Il tramestío dei pensieri si snoda
lasciando il passo ai profumi,
agli urletti festosi dei bimbi,
ai giochi di luci,
talora una nuvola adombra il fondale
e gli anemoni schiudono, rossi di porpora,
chiome sinuose in danze che straziano
minuscole prede.
Il vento trafila la macchia di mirto, ginepro
e di rosmarino, il pino
si piega ad accarezzare le rocce
che trasudano sale.
E anche gli uccelli si tacciono,
non si sente che l'onda, più mite,
del giungere a sera,
fra le ginestre sfiorite
e le salicornie, tutto si cheta
e sbiadisce in olivastri colori,
ciottoli tondi e conchiglie
da posare all'orecchio
a ricordare il mare, domani, lontano.
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