00 28/05/2021 08:58
C'era una volta... è davvero così che vogliamo far iniziare questa storia ? Bhe visto che sarò io a narravela, non vedo in che altro modo possa io raccontarvela... "su vecchia non perdere tempo !" un movimento del capo, uno sbuffo mal trattenuto e un sorriso che si leva dalle labbra fregiate. "gioventù... sempre a privarsi del piacere, per qualcosa di immediato"

E va bene dove eravamo rimasti ? Ah si... la storia di una fanciulla, anzi no di una figlia del Nord, testarda come un mulo, temprata dalla dura vita nella tundra, cresciuta con l'arme in mano. Thuseilda Rangarth; fiera Jarl di un villaggio a nord dei Fijordi, fieri guerrieri dai forti ideali, che mai eccellevano nella violenza combattendo con onore in battaglia, uccidedo più tosto i guerrieri, che toccando anziani e bambini come molti credono. Fu in un giorno in particolare dove la madre di Sirona si ritrovò coinvolta, quando vide per la prima volta Ulfrik; ferito in più punti, con l'ascia ancora in mano grondante di sangue. Decise di aiutalo, di portarlo con lei al villaggio, così che potesse trovare per un breve periodo la pace per riprendersi dalle sue ferite. E come si dice il cuore non si comanda, così come quello di Thuseilda, che si invaghi di quello sconosciuto guerriero, sposandolo nella terza primavera, dopo il loro primo incontro. Rimase incinta della sua unica primogenita; e dopo le fatiche di un estenuante parto lo stesso Ulfrik dopo averla raccolta dalle braccia stanche della madre, le diede un indentà; Sirona Skade Rangarth, questo era il suo nome, il nome di colei che avrebbe ereditato gli errori di un passato oscuro e violento di un padre che faceva di tutto per lasciarselo alle spalle. Ma vedete, quando le tua mani sono sporche del sangue di innocenti, quando la tua anima è fedita tanto quanto un cadavere, difficilmente puoi sfuggire alle terribili malefatte al quale il debole animo umano ha ceduto. Crebbe Sirona, tenuta all'oscuro di quelle malefatte, imparando a conoscere solo una parte del guerriero che era Ulfrik; la parte "nobile" quella piena di orgoglio nei confronti del popolo e nella dedizione rivolta verso i miti e le culture che la moglie aveva insegnato lui.
Lei crebbe con un forte senso del dovere, Sirona, senza bhe certo aver ereditato quella classica arroganza e superbia, dei quali i Nordici sono portatori, una fanciulla già troppo cresciuta dai capelli dello stesso solore del grano e dalle penetranti iridi argento, dello stesso colore dell'acciaio, affilate come una lama e fredde come lo stesso ghiaccio immortale dei Fjiordi ove è cresciuta.

Era la perfetta controparte del padre, sia nei modi che negli atteggiamenti, sebbene quella parte violenta dentro di se fosse inesistente... ancora non aveva saggiato il significato della parola morte, non sapeva davvero cosa significasse prendere una vita, ma lo avrebbe scoperto presto... ben prima di quanto si aspettasse. Aveva quattordici anni quando la rapida discesa verso il baratro l'avrebbe condotta alla disperazione; LA chiamò presto quel mattino il padre, il sole non era nemmeno sorto ad illuminare la vasta distesa ghiacciata che le nevicate dei giorni precedenti avevano lasciato, con qualche borbottio da parte di Sirona e qualche ghigno di Ulfrik, lasciarono presto il villaggio, camminado per la foresta, traversando i piccoli torrenti ghiacciati, fino ai piedi della montagna; le raccontò di un posto che aveva scovato durante una delle sue battute di caccia in solitaria; la portò in una conca rocciosa, una rientranza ai piedi della montagna ove scolpita nella pieta vi era rappresentata il mito dei draghi e delle battaglie e dei uomini del Nord sotto di essi rappresentati. Si domandava la giovane Sirona, quando quelle bellissime rappresentazioni fossero state scolpite, tanto che il tempo e la natura ne abbiano celato i segreti fino a quando gli occhi di falco del padre non ne abbiano riscoperto i segreti. Parlarono a lungo, di molte cose, si allenarono al cospetto di coloro che avevano vissuto i tempi antichi, ma ancora Sirona non aveva compreso il motivo del perché si trovassero li, glielo chiese a pomeriggio inoltrato, quando stvano preparando il loro accampamento per la notte, ma nemmeno li rispose il padre, la guardò sorridendo per un lungo instante, mentre poco a poco il sorriso si affivoliva guardando alle sue spalle. Lesta mosse la testa anche lei, posando lo sguardo sulla figura di una vecchia; una donna dalle vesti nere e logore, sporcate dal fango e lese dalle intemperie. Sorrise quasi avesse trovato un frutto maturo da cogliere in loro, mentre entrambe le braccia si sorregevano ad un bastone di legno nodoso dal quali budelli legati a boccette pregne di erbe e ossa producevano un prolungato rumore, quasi impnotizzante.

