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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di febbraio 2022..

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    viceadmintdg1
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    00 19/02/2022 12:09
    ...sull'eucarestia domenicale
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    viceadmintdg1
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    ViceAdmin
    00 19/02/2022 12:26
    Il primo intervento è a cura di don Franco Fiorino, il conduttore, che affronta il tema dell'eucarestia o Cena del Signore dicendo:



    Oggi proseguiamo il nostro dialogo sul dono dei sacramenti, quei segni istituiti da Gesù, che rendono ciascuno di noi partecipe della vita e della grazia di Dio.

    Perché i tdG rifiutano il dono dell’eucarestia, che significa rendimento di grazie?

    Iniziamo con 1 Corinti 11:23-25 in cu San Paolo racconta dell’ultima cena dicendo:

    23 Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me»

    La Chiesa da sempre ha compreso bene queste parole celebrando tale cena del Signore. Inizialmente avveniva al termine di una vera e propria cena ma col tempo, a motivo degli abusi di alcuni, la Cena del Signore fu separata, come indicato in 1 Corinti 11:21:

    21 Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!

    Perché quindi viene celebrata nel giorno del Signore ossia la domenica da noi cattolici, mentre i tdG solo una volta all’anno il 14 del mese di Nisan, periodo corrispondente alla pasqua ebraica?

    Oltretutto notiamo che nella celebrazione annuale dei tdG solo alcuni di loro mangiano e bevono pane e vino mentre Gesù diede a tutti il calice e il pane, non solo ad alcuni, come leggiamo in Matteo 26:26 e seguenti:

    26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».

    Per loro inoltre tali segni sono solo emblemi mentre per noi cattolici sono la presenza reale del Signore, che vuole nutrirci. Quando gli ebrei parlano di carne e sangue indicano la totalità della persona, quindi nel dono dell’Eucarestia non abbiamo la condivisione piena con il Signore.

    La chiesa primitiva infatti celebrava costantemente la cena del Signore, ogni domenica, non solo una volta all’anno, come ritengono i tdG, come possiamo leggere in Atti 2:42:

    42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere


    Il senso di questo versetto è chiaro ma nella versione dei tdG è stata falsificata come notiamo nella TNM 2017, in cui si legge:

    "E continuavano a dedicarsi all’insegnamento degli apostoli, a stare insieme, a consumare pasti e alle preghiere".

    Notiamo che la loro versione banalizza l’espressione “spezzare il pane” traducendo “prendere i pasti” quando in realtà la frazione del pane era un modo tipico per riferirsi all’eucarestia. Non avebbe senso quel versetto se si riferisse a semplici pasti, non aveva senso sottolinearlo essendo ovvio che mangiavano. Notiamo ad esempio in 1 corinti 10:16:

    16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?

    Anche Atti 20:7 conferma la celebrazione eucaristica domenicale:

    7 Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte.

    Apocalisse 1:10 conferma che la domenica è il giorno del Signore, ma loro stravolgono il senso anche di questo versetto ritenendo che il giorno del signore sia in realtà un’epoca futura ossia quella che noi stiamo vivendo, gli ultimi giorni.

    Per noi cattolici, la cena del Signore non è solo un simbolo di una presenza lontana del Signore ma una realtà che noi sperimentiamo. Per noi il pane e il vino diventato il sangue e il corpo di Cristo come leggiamo in Matteo 26:26:

    26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo»

    Questo “è” il mio corpo, non questo “significa” o “rappresenta” il mio corpo, come traducono manipolando nella TNM.

    Marco 14:24 conferma:

    24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.

    E’ vuol dire che noi siamo uniti veramente a Gesù Cristo. Qui non si parla di simboli, ma vero cibo e vera bevanda come è chiaramente espresso in Giovanni 6:45 e ss:

    45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.48 Io sono il pane della vita.

    Similmente leggiamo 1 Corinti 11:27-29:

    27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna

    Anche qui comprendiamo la realtà del corpo di Cristo mediante l’eucarestia, al punto tale che siamo invitati a mangiarne degnamente.

