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Top 100 Film

  • Messaggi
  • Karl.Gotch
    11 09/04/2021 12:46
    Parto qui con un breve ma - spero - interessante progetto: la mia classifica dei 100 più grandi film della storia del cinema.
    Questa classifica non mira ad essere obiettiva, 1. perché nessuno ha mai visto tutti i film della storia del cinema: ci sarà sempre quel meraviglioso film cambogiano che pur essendo meraviglioso non riesce ad oltrepassare i confini nazionali; 2. perché i gusti personali si interpongono sempre alla pretesa dell'oggettività. Detto questo, credo di essere riuscito a fare una lista completa riguardo ai nomi in campo. Quanto al posizionamento, ho tentato di dare un ordine crescente di valore; ma non esistendo un metodo perfetto per valutare i grandi film, è da prendere molto alla leggera. Io sono abituato a ragionare per registi, più che per film: per cui troverete facilmente opere dello stesso autore con posizioni molto vicine tra loro. Le uniche posizioni sul cui ordine ho veramente pensato a lungo sono le prime 10.

    In giro per il wrestling-web potreste trovare altre mie vecchie classifiche del genere piuttosto diverse da quella che propongo. Con le sempre maggiori visioni i gusti si affinano, perciò questa è da considerare come la correzione delle altre.

    Avverto che, siccome so che ci sono in giro utenti che aderiscono ad una estetica heideggeriana, che cercano nell'arte il disvelamento dell'Essere, tali utenti non troveranno questa classifica particolarmente soddisfacente, dal momento che io aderisco ad un'estetica del tutto diversa. Ciò che cerco nei film è la Vita, la passione, il sentimento: il cinema per il cinema, se si preferisce.

    Non ho incluso i film muti perché, di fatto, costituiscono una diversa forma d'arte dal cinema sonoro e non avrei avuto alcun metro di paragone.

    Penso che ne posterò 10 per volta, fino alla top 10 dove rallenterò ad uno per volta.

    Cominciamo dai primi 10.

    §§§


    100) Full Metal Jacket (1987), Stanley Kubrick



    99) La notte (1961), Michelangelo Antonioni



    98) C'eravamo tanto amati (1974), Ettore Scola



    97) L'occhio che uccide (1960), Michael Powell



    96) Blow-Up (1966), Michelangelo Antonioni



    95) La vita di O-Haru - Donna galante (1952), Kenji Mizoguchi



    94) Kwaidan (1964), Masaki Kobayashi



    93) Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964), Stanley Kubrick



    92) Germania anno zero (1948), Roberto Rossellini



    91) Possession (1981), Andrzej Żuławski



    90) Ran (1985), Akira Kurosawa



    §§§


    Qualche considerazione. Come vedete c'è una mescolanza significativa di film più o meno mainstream al cinema d'essai. Antonioni è noto per non essere uno dei miei preferiti, ma i due film citati qui hanno delle interpretazioni e delle atmosfere complessive che valgono il posto che si sono aggiudicati.
    Ettore Scola potrebbe sembrare una provocazione in questo contesto; e in parte lo è. Ho voluto omaggiare un autore sempre dimenticato nelle classifiche internazionali e di cui si parla solo quando l'argomento è la commedia all'italiana, nonostante il suo valore vada ben oltre quel determinato genere.
    Valutare Mizoguchi è sempre difficile, si tratta di uno dei registi orientali meno occidentalizzati della storia (basta confrontare il film qui menzionato con gli altri due film giapponesi presenti), il che costituisce il suo fascino e anche il motivo per cui in Occidente è meno conosciuto di Kurosawa. Un altro suo film lo ritroveremo nella parte alta della classifica.
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    Ankie
    00 09/04/2021 12:53
    I Grandi Progetti targati Karl, qui davvero si vola alto, QUI!
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    Horace ホレス
    2019 A&F Friend of the Year
    00 09/04/2021 13:52
    "L'occhio che uccide" filmone anche per me, ma un po' troppo concettuale ed "estetico" per finire in una mia eventuale top 100. però a questo punto due parole su quel titolo spendicele.

    Non so usare più una vera tastiera [SM=x5891209]
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    DinoBravo
    00 09/04/2021 14:55
    Di questi primi 10 ne ho visti solo 4: FMJ, Blow Up, Stranamore e C'eravamo tanto amati. Tutti filmoni se non Capolavori.
    Vorrei recuperare da una vita Possession, L'occhio che uccide e Ran.
    Il cinema orientale mi spaventa sempre ma non mi ha mai deluso, Antonioni lo temo.
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    Ankie
    00 09/04/2021 16:02
    Re:
    DinoBravo, 09/04/2021 14:55:

    Di questi primi 10 ne ho visti solo 4: FMJ, Blow Up, Stranamore e C'eravamo tanto amati. Tutti filmoni se non Capolavori.
    Vorrei recuperare da una vita Possession, L'occhio che uccide e Ran.
    Il cinema orientale mi spaventa sempre ma non mi ha mai deluso, Antonioni lo temo.



    Ma se hai detto che Blow Up è un Capolavoro perché temi Antonioni?
    Ha fatto cose ben più godibili.
  • Karl.Gotch
    11 09/04/2021 17:45
    Ho deciso volutamente di non fare commenti troppo specifici per tutti e 100 i film perché diventerebbe solo un lungo monologo. Mi soffermerò soprattutto sui primi 10.