Fu quella figura a rompere il silenzio alzando il volto verso di loro, sotto lo sguardo lacerato dall'ansia della giovane guerriera; gli occhi erano cuciti, così come il volto butterato e le labbra violace quasi fosse in stato impotermico, un dito ossuto si allungò puntando la figura di Sirona, mentre un sorriso si dispiegava sulle labbra della vecchia "E dunque la bestia ha avuto una prole... la bestia si è nascosta troppo allungo dalle anime degli innocenti, che lo reclamano... reclamano vendetta, vogliono che la Lama della Tempesta finalmente si scalfisca... quelle anime che ancora hanno la forza di respirare, mi hanno implorato.. mi hanno implorato di trovarti e fare in modo che la tua morte fosse lenta e dolorosa... ma ora che vedo lei... un animo così puro e privo di odio che quasi posso sentire le voci dei defunti reclamare la sua di morte, così che tu possa capire cosa significa privare della vita innocenti persone.... ma non sarà così per te Ulfrik... non per la Lama della Tempesta. Così come nel tuo sangue l'istinto della caccia e della violenza vive, così sarà anche per lei... ma lei non protrà sceglierlo, lei volente o meno sarà l'incarnazione perfetta della tua anima putrida, condannata a divenire una bestia senza controllo, dalla fame di carne e sangue fino alla fine dei suoi giorni" una risata penetrante, acuta e terribilmente inquietante si espanse per quella piccola radura, mentre la fanciulla sveniva col sangue che dalla bocca le colava dalle labbra, come se qualcosa l'avesse colpita, gli occhi che lenti si abbassarono sullo stomaco, notando solo in quel momento la freccia conficcata. Uscirono dal bosco, mentre lei cadeva al suolo irrigidita da capo a piedi, vedendo suo padre combattere come il più feroce dei Barseker di cui le leggende narrano, fin quando... fin quando una spada non lo trapassò da parte a parte. Fu quella l'ultima cosa che vide; il padre trafitto allo stomaco e lasciato a morire nella neve, macchiado quel luogo sacro mentre lei si obliviò completamente dal mondo.



"aspetta un secondo, quindi il padre di Sirona è morto davvero ?" domanda il ragazzo scrutando la donna "eri troppo impegnato a scaccolarti quando stavo parlando ?" ribatte la donna lanciando un occhiata attenta al ragazzo "non c'è mica bisogno di essere così scobutici" borbotta il fanciullo guardando altrove imbarazzato


Atto II

Come vi ho detto prima di iniziare a raccontarvi questa storia, Sirona non ha avuto vita facile... forse l'unica volta in cui è stata davvero felice è nella sua infanzia, e da qui in poi non mi risparmierò in nessun dettaglio.

Si risveglio in una cella, svariati giorni dopo, con il sangue secco che ancora impregnava le sue vesti e la ferita... completamente svanita, non ha mai capito bene nemmeno lei come fosse successo, forse quella donna le aveva fatto qualcosa, o semplicemente si era premurata di curarla così che potesse soffrire ancora di più, e purtroppo così fu... per molto tempo; per lunghi cinque inverni lei non vide nulla se non violenza e dolore. Il corpo che di giorno in giorono, veniva lentamente trucidato, marchiato dalle frustate per le sue continue insolenze, perché si mie ragazzi, nonostate li fosse in catene non ha mai perso la sua integrità, non ha mai smesso di ribellarsi alle torture degli uomini, che ridevano ad ogni suo mugugno... non ci mise motlo a comprendere dove fosse finita in realtà. Sapete le creature mortali, sono anche quelle più volubili; sono dotate del libero arbitrio, così delicate sono le loro anime non appena venute al mondo che basterebbe una singola goccia di putrida oscurità a macchiare im modo permanete quegli animi, che un giorno non saranno altro che i contenitori che dilagheranno la macchia della violenza per queste terre. Sono tanto accecate dalle
promesse terrene, che non mettono in conto che un giorno Shaanas verrà a reclamare le loro anime.


