00 30/09/2004 15:59
L'Inter annichilisce l'Anderlecht




Nella seconda giornata di Champions, i nerazzurri vincono 3-1 con reti di Martins, Adriano, Stankovic (Baseggio nel finale) e sono in fuga nel loro girone.

BRUXELLES, 29 settembre 2004 - Finalmente bella e concreta nella stessa notte, l'Inter vince 3-1 in casa dell'Anderlecht (imbattuto a Bruxelles da 9 gare europee) grazie alle reti di Martins, Adriano e Stankovic (Baseggio nel finale) e va in fuga nel girone G, complice la vittoria in rimonta del Werder Brema sul Valencia.
GLI SCHIERAMENTI - Anderlecht con l'annunciato 4-4-2 e Baseggio in panchina. Mancini invece non lesina sorprese negli uomini, ma pure nello schieramento a rombo del centrocampo. Emre infatti si piazza dietro alle punte Adriano e Martins, con Cambiasso vertice basso, Veron sul centrodestra e Stankovic dall'altra parte. Dietro riposa per la prima volta Materazzi.

LA GARA - Parte meglio l'Inter che dà subito l'idea di volere insistere soprattutto a sinistra, dove agisce il 17enne Vanden Borre. Adriano parte largo e dopo avere bussato due volte lascia che al 9' sia Martins ad aprire la porta belga con una zampata sottoporta. I nerazzurri non si siedono certo sul vantaggio e continuano a comandare la partita con sorprendente facilità. Pare però venire meno la cattiveria sottoporta dei primi minuti e infatti per pochi centimetri non si chiudono triangoli e sovrapposizioni che avrebbero messo un nerazzurro davanti a Peersman. L'Anderlecht infatti è in balia dell'avversario. Una volta capito che anche il veloce Wilhelmsson a sinistra fa il solletico a Ze Maria, Broos cerca di sfondare con Mpenza dall'altra parte. L'Inter è troppo corta e superiore tecnicamente per lasciare qualcosa.

La chiave è soprattutto a centrocampo, con Cambiasso che davanti alla difesa intercetta tutto e dà ordine ai compagni, permettendo a Veron di decicarsi alla sua geniale regia senza eccessivi assilli di copertura, anche perché l'effervescente Ze Maria permette all'ex Chelsea di accentrarsi e illuminare il gioco. Emre è il vertice avanzato ed è lui che va ad aggredire il portatore di palla avversario. Per 35' in campo c'è solo una squadra, tanto che al primo affondo dei belgi serpeggia il terrore che il motto-boomerang della banda Mancini ("Gioca e lascia giocare") si trasformi nell'ennesimo gol subito. I nerazzurri in effetti nel finale di tempo soffrono perché costretti ad abbassare il ritmo e dunque allungarsi. Appare evidente soprattutto la zoppia del binario di sinistra, con Favalli che conferma contro Mpenza gli affanni mostrati domenica con Marchionni e lo stravolto Stankovic (aveva inutilmente invocato un po' di riposo) che in copertura fa poco.

Tutti timori fugati con un inizio di ripresa se possibile ancora migliore del primo tempo. Questa volta infatti le occasioni diventano gol e non rimpianti, con Adriano che conferma di essere ormai devastante anche di testa e Stankovic che chiude con un acuto dei suoi (gran destro da fuori) prima di cedere il posto a Davids. Nel frattempo era entrato anche J. Zanetti, piazzato a sinistra al posto di Favalli per frenare Mpenza. Il vantaggio di tre reti permette anche a Mancini di pensare alla Roma e far rifiatare Adriano. Pur in dieci, visto che a cambi terminati s'infortuna Emre, l'Inter gestisce l'inutile mezzora finale (bene la coppia Cordoba-Burdisso) e serve un recupero del recupero per violare anche questa sera la porta di Toldo. Il responsabile almeno è mezzo italiano: Walter Baseggio.