    Peeping Tom è un perfetto esempio di thriller meta-cinematografico. Si possono dare due chiavi di lettura diverse: una psicologica, ovvero il ragazzino che viene terrorizzato e abusato dal padre e da adulto diventa un assassino perverso; e una appunto meta-cinematografica: il cinema come voyeurismo, noi spettatori come dei guardoni morbosamente interessati alle vite degli altri, soprattutto nei loro aspetti più malati (oggi si potrebbe ritualizzare il discorso puntando sui reality show). Ovviamente l'una [chiave di lettura] non esclude l'altra; anzi è proprio la compenetrazione tra la macabra psicologia del film e la sua riflessione meta-cinematografica che lo fa letteralmente uscire dallo schermo e gli dona quella vitalità che possiede. Il povero Michael Powell era troppo avanti coi tempi e i contenuti aggressivi del film di fatto lo ostracizzarono dal mondo del cinema mainstream; non avendo alle spalle una carriera solida come quella di un Hitchcock (appartenente alla stessa generazione), quando il film cominciò ad essere rivalutato, una decade dopo, si trovava ormai al canto del cigno; questo fu l'ultimo suo grande film.

    Su Antonioni, se ci si arma di molta pazienza, si può rimanere affascinati dalla prima parte della sua carriera cinematografica. La notte è particolarmente bello per una eccellente interpretazione di Mastroianni. Dopo Blow-Up parte per la tangente e fa un disastro dietro l'altro.
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    Hard Is Ono
    Hard Is Ono
    Gag Lee Hano
    00 09/04/2021 20:42
    Per me il Dottor Stranamore il migliore di Kubrick.

    Se me ne importasse qualcosa del cinema, probabilmente in una mia classifica sarebbe più in alto.
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    DinoBravo
    00 09/04/2021 21:10
    Re: Re:
    Ankie (anklelock89), 09/04/2021 16:02:



    Ma se hai detto che Blow Up è un Capolavoro perché temi Antonioni?
    Ha fatto cose ben più godibili.

    Me lo dicono tutti ma c'ho paura.
    C'ho paura! [SM=g6580343]

    Stessa cosa con Fellini (solo I vitelloni e lo amo), come se avessi timore che non possano piacermi ed essere costretto a dire che son belli per non inimicarmi nessuno [SM=g6578677]
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    Ankie
    00 10/04/2021 06:17
    Ma il bello è proprio inimicarsi la gente per i gusti differenti e non accettare quello che dicono i Parrucconi.
  • Karl.Gotch
    11 11/04/2021 08:31
    89) La leggenda di Narayama (1958), Keisuke Kinoshita



    88) Scene da un matrimonio (1973), Ingmar Bergman



    87) Mulholland Drive (2001), David Lynch



    86) Match Point (2005), Woody Allen



    85) L'esorcista (1973), William Friedkin



    84) Solaris (1972), Andrej Tarkovskij



    83) Visitor Q (2001), Takashi Miike



    82) La sala della musica (1958), Satyajit Ray



    81) Ecco l'impero dei sensi (1976), Nagisa Ōshima



    80) Quarto potere (1941), Orson Welles



    §§§§§


    -Narayama è un film estremamente giapponese, che pesca nel Jidai-geki, nelle tradizioni popolari e nel folklore. Tratta dell'ubasute, la pratica antica di abbandonare un anziano in una remota località di sua spontanea volontà, così da morire in poco tempo e non pesare sulla famiglia. Come potete immaginare, è molto commovente, una volta che si è entrati nella mentalità che il film dipinge.
    - Un Lynch surreale come al suo solito. Trovare un'interpretazione di Mulholland Drive, che si tratti di un lungo sogno, di storie su universi paralleli o chissà che altro, è un esercizio che lascia il tempo che trova: Lynch esprime i suoi fantasmi mentali e l'unico modo per apprezzarli è quello di abbandonare ogni logica e farsi vivere dal film.
    - Ho scelto uno dei film più atipici della carriera di Woody Allen perché è proprio qui che Woody esce dai suoi schemi tradizionali e supera i suoi limiti: un thriller psicologico, un film estremamente passionale con un epilogo di un tono molto differente da quello con cui il film era iniziato.
    - Miike dirige uno dei film più liberi dai canoni cinematografici mai realizzati. Ispirato a Teorema di Pasolini, ben presto si allontana dai motivi del film pasoliniano per abbattere i tabù morali: incesto, necrofilia, stupro. Essendo una commedia nera, si vede anche molto trash; ma è proprio il contrasto tra la parte più o meno comica e la parte tragica - quella di una famiglia disfunzionale e allo sbando - che rende il film un capolavoro.
    - Quarto potere: questo film del 1941 ha coraggiosamente rigettato la narrazione lineare e cronologica (operazione che aveva già fatto con maestria Buñuel, sia pure in un senso molto diverso), rivitalizzando tecniche come il deep focus che si trovavano nell'espressionismo tedesco, utilizzando effetti speciali innovativi per l'epoca. Inizialmente stroncato nientemeno che da Sartre, tra la seconda metà degli anni '50 e la prima degli anni '60 l'influenza progressiva che le innovazioni (o, per meglio dire, la popolarizzazione delle innovazioni) di Welles hanno portato al cinema fanno sì che questo film raggiunga lo status del più grande film di sempre, costantemente in cima alle classifiche dei critici. Nel 2012 Sight & Sound (la rivista che con cadenza decennale redige la classifica più autorevole) ha posto fine al primato di Citizen Kane, nonostante pare che molti non se ne siano accorti. Si tratta indubbiamente di un grande film, la cui importanza storica è ben nota; ma il mio parere è che volerlo mettere all'apice della storia del cinema, dopo che si è arrivati alla conclusione che la maggior parte delle innovazioni contenute nel film non erano effettivamente tali, è oggi un segno di scarsa comprensione dell'evoluzione del cinema. Welles ha avuto il merito, come un moderno rapsodo, di raggruppare il massimo del cinema dell'epoca e di fornirne una summa. Un esercizio di indubbio valore, ma che le successive rivoluzioni contenutistiche (mi riferisco in particolare al cinema introspettivo e all'onirismo, dunque Fellini e Buñuel in primis) hanno ben presto superato. E d'altronde, senza citare il giudizio impietoso di Bergman, lo stesso Welles era d'accordo sul fatto che Quarto potere non fosse il suo miglior film. Più avanti nella classifica vedremo un'altra sua opera di maggior pregio.
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    DinoBravo
    00 11/04/2021 12:30
    Altri 4 in questa tornata: Mullholland Drive, Match Point, L'esorcista e Quarto Potere