Ma chi sono io per giudicare alla fine ? Non sono mai stata tanto migliore di loro alla fine dei conti, io una mercenaria marchiata dal tempo, di cui le mani sono pregne di sangue tanto quanto gli aguzzini di Sirona. E' lei che cos'é ? non è forse vittima dello stesso destino di chi in quella situazione volente o meno l'ha messa ? Voi darete sicuramente la colpa ad Ulfrik... ma prima di Ulfrik vi sono quelle persone, che purtroppo si sono lasciate logorare dall'odio, creando così un circolo senza fine, destinato a ripetersi. Ma adesso sto divagando... tornando alla nostra bionda nordica; voi sapete come il Nord forgino i loro guerrieri ? Donne e uomini capaci di tutto, temprati come l'acciaio di una spada, cresciuti a pane e ghiaccio fin quando il loro orgoglio non li porterà in battaglia, ov combaterranno fino alla morte, e così è stato anche per Sirona. Lei ha combattuto la sua battaglia, ribellandosi ogni volta che cercavano di toccarla. E' stato così per un lungo anno, hanno cercato in tutti i modi di spezzarla, senza riuscirci e poichè la sua sete di sague pian piano stava aumentando così anche il dubbio che potesse essere venduta come schiava, si stava facendo forte. Arrivò il giorno in cui ricevette la sua crocie, quel marchio che per tutta la vita l'accompagnerà facendo capire a tutto il giro schiavista chi fosse lei... e per quale scopo fosse adatta. La tennero fermi in cinque, mentre un uomo grasso e corpulento le incideva labbra e mento, Il fregio di una V con una bisetrice più corta nel mezzo a spaccarle ulteriormente... e da quel momento in poi lei sarebbe stata una delle bestie dell'Arena.

Cosa te ne fai di uno schiavo, quando non riesci a spezzarlo ? Semplice indirizzi la sua furia su altri prigionieri, che questo lo voglia o meno, non avrebbe comunque il libero arbitrio sulle sue decisioni. E voi giustamente vi chiederete, come ? Come fai a privare ad una persona il controllo ? La magia è potente fanciulli, molto potente, nessuno può sfuggirvi, solo chi chi possiede una mente impenetrabile, potrebbe avere una possibilità... ma tutto si rimette sempre al caso.
In ogni caso passò circa un mese prima che venisse bendata e portata via; poteva sentire l'odore della pioggia, del fango e del sottobosco in modo sempre più intenso, ma del freddo alla quale era abituata nulla più. Era grande il posto, ricolmo di bestie dal macello come la stessa Sirona, che di giorno in giorno diventava sempre più furente, in mododel tutto inspiegabile, almeno per lei.
Quella era l'Arena; il diletto dei ricchi, il fulcro dei vizi e dei peccati, potevi sentire la puzza della violenza carnale nell'aria, del sangue rappreso contro i muri, del fedito odore delle espletazioni corpore che si levava dalle prigioni. E nella sua mente lei si domandava ogni singolo giorno, perchè gli dei l'avessero abbandonata, perché lei è stata costretta a subire tutto quello... e man mano che il tempo passava, ogni sua singola emozione moriva. Affogava sempre di più nel baratro della disperazione, diventado quella che tutti li dentro avrebbero imparato a riconoscere come la Tigre.
La maschera calata sul volto, che altro non era se non il teschio logorato dal tempo di un grosso felino, da dove solo il mento fregiato e gli occhi argento era possibile scorgere. Ogni volta che quella veniva indossata Sirona non esisteva più, era solo una bestia dedita alla morta e al falciare le anime, tutto sotto gli occhi compiaciuti di chi quel posto lo gestiva, un certo Reily... si chiamiamolo così.
Ogni volta che lei macchiava la sabbia dell'arena con il sangue dell'avversario, sempre più soldi a lui entravano nelle tasche, divenne la sua bestia prediletta e avrebbe fatto di tutto perché rimanesse così... ma forse l'unica cosa che non aveva messo in conto era una giovane donna dagli occhi come lo smeraldo e i capelli del colore dell'ebano.

