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[Scritto interessante per infermieri di area psichiatrica]


cosa sapere sulla magia

breve saggio sulla magia

il filosofo di fronte alla magia
a cura di: Carollo Moreno Oscar -

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Cosa e’ la magia?


Capitolo primo


L’occultismo e’ fenomeno storico e fenomeno sociale.
Investe ogni strato sociale ed ogni categoria, oltrepassando le difese culturali e mirando direttamente all’essere.

L’ arte della divinazione rimanda ad un passato ancestrale, rimasto perennemente vivo in ogni civilta’.

Cio’ che caratterizza l’occultismo e la divinazione, che ne e’ la molla scatenante, e’ il desiderio.
Il desiderio e’ frutto di una passione incontenibile, di una intemperanza dell’anima. Ma non tutti i desideri sono soddisfabili dalla magia.

Il rito e’ un potenziamento magico del desiderio. Per poter procedere al rito si deve essere convinti che l’essere sia in completa connessione col mondo, come se tutto fosse lo stesso essere vivente e non ci sia soluzione di continuita’ fra le cose e gli esseri.

“Il mondo interno attraverso la magia influisce sul mondo esterno” dice Giordano Bruno.

La magia agisce come una costrizione del potere naturale, e perciò’ del potere divino, senza soluzione di continuita’.

Il fruitore della magia e “colui che desidera”. Il fine e’ la soddisfazione di un desiderio.

Quando il risultato non arriva solitamente si indica un errato svolgimento del rito. Non e’ la magia che e’ messa in discussione, ma la capacita’ di chi la persegue.
Il rito deve essere ossessivo e preciso, pena la non riuscita.

La magia e’ arte. Un dono, spesso considerato innato, in parte acquisito e raffinato dopo un apprendistato. L’arte di realizzare desideri.

E’ la natura umana che induce il desiderio. Chi e’ in grado di dominarlo, da schiavo puo’ diventare padrone. Padrone delle passioni.
Dopo aver appreso come disciplinare le proprie passioni, e’ possibile indurre gli effetti di queste su altri, potendo provocarle e dirigerle a suo piacimento.
Costui e’ un mago.

La richiesta della soddisfazione del desiderio nasce da una situazione ansiosa o angosciosa del richiedente, che si pone nelle mani del mago, disponibile alla manipolazione. Cioe’ il mago arriva a possedere la volonta’ del richiedente.

La passione in se’, e’ tumultuosa, e perciò’ veicola forze disordinate e caotiche.
Per poterle manipolare il mago deve esse purificato dalle proprie passioni ed agire attraverso un vuoto emotivo, come presenza distaccata ed ascetica.

Su questo terreno nasce la distinzione fra mago stregone negromante e mago teurgo.
Si puo’ perciò’ identificare una teurgia e una stregoneria.

Lo stregone esercita la magia senza essere prima purificato dai propri desideri e dalle proprie passioni. In questo vediamo una analogia con la moderna psicologia, che prevede un treining da parte del futuro terapeuta.

Le passioni di cui si parla sono relative ai desideri amorosi, la tentazione della ricchezza, del potere, del piacere.
Per questi motivi si pensa che questo tipo di magia si appoggi al potere demoniaco, cioe’ spiriti che giacciono schiavi della malvagita’ passionale, che a loro volta ambiscono a scatenare gli istinti stessi.

Questo e’ il motivo per cui le streghe sono identificate come malvage, perche’ preferiscono i demoni e li invocano, in quanto sono questi spiriti malvagi che, secondo loro, dominano il desiderio. Ma sembra anche che esistano essere umani talmente malvagi da superare anche la malvagita’ demoniaca.

Il rito magico rafforza la passione incontenibile, che, in un circolo vizioso, impedisce la purificazione e alimenta la malvagita’.

Al contrario, la Teurgia , bada prima alla purificazione dalle passioni con l’ascesi mistica, che introduce ad una magia bianca positiva.

La distinzione fra mago stregone e mago tergo sta in questa preparazione., che libera dal desiderio con una catarsi purificatrice.

Solo in questo modo la magia puo’ essere positiva e buona.
Ovvero, il mago teurgo e’ colui che, liberato dalle passioni, mira ad una riunione con Dio, ripristinando la comune benevola natura.

All’uomo rimane comunque la decisione: se assegnare la vittoria all’angelo [natura divina] o al demone [natura demoniaca].
Ma la vittoria non puo’ mai dirsi definitiva ed e’ sempre possibile un ribaltamento di fronte.