    Sono troppo filo-occidentale [SM=p6026361]
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    Ankie
    00 11/04/2021 12:35
    O forse è Karl che deve fare l'antisciovinista.
  • Karl.Gotch
    01 11/04/2021 14:17
    Veramente la grande maggioranza dei titoli in classifica sono occidentali.
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    Ankie
    00 11/04/2021 14:20
    Bè per mettere Scola sembra che ti sei dovuto tappare il naso. [SM=p6430289]

    Chissà se vedremo Vanzina... [SM=p6430253]
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    Hard Is Ono
    Hard Is Ono
    Gag Lee Hano
    10 11/04/2021 19:16
    Beh ma che Sartre fosse un imbecille spero sia cosa ormai acclarata.
    Mi viene in mente un aneddoto: Neil Innes uno dei leader dei Bonzo Dog Doo Dah Band disse che l'ispirazione per una bella canzonetta in stile beatlesiano (a me ricorda Penny Lane, ma sono dello stesso periodo e Beatles e Bonzos erano molto amici, si saranno influenzati a vicenda o copiati a vicenda) gli venne leggendo proprio la Nausea di Sartre che gli sembrò proprio una porcheria con tutta quella storia sull'esistere e sui lampioni. Piuttosto che i lampioni, molto più interessante una statua equestre:

  • Karl.Gotch
    11 12/04/2021 22:29
    79) Nymphomaniac (2013), Lars von Trier



    78) Fino all'ultimo respiro (1960), Jean-Luc Godard



    77) Effetto notte (1973), François Truffaut



    76) Prezít svuj zivot (2010), Jan Švankmajer



    75) Gli anni in tasca (1976), François Truffaut



    74) Šílení (2005), Jan Švankmajer



    73) Elephant (2003), Gus Van Sant



    72) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), Elio Petri



    71) Heimat (1984), Edgar Reitz



    70) W.R. - Misterije organizma (1971), Dušan Makavejev



    §§§§§


    - Si parte col miglior von Trier, regista che altrove mi ha convinto ben poco ma che qui tira fuori un filmone tra caratterizzazione psicologica, trasgressione e sensazioni forti. A tratti mette a dura prova la sospensione dell'incredulità, forse l'80° posto è un po' alto, ma ormai è andata così
    - Molta nouvelle vague qui. Gli anni in tasca è un film oggi molto sottovalutato, nonostante alla sua uscita divenne subito uno dei più popolari di Truffaut in Francia
    - Švankmajer è un genio del surrealismo ed un abilissimo animatore. Šílení è a mio parere il suo capolavoro, una riflessione sull'autorità e sul trattamento dei pazienti psichiatrici estremamente appassionante
    - Elephant, palma d'oro a Cannes e 2° miglior film del decennio 2000-2009 per i Cahiers du Cinéma, è la miglior prova di un regista che in nessun altro momento della carriera ha toccato tali livelli. Narra di un massacro scolastico con un tono estremamente freddo, glaciale, con lunghi piani sequenza e da un accompagnamento musicale limitato a poco più che la Sonata al chiaro di luna e Per Elisa di Beethoven. Il distacco della regia contrasta in modo formidabile con le emozioni della sparatoria. La spersonalizzazione della narrazione fa sì che si arrivi al paradosso che gli unici due personaggi realmente umani e psicologicamente definiti siano i due killer. Guardandolo per la prima volta, mi sono trovato ad avere simpatia per i due studenti bullizzati e la loro vendetta crudele. Van Sant capovolge in modo magistrale la narrazione tradizionale
    - Il film di Petri è un classico del cinema italiano, la vivisezione di un uomo di legge che vuole testare la propria capacità di essere superiore alla stessa legge e finisce per rendersi conto di essere incapace di sostenere il suo potere.
    - Heimat è un lungo "film" diviso in 11 episodi, un monumentale affresco della Germania del '900 attraverso la storia di una famiglia. L'episodio migliore è di gran lunga il 9°, un capolavoro assoluto e senza tempo
    - Il film alla 70° posizione è una rappresentazione delle idee di Wilhelm Reich, primo esponente del cosiddetto freudo-marxismo e psicoanalista che ha detto qualcosa di interessante prima di perdere la testa e darsi alla pseudoscienza. Politica e sessualità dunque si mescolano in sequenze di difficile interpretazione, intervallate da segmenti di docufiction sulla vita e il lavoro di Reich. Le idee di Reich vengono prese come critica implicita al regime della Jugoslavia, frutto di una rivoluzione repressiva. Inutile dire che il film fu censurato in patria

