Salve a tutti! Dopo un po’ di tempo mi sono decisa a scrivere in questo forum. Spesso vi leggo, ma, data la mia pigrizia congenita, non sono mai riuscita a trovare lo spunto adatto per dire la mia. Avrei parecchie cose da dire, in effetti, ma spero comunque di non dilungarmi troppo (o divento noiosa :P).
Perché questo post? Non lo so precisamente, forse solo per sfogarmi. Per comunicare a qualcuno disposto ad ascoltarmi quello che gli Oasis sono per me.
Sono un tipo spaventosamente apatico. Ogni tanto mi faccio prendere da qualche momentanea passione che, tempo qualche mese, sfuma via come se niente fosse stato. Brevi istanti di esaltazione che se ne vanno e non mi lasciano niente o quasi. Niente mi cattura veramente, dal profondo dell’anima.
Tranne loro.
Non ci sono storie, gli Oasis, qualsiasi cosa facciano, mi accendono qualcosa dentro che non riesco a spiegare razionalmente.
Uno stupido esempio: ieri, su Rete A, ho sentito Noel dire che non si considera un artista, ma che, a suo parere, appartiene più ad un ramo definibile come “pop-art” che come “arte”. Beh, nonostante abbia letto e sentito migliaia di interviste fatte al più grande dei Gallagher, ancora una volta sono rimasta impressionata dall’onestà spiazzante di quest’uomo. Quando lo sento parlare sto lì a fissare il televisore o lo schermo del pc con un sorriso da ebete stampato in viso. Amo il suo modo di fare, la sua indolenza, il suo humor inglese, la sua musica. Tutto!
Devo confessare che, anni fa, quando cominciai a sentire gli Oasis, stravedevo per Liam, che consideravo più figo
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Ero pur sempre una ragazzina che non capiva quasi un tubo di musica ed ascoltava qualunque cosa passassero per radio. Comunque, da quando ebbi in mano il testo di Don’t Look Back In Anger, adottai definitivamente il nome Sally. Pensai
“Che bello, dice Sally! Voglio essere Sally!”. Chiamai la mia gattina Sally, se dovevo dare il nome ad un personaggio femminile sceglievo Sally, cambiai il nome di Rinoa di Final Fantasy 8 in Sally (ovviamente chiamai due dei GF Noel e Liam), sono entrata in Internet col nick Sally. Stupidate da ragazzina, ma questo nome, per quanto alquanto inflazionato nel fandom degli Oasis, non potrò più staccarmelo da dosso, e non è che la cosa mi dispiaccia. Prima di Don’t Look Back In Anger non c’era stata alcuna canzone capace di avere su di me un impatto così devastante.
Ricordo, poi, che mi emozionai quasi saltando dal divano quando su Italia 1 (non ricordo precisamente in quale trasmissione, forse il Festivalbar) annunciarono il video di Champagne Supernova. Inutile dire che anche quella canzone mi colpì dritta al cuore; l’ho amata e la amo ancora da morire. A quei tempi erano veramente in cima al mondo. Erano un fenomeno eccezionale, delle stelle che brillavano di luce propria ovunque apparissero. Purtroppo, ho dei ricordi molto frammentari di quel periodo che, seppur mi susciti adesso dei ricordi davvero stupendi, non ho vissuto come vorrei. Ero pur sempre una ragazzina quindicenne afflitta dai problemi scemi delle ragazzine quindicenni.
Comunque, soltanto grazie a loro cominciai ad orientarmi verso un tipo di musica più degno di essere ascoltato. Nel ’97 ascoltavo con adorazione i Verve (il solo fatto che fossero amici degli Oasis mi indusse a catapultarmi su di loro… e finii per venerarli! Tuttavia, questo è un altro discorso, se mi dilungo su Richard Ashcroft e soci non la smetto più), i Radiohead, anche i Blur. Tutto ciò che si potesse allora definire “brit-pop” era vera musica, per me. E questo solo perché era un tipo di musica che si poteva accostare a quella degli Oasis. Trovo ancora incredibile quanto siano stati in grado di influenzarmi, in questo senso.
