Si narra che, nei tempi medioevali in cui la falconeria rappresentava una diffusa tecnica di caccia, ci fosse un animale destinato solamente a re e sovrani. Un animale dall'immenso fascino e potenza: il GIRIFALCO. Ogni
incontro con il falco più grande del mondo è speciale, e il nostro non è stato da meno. Una coppia, grigia e bianca, su una parete in terra artica ai limiti del più estremo tra i fiordi norvegesi, ha deciso di costruire il nido a poca distanza da un altro rapace del Grande Nord. GIRIFALCO e POIANA CALZATA, gli uni accanto agli altri.
I risultati sono memorabili, degni del miglior documentario. L'estasi di fronte alle acrobazie aeree dell'enorme e candida femmina di GIRIFALCO, quasi più possente dei suoi avversari e talvolta supportata dal maschio, è totale. Avvitamenti e picchiate, in una danza impossibile da descrivere. Ammiriamo i girifalchi anche posati, con lo sguardo rivolto verso la sterminata tundra e il selvaggio Mare di Barents. Favoloso!
La taiga finlandese è invece un oceano di alberi, in cui smarrirsi è facile, tra l'infinito succedersi di Pini silvestri, Abeti rossi e Betulle. Qui i Lapponi, abitatori di questi luoghi sin dalla notte dei tempi, sostengono
che esista una creatura leggendaria, e incrociare gli occhi con essa voglia dire sentire palpitare l'anima stessa della foresta. Come non dare ragione al popolo Sami, quando ci siamo trovati di fronte a un maschio di ALLOCCO DI LAPPONIA? In una zampa stringe un topolino da portare alla compagna, e intanto ci scruta, immobile e silenzioso, vero e proprio mito vivente. Il volto del GRANDE GRIGIO è ipnotico, se ci fosse stato un Ulisse boreale si sarebbe dovuto incatenare per non rimanere ammaliato, come inanzi a una Sirena alata.