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    Ankie
    00 13/04/2021 07:08
    Re:
    Karl.Gotch, 12/04/2021 22:29:


    - Il film di Petri è un classico del cinema italiano, la vivisezione di un uomo di legge che vuole testare la propria capacità di essere superiore alla stessa legge e finisce per rendersi conto di essere incapace di sostenere il suo potere.




    [SM=g6574267]
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    Ankie
    00 13/04/2021 19:54
    Re:
    Karl.Gotch, 12/04/2021 22:29:


    - Švankmajer è un genio del surrealismo ed un abilissimo animatore. Šílení è a mio parere il suo capolavoro, una riflessione sull'autorità e sul trattamento dei pazienti psichiatrici estremamente appassionante




    Ci siamo buttati su Švankmajer, ci attirava questo Šílení, ho detto alla mia Ragazza che lo aveva messo Karl nella sua Top 100. [SM=p6430242]

    All'inizio mi stavo quasi arrendendo, la mia Ragazza stranita se ne esce con un impetuoso "Allora la frociaggine è l'ultimo dei suoi problemi" [SM=g6574286]

    Poi arriva la Scena con Pompe & Blasfemie e da lì si decolla ed appassiona effettivamente.

    Adorabile il Marchese, tutti i discorsi sulla Libertà nell'Istituto Psichiatrico e gente che inneggia "Viva la Libertà!" mi hanno ricordato A&F.

    Alla fine la mia Ragazza soddisfatta esclama " E bravo Karl!. [SM=g6576502]

    Ed ora si sta lamentando per come ho riportato la sua frase incresciosa.
    Ha riso molto 2 volte nel Film.

    [Modificato da Ankie 13/04/2021 19:57]
  • Karl.Gotch
    00 13/04/2021 20:41
    Re: Re:
    Ankie (anklelock89), 13/04/2021 19:54:

    Allora la frociaggine è l'ultimo dei suoi problemi




    Quando passerà la legge Zan, ti potrei denunciare per cose come questa.

    Anche l'altro film di Švankmajer che ho messo in lista potrebbe piacere a te e alla tua ragazza, sebbene abbia una forma narrativa molto poco convenzionale. Tra l'altro critica in modo molto intelligente e divertente la psicoanalisi
  • OFFLINE
    Ankie
    00 14/04/2021 06:17
    Re: Re: Re:
    Karl.Gotch, 13/04/2021 20:41:



    Quando passerà la legge Zan, ti potrei denunciare per cose come questa.

    Anche l'altro film di Švankmajer che ho messo in lista potrebbe piacere a te e alla tua ragazza, sebbene abbia una forma narrativa molto poco convenzionale. Tra l'altro critica in modo molto intelligente e divertente la psicoanalisi



    Denuncia la mia Ragazza, comunque è solo gelosa di te [SM=p6430255]

    Fatico con le forme narrative poco convenzionali, lo sai. [SM=p6430242]
  • Karl.Gotch
    11 14/04/2021 22:23
    69) Novecento (1976), Bernardo Bertolucci