    Concludo con le parole di Papa Francesco sul valore immenso dell’eucarestia:

    "L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. È per questo che comunemente, quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione»: questo significa che nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi avremo la gioia di contemplare Dio faccia a faccia. Cari amici, non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l’Eucaristia! E' un dono tanto grande e per questo è tanto importante andare a Messa la domenica. Andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre" (Catechesi di PAPA FRANCESCO, UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro, 5 febbraio 2014)

    Quindi fratelli continuiamo a trarre giovamento da questi doni del pane e del vino, che trasformati nel vero corpo e nel sangue di Cristo, trasformano le nostre vite. Non facciamo come i tdG che vengono privati di questa vicinanza con Gesù Cristo.



    Lascio la parola a chi desidera replicare...
    [Modificato da viceadmintdg1 19/02/2022 12:27]
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    M71
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    TdG
    00 19/02/2022 15:20

    Per noi cattolici, la cena del Signore non è solo un simbolo di una presenza lontana del Signore ma una realtà che noi sperimentiamo. Per noi il pane e il vino diventato il sangue e il corpo di Cristo come leggiamo in Matteo 26:26:

    26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo»

    Questo “è” il mio corpo, non questo “significa” o “rappresenta” il mio corpo, come traducono manipolando nella TNM.


    Come sempre c'è molta superficialità, mista ad un autentico pregiudizio, nelle parole di Don Fiorino.

    Mi limito a commentare il passo di Matteo 26:26, che è reso così dalla TNM:
    Gesù prese un pane e, dopo aver pronunciato una preghiera, lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: “Prendete, mangiate. Questo rappresenta il mio corpo”

    Il testo greco usa una forma del verbo εἰμί, cioè ἐστιν (estin). Tra i significati riconosciuti di questa forma verbale ci sono: significare, voler dire, intendere, rappresentare oltre, ovviamente, ad essere.

    La resa della TNM "rappresenta" è sostenuta da molti commentari biblici accessibili a tutti, anche a Don Fiorino che, distrattamente, si è dimenticato di consultare prima della trasmissione.

    Barnes' Notes on the Bible, per esempio, commenta così questo passo biblico:
    Questo è il mio corpo - Questo rappresenta il mio corpo. Il pane spezzato mostra il modo in cui il mio corpo sarà spezzato; o: questo servirà a ricordare alla vostra memoria le mie sofferenze in punto di morte. Non si intende che il suo corpo sarebbe stato "spezzato" in senso letterale come era avvenuto per quel pane, ma che il pane sarebbe stato un emblema o un simbolo utile a richiamare al loro ricordo le sue sofferenze.
    Il pane non poteva essere letteralmente il suo corpo (infatti non lo era, perché il corpo di Cristo era davanti a loro e in vita), ma poteva significare il suo corpo.
    Eppure questa è l'assurda dottrina insegnata dai cattolici romani, quando sostengono che il "pane" e il "vino" siano stati letteralmente trasformati "nel corpo e nel sangue" di nostro Signore.
    Il linguaggio usato da Gesù era affine a quello comune ai Giudei suoi contemporanei, più precisamente simile a quello usato da Mosè all'istituzione della Pasqua in Esodo 12:8-11: "La carne... (dell'agnello) ... è la Pasqua (lett. il passare oltre) del Signore". In altre parole, l'agnello e la festa della Pasqua "rappresentano" il "passaggio" del Signore sulle case degli Israeliti, e sicuramente la carne di quell'agnello non poteva essere letteralmente un passaggio.
    Il significato di questo importante passo può essere così espresso: "Come vi do questo pane spezzato da mangiare, così io consegnerò il mio corpo per essere trafitto e ucciso per i vostri peccati".


