E' evidente che Artibani sa il fatto suo. Ci hanno svelato al numero #3 di MM che Sonny Mitchell non era morto, o al numero #15 di PKNA che gli Evroniani non morivano. E ogni tanto spuntava una voce che diceva "troppo presto, troppo presto". E qua, al numero #9 di MA, ne viene fuori che il padre di Zick non è morto, ma nemmeno è un fantasma o è imprigionato chissà dove, come si sospettava nel numero precedente. Eppure, questo fatto, che stravolge tutta la trama, consegna lo spunto per il titolo ed eppure occupa all'interno della storia uno spazio abbastanza "marginale", se consideriamo tutti i casini che succedono, non risulta assolutamente forzato se considerato all'interno della trama globale.
Artibani, quindi, inserisce la ricomparsa del padre di Zick condendo il tutto con un'inquietante rivelazione: il dom consuma. Il dom, che fino ad ora ci sembrava così potente, e che non si capiva perché Timothy e la madre di Zick non volessero che il ragazzino lo usasse, ha un'inquietante rovescio della medaglia. Il padre di Zick, una volta miglior domatore del mondo, dopo uno scontro con un mostro fortissimo si è ridotto alle dimensioni di una bambola.
Ed è una vicenda che comunque ha molti spunti: un'aura malvagia che condiziona animali e umani (e che causa la trasformazione del coniglio mezzo-mostro Puffy di Elena) si sta stendendo su Oldmill Village, Elena che si sente trascurata a casa e perde colpi anche a scuola, Dedevid e Ragnetto che ormai sembrano fare coppia fissa, e iniziano a diventare amici di Zick e Elena, e infine l'odiosissima zia di Zick, che, coperta dalla sua aria di perbenismo, minaccia di portare sua madre in tribunale per avere l'affidamento del ragazzo, arrivando a spiare la famiglia per poter ottenere delle foto scottanti. Un tema comunque pesante per un fumetto con questo target, che per ora Artibani condanna senza pietà, con lo struggente abbraccio di Zick a sua madre, di un ragazzino che non vuole lasciare la sua famiglia.
Un numero di ritorni, comunque. Oltre al padre di Zick e al coniglietto Puffy fanno la sua ricomparsa la pianta digerente (quasi a dire "non ci siamo scordati della sua esistenza") e Timothy, che potrà tornare con le zampe a terra per indagare sulla misteriosa forza carica d'odio.
Carini gli intermezzi comici (la recita di Elena e Zick e tutti gli annessi e connessi) che al meglio espletano la loro funzione di "momenti-ove-poter-tirare-il-fiato".
Ottimi colori: il trio che se ne occupa si esprime al meglio. E ottimo anche Federico Nardo, che ci regala un'enorme quantità di espressioni dei personaggi (molte delle quali sorridenti) e ambienti, seppure relegato in una vignettatura a tratti troppo fitta, ma comunque scorrevole.
Migliori del numero precedente le tavole autoconclusive.