Mentre l’asceta acquista la sua potenza da Dio, il mago la ottiene attraverso una tecnica, una modalita’ che acquisisce [Simon mago].
Nella Cabala, ad esempio, si presume di ottenere la magia senza coazione del potere divino, ma solo attraverso tecniche e ritualita’, con l’uso di strumenti ed oggetti.

Infatti la rei-ficazione del desiderio, ovvero dare forma al desiderio con un simbolo od un oggetto simbolico, e’ tipico della magia.
L’oggetto rappresenta cio’ verso cui si rivolge la passione. Il tramite che costruisce un rapporto che esclude l’”altro”, che e’ perciò’ inconsapevole.

Per lungo tempo si e’ discusso se era lecito usare magia etica ed ermetica per fini leciti, politici e sociali.
Il motivo della discussione verteva soprattutto sulla necessita’ di avere mezzi a disposizione per contrastare la magia nera e nefasta.
Molti soggetti furono indirizzati a queste pratiche, come i cavalieri templari [del tempio] e i Rosacroce.

Per costoro il fine della magia e’ l’ascesi mistica, morale e conoscitiva, che comprende l’intero cosmo e compie il percorso umano ricongiungendolo con Dio. L’uomo crea se stesso in Dio e si fa Dio.

Quindi, ricapitolando quanto fin qui detto, sono il desiderio, i riti evocativi, la pretesa di farsi Dio sono gli argomenti della critica verso la magia, negativa o positiva che sia.
Ogni volta che si assume un atteggiamento di repressione della magia lo si fa per questi motivi.


Capitolo secondo


La magia medievale comprendeva svariate forme di divinazione. Sfere, bastoni, bacchette, pietre, amuleti, oggetti vari, ecc.
Nel medio evo assistiamo ad una popolarizzazione della magia. Le streghe non abitano piu’ nei templi o in luoghi ameni, ma sono fra il popolo, con usi e costumi popolari e con strumenti abituali [ es.: la scopa, il sale, gli spilli, l’olio, ecc].

Ogni cosa puo’ rappresentare un veicolo di magia, perche’ il tutto e in relazione col tutto e lo puo’ rappresentare. Il concetto di simpatia o antipatia e’ molto vivo in questi atti, per quanto detto sulla relazione continuativa fra mago [o strega], oggetto e soggetto cui e’ diretta l’azione magica.

Fra le varie forme di divinazione la predizione e’ forse la piu’ ricercata.[astrologia].
Ma essendo, nella coscienza popolare, il futuro riservato a Dio, la magia predittiva si rifa’ ai demoni. La sua ricerca e’ quindi vissuta con un senso di colpa dai credenti, cosa che non e’ sentito da chi non ha un vero rapporto con la religione.

Richiedere di conoscere il futuro e’ come affidarsi ad un uomo invece che affidarsi a Dio.
L’anelito, il desiderio, diventa un atto di superbia e di tradimento nei suoi confronti. Come il peccato originale.
Un farsi Dio o affidarsi a chi si fa Dio invece che a Dio stesso. Cio’ che viene a mancare e’ il riconoscimento della sottomissione a Dio.

Mai tempi cambiano. Uscendo dal medioevo e inoltrandosi nel rinascimento,sempre piu’ viene chiarito che i fatti di stregoneria e possessione diabolica in realta’ non sono fatti reali, ma fatti immaginati. Veri racconti fantastici in cui a riscontri reali subentrano troppi particolari non provati. Alcuni sono veramente solo sogni o visioni indotte da stati di coscienza alterati.

Le condanne pero’ non mancano, in quanto si ritiene che solo il fatto di aspirare a poteri reali e’ un atto sacrilego e deviante. Una disobbedienza imperdonabile. Desiderare un atto illegale equivale ad averlo compiuto.

La ricerca, fra lecito ed illecito, prosegue.
Si ribadisce che tutto dipende dalla disposizione del mago. Fra teurgo e negromante, il primo benefico, anche se guardato con sospetto, il secondo diabolico.

E’ in questo periodo che comincia a delinearsi una filosofia della natura, un preludio della scienza, distinta dall’influenza demoniaca o angelica.