    68) Nodo alla gola (1948), Alfred Hitchcock



    67) La grande guerra (1959), Mario Monicelli



    66) Sciuscià (1946), Vittorio De Sica



    65) Eyes Wide Shut (1999), Stanley Kubrick



    64) Roma città aperta (1945), Roberto Rossellini



    63) Anatomia di un rapimento (1963), Akira Kurosawa



    62) Uccellacci e uccellini (1966), Pier Paolo Pasolini



    61) Il banchetto di Platone (1988), Marco Ferreri



    60) La grande abbuffata (1973), Marco Ferreri



    §§§§§


    - Molta Italia qui, alla faccia dell'anti-sciovinismo. Si parte con il colossale film di Bertolucci, una storia intrisa di ideologia ma non per questo didascalica o priva di forti emozioni.
    - Il maestro Hitch ci regala un film nietzscheano: due individui uccidono un uomo senza alcun motivo, semplicemente per provare la loro superiorità sulla massa e sulla morale comune. La pellicola si imposta in un continuo crescendo di tensione fino alla scoperta finale. Il doppiaggio italiano ha rovinato il contenuto del film, dal momento che viene lasciato intendere che l'omicidio sia stato un semplice incidente.
    - Eyes Wide Shut è un film odiato da molti e spesso messo in secondo piano nella filmografia di Kubrick, forse perché qui va "troppo oltre" i canoni dello storytelling cinematografico. L'interruzione della classica storia d'amore per deragliare l'attenzione su una società segreta dal sapore mistico è a mio parere un colpo di genio. Da quel che sappiamo, lo stesso Kubrick riteneva questo lavoro il suo più grande contributo al cinema. Si tratta di una di quelle opere che attendono una rivalutazione da parte dell'accademia
    - Uccellacci e uccellini: film politico mascherato da film esistenziale con la leggerezza di una fiaba. La stranissima coppia formata da un mostro sacro come Totò e un semi-debuttante Ninetto Davoli funziona molto bene, tanto che i due saranno protagonisti ancora di altri due film diretti da Pasolini, ancora più grotteschi e con uno stile da cartone animato. Totò volle fare dei film con Pasolini per recitare finalmente in delle pellicole con merito artistico, per paura di essere dimenticato dopo la morte; ironicamente, questi tre film sono generalmente i meno apprezzati dagli ammiratori di Totò, che come sappiamo tutti viene ricordato per altro.
    - Si chiude questa tornata con il mitico Marco Ferreri. Il primo è un film poco conosciuto che ha per soggetto il Simposio di Platone, con una capacità di rappresentazione della cultura greca antica che raramente ho visto in altri film. Il secondo è il suo capolavoro: a 45 anni Ferreri si stanca delle emozioni e dei sentimenti e decide di fare un film viscerale, fisiologico, con echi di De Sade e Buñuel qua e là. Il risultato è una particolarissima satira anti-borghese, scandalosa quanto basta per evitare che venga vista proprio da coloro a cui era diretta
    [Modificato da Karl.Gotch 14/04/2021 22:24]
  • OFFLINE
    Hard Is Ono
    Hard Is Ono
    Gag Lee Hano
    00 14/04/2021 22:48
    Bello The Rope, l'ho davvero guardato con piacere.

    Di Uccellacci e uccellini ho già parlato anche troppo nelle mie vite forumistiche precedenti.
  • Karl.Gotch
    11 15/04/2021 18:33
    Re:
    Info Our Naah, 14/04/2021 22:48:

    Bello The Rope, l'ho davvero guardato con piacere.



    Lo fanno stasera su TV2000 [SM=p6430247]

    Su Uccellacci e uccellini puoi dire la tua, non ricordo le tue vite precedenti
  • OFFLINE
    Hard Is Ono
    Hard Is Ono
    Gag Lee Hano
    00 16/04/2021 12:48
    Parlavo proprio di altri forum, ere geologiche fa.

    Non ho molto da dire, forse abbiamo già parlato di Pasolini nel Tornei dei Grandi Italiani, può essere?
    Io non sono un grande estimatore, penso che come intellettuale a tutto tondo sia molto sopravvalutato e mentre mi piacciono le sue poesie, trovo i suoi film tendenzialmente noiosi.
    Uccellacci e uccellini invece l'ho sempre trovato splendido e delicato. Probabilmente perchè alla fine uccidono il corvo.
  • OFFLINE
    Ankie
    00 16/04/2021 13:59
    Re:
    Karl.Gotch, 14/04/2021 22:23:


    - Molta Italia qui, alla faccia dell'anti-sciovinismo.




    Ritiro quell'uscita, prima che mi venga rinfacciata ulteriormente.
  • Karl.Gotch
    11 17/04/2021 15:28
    59) La condizione umana (1959-1961), Masaki Kobayashi



    58) Il Decameron (1971), Pier Paolo Pasolini



    57) I racconti di Canterbury (1972), Pier Paolo Pasolini



    56) Il fiore delle Mille e una notte (1974), Pier Paolo Pasolini



    55) Vaghe stelle dell'Orsa... (1965), Luchino Visconti



    54) Le notti di Cabiria (1957), Federico Fellini



    53) Intolleranza: Simon del deserto (1964), Luis Buñuel



    52) Il fascino discreto della borghesia (1972), Luis Buñuel



    51) Il fantasma della libertà (1974), Luis Buñuel



    50) Viridiana (1961), Luis Buñuel



    §§§§§


    Cominciamo a intravedere la zona calda della classifica. Fellini e Visconti esordiscono in classifica con dei film meravigliosi, ma molto al di sotto delle pellicole in cui hanno espresso le loro massime potenzialità.
    - La condizione umana: si tratta di una trilogia di film di Kobayashi che ho deciso di inserire in una sola posizione perché rappresenta effettivamente un'opera unica. Si narra di un uomo con princìpi morali che si scontra con un mondo amorale, in cui la sua etica risulta essere un impedimento e un ostacolo allo svolgersi della sua vita. Tutto ciò narrato in circa dieci ore complessive. In Italia è stato trasmesso in TV soltanto il primo dei tre film tagliato di 40 minuti.
    - Segue la Trilogia della vita di Pasolini, stavolta sistemata in tre posizioni diverse in quanto si tratta di tre film con le proprie caratteristiche e le proprie specificità. Qui vediamo un Pasolini vivo e allegro, che racconta la gioia della vita e della sessualità, in un modo praticamente opposto a come farà in Salò e nel Petrolio (tanto che sarà costretto ad "abiurare" da questa trilogia). Canterbury, Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 1972, è il più facilmente fruibile ed il film che consiglierei a chi volesse avvicinarsi per la prima volta a Pasolini. Le Mille e una notte è il migliore e quello con la narrazione più complessa. La recitazione è terribile, ma in film di questo genere importa poco o nulla.
    - Si chiude col Maestro Buñuel. Simon del deserto è un meraviglioso mediometraggio che ironizza sulla mortificazione religiosa prendendo come spunto il personaggio di Simeone Stilita. Purtroppo per problemi di produzione risulta incompleto (doveva essere il primo di tre episodi). Il fascino discreto della borghesia
    è il film più tipico della sua produzione matura e per cui vincerà l'Oscar per il miglior film straniero (ovviamente non andrà a ritirarlo: è Buñuel). Il fantasma della libertà è un passo più avanti: qui il surrealismo viene portato all'estremo, senza che alcuna spiegazione venga data allo spettatore, che non può far altro che lasciarsi trascinare dal film assente di trama. Viridiana, infine, è un film blasfemo dall'atmosfera grandiosa, vietato in Spagna (uscì nell'epoca franchista) e che ha scandalizzato intere generazioni di cattolici.
  • Karl.Gotch
    11 18/04/2021 21:07
    49) Inland Empire - L'impero della mente (2006), David Lynch



