CARO JIMI,
NON TI RACCONTO NESSUN TORTO, TI FACCIO LEGGERE UNA STORIELLA DI 20 ANNI FA ESATTI, ESATTI.... PRESA DAL SITO STORICO DEI WARRIORS
Guerrieri al prossimo Superbowl
Sei pullman di tifosi hanno seguito l'amara trasferta di Genova
Gran gioco nei primi due quarti poi un calo che ha consentito ai Rhinos la vittoria
Sono passate da poco le sei di un chiaro mattino dei primi di luglio quando anche l'ultimo dei sei pullman che hanno seguito gli Effer Warriors nella loro avventura al Superbowl '83 è appena rientrato a Bologna. Gli aficionados più cari, le cheerleaders dai pon-pon variopinti, gli amici che hanno condiviso fino all'ultimo gioie e amarezze della stagione con i guerrieri del nascente football, tornano verso casa: sfiduciati e tristi.
Solo poche ore prima, nel palasport di Genova, dalla verde moquette, l'ultimo decisivo atto del campionato Aifa 1983 è loro sfuggito, quando la lancetta dei secondi si apprestava a compiere l'ultimo giro. Nonostante questo, in virtù del grande segreto che ha portato questa squadra alle soglie del titolo tricolore (un ambiente eccezionale, una amicizia ed un affiatamento oltre il fatto sportivo), dopo il primo sconforto erano stati proprio i Warriors ad illuminare con le loro fiaccole festose la beffarda notte di Genova e ad ingentilirla coni canti e le danze che neppure i Rhinos, flemmatici vincitori avevano avuto il coraggio di intraprendere fuori al gigantesco impianto fieristico del capoluogo ligure. La "danza macabra" era servita - per un attimo - a scacciare i pensieri. Qualcuno, però, si è accorto della grande occasione perduta solo in pullmann. Prima non ce n'era stato il tempo; abbagliati dallo spettacolo di un Superbowl per la prima volta vissuto da protagonisti, tutto così interminabile sugli spalti, era invece filato via in campo fin troppo velocemente.
Nel I quarto gli Effer Warriors avevano cominciato a macinare il proprio gioco. Esecutori abili di sweepes e dives, implacabili bloccatori di ogni fonte di gioco offensiva avversaria, i ragazzi di Greiger e Volpini erano riusciti ad entrare in touch down con il solito Joe Inzinna a conclusione di un periodo di chiaro predominio. Era stato poi la volta di Giorgio Longhi a trasformare alla mano in un binomio tante volte felicemente ripetuto in questa magica stagione. Neppure il passivo di otto a zero serviva a risvegliare i campioni d'Italia. Ferrandino (sabato più che mai "Gastineau"), Attilio Luccarini, "Nerone" Maselli, tutta la difesa si adoperava con disarmante sicurezza.
Nel II periodo, però, anche i rinoceronti di Colombo aggiustavano la difesa, concedendo ben poco ai nostri portacolori. Ed eccoci, dopo, il riposo, al terzo decisivo tempo: la gara, fin lì correttissima, si infiammava di un nuovo agonismo sotto la spinta della "torcida" ai lati dell'arena. I guerrieri parevano non curarsene troppo: Petroni pescava Mingarelli che, con una presa acrobatica in end-zone regalava i punti di un rassicurante 14 a 0. Ma, quando la partita sembrava segnata, erano i lanci di Lino Benezzoli, la caparbietà degli esperti ricevitori meneghini a rilanciare le azioni lombarde quasi d'incanto. Nori, dopo che Brambilla aveva completa rocambolescamente un lancio del Qb, fuggiva, su corta assistenza, per 50 yards, Zoncati freddamente centrava i pali dimezzando lo svantaggio. Era la svolta psicologica della gara. Pochi minuti dopo ancora Benezzoli trovava infatti Gerosa a poche yards dalla linea di goal bolognese; Bynum entrava di forza siglando un 14 a 13 che riapriva la contesa.
Nel IV tempo il risveglio orgoglioso degli Effer Warriors pareva però definitivamente placare la carica dei Rinoceronti. Il caldo, il sudore delle mani in un ambiente dove l'ossigeno veniva a mancare, e soprattutto lo stress psicofisico di un incontro ad altissimo livello, giocavano un brutto scherzo un po' a tutti: i fumale non si contavano da ambo le parti. I meccanismi più semplici (lo snap del center per il Qb, ad esempio) non riuscivano più. Ma a 2' dal termine, dopo l'ennesima riconquista di palla da parte di Ferrandino, pareva cosa fatta. L'attacco, dopo tre tentativi, giungeva ad una yard e mezzo dal I down: il punt di Fontana, con il cronometro paralizzato ricacciava indietro i Rhinos. Ma Benezzoli protagonista della rincorsa milanese, prima serviva corto per un'importantissima conquista di 10 yards sulle 50, ottenuta solo al quarto decisivo lancio; poi pennellava un servizio di 40 yards (il "lancio dell'Ave Maria" dirà poi Colombo a fine gara) per le mani di Gerosa che a 50" dal termine siglava, con 2 metri di vantaggio sul cornerback bolognese, l'amarissimo sorpasso: 20 a 14 il risultato, fissato da Zoncati.
Stava scritto, infatti, che anche quest'anno il trono dei Manin Rhinos, mai come quest'anno traballante, non dovesse cambiare padrone.