Ancora sulla L.A.M. Ettore Muti...
Bisogna poi aggiungere che la Muti pur essendo nata inizialmente come milizia di parte attorno a un piccolo gruppo di vecchi squadristi rimasti in disparte o addirittura emarginati dal PNF durante il ventennio, molti dei quali dalla fedina penale non particolarmente limpida - basti pensare al famigerato Colombo, un ex sergente autonominatosi colonnello profittando del caos post armistiziale - diventò rapidamente un articolato ed efficiente strumento bellico grazie al Ministro degli Interni Buffarini Guidi, che la integrò come corpo ausiliario di polizia nell'ambito del Min. Interni della RSI, nulla a che vedere dunque con le varie bande fasciste che prosperarono durante la guerra civile. Vi furono immessi sottufficiali dell'esercito non più in grado di prestare servizio bellico, che inquadrarono ed addestrarono i giovani volontari stornati dalle aliquote dell'esercito di Graziani. Oltre ad un ufficio politico e ad una branca più specificatamente dedita a ordine pubblico vi furono contingenti inquadrati militarmente che parteciparono a operazioni antipartigiane e rastrellamenti in varie località del nord a livello compagnia e battaglione, nonchè distaccamenti armati di presidio in varie località. Vi erano poi un nutrito autoparco (seppur composto in gran parte dei mezzi civili requisiti), una batteria di artiglieria da 75, mitragliere antiaeree da 12,7 o da 20 mm autocarrate o montate su mototricicli, almeno un paio di carri L e persino due aerei da turismo di tipo imprecisato, il cui utilizzo operativo è però dubbio. La rapida espansione del reparto è evidenziata anche dal celebre scudetto metallico, del quale esistono versioni di diverso colore (azzurro, blu scuro, grigioverde, verde pennicellina) forse per carenza di vernice, ma probabilmente anche per differenziare le varie unità. Si vedano al riguardo le varie spillette realizzate dalla E.M.I. negli anni '90 riproducendo in miniatura i vari scudetti.
Alla L.A.M. Muti furono affidati incarichi di responsabilità, come la sorveglianza dell'autostrada Torino-Milano, e nell'inverno 1944/45 la scorta alle autocolonne di viveri fatte giungere a Milano per la popolazione civile da parte dell'Arcivescovo Ildefonso Schuster. Quando per volontà di Mussolini venne sciolta d'imperio la famigerata e quasi onnipotente Banda Kock, formalmente appartenente alle autorità di polizia italiane ma in realtà legata a doppio filo ai nazisti, furono proprio forti contingenti della Muti (con l'appoggio di personale della Polizia Repubblicana, dell'Ispettorato antipartigiani ISPA e della X^ MAS) a circondarne con armi pesanti la sede milanese, nota come Villa Triste per le torture, gli abusi e gli arresti arbitrari che vi si perpetravano. Una volta disarmati e arrestati i componenti della banda, gli antifascisti o presunti tali illegalmente detenuti nelle cantine della villa furono affidati a un medico della Muti che prestò loro le prime cure prima di trasferirli "legalmente" nel carcere di San Vittore in attesa di farne esaminarne la posizione da un magistrato. Alla liberazione nella sede della L.A.M. Muti furono rinvenuti ancora abbondanti depositi di armi, munizioni e viveri, segno di una organizzazione disciplinata e ben strutturata ancora alla vigilia del collasso politico-militare. L'immobile fu in seguito affidato dal CLN al giovane Giorgio Strehler, che ne fece la sede del celebre Piccolo Teatro.