Anche lei una schiava... ma non una qualsiasi; era la stessa schiava che ogni giorno era costretta a soddisfare i paiceri della carne del corpulento Reily. Fu come un fulmine a cel sereno per entrambe, mentre le catene corrodevano i polsi e il collare le rodeva il collo Sirona, posò per la prima volta uno sguardo privo di istinti omicidi su una persona, così come per quella fanciulla il cui nome era Amelia. Fu l'inizio di un piacevole periodo, una breve e placida calma interiore nella quale Sirona si cullava ogni volta che la beveva con lo sguardo e così Amelia con lei, tanto da inziare a passare davanti alla cella della Nord solo per poterle rivolgere un dolce sorriso. E quei dolci sorrisi presto si trasformarono in qualcosa di più; poiché Raily aveva notato l'atteggiamento placido attorno ad Amelia, affidò a quest'ultima il compito di portare Sirona a fare un bagno, cosa che avveniva più o meno dopo ogni incontro, solo sotto la supervisione di due guardie dallo sgaurdo troppo lungo.
Fu li che inzio davvero la loro folle bisogno passionale, sembravano le uniche a comprendersi davvero, come due incastri perfetti, che si completavano a vicenda. Passarono così gli ultimi due inverni, quelli che ci portano quasi alla fine di questa storia.

"MA come ! Già finita ?" un occhiata truce viene riservata al ragazzo, constriggendolo ad abbassare lo sguardo "ho detto quasi" afferma mentre il fuoco viene attizzato nelle braci


Nell'ultimo anno le cose iniziaro a complicarsi, nella loro relazione Sirona non poteva più tollerare che quel corpulento possedesse la sua donna, non lo accettava e anche Amelia iniziò a voler fare qualcosa, qualcosa di altamente rischioso, ma che poteva assicurare loro la chiave per la libertà, lontane da tutto e tutti... si trattava solo di rubare il mazzo delle mille chiavi a Reily e di certo Amelia ne aveva pieno accesso, senza troppi problemi, e forse proprio il loro crede a questo che purtroppo le ha portate sulla strada peggiore di tutte. Attesero tre giorni, tre giorni, nei quali Sirona era pienamente coinvolta nel uccidere senza pietà alcuna, e dunque distante dall'amata, di cui non vide nemmeno l'ombra e questo non fece altro che innervosirla. Non era possbile che lei fosse fuggita senza la Nord, non dopo le loro infinite notti nascoste nell'acque ad amarsi senza alcuna riserva. Quando finalmente la maschera fu nuovamente calata e le catene messe, di lei nemmeno una traccia, e questo smosse qualcosa dentro di lei. Qualcosa di viscerale, che le corrodeva le interiora graffiando per poter uscire e dilaniare ogni cosa, una furia che solo nella sabbia dell'arena si presentava. La chiusero nella cella per tre giorni, da sola, isolata da tutto e tutti senza cibo ne acqua, fin quando non tornarono all'alba del quarto giorno. Nonostante la debolezza causa dalla privazione del cibo, di forze per ribellarsi ne aveva ancora, ma non abbastanza da porre resistenza come suo solito. Sentiva che qualcosa non andava, e il fatto che non vedesse Amelia da ormai una settimana non poteva che logorarla ancora di più. La portarono fuori, li proprio sul palco dei suoi massacri, e dove di solito solo la sabbia ristagnava, due pali si erano stati impiatti e proprio fra questi fu incatenata; in ginocchio, con il pesante collare ad impedirle di raddrizzare la schiena a dovere e le braccia completamente alzate verso l'alto a causa delle catene.

Fu in quel momento che la rivide; il volto completamente tumefatto e le vesti strappate mentre veniva trascianta per i capelli. E fu in quel momento che le catene si tesero, schioccano mentre gli occhi di Sirona strabuzzavano e la voce roca uscì con prepotenza imponedo loro di lasciarla. Lo stesso Reily arrivò mentre si slacciava la cintura ed un altro al suo seguito con una gatto dalle lingue dai chiodi arrigginiti. Prima arrivò la cintura sul volto della Bionda e poi la mano grassoccia ad afferrarlo con prepotenza. Il puzzo dell'alcol abbandovana la bocca unta di lui, mentre urlava che tutte e due erano di sua proprietà, che Amelia aveva detto tutto a lui mentre la puniva prendedola con la forza sopra al pavimento delle sue stanze. E fu veramente la fine... fu la fine di tutto. Ogni uomo prese con violenza la ragazza dai capelli come l'ebano, sotto le sue urla che poco a poco andavano via sempre più affivolite, con il sangue di quella cruda violenza che si propagava attorno a lei, mentre Sirona era immobile, senza emettere nemmeno un fiato mentre le lingue borchiate le lambivano la schiena sfregiandola a vita, marchiandola ancora, ancora e ancora, fin quando dalle sue canri non si intravedevano le ossa. Purtroppo Amelia morì quel giorno a causa delle violenze subite e della crudeltà di quei soldati che non si risparmiarono mentre il suo corpo freddo ormai giaceva nella sabbia, quanto a Sirona... il trauma fu talmente forte che cadde in una sorta di appartente indolenza, vuota come un guscio, abbandonata ormai da tutto e tutti. La trascinarono via, gettandola dentro ad un carro chiuso, diretta chi sa dove... non seppe bene nemmeno lei come face, forse per la stupidità del conducente che credendola svenuta, a causa delle ferite, non si era certo preoccupato di legarla, quella notte riusciì a fuggire, assaporò la libertà sparendo via su un cavallo più a sud possibile, fino a svenire cadendo da questo aspettando la morte, che mai arrivò a reclamarla. LA trovarono dei contadini, e se ne presero cura fin quando non potè ricambiare la loro ospitalià lavorando per loro, fin quando non andò via, iniziando a viaggiare.


"E così finisce la storia di Sirona Skade Rangarth" afferma la donna volgendo lo sguardo al fanciullo, che la fissa interrogativa "che c'è ? '" domanda confusa, si alza di scatto in piedi il giovane fissandola " come che c'è ? Sirona che fine ha fatto ? Ha davvero superato tutto quello ? Dov'è ora ?" domande su domande le pone, mentre un ghigno si delinea sulle labbra coperte dalla sciarpa "Chi lo sa... forse sta ancora sta viaggiando... chi lo sa e poi..." ma ecco che viene interrotta da un veloce scalpitare dei piedi, mentre una bambina dalle dolci fossette e dai capelli biondi come i raggi del sole fanno risaltare gli occhi bicromatici, uno azzurro come il ghiaccio mentre l'altro verde come uno smeraldo "Gatto, Gatto ! Zia Nor ha detto che dobbiamo andare" sorride la donna,e mentre si alza tirando su la bambina con se " va bene scricciolo andiamo subito.. altrimenti zia Nor fa la pellaccia al Gatto." Volge lo sgaurdo la donna, sorridendo al ragazzo prima di voltarsi " Ricorda, Sirona sta ancora viaggiando... non si è mai fermata" le ultime parole prima di sparire con la bambina in braccio.



Maledizione:

Da dove nasce la maledizione ? Ovvimente dagli errori passati del padre, molto prima che Ulfrik sposasse Thuseilda, era un guerriero sanguinario e violento, dedito solo al portare morte nei villaggi al Nord, si narrava fra le gente della Lama della Tempesta, che vi fosse un Nord privo di freni non facendo distinzione fra guerrieri e normali contadini quali fossero anziani o bambini. Questo suo passato ricco di violenza senza freni inibitori è culminato quando nella sue ultime stragi, proprio nel villaggio della shamana che li trova, non per caso sia chiaro, ma proprio dopo un estenute ricerca, dove gli spiriti l'hanno guidata al fautore della loro morte. La maledizione che doveva essere scagliata per vendetta e rancore su Ulfrik, ha preso di mira Sirona, sua unica prole, che sarebbe divenuta l'erede degli errori di una passato oscuro quale quello del padre. Recita così la maledizione che l'anziana shamana ha scagliato su Sirona "Così come nel tuo sangue l'istinto della caccia e della violenza vive, così sarà anche per lei... ma lei non protrà sceglierlo, lei volente o meno sarà l'incarnazione perfetta della tua anima putrida, condannata a divenire una bestia senza controllo, dalla fame di carne e sangue, fino alla fine dei suoi giorni" quella che doveva essere la condanna di Ulfrik si è trasformata in quella di Sirona, che giovane e priva d'odio, l'ha resa la punizione perfetta per un padre che per il resto dei suoi giorni sarebbe stato condannato a vedere la figlia preda di la frenesia del sangue.