Si prepara l’idea che esista una magia naturale, usabile per buoni ed onesti fini, ottenibile con capacita’ acquisibili e strumenti adeguati, differente dalla magia al servizio di desideri e passioni.
Si intravedono gli inizi di un nuovo approccio filosofico. L’alchimista ne sara’ l’artefice.

In questo contesto si rafforza la persecuzione della stregoneria, soprattutto delle streghe, mentre maghi e negromanti riescono a stare ai margini del fenomeno.
La scienza comincia a farsi spazio in questi nuovi fenomeni sociali.

Essa si distingue dalla magia per l’assenza di quel ritualismo simbolico caro alla magia.
Assistiamo ad una differenziazione sempre piu’ netta, anche se i filosofi della natura continueranno a coltivare discipline come l’astrologia, di cui si mantiene anche l’insegnamento.

Ma assistiamo anche all’allontanamento fra la magia spirituale, che ha come scopo una conoscenza teosofica, e la magia naturale, che invece mira a scoprire i segreti della natura.

La divisione cartesiana fra materia cogitante [pensiero, spirito] e materia estesa [misurabile] divide alle fondamenta i due tipi di conoscenza.

Secondo questa filosofia, lo studio della materia puo’ fare a meno dello studio dello spirito.

Cio’ che rimane della stregoneria precedente sono i desideri insoddisfatti, le passioni non consumate, che devono trovare altre strade per essere sublimati.
Tutto si traduce in stati d’animo, provocati dall’attenzione di colui che viene giudicato capace di generarlo, ansie, angosce, paure irriducibili, sentimenti su cui fa leva la magia, ora privata della sua connotazione scientifica e nuda davanti alla verita’: questa magia ha solo scopi dannosi.

Gli stati d’animo indotti dal riferimento alla magia si percepiscono immediatamente. Originano inquietudine, paura e terrore.

Maghi e streghe si isolano, per poter officiare i propri rituali, e spesso si associano, per sentirsi piu’ protetti e sicuri. Diventano soggetti e gruppi settari e devianti, autoesclusi dalla societa’ che vedono nemica e contrapposta. Questo e’ il luogo di satanismo e pratiche ermetiche segrete, con fini sempre illeciti e rivolti al danno.

Ma perdura, anzi, si incrementa, anche una magia con connotati meno foschi, che viene accettata e tollerata, proposta con disinvoltura, anche apertamente.
E’ quella magia che si riferisce all’ambito dell’impresa commerciale e della salute.
Ma e’ anche quella magia che e’ corredo di uno spiritualismo mai sopito, e sempre riemergente, che ha a che fare con la religiosita’ e l’esoterismo teologico.

Nel primo caso assistiamo ad un fiorire della psicologoa del desiderio, perpetrato a danno dell’ignaro, che diventa “consumatore” di prodotti con cui essere felice, condotti dalla sapiente manipolazione di maghi psicologi che hanno costruito una magia scientifica. Imbonitori, ciurmadori, raggiratori e suggeritori fanno parte di questa schiera, capaci di evocare passioni di piacere, possesso, potere e divertimento, ma anche sicurezza, dopo aver instillato il dubbio e l’ inquietudine.

Nel secondo caso la magia si dirige verso una teosofia sincretistica, che si disperde in mille rivoli e che ha come fine la costruzione di un se’ deificato, in sintonia con un se’ universale identificato con Dio.

Inutile chiedere a costoro quali sono le basi dottrinali o religiose o scientifiche, in quanto tutte queste cose sono ritenute inutili, superflue, anzi dannose a favore con la ricerca di una fusione con l’universale ed una sostanziale rinuncia alla vita terrena, intesa come tentativo di modificare il mondo e la societa’.

Questo almeno nelle dichiarazioni.

In realta’ la maggior parte di costoro la troviamo nella classe media, colta e piu’ o meno agiata, che evita, cercando il se’, di prestarsi agli altri.

Questa forma di misticismo magico e’ nell’attesa perenne di una soluzione finale, sulle tracce di mitologie e religioni che ipotizzano una imminente fine del mondo e una presunta immortalita’ dell’anima, ma anche di una metempsicosi [trasmigrazione] .

Come si puo capire la conclusione e’ che anche in un mondo ormai orientato verso la scienza fisica e la tecnologia, ci sono ancora spazi per forme di magia, che fanno leva soprattutto sull’irrazionalita’ che e’ in ognuno di noi, sotto una parvenza di sobrieta’ culturale.

Carollo dr M. Oscar
2005-04-0