    Il Cambridge Bible for Schools and Colleges dice:
    questo è il mio corpo] Il greco esatto è: "questo è il corpo di me"; San Luca aggiunge: "che vi viene dato"; San Paolo, "che si spezza per voi"; il sacrificio era iniziato, il corpo di Cristo era già stato offerto. L'espressione può essere parafrasata: "Questo – il pane – e non l'agnello pasquale, rappresenta – è per i fedeli – il corpo di Me, al quale ancora oggi viene offerto un sacrificio per voi".

    Pertanto la lezione scelta dalla TNM è del tutto lecita, come spiega correttamente la nota di approfondimento del v. 26 nella nwtsty:
    rappresenta . La parola greca estìn (che letteralmente significa “è”) qui ha il senso di “rappresenta”, “significa”, “simboleggia”. Questo significato era chiaro agli apostoli, dato che in quella circostanza davanti a loro c’erano sia Gesù con il suo corpo perfetto sia il pane azzimo che stavano per mangiare. Quindi quel pane non poteva essere il suo corpo letterale. È degno di nota che la stessa parola greca è presente in Mt 12:7, dove è resa “significa” in molte traduzioni bibliche:

    Εἰ δὲ ἐγνώκειτε τί ἐστιν
    Se sapeste che cosa significa (Nuova Riveduta)
    Se aveste compreso che cosa significa (CEI)
    Ora, se voi sapeste che cosa significa (Nuova Diodati)

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    jwfelix
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    TdG
    10 25/02/2022 20:39
    “Questo è il mio corpo: non alla lettera, poiché Cristo era presente nel suo corpo, e il pane rotto non ne fu visibilmente una parte. Il significato è: Questo rappresenta il mio corpo. Quindi Gesù chiama sé stesso una porta (Giov. 10:9), una vite (Giov. 15:1), una stella (Riv. 22:16). Paolo dunque dice: ‘Quella pietra era Cristo’ (1 Cor. 10:4) ‘Agar è il monte Sinai’ (Gal. 4:25). Tali espressioni emblematiche sono comuni in tutte le lingue, e sono facilmente comprese” (New Testament, G. W. Clark - J. M. Pendleton).

    Dal punto di vista grammaticale, si potrebbe tradurre altrettanto bene significa o simboleggia quanto è” (La Sagrada Escritura, Juan Leal, Severiano del Paramo y Jose Alonso, Nota in Marco 14:22).

    Rappresenta, simboleggia il mio corpo” (Le Nouveau Testament, A. Decoppet, 1903).

    “εἰμί… 2) … B … ‘valere’, ‘significare’ … τοῦτ' ἔστι vale a dire” (H. G. Liddell e R. Scott, Dizionario Illustrato Greco - Italiano).

    “εἰμί… τοῦτ' ἔστιν cioè, vale a dire” (C. Buzzetti, Dizionario base del Nuovo Testamento Greco - Italiano).

    “εἰμί… c) … τοῦτ ἔστιν (e sim.), ciò vuol dire, ciò significa, cioè” (H. Balz e G. Schneider, Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento).

    “Non dovremmo troppo appoggiarci al senso letterale delle parole ‘Questo è il mio corpo’ e ‘Questo è il mio sangue’ … Perché in frasi come ‘la mietitura è la fine del mondo’ (Mt 13,39) o ‘io sono la vera vite’ (Gv 15,1) il [verbo “essere”] vuol dire solo significare o rappresentare” (New Catholic Encyclopedia, 1967).

    “Il pane ch’egli rompe e distribuisce significa il suo corpo che sta per essere offerto; il vino, che si trova nella coppa, è il segno del sangue che egli verserà … Dicendo: «Questo è il mio corpo», Gesù non afferma necessariamente che la sostanza del pane è cambiata nella sostanza del suo corpo; nel modo di pensare di un Semita e della Bibbia stessa, il senso più naturale sarebbe: «Questo significa il mio corpo», «questo rappresenta il mio corpo»” (J. Dupont, «Ceci est mon corps», «Ceci est mon sang», Nouvelle Revue Théologique 80, n. 10, 1958, pagg. 1034, 1037).

