Terzo incontro tra Ortolani e l'Agenzia Spaziale Italiana e terza storia orbitale per il Ratto, o per il
protagonista-che-gli-assomiglia-come-un-gemello-omozigoto: dopo la luna stavolta si va su Marte, ultima frontiera dei rilanciati (
rilanciandi, rilanciaturi) voli interplanetari dell'umanità.
A tratti Ortolani rifà un po' se stesso, è vero, ma riesce a farlo con grazia e poesia tali da offire comunque una lettura coinvolgente. E per una volta si concede e ci concede un finale
megaspoiler
che sembra quanto di più vicino al Lieto Fine io abbia mai letto in suo fumetto.
Come atmosfere (rarefatte) e iconografia (desertica) siamo dalla parti di alcuni classici vecchi e nuovi del cinema di fantascienza: "Silent running" (aka
2002-la seconda odissea) di Douglas Trumbull, la prima parte di "Wall-E" di Andrew Stanton e, soprattutto, "Moon" di Duncan Jones.
Alcune gag sono un po' legnose, ma il personaggio del Nicholas Cage immaginario l'ho trovato indovinato. Le parti didascaliche non sono eccessive e introducono anzi degli efficaci cambi di ritmo in una storia dall'andamento introspettivo e intimista.
Giudizio sintetico: buono, non indispensabile ma buono.
Sash
[Modificato da Sashimi 13/11/2021 01:34]