    48) Ordet - La parola (1955), Carl Theodor Dreyer



    47) Sogni (1990), Akira Kurosawa



    46) Amanti perduti (1945), Marcel Carné



    45) Il posto delle fragole (1957), Ingmar Bergman



    44) Barry Lyndon (1975), Stanley Kubrick



    43) Rocco e i suoi fratelli (1960), Luchino Visconti



    42) Arancia meccanica (1971), Stanley Kubrick



    41) La finestra sul cortile (1954), Alfred Hitchcock



    40) Morte a Venezia (1971), Luchino Visconti



    §§§§§



    - Inland Empire è uno dei film più complessi mai diretti finora. Lynch si libera qui di tutti i suoi fantasmi che infestavano la sua mente da anni. Trame e sottotrame si intersecano in un grande quadro astratto. La "trama" principale, se così si può dire, raffigura un'attrice che ottiene la parte in un film e la cui persona viene progressivamente fusa con il personaggio del film che interpreta. Si tratta di un'esperienza cinematografica più unica che rara e il rischio di finire irritati per il non-senso è molto alto anche per chi è abituato al surrealismo; l'unico modo per godere appieno della visione è armarsi di buona pazienza e lasciarsi vivere dal film.
    - Sogni: solitamente considerato un Kurosawa minore, si tratta di un magnifico esempio di realismo magico. Se Fellini e Buñuel hanno deliziato il pubblico con i sogni che hanno inventato da svegli, Kurosawa decide di mettere in scena i suoi sogni reali. E se certo in alcuni episodi viene il dubbio che i sogni siano stati riportati fedelmente, ciò non toglie nulla al loro fascino. Meritano soprattutto il terzultimo e il penultimo episodio.
    - Bergman fa una riflessione sulla vita e sulla morte condensata in una lunga giornata che consiste in un viaggio in cui si alternano incidenti, sogni, discussioni filosofiche e ricordi.
    - Visconti, col suo solito stile a metà tra la tragedia greca e il teatro shakespeariano, racconta una storia piena di passione che ha per protagonisti due fratelli e il loro rapporto con una donna. Probabilmente è il film più di successo del regista italiano
    -
    - Concludiamo con Visconti al suo meglio. Un film lento e dove i dialoghi sono in secondo piano rispetto alle immagini, molto atipico nella sua filmografia. Vediamo un uomo ossessionato dall'ideale di Bellezza, in crisi artistica ed esistenziale, arrivare alla morte pur di non allontanarsi dalla persona in cui vede raffigurato questo ideale. Björn Andrésen, l'attore che interpretava il ragazzo, fu in seguito turbato dall'oggettificazione che il film faceva su di lui e per tutta la sua carriera successiva evitò ruoli che avessero a che fare con il suo aspetto fisico. Nel 2019 si è visto recitare nel film Midsommar, dove è apparso rinsecchito come una prugna lasciata essiccare al sole per tre mesi. Di fatto Visconti è stato l'unico grande regista con cui ha lavorato nella sua carriera.

  • Karl.Gotch
    00 20/04/2021 22:33
    Cominciano i Brividi.

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    39) Onibaba - Le assassine (1964), Kaneto Shindō