    Tertulliano: “Egli ha chiamato pane il suo corpo, affinché, per il tempo a venire, comprendiate che egli ha dato al suo corpo le figura del pane … Questo è il mio corpo, cioè, la figura del mio corpo” (The Five Books Against Marcion [Translated by Dr. Holmes], Tertulliano, Apologista e scrittore latino del II secolo).

    “Cosa potevano capire allora i discepoli di Gesù con quelle parole? È chiaro che non potevano concepire un’identità materiale tra il pane e il corpo di Cristo. Non poteva che essere un paragone” (Marie-Emile Boismard, All’alba del cristianesimo, Prima della nascita dei dogmi, pag. 99). Sì, “lo stesso testo biblico è soggetto a molteplici interpretazioni, data la sua ricchezza di significati” (R. Beretta e A. Pitta, Come cambia la Bibbia, pag. 27).

    PASSANDO A ATTI 2:42, 46

    42 dedicavano il loro tempo nell’apprendere dagli apostoli, prendendo parte nell’associazione, e partecipando ai pasti comuni e alle preghiere … 46 Di giorno in giorno si incontravano come un gruppo nel Tempio, e prendevano i loro pasti insieme nelle loro case, mangiando con cuori contenti ed umili * (TEV – GNT). * Tradotto dall’inglese.

    42 in the breaking of the loaves of bread (= eating meals)
    46 breaking bread (= having meals) The New Testament, An Expanded and Amplified Translation, Jonathan Mitchell

    “… frazione del pane … L’espressione di per sé richiama un pasto giudaico…” (Bibbia di Gerusalemme – New Jerusalem Bible).

    “Dall’espressione usata in At 2:44, confr. con At 2:46, che avevano tutte le cose in comune, sembrerebbe piuttosto implicito che ciò si riferisse alla partecipazione ai loro pasti ordinari. L’azione di spezzare il pane veniva comunemente compiuta dal padrone o capofamiglia, subito dopo aver chiesto una benedizione (Lightfoot)” (Notes on the New Testament, A. Barnes).

    “Inoltre, ‘spezzare il pane è una frase antica e semplice che significa mangiare insieme. Atti 2:46” (Hebrew Root Bible).

    “Più interpreti pensano che in questo versetto l’espressione rompere il pane dimostra che in questo punto, (in effetti la parola ἄρτον, pane, non è preceduta dall’articolo), si deve intendere, non della santa Eucarestia, ma di un pasto comune” (A. Crampon).

    “La menzione della frazione del pane (cfr. v. 42) κατ᾿ οἶκον accenna ai pasti «propri» tenuti di casa in casa, nelle singole abitazioni private. Il testo non intende parlare di uno «spezzare il pane» eucaristico e quotidiano” (G. Schneider, Commentario Teologico del Nuovo Testamento, Gli Atti degli Apostoli).

    “… che i primi Giudei Messianici spezzavano il pane è dire né più né meno che mangiavano insieme” (David H. Stern, Jewish New Testament Commentary).

    “In questo brano, evidentemente, l’espressione “rompere il pane” indica i pasti quotidiani” (W. MacDonald, Il commentario biblico del discepolo, Nuovo Testamento).

    “Luca … altrove usa questo termine per un pasto ordinario (cfr Lc 24:30,35; At 20:11; 27:35; probabile anche 2:46)” (The Expositor’s Bible Commentary - Abridged Edition: New Testament).

    “… non bisognerebbe ritrovare sempre l’eucaristia in questi pasti quotidiani, che i primi fratelli di Gerusalemme prendevano con esultanza spezzando il pane nelle loro case (Atti 2, 42. 46). Questa «frazione del pane» può anche essere soltanto un pasto ordinario…” (Enciclopedia Biblica Illustrata).

    “Spezzare il pane era quell’atto che precedeva una festa o un pasto, e che veniva compiuto dal padrone di casa, quando pronunciava la benedizione, ciò che chiameremmo grazia prima della carne” (A. Clarke, A Commentary and critical notes).