Sebbene Be Here Now (ed i suoi singoli in particolare) mi riporti anch’esso memorie a cui ripenso sempre con immenso piacere, io mi sono accostata
veramente ai Gallagher soltanto con Standing On The Shoulder Of Giants. Ho avuto a portata di mano la gloria, e mi sono attaccata a loro in maniera definitiva solo quando è cominciato il loro “calo”. Voglio precisare che questo non mi dispiace; è solo che mi rimane un po’ di rimpianto per non averli seguiti quando erano osannati ed acclamati in tutto il mondo come i veri eredi dei Beatles. Con l’uscita di Standing credevo che avrei fatto parte anche io della schiera di fan che avrebbe vissuto il meraviglioso momento in cui veniva alla luce l’ultimo album della “più grande rock’n’roll band del mondo”. Pensavo che sarei stata parte di qualcosa di magnifico, di storico. Invece, cominciai a rendermi conto che gli Oasis non erano più quelli di prima, per la massa. Sembravo l’unica ad ascoltarli. Non avevo Internet, non potevo venire in contatto con altri che la pensassero come me. Eppure, per me loro continuavano a splendere. Io non sono capace di giudicare obiettivamente la musica; specie se si tratta di quella dei Gallagher e soci. Mi fa stare bene, e basta. E non mi interessano né l’originalità, né le capacità tecniche della band; nulla di tutto quello che di solito fa storcere il naso a chi di musica pensa di capirne davvero. Per me la musica è soprattutto emozione. C’è chi si emoziona per assoli eseguiti magistralmente, e chi, come me, viene colpita dritta al cuore dalla
magia di una canzone. Per me non c’è nessuno come gli Oasis, nessuno. Ho ascoltato i gruppi che li hanno influenzati, adoro i Beatles, i Kinks, i Jam (e Paul Weller), gli Stone Roses e via dicendo, ma quel “tuffo al cuore” me lo fanno provare soltanto gli Oasis. Per quello che sono stati, per quello che mi ricordano, per quello che sono.
Lo confesso, quando li vedo sparire dalle classifiche dopo nemmeno un mese dall’uscita del nuovo album, ci rimango veramente malissimo. Non dovrebbe importarmene, in fondo io l’album ce l’ho, mi piace e me lo sento. Forse è che, testardamente, vorrei rivivere quegli anni di gloria come non ho fatto prima. Vorrei sentire i giornali, le tv, le radio acclamarli come prima. Forse non è possibile, ma, non posso farci niente, io ci spero comunque.
Precisiamo, io non sono di quelle che dicono “Gli Oasis sono finiti”; spero che questo sia stato chiaro. Sono soltanto cambiati, non finiti. Io stessa sono cambiata con loro; mi hanno accompagnato per buona parte dell’adolescenza fino ad adesso. Nessuno potrà mai prendere il loro posto, mai. Nemmeno un Noel Gallagher solista potrebbe essere per me ciò che sono gli Oasis. E badate che io amo incondizionatamente Noel, mentre Liam di solito mi fa venire voglia di prenderlo a calci nel deretano, e a volte mi è venuto anche da pensare che, in effetti, adesso è lui quello che abbassa il livello del gruppo. Mi ha fatto incazzare (e mi fa incazzare) spesso e volentieri; ma, se ci penso, senza di lui non sarebbe la stessa cosa. E’ proprio un dato di fatto, matematico.
Oasis = Liam + Noel.
Mi piacerebbe ascoltare un album solista di The Chief (anzi, dopo Idle e Part Of The Queue sto veramente sperando che sia la volta buona che si decida a farlo), ma se ciò compromettesse gli Oasis ci rimarrei veramente malissimo.
Tuttavia, qualunque cosa accadrà in futuro, non comprometterà ciò che penso di loro. Sono una parte della mia vita, e sempre lo resteranno.
[Modificato da Sally-chan 17/07/2005 17.44]