppo basso in quella giornata
    di febbraio e illuminava tiepidamente il giardino.
    Spiccavano i contorni delle foglie secche sulla lunga siepe di carpino,
    rigorosamente squadrata, che contornava la proprietà e cingeva in un unico abbraccio tutti gli alberi: il Liriodendron tulipifera, ai piedi del quale giaceva il tappeto ibernato di foglie giallo oro, gli austeri taxodium con gli pneumatofori imprigionati nella morsa del laghetto ghiacciato, il platano secolare e la Sophora pendula, che si affacciava verso l’ingresso del castello come una vecchia signora spettinata.
    Nel sottobosco e nelle aiuole ferveva l’attività di merli e pettirossi,
    nella loro frenetica attività volteggiavano abili fra le spine dei
    dipsacum, che si alzavano dritti nella loro architettura gotica, aggraziata
    dalle ragnatele congelate; niente vermi ne insetti sotto le
    cortecce, non restava altro che qualche bacca superstite sui tassi, sui Crataegus e sulla grande edera colchica che sormontava le colonne del cancello. Il suo verde scuro e brillante contrastava con gli altri colori, il bruno grigio delle cortecce, il rossastro di qualche rara foglia dei viburni e il rosso marcio dei cinorrodi della rosa canina.
    Glang gataglang e sgambete - Ma dove andate ragazzini? -
    saltarono fuori in sette con i mitra spianati e la voce mellifluamente stupida era del commissario Martuzzi, l’odioso Martuzzi.
    - Martuzzi sei un imbecille!!! - Rossella non riusci a trattenersi - mi vuoi far venire un infarto?!!! -
    L’esclamazione della Sachervilla era stata così inaspettata che il Martuzzi non riusci a fare lo spiritoso, odioso come suo solito.
    - Cosa cercate? se volete parlare con i Pirlizzi qua non ce nessuno, siamo arrivati tardi anche noi, signora Sachervilla e caro signor Pizzetti, non ci starete nascondendo qualcosa? cosè tutta questa curiosità? chi vi ha incaricato di indagare? -
    - No Martuzzi ne sappiamo poco molto meno di voi, vogliamo solo aiutare quel mio amico quell’Alessando -
    - Ma che aiuto volete dargli.... è in una botte di ferro - un sogghigno comparve sul volto dell’odioso Martuzzi - e sì, sì.....ha proprio un alibi di ferro quel tuo amico, ......ma che dico di ferro, un alibi di seta.....
    e gli comparve sul viso quel sorriso viscido che solo lui sapeva fare.
    -”un alibi di seta”- quel pensiero, quell’indizio buttato lì gratuitamente da Martuzzi le girava per la testa; Rossella cercò lo sguardo del Pizza e vide nei suoi occhi lo stesso pensiero con in più preoccupazione per l’amico Alessandro.

    [Modificato da tremis 01/07/2005 14.05]

  • tremis
    00 01/07/2005 14:13
    ho modicato con l'aiuto di Luca la parte centrale del quinto capitolo, la mia descrizione del giardino era un po' carente.
    D'ora in poi farò entrare sulla mia trama dei contributi, di volta in volta inviterò qualcuno a scrivermi un pezzillo specificamente giardinicolo o piantifico.
    Grazie a Luca che ha inaugurato questa cosa dei contribuenti al racconto.
    Ti va Luca il tuo pezzo? ti ho tolto solo qualche agettivo.
    Grazie anche a elo che mi aveva corretto i francesismi del quarto capitolo.
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    LucaI
    Città: PISTOIA
    00 01/07/2005 14:22
    Oh sì Trem, sono molto lusingatissimo!
    Grazie e adesso và avanti, che la faccenda si fa sempre più interessante.