Toh, chi si rivede in fumetteria (altrove non saprei, la Free Books s'è affidata a Pan anche per le edicole?) dopo... uhm... 6 mesi, settimana più, settimana meno.
La giustificazione ufficiale è "squisitamente creativa", quindi prendiamola come tale; dopo tutto, a leggere e guardare la storia, non è stato tempo sprecato e non oso immaginare quanto ci sia voluto a disegnare interni ed esterni di Venezia, per dirne una.
E da Venezia prende, a fine 700, con la sparizione del
l'ultimo Doge, le mosse l'avventura di questo numero, che vedrà il Talent Team alle prese col redivivo Ludovico (a cui evidentemente un secolo e più di soggiorno in una specie di sarcofago temporale non ha fatto bene all'umore) e le sue smanie di vendetta.
Non che Tej (citiamolo, poverino, così s'illude di contare qualcosa) e compagnia passassero di lì per caso: la vita e i prototipi del Doge dovevano essere protagonisti di una mostra curata dai genitori di Thomas, che vengono soggiogati e utilizzati come schiavi, assieme ai tuttofare del collegio.
Portata via anche la piccola Candy (la sorella di Thomas, per tutti quelli che non si ricordassero più i nomi della gente), Doge & schiavi, si dirigono via canale e controcorrente alla diga Wolfmayer allo scopo di allagare Wondercity, ma vengono inseguiti e fermati dai Nostri... e soprattutto, e più scenograficamente, dagli ex bimbi sperduti, ora in versione
noisiamofighi volanti.
Per la conta dei misteri, oltre a quello sulla periodicità della testata, c'è una Roary sempre meno candida e sempre più doppiogiochista, con una non meglio specificata missione all'interno del collegio. Poi Jebedia Murdock e i suoi uomini in bombetta che continuano a tramare nell'ombra, graffiti sotterranei che illustrano una sorta di abduzione monocolare ed infine Erik che butta lì una proposta di convivenza in villa a Vittorio il quale, da buon cattolico, rifiuta.
Protagonisti della seconda storia, dei bimbetti che, Wikipedia alla mano, non sono nella prima, non sono nella seconda... saranno parte della terza classe. Al mare e refrattari all'essere tenuti sotto controllo, se la svignano in cerca di tesori e, incappati in un maelstrom, finiscono in un covo di pirati trapassati, con tutto il corredo di galeone, scheletri, tesoro.
Non contenti di ciò, i
Giovani Pirati evocano lo spettro del defunto capitano, il quale cerca di comunicargli quanto siano più importanti i propri compagni e la propria vita di tesori e avventure... cosa che i piccoli non capiscono per bene finché non sperimentano quanto possa essere affamato un mostro marino e, di contro, quanto possa volare una nave/mongolfiera una volta che la si libera da zavorra di valore.
Tentati dall'avventura ma memori delle parole del defunto, i tre lasciano la nave al suo destino, non prima di aver realizzato che potrebbero aver incontrato nientemeno che l'Olandese Volante...
In terza di copertina, appuntamento al prossimo numero, "Il profumo della memoria", a luglio. Sperém.
[Modificato da LK 20/05/2007 19.45]