E' strano come si possa fare bw per anni, frequentando un certo unmero di siti con assiduità e misconoscendo una quantità di altri posti buoni e relativamente vicini. Alla luce di questa considerazione, in compagnia di Alessio, lo scorso fine settimana mi sono appropinquata verso una nuova meta: l'oasi WWF di Orti-Bottagone.
A guardarla da fuori, camminando intorno, lungo il canale Cosimo (dove zampettano le
cappellacce) e sulla provinciale che ci passa sopra, sembra di vedere una piccola Diaccia Botrona. Basta dimenticare la centrale Enel con tutti i suoi tralicci, ed escludere i rumori non naturali che circondano quest'area. Lame di terra, salicornia a decorare gli argini o a disegnare piccole macchie, lingue di fango colorato dai depositi vegetali o dai riflessi del sole, specchi d'acqua azzurra, blu, verde. Un vero tripudio di colori, reso ancora più vivace dal brulichio di vita zampettante e variegato che i nostri binocoli hanno colto al suo interno.
Sotto il ritmico e incessante metronomo del
Beccamoschino, l'allegro sfrecciare delle
rondini e l'episodico veleggiare dei
falchi di palude, Orti ci ha rivelato un certo fermento di
corrieri grossi e
gambecchi, indaffarati o in tranquilla passeggiata sugli argini sotto al capanno. Qualche
Piovanello, 2
pantane, 3
pivieresse, 1
pavoncella solitaria, mentre in lontananza si stagliavano le sagome delle
garzette e degli
aironi cenerini, dei
fenicotteri e dell'unica
Spatola.
Ma il pezzo forte sono loro, gli abitanti più eleganti dell'oasi, i
cavalieri. Con il loro aspetto gentile, le loro lunghe zampe esili e sgargianti, la loro giacchetta scura da sera e quel becco appuntito come uno spillo, sembravano i padroni del posto. Si muovevano con calma, come chi si sente a proprio agio, alcuni restavano accovacciati sui nidi di fango, altri si avventuravano nell'acqua più alta, ma sempre con estrema signorilità. I loro sguardi dolci ci hanno accolto con tutta la naturalezza che non sanno di possedere e noi li abbiamo omaggiati dei nostri apprezzamenti silenti.
Dal Bottagone giungevano canti di
Usignolo di fiume,
Pendolino,
Cannareccione, e l'occhio si perdeva nel grande canneto con la certezza di presenze silenziose e invisibili.
Ad emozionarci le apparizioni del
Cuculo dal ciuffo, prima timidamente nascosto tra i rami di un pino, poi rivelatosi apertamente e raggiunto dal compagno, poi in volo!Splendido!!! Un animale davvero particolare, per la forma, il piumaggio e la voce. Lo abbiamo riconosciuto subito quando per altre due volte ci ha regalato veloci passaggi, nell'oasi e nel giardino di casa (dove abbiamo visto l'
Upupa e udito più volte i
Gruccioni passare chiassosamente).
Luca , l'impareggiabile guardiaoasi, ci ha presi per mano e condotti nei suoi luoghi con la dolcezza che gli è naturale e di cui non si rende neppure conto, e non poteva farci mancare la chicca portandoci a guardare le 2
Beccacce di mare che sostavano poco lontano dall'oasi (Loc. Perelli).
Un grazie di cuore a Luca (con promessa di tornare) per la sua gentile disponibilità, e un saluto a tutti quelli che mi hanno letto fin qui.
[Modificato da fcvinci 18/03/2007 17.23]