Charles Darwin nacque il 12 febbraio del 1809 a Shrewsbury, piccola cittadina di campagna vicino a Birmingham (grande quasi quanto Aquileia e con alcuni resti romani - ehehehe
).
Inizio' gli studi di medicina spintovi in maniera ossessiva dal padre, e quindi Charles indirizzo' il proprio interesse sulla storia naturale, sulla biologia e sull'entomologia affascinato anche dalle nuove teorie in tema di zoologia e di botanica (JB Lamarck).
Tuttavia, non essendo questa una sua scelta primaria, i suoi risultati scolastici furono miseri
, tanto che il padre (ancora lui, che barba)decise di farlo dedicare alla "carriera" sacerdotale (Cambridge)
.
Ma qui il piccolo D frequentò spontaneamente lezioni di botanica, mentre collezionava e classificava insetti e rocce.
Il 21 dicembre 1831 s'imbarcò
come biologo-naturalista sul brigantino Beagle, attrezzato per effettuare ricerche scientifiche e geofisiche (novello J Cousteau).
Il viaggio intorno al mondo duro' fino alla fine dell'anno 1836, consentendo a D di raccogliere un'ingente quantità di materiale e di condurre svariate osservazioni ambientali: ad ogni differente sbarco D esplorava il suolo, il cielo e la terraferma, ruscelli, mare e torrenti, fiumi e sponde, prati paludi, montagne, raccogliendo e catalogando campioni di specie animali e vegetali, di cui descriveva le abitudini, da perfetto precursore ed iniziatore di quella scienza che poi si chiamera', quasi 100 anni piu' tardi, ETOLOGIA (a tutti gli effetti deve essere considerato il padre putativo di Conrad Lorenz)
.
Nel 1839 pubblicherà il "Viaggio di un naturalista intorno al mondo", diario di queste esplorazioni.
Fu pero' nel corso del viaggio sul Beagle e negli anni seguenti che D giunse alla conclusione che le specie si modificano rispetto alla loro forma originaria ed evolvono gradualmente, quasi con delicatezza, adattandosi all'ambiente ed alle esigenze, e che esiste una teoria scientifica dell'evoluzione, scissa dalla creazione divina.
D si era dedicato quindi alla osservazione, alla contemplazione ed alla riflessione su dati, numeri, specie, caratteri, deposizioni e nidi, covate e migrazioni, ambientamento e adattamento: in particolare studio' la distribuzione geografica delle specie, le leggi della variazione, la divergenza dei caratteri, l'estinzione delle specie meno adatte e piu' fragili (un lavoro da certosino, che non si occupa di numeri e statistiche, bensi' analizza con sensibilita' non priva di scienza e con curiosita' attiva il movimento delle pinne e le somiglianze degli artigli dell'iguana con le spine del cactus e cosi' via).
Testardo e talora innamorato anche solo di un aspetto,D dedicò ad esempio otto anni al lavoro sistematico dei cirripedi, realizzò un allevamento di colombi per studiarne somiglianze e differenze e per condurre esperimenti di selezione artificiale.
In sostanza, l'accettazione susseguente della teoria dell'evoluzione aveva quindi posto il problema della Creazione: se le specie non sono state infatti create così come le conosciamo da un Creatore divino, come spiegare il loro adattamento all'ambiente in cui vivono, che a volte è veramente mirabile?
La soluzione venne dall'analogia tra la selezione operata dall'uomo per migliorare le razze domestiche e quella che avviene in natura.
In particolare, il meccanismo con cui la selezione agisce in natura era insito nella natura stessa e cioe' si trattava della lotta per la sopravvivenza (siamo quindi un po' tutti dei novelli Robinson Crusoe' e le nostre frustrazioni dipendono, cosi come pure gli insuccessi, dall'adattamento all'ambiente, al gruppo, al lavoro alla collettivita' e cosi' via...).
Nel 1859, dopo oltre vent'anni di elaborazione, uscì "On the Origin of Species by Means of Natural Selection", sostanzialmente accettata dalla comunita' scientifica per quanto riguarda il concetto dell'evoluzione, mentre venne rigettata in gran parte per quanto attiene il concetto di di "selezione naturale".
Decisissima l'opposizione degli ambienti religiosi, legati ai concetti biblici (e poi Galileo docet).
D diede contributi importanti con i concetti di evoluzione ramificata, che implica la discendenza da un'origine comune di tutte le specie viventi, e di evoluzione graduale, contrapposta a quella a salti (mutazionismo), che tuttavia mal si adatta anche alla vita moderna: il camaleontismo politico ne' un esempio, con la graduale evo-involuzione che a dir si voglia, da destra al centro a sinistra ripassando dall'una all'altra sponda come... voltagabbana.
In seguito D affrontò anche l'origine dell'uomo, formulando la concezione naturalistica dell'uomo e illustrando il principio di continuità con gli animali (non e' infatti sbagliato dire che siamo... animali o bestie - vedi malsane discussioni sul forum)
, e giunse anche alla conclusione della discendenza umana da un unico ceppo comune, con successiva diversificazione: da qui l'introduzione del concetto di popolazione, che rende conto della variazione delle caratteristiche umane (per buona pace di Bossi
e... che nessuno me ne voglia, perche', a differenza dell'uomo, la natura non crea differenze stupide).
Ma quello che mi piace di piu' e' che D si preoccupò di elaborare un metodo per la scienza della vita, che non può essere ridotta alle leggi e regole della matematica, della chimica e della fisica.
D deve quindi essere considerato il fondatore di un nuovo ramo della filosofia della scienza e della coscienza, la filosofia della biologia e delle scienze naturali in genere, che ha ancora una grande influenza nello sviluppo del metodo scientifico in vari campi come la biologia evoluzionistica, la paleontologia, la geologia e la geofisica, l'astrologia e la cosmologia.
Meditiamo sempre piu'... un grande grande uomo!