    38) Satantango (1994), Béla Tarr



    37) Andrej Rublëv (1966), Andrej Tarkovskij



    36) L'infanzia di Ivan (1962), Andrej Tarkovskij



    35) I sette samurai (1954), Akira Kurosawa



    34) Shining (1980), Stanley Kubrick



    33) Rosemary's Baby (1968), Roman Polański



    32) M - Il mostro di Düsseldorf (1933), Fritz Lang



    31) Il settimo sigillo (1957), Ingmar Bergman



    30) Viale del tramonto (1950), Billy Wilder



    §§§§§


    - Onibaba è il capolavoro di Kaneto Shindō, un allievo di Mizoguchi purtroppo molto poco conosciuto in Occidente e in Italia (colpa anche dei soliti Morandini e Farinotti e il loro paradigma critico che si arena di fronte a prodotti così insoliti). Si ispira ad un antico racconto giapponese, narrato con delle atmosfere indimenticabili.
    - Satantango è un film non per tutti, dura 7 ore ed ha un ritmo piuttosto lento. Tuttavia, una volta che si sono allontanate tutte le possibili forme di distrazione e si è entrati nello spirito giusto, il film non si trova affatto noioso. Le lunghe inquadrature, i dialoghi, le pose dei personaggi, le musiche, sono elementi estremamente suggestivi. In Italia è stato mandato in onda su Fuori Orario.
    - I due primi film di Tarkovskij sono quelli che hanno avuto più successo e probabilmente i più fruibili di questo regista. L'infanzia di Ivan l'ho considerato di poco superiore, anche se l'episodio della campana in Andrej Rublëv probabilmente lo supera in bellezza e vivacità. L'infanzia di Ivan fu molto criticato da Alberto Moravia in un articolo su L'Unità; Sartre intervenne a sua volta per difendere il film, lodandolo come uno dei più belli che avesse mai visto. Curiosamente l'ultimo Tarkovskij, che come sappiamo adotterà uno stile molto diverso da quello dei suoi primi due film, darà ragione a Moravia contro Sartre, sostenendo che la difesa di Sartre fosse troppo filosofica e speculativa.
    - Fritz Lang dirige un capolavoro agli albori del cinema sonoro che dipinge un assassino pedofilo irresponsabile per le sue azioni e la rabbia che la folla prova, placabile solo grazie alla civiltà organizzata (simboleggiata dall'arrivo della polizia).
    - Il settimo sigillo è forse il film più conosciuto di Bergman e non ha bisogno di presentazioni. Il personaggio della Morte è entrato nell'immaginario collettivo ed è stato spesso imitato e parodiato (qui per esempio la vediamo giocare a tennis: https://www.youtube.com/watch?v=L1TlAd6M-xU). La scena che preferisco ed in assoluto una delle più grandi scene del cinema è questa:
  • Karl.Gotch
    11 22/04/2021 22:17
    29) La rabbia giovane (1973), Terrence Malick



    28) Repulsione (1965), Roman Polański



    27) La donna che visse due volte [Vertigo] (1958), Alfred Hitchcock



    26) Il lamento sul sentiero (1955), Satyajit Ray



    25) La dolce vita (1960), Federico Fellini



    24) Va' e vedi (1985), Ėlem Germanovič Klimov



    23) Lo specchio (1975), Andrej Tarkovskij



    22) La regola del gioco (1939), Jean Renoir



    21) Roma (1972), Federico Fellini



    20) Amarcord (1973), Federico Fellini



    §§§§§


    - Debutto sensazionale di Malick, che in seguito con The New World e soprattutto The Tree of Life adotterà uno stile molto diverso, abusandone fino a diventare la parodia di sé stesso. Qui, ispirato da una storia vera, narra di una coppia di giovani alienati che si fa responsabile di una serie di omicidi vissuti nella più assoluta normalità.
    - Vertigo è il film che ha scalzato Quarto Potere dal primo posto della classifica dei migliori film stilata da Sight & Sound. A cosa si deve questa rivalutazione è difficile da dire, dato che alla sua uscita ebbe reazioni miste tendenti al negativo e nelle due classifiche decennali seguenti alla sua uscita non si è collocato neppure nella top 10; né si può obiettivamente dire che sia il più grande capolavoro di Hitchcock, nonostante sia certamente un film molto riuscito. Probabilmente è più una questione di psicologia di massa che di critica cinematografica. Ad ogni modo, il film è un thriller molto ben fatto e, visto senza conoscerne la trama, causa piacevoli emozioni di sorpresa nello spettatore. Purtroppo si tratta di uno di quei prodotti che, se spoilerato, perde gran parte del suo fascino.
    - Ray firma il capolavoro del cinema indiano. Un film estremamente semplice, fatto con un piccolo budget, attori in gran parte non professionisti e una troupe inesperta (compreso il regista, qui al suo primo film), ma con una grande vena poetica, che racconta la storia di una famiglia costretta a combattere contro la povertà.
    - La dolce vita è uno spartiacque del cinema italiano: con questo film i canoni che prima di allora regnavano (in particolare quelli del neorealismo) vengono accantonati in nome della libertà dell'artista. Il film si compone come una suite di - meravigliosi - episodi che hanno come unico collante il protagonista Marcello e l'ambiente in cui è calato. Il tutto viene girato senza che la sceneggiatura (comunque totalmente stravolta in fase di regia) sia mostrata agli attori. Mastroianni ha raccontato che durante il suo primo incontro con Fellini, alla sua richiesta di fargli leggere il copione del film, il regista gli diede semplicemente un foglio in cui c'era un suo disegno: un uomo che nuotava in mare, con un fallo lunghissimo che arrivava fino agli abissi e tante sirene che gli nuotavano intorno. Come tutti sanno il film ha avuto un enorme successo ma si è attirato anche una miriade di critiche feroci. Sia Pasolini che Calvino definirono il film come ideologicamente cattolico; ed effettivamente ebbe un discreto successo negli ambienti del cattolicesimo illuminato e dei gesuiti. D'altra parte, l'episodio della visione di Maria, in cui si fa ironia su due bambini che fingendo di vedere la Madonna si prendono gioco della folla; le scene di spogliarello molto audaci per l'epoca; e in generale l'impostazione che dipinge l'alta borghesia come setta di dissoluti, fruttarono a Fellini accuse di essere ateo e comunista. Su alcune chiese comparve la scritta: "Preghiamo per il peccatore Fellini". Alla prima di Milano Fellini e Mastroianni si presero gli sputi del pubblico indignato. Un regista oggi non potrebbe essere che contento che un suo film faccia parlare così tanto. Fellini vinse la Palma d'Oro e si preparò a dirigere un episodio di un film collettivo totalmente diverso da tutti i film che aveva diretto precedentemente: comincia la seconda parte della sua carriera.
    - Va' e vedi: film di guerra molto intenso che narra di un atroce sterminio della popolazione di un villaggio bielorusso ad opera dei nazisti. Pesante, ma ne vale la pena.
    - Lo specchio: film d'arte autobiografico che molto si avvicina al flusso di coscienza sperimentato in letteratura. Sogni e ricordi sostituiscono la trama. Il risultato è molto opaco, al limite dell'incomprensibile, ma veramente affascinante.
    - E chiudiamo con altri due film di Fellini, piuttosto simili come struttura. Roma è quello che ha avuto meno successo ma che Pasolini ha definito come il miglior film di Fellini. La trama è praticamente inesistente: si tratta di una rappresentazione dell'essenza di Roma vista dall'autore, caratterizzata da episodi molto divertenti che esemplificano la romanità. Amarcord, film per cui Fellini vincerà l'Oscar, è invece una rievocazione della sua adolescenza a Rimini. Anche qui gli episodi sono prevalentemente comici, ma spiccano anche dei segmenti poetici davvero emozionanti, in particolare la scena del nonno nella nebbia, cosa che gli ha fatto guadagnare la posizione in più.
  • Karl.Gotch
    11 25/04/2021 21:43
    19) Il grande dittatore (1940), Charlie Chaplin