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    (SimonLeBon)
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    TdG
    00 25/02/2022 23:03
    Re:
    viceadmintdg1, 2/19/2022 12:26 PM:

    Il primo intervento è a cura di don Franco Fiorino, il conduttore, che affronta il tema dell'eucarestia o Cena del Signore dicendo:



    Oggi proseguiamo il nostro dialogo sul dono dei sacramenti, quei segni istituiti da Gesù, che rendono ciascuno di noi partecipe della vita e della grazia di Dio.

    Perché i tdG rifiutano il dono dell’eucarestia, che significa rendimento di grazie?

    Iniziamo con 1 Corinti 11:23-25 in cu San Paolo racconta dell’ultima cena dicendo:

    23 Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me»

    La Chiesa da sempre ha compreso bene queste parole celebrando tale cena del Signore. Inizialmente avveniva al termine di una vera e propria cena ma col tempo, a motivo degli abusi di alcuni, la Cena del Signore fu separata, come indicato in 1 Corinti 11:21:

    21 Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!

    Perché quindi viene celebrata nel giorno del Signore ossia la domenica da noi cattolici, mentre i tdG solo una volta all’anno il 14 del mese di Nisan, periodo corrispondente alla pasqua ebraica?

    Oltretutto notiamo che nella celebrazione annuale dei tdG solo alcuni di loro mangiano e bevono pane e vino mentre Gesù diede a tutti il calice e il pane, non solo ad alcuni, come leggiamo in Matteo 26:26 e seguenti:

    26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».

    Per loro inoltre tali segni sono solo emblemi mentre per noi cattolici sono la presenza reale del Signore, che vuole nutrirci. Quando gli ebrei parlano di carne e sangue indicano la totalità della persona, quindi nel dono dell’Eucarestia non abbiamo la condivisione piena con il Signore.

    La chiesa primitiva infatti celebrava costantemente la cena del Signore, ogni domenica, non solo una volta all’anno, come ritengono i tdG, come possiamo leggere in Atti 2:42:

    42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere


    Il senso di questo versetto è chiaro ma nella versione dei tdG è stata falsificata come notiamo nella TNM 2017, in cui si legge:

    "E continuavano a dedicarsi all’insegnamento degli apostoli, a stare insieme, a consumare pasti e alle preghiere".

    Notiamo che la loro versione banalizza l’espressione “spezzare il pane” traducendo “prendere i pasti” quando in realtà la frazione del pane era un modo tipico per riferirsi all’eucarestia. Non avebbe senso quel versetto se si riferisse a semplici pasti, non aveva senso sottolinearlo essendo ovvio che mangiavano.

    ...

    Quindi fratelli continuiamo a trarre giovamento da questi doni del pane e del vino, che trasformati nel vero corpo e nel sangue di Cristo, trasformano le nostre vite. Non facciamo come i tdG che vengono privati di questa vicinanza con Gesù Cristo.



    Lascio la parola a chi desidera replicare...



    Ricodiamo a "don" Fiorino che la tradizione quartodecimana, che poneva il ricordo dell'ultima cena del Signore proprio al 14 nisan, è quella originale della chiesa apostolica.

    Non solo, i cattolici non limitano l'eucaristia alla sola celebrazione domenicale, come lei dice erroneamente, ma la celebrano ogni giorno, piu' volte al giorno, rendendo banale una cerimonia che il Cristo indisse una volta sola, la sera della Pasqua.

    In aggiunta, non è storicamente accurato confondere le "agape", cioè i pasti comuni tra cristiani, dove veniva spezzato il pane, con la cena del Signore, che lui indisse, come già detto, proprio la sera della celebrazione annuale della pasqua.

    Bisognerebbe studiarsi un po' di storia del cristianesimo, non del cattolicesimo, prima di fare certe dichiarazioni, che altrimenti risultano fuorvianti.

    Simon
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    viceadmintdg1
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    ViceAdmin
    00 04/03/2022 20:47
    Il successivo e ultimo intervento è a cura di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo, come di consueto, al seguente articolo del nostro sito TdGOnline:

    I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti