00 07/09/2021 22:24
Quarta classificata
"Incontri al bivio" di Vale_P


Grammatica e stile (valutati rispettivamente in 1.55/7 e 0.5/3): 2.05/10
Dal punto di vista grammaticale, la storia presenta vari errori che ti segnalo più avanti. La maggior parte di essi è in realtà dovuta o a parole scritte in maniera errata (probabilmente per una svista), o ad un non corretto inserimento della punteggiatura, specialmente riferita ai discorsi diretti. Trattandosi di un testo molto concentrato sui dialoghi, la tua non completa padronanza delle regole degli stessi ha finito per penalizzarti parecchio. Si tratta comunque di errori risolvibili semplicemente informandosi meglio sulle convenzioni da utilizzare nei discorsi diretti (ad esempio, non bisogna inserire punti fermi alla fine di un discorso diretto, se esso è immediatamente seguito da una frase ad esso strettamente collegata). Ti lascio un link qui che potrebbe aiutarti nella gestione dei dialoghi.
Un’ulteriore osservazione che voglio farti in merito, che sta a cavallo tra il mio giudizio sulla grammatica e quello sullo stile, riguarda come utilizzi l’andare a capo. Nel tuo testo, in varie, troppe situazioni finisci per andare a capo in maniera non necessaria o scorretta, perfino casuale. La tua storia si apre con tre puntini posti in verticale, di cui non comprendo ancora il senso, ed è seguita da tre “Toc.” con un ulteriore punto fermo a capo, isolato. Questo tipo di scrittura non è corretto: che cosa significano quei sei punti fermi in tutto, isolati da frasi? Perché si trovano a capo da soli? Inoltre, in più occasioni vai a capo all’interno di uno stesso discorso diretto, senza alcun motivo apparente. Per la Treccani, “l’espediente grafico dell’a capo riflette la struttura del discorso, evidenziando un momento di passaggio dall’argomento che ha dominato il capoverso precedente a un argomento diverso”. Andare a capo può in effetti anche indicare una pausa ancora più lunga rispetto a un punto fermo (immagino che fosse questo il tuo intento con la separazione dei tre “Toc” iniziali, per dire), ma non ha senso inserirlo, ad esempio, dopo un semplice “Già.” che nel tuo testo indica un inizio di un discorso diretto. Mi pare che in poche situazioni tu abbia utilizzato dunque questo espediente grafico in maniera corretta, e in ogni caso il tuo testo finisce per risultare caotico e frammentario, piuttosto che leggero e scorrevole. Complice anche la mancanza di giustificazione del testo, la tua storia assume una verticalità visiva ingiustificata e che comprime la lettura, obbligando l’occhio a saltare a righi successivi l’uno uguale all’altro, senza separazione alcuna tra i capoversi. Questa tua scelta grafica ha finito per penalizzarti dal punto di vista dello stile, che è tutt’altro che scorrevole, e per tale motivo il tuo punteggio complessivo in questa sezione risulta abbastanza basso. Ti consiglio l'articolo della Treccani da me citato più sopra, nella speranza di aiutarti a padroneggiare meglio l’utilizzo dell’a capo e a migliorare la tua scrittura rendendo i tuoi testi maggiormente fruibili ed apprezzabili.


Ecco di seguito gli errori riscontrati:
“Graffiamdosi”, “lemtamente”,“perché”, “si” e “da” sono scritte in modo errato: le prime due necessitano della n al posto della m, hai sbagliato accento in perché e sia sì che dà vanno accentate (-0.25x5 = -1.25)
In alcune occasioni, inserisci il punto fermo alla fine di discorsi diretti seguiti da una frase, e ciò è errato (-0.15x9 = -1.35)
Tuttavia è un connettivo testuale, e dunque deve essere seguito dalla virgola (-0.15)
“Si era divertito tanto da decidere che da grande avrebbe aperto un bar tutto suo in una viottola secondaria del centro di una grande città e lì avrebbe venduto le migliori cioccolate con panna e ogni altro tipo di dolce.
"spiegò con pazienza, come se quei due nomi avrebbero dovuto provocare nell'anziano la stessa emozione che provava lui nel pronunciarli.”: al posto del condizionale, ci vuole il congiuntivo “avessero dovuto”, oppure “dovessero” in base a come vuoi intendere tu la frase (personalmente penso sia più adatto dovessero). (-0.50)
Tutti gli altri bambini ne sarebbero stati felici e lo avrebbero ringraziato, gli avrebbero voluto tutto bene.”: in queste due frasi ci sono alcuni errori. Innanzitutto, la prima è troppo lunga per non avere alcun tipo di pausa al suo interno: sarebbe opportuno inserire una virgola almeno dopo “città”, per permettere al lettore di respirare (-0.75). Nella seconda frase, invece, oltre ad aver scritto “tutto” al posto di “tutti” (-0.25), avrei messo la virgola dopo “felici” e una “e” dopo “ringraziato”, invertendo dunque la tua struttura (anche perché quel “gli avrebbero voluto” messo in quel modo non suona bene senza un altro connettivo) (-0.15).
“come una filastrocca ed effettivamente”: ci vuole la virgola dopo “filastrocca” (-0.15)
“la barba ispida e incolta e si prese”: serve la virgola dopo incolta (-0.15)
“In ogni momento vedevo il mio momento e tremavo sempre”: la ripetizione della parola “momento” in questo caso suona male, e dovresti utilizzare una parola diversa come, ad esempio, “istante” da sostituire all’inizio della frase (-0.25).
“ne sono pressoché certo... di norma gli stupidi”: dopo i puntini di sospensione serve la maiuscola (-0.25)
“"Quindi che cosa mi consiglio di fare?" /Proseguì la creatura, decisa a ricevere qualche consiglio più pratico”: queste due frasi non dovrebbero essere separate addirittura andando a capo, in quanto quel “proseguì” dovrebbe seguire immediatamente il discorso diretto che lo introduce. (-0.50)

Titolo: 1.7 /2

Il titolo della storia è tutto sommato concorde con quanto da te narrato, per quanto più che di un bivio mi pare che si parli di un “luogo sospeso” dove non si sceglie esattamente da che parte andare, ma ci si incontra lungo tragitti con direzioni molto diverse. Non è originalissimo, ma mi ha messo curiosità fin da subito e funziona bene nell’attirare il lettore verso la tua storia.

Trama e originalità: 7.5/10
Per quanto riguarda questo criterio di valutazione, la tua storia non ha una trama originalissima. La tematica di un “non luogo” dove vivi (o futuri tali) e morti (o futuri tali) si incontrano e hanno la possibilità di parlare delle proprie vite è stata usata già altre volte, e un esempio in tal senso è la scena del dialogo alla “Stazione di King’s Cross” tra Harry Potter e Albus Silente nei Doni della Morte. Non è un caso che mi sia venuta in mente questa scena leggendo il tuo testo, perché ci sono varie somiglianze tra le due storie, oltre che le dovute differenze ovviamente. Nonostante ciò, ho trovato la tua storia godibile e con una trama comprensibile, ordinata, lineare e interessante. Il contrasto tra i due protagonisti, le loro opinioni divergenti e i loro dialoghi, che riflettono due mindset diversi, due visioni del mondo opposte, sono stati un bello spunto e un buon modo per vedere la caratterizzazione dei tuoi personaggi e poterli conoscere meglio. Non c’è molto movimento nella storia, che risulta essere praticamente statica e concentrata sull’introspezione e l’analisi interiore, ma per me questi aspetti sono un pregio e sei riuscita a gestirli bene. Come ho già ripetuto altrove, mi piace che la tua storia funga da sorta di riflessione su alcuni grandi temi della vita, e ho apprezzato le risposte diverse che hai messo in bocca ai due protagonisti, che diventano sinonimi di pensieri più generali e universali, di approcci alla vita più ampi dei singoli individui. La storia ha anche una morale di fondo, un punto di vista considerabile “migliore” e che permette di vivere in maniera più salutare e piena, e ho apprezzato il tuo sottolineare questo aspetto.

Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, sei riuscita a creare due personaggi interessanti e riusciti. Trovo che quello “uscito meglio” fra i due sia l’uomo anziano, ma questo è anche dovuto al fatto che è l’unico dei due a poter contare su un ricco bagaglio di esperienze vissute che gli donano una profondità e uno spessore che il neonato non può avere. Mi è piaciuto in particolare il tuo esplicitare in una sorta di litania i “dogmi” che hanno guidato la vita dell’anziano: questo ci fornisce una spiegazione del suo essere così scontento della sua vita, così arreso e impaurito e ormai pronto a morire perché esausto dell’esistere. È un personaggio molto negativo, che sicuramente all’inizio quasi intimorisce il neonato e che è prigioniero dei suoi rimorsi e delle sue sconfitte, infelice e incapace di trovare un senso anche davanti alla freschezza di un bambino.
Per quanto riguarda il neonato, ho apprezzato il suo entusiasmo e la sua energia, e sei riuscita a fornire un ritratto corretto di un bambino entusiasta e pronto a vivere una nuova vita con coraggio. Mi è piaciuto il tuo tratteggiare anche i suoi genitori, così come il sottolineare il rapporto già forte che esiste in questa famiglia che ancora deve esplicitarsi nella nascita ma che è già unita. L’unica “pecca” che ho trovato nei tuoi due personaggi è la mancanza di una vera originalità, di qualcosa che li distingua davvero e li renda unici e a tutto tondo. Sono più degli archetipi che degli individui, e per questo motivo ho deciso di non assegnarti il punteggio pieno – ma penso che ciò fosse purtroppo inevitabile vista la tua scelta di concentrarti su una riflessione “filosofica” sull’esistenza, che non poteva essere altro che generale e difficilmente dettagliabile.

Utilizzo del Prompt e delle citazioni: 4/4(prompt) + 4/4(citazioni)
L’utilizzo del prompt e delle citazioni all’interno della tua storia è corretto e originale. Il tema dell’umanità pervade l’intero testo, che diventa una riflessione su cosa significhi vivere e morire e su come diverse persone si approcciano a questi due grandi temi misteriosi e al tempo stesso comuni a tutti. Abbiamo due visioni molto diverse di che cosa significhi vivere, e dunque anche essere umani, e ho apprezzato la tua scelta di utilizzare questo prompt in senso così ampio. La canzone da te scelta ha una presenza più sfumata all’interno della storia, eppure si riconoscono citazioni prese da vari stralci del testo e che sei riuscita ad integrare molto bene. Ciò che emerge di più è la promessa elettrizzante di una nuova alba, identificata dalla nuova vita che sboccia e sostituisce una visione più cupa e disillusa che è destinata a morire. Hai compreso e rielaborato bene la tematica della canzone, e saputo utilizzarla in maniera completa. Complimenti!

Gradimento personale: 7.5/10
La tua storia mi è piaciuta in linea di massima, e l’ho trovata semplice ma completa. Guardando al tema del contest, hai scelto di raffigurare non tanto una “geografia del buio”, quanto direttamente una “geografia della vita” per tutte le persone in generale. Come ho già scritto in precedenza, ho apprezzato questa tua “analisi filosofica” sotto forma di dialogo e incontro, così come il suo carattere più generale e “umano” che limitato a due specifici soggetti (anche se questo aspetto ti ha penalizzato lievemente sulla caratterizzazione). Ciò che invece non mi è piaciuto è lo stile, anche grafico, che hai dato al testo, per le motivazioni che ho già espresso nella prima sezione della mia valutazione. Purtroppo, questo aspetto ha avuto un impatto anche sulla mia capacità di godermi la lettura, che ho trovato rallentata e frammentata e dunque meno interessante di quanto avrei sperato. L’aspetto positivo di tutta ciò, però, è che basta avere un’attenzione e una cura maggiori per la grammatica e la stesura delle frasi per ottenere un testo molto più fruibile e apprezzabile. Questo è indice di buone idee di fondo e di una necessità di affinare come vengono espresse, piuttosto che altri aspetti più difficili da aggiustare. Sei sulla buona strada, dunque, e spero che i miei giudizi ti possano essere d’aiuto per migliorare e ottenere per le tue storie l’apprezzamento che si meritano.

Totale: 35.75/50


[Modificato da Asmodeus EFP 08/09/2021 17:33]