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la morte: un evento definitivo?

  • Messaggi
  • Mokita e Angelo
    00 12/08/2005 19:19
    Mokita

    potrei parlarti del momento della morte del paziente e dell'empatia che ho sempre cercato di avere verso chi rimane lì vicino al più nulla, alla disperazione, ( ...e posso farlo visto che nell'argomento purtoppo sono esperta) ma forse vuoi sapere del rilassamento che cerco di indurre con un trainig un po' casareccio e con massaggi, per ridurre o eliminare la dose delle benzodiazepine che somministriamo per ottenere il rilassamento muscolare necessario per eseguire i potenziali evocati nei vari distretti corporei

    ....sei mai stato dall'altra parte?

    Romeo

    Rispetto all'ultima domanda...prima vorrei conoscerti meglio. L'argomento e' molto interessante, ma anche periglioso. Non ti pare?
    Magari qualcun altro vorra' risponderti subito.

    Mokita

    ...probabilmente l'argomento esula da quanto qui' discusso, è qualcosa che mi intriga e, coincidenza, mi capita spesso tra le mani. nella mia testa, per la mia anima non c'è mistero c'è continuità; a volte mi si ribatte che voglio convincermene per consolazione, può darsi non posso certo effettuare uno studio sperimentale in doppio cieco per verificare quello che sento, però cio' che sento è molto forte ed è la stessa cosa che provo a dare a chi se ne sta andando (quando posso) e a chi resta; sono cristiana ma non cattolica tanto meno praticante,quindi non pensare ad una specie di assistenza di una suora laica.il punto è che se riesco a dare un pò di consolazione, di sollievo anche questa è terapia.

    Angelo

    il tipo di assistenza che passa al paziente attige per forza all'essenza dell'operatore.
    credo che il problema morte vada senz'altro risolto intimamente per poter dare un'assistenza adeguata e non proiettare ansie o convinzioni negative sull'assistito.
    personalmente vedo la morte come una tappa della vita, e ho attinto parecchio ai libri della collana "la vita oltre la vita", che tentano un'analisi "scientifica",o almeno statistica del fenomeno morte.
    mi hanno anche aiutato racconti diretti sull'esperienza coma, obe e pre-morte.
    personalmente non vedo la morte come la fine, e non credo sia positivo che il paziente morente non intravveda qualcosa d'altro. può essere illusione,ma è funzionale alla serenità, quindi ben venga.
    la paura della morte è storicamente legata alla cultura materialista-consimista,di fatti, in passato,ben altro atteggiamento si aveva nei confronti di "sorella morte".



  • Gigi
    00 12/08/2005 20:38
    Il problema della morte e' soggettivo e ogniuno l'affronta come meglio crede e puo'.
    Chi e credente ha una marcia in piu'. Sia nel morire che nell'assistere.

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    serenaorlando
    Post: 659
    Registrato il: 28/08/2004
    Utente Senior
    00 12/08/2005 21:29
    Raymond Moddy dal libro: La vita oltre la vita

    Un uomo sta morendo e, nel momento in cui ha raggiunto l'acme della sofferenza fisica, sente dalle parole del dottore di essere clinicamente morto.
    Avverte allora un rumore sgradevole, come un tintinnio o un ronzio, e contemporaneamente sente di muoversi con estrema rapidità lungo una galleria buia. Giunto al termine avverte improvvisamente di essere uscito dal proprio corpo ma di trovarsi ancora nell'ambiente in cui si trovava prima e vede in lontananza il suo stesso corpo come se egli fosse soltanto uno spettatore. Da quella posizione privilegiata osserva il tentativo di rianimazione e prova un senso di sconvolgimento emotivo.
    Dopo breve tempo si riprende e si abitua alla sua strana condizione. Avverte di avere ancora un "corpo", ma di una natura assai diversa e dotato di poteri assai diversi da quelli del corpo fisico che ha lasciato dietro di se. Cominciano allora ad accadere altre cose. Altri individui gli si fanno incontro per aiutarlo. Scorge gli spiriti di parenti ed amici già morti e gli appare uno spirito di amore come egli non ha conosciuto mai: un essere di luce.
    Questo gli rivolge, senza parole, una domanda che lo esorta a valutare la propria vita, e l'aiuta mostrandogli come in un playback, gli avvenimenti più importanti della sua esistenza.
    ______________________

    Mi piace credere che sia davvero così! Ci sarebbero ancora sensazioni, e sentire, in un certo senso è ancora vivere.
    Ma a volte penso, se fosse come una narcosi...all'improvviso il buio....

    _____________________________
    Ama....e fà ciò che vuoi!
  • mokita
    00 12/08/2005 21:31
    è proprio così, l'interiorizzazione ed elaborazione dei passi della vita, del lutto in questo caso, diventano strumenti dell'assistenza.
    per quanto mi riguarda, il percorso è stato ricco da ogni punto di vista: perdite e riscontri, anch'io ho una ben fornita biblioteca esoterica, ma quello che fa la differenza, a mio parere, rimane sempre quello che senti, o meglio, hai la grazia di sentire quando ti ascolti, e mi spiego. per chi non vuole credere che vita e morte siano un continuum, non ci sono statistiche su esperienze durante il coma o di ritorno, sono solo suggestioni o,come dicono a me consolazioni."...uno dei travaglio maggiori dell'uomo è l'accettazione di un nuovo concetto"WB.
    una delle cose più belle che ho vissuto in questi anni è stato accompagnare la mia vecchia nonna...sarà un caso che molti invochino la mamma quando stanno morendo ma il suo sguardo mentre lo faceva era eloquente: illusione? in questo caso per me!
  • mokita
    00 12/08/2005 21:46
    ....piccola esperienza raccontatami circa 10aa fa da un paziente uscito da un brutto incidente con il "suo piccolo elicottero personale" giovane manager in carriera con famiglia modello barbi e ken: ricordava perfettamente l'incidente e ha descritto classicamente il tunnel, la luce e una meravigliosa sensazione di pace e benessere, non voleva tornare perchè non c'era nulla che eguagliasse quella pace; è tornato perchè chiamato da un compito cioè crescere i suoi figli.
    quello che mi ha colpito è stato lo stile con cui mi ha raccontato la sua storia: un report da manager, la sua conclusione era quello che ho vissuto è vero, sono qui portero' a termine il mio compito ma so che tutto non finisce qui ...anzi
  • studente
    00 16/08/2005 20:06
    esperienza personale.
    Durante una iniezione di droga ho cominciato a sentire le pulsazioni aumentare. Mi ha preso il panico, ed un terribile ronzio alle orecchie.
    Sono saltato in piedi e ho attraversato la strada. Arrivato dall'altra parte, con la testa che scoppiava e una morsa alla gola mi sono sentito mancare. Cadendo ho picciato la testa contro il muro e' tutto e' diventato buio.
    Sono rimasto cosi' per un tempo interminabile. Circa 20 minuti, [mi diranno poi]. Ho provato la coscienza dell'assoluto nulla.Proprio nulla. Poi mi sono sentito prendere a sciaffi e con fatica mi sono ripreso.Avevo un grosso ematoma alla fronte ed il cuore che batteva lentissimamente. Sono sopravvissuto.
  • Massimo
    00 19/08/2005 16:05
    ma che dici. si torna, eccome.
    io prima ero Garibaldi, poi un soldato francese.
    Oggi sono capo sala a Massa.