Psicologia

Prima:

Sin ora Sirona è sempre stata abbastanza, rispettosa verso i suoi superiori, ha sempre rispettato chi portasse rispetto a lei, ma non si è mai risparmiata un insulto o ha agito con superbai e ira nei confronti, di chi rispetto e bontà non ne ha ami avuta. In linea generale, ha un carattere temperato, nonostante abbia dei picchi di instabilità portati dai ricordi della schivitù o di fronte a situazioni di ingiustizia, nonstate lei stessa sia una mercenaria e il più delle volte lei stessa porti a questa. E' sempre stato un discorso delicato per lei quello della schiavitù, c'è una scissione fra il dire e il fare per lei; odia profondamente il fatto che ci siano persone che privino del libero arbitrio altre per mero divertimento o semplicemente perchè possono, e che da queste ne traggano piacere e divertimento. Allo stesso tempo però, lei stessa è una mercenaria quindi se dovessero passare una commisione dove si dovessero rapire delle persone per soldi, non ci penserebbe due volte a farlo. Quindi c'è una chiara scissione, diciamo in modo egoistico, salverebbe persone che potrebbero trovarsi nella sua stessa situazione, ma al tempo stesso potrebbe fare lo lei se i suoi superiori dovessero ordinarglielo.


Dopo:

Per Sirona il concetto della libertà e del pieno controllo della propria persona, è sempre stato il suo punto forte, proprio il suo controllo nelle situazioni più disparate, dove lei stessa era vitima di violenza, a darle la forza di non cedere al dolore alla paura, che i suoi aguzzini volevano instillare in lei. Si era una schiava, una bestia, sotto il loro controllo, ma in un certo senso il suo carattere forte e dominate le ha sempre dato la forza necessaria a non cedere all'oblio della morte. Con il suo divenire bestia, questo controllo la forza d'animo che le ha dato forza nei momenti più oscuri, non per suo volere purtroppo, verrà meno. Quando le notti di luna piena si avvicineranno, il suo odio nei confronti della propria condizione aumenterà, proprio perchè questa la priva del controllo e della libertà che ha sempre desiderato, e che nei mesi con le frecce ha avuto. Torneà nella stessa condizione di quando era in catene, priva del libera arbitrio e dedita solo a portare morte e rancore nei confronti del mondo. Questo almeno nei primi mesi, dopo la sua prima trasformazione, con il tempo imparerà ad accettare cosa dentro di se cova e cosa è in grado di fare, aiutando con la sua forza le Frecce che ha tutti gli effetti identificherà come il suo branco, la famiglia che deve proteggere a tutti i costi a che da se stessa.





Forma Bestiale:

Razza: Tigre siberiana bianca;

Pelo candindo e vaporoso sopratutto in prossimità del collo. Orecchie tonde, testa proporzionata al corpo dal muso leggermente allungato e dal naso completamente rosa. (Gli occhi rimangono invariati dello stessoa rgento penetrate della forma umana) Il sottopelo è in grado di proteggerla dalle basse temperature. Il mantello bianco è ricoperto da striature nere che sfumano di poco nel grigio. Canini lunghi e affilati bianchi come il latte lunghi 10 centimetri, quelli dell'arcata superiore, mentre quelli inferiori misureranno circa due centimetri in meno. Corpo massiccio e slanciato, con le permettono di muoversi agilmente, artigli neri e retrattili a tutte e cinque le dita sia degli arti superiori che inferiori. Coda lunga novanta centimetri e leggermente spessa all'attaccatura.

Peso: 380 Kg
Altezza in posizione eretta: un metro e novata
Al garrese: un metro e cinquanta


[Modificato da Siyr 22/06/2021 18:14]