    18) Fanny e Alexander (1982), Ingmar Bergman



    17) I 400 colpi (1959), François Truffaut



    16) Ladri di biciclette (1948), Vittorio De Sica



    15) La ciociara (1960), Vittorio De Sica



    14) Stalker (1979), Andrej Tarkovskij



    13) Il processo (1962), Orson Welles



    12) Gli amanti crocifissi (1954), Kenji Mizoguchi



    11) Psyco (1960), Alfred Hitchcock



    10) Rashomon (1950), Akira Kurosawa



    §§§§§


    - Chaplin abbraccia il sonoro e dimostra di essere tutt'altro che finito. L'attore ha detto che se si fosse saputo della realtà dei campi di sterminio, non avrebbe fatto il film, in quanto non avrebbe trovato nulla da ridere nella follia omicida dei nazisti. Dobbiamo allora essere grati che all'epoca nulla si sapeva, dato che ci saremmo privati di un capolavoro di satira politica senza tempo, la parodia contemporanea più riuscita del nazifascismo.
    - Truffaut al suo lungometraggio di debutto dipinge la psicologia di un ragazzino non amato dalla famiglia che non può far altro che attirare l'attenzione ribellandosi alla ferrea disciplina scolastica. Fa il suo debutto il personaggio di Antoine Doinel, che sarà presente in tre lungometraggi e un corto successivi di Truffaut, nessuno dei quali raggiunge i livelli dell'opera prima.
    - Il vero e unico De Sica raggiunge l'apice del neorealismo con questi due film girati a distanza di un decennio. Ladri di biciclette è chiaramente il più iconico, al primo posto nella classifica di Sight & Sound già quattro anni dopo la sua uscita. Ho premiato però La ciociara, un dramma pieno di passione, che a mio parere rappresenta la quintessenza del cinema.
    - Stalker è - in linea di principio - un film di fantascienza; ma, molto più che in Solaris, Tarkovskij riesce ad andare al di là delle ristrettezze di un genere e a partorire un vero film d'arte. Il film è visivamente straordinario, non ho mai visto in vita mia una fotografia cinematografica così suggestiva e affascinante. La storia riguarda tre personaggi che si avventurano nella Zona, un luogo misterioso e ufficialmente inaccessibile, per trovare la Stanza dove chiunque può realizzare i suoi desideri. Arrivati ad un passo dalla meta, però, i tre capiscono che la Stanza esaudirebbe i loro desideri inconsci e non ciò che consciamente vogliono. Nella Zona Tarkovskij usa il colore, ma al di fuori di essa vediamo che il film vira al bianco e nero o alla fotografia in seppia: il mondo al di fuori della Zona è grigio e piatto. Il film è effettivamente lento; ma quando gli si fece questa critica, Tarkovskij rispose: "The film needs to be slower and duller at the start so that the viewers who walked into the wrong theatre have time to leave before the main action starts".
    - Il processo è il più grande capolavoro di Orson Welles, come hanno testimoniato lo stesso autore e alcuni critici. Racconta di un uomo che viene accusato di un crimine che non gli verrà mai rivelato, fino alla sua condanna a morte. Le ambientazioni sono gelide e meccaniche, il contrasto tra bianco e nero è perfetto e gli spazi si fanno sempre più claustrofobici man mano che la storia va avanti. Epic.
    - Psyco è invece il capolavoro di Hitchcock. La trama la conosciamo tutti, quindi lascio la parola a Truffaut: In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l'arte cinematografica per creare una emozione di massa. E con Psyco ci siamo riusciti. Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non è una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non è un romanzo che ha molto apprezzato che l'ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro.
    - Rashomon è stato il film che ha attirato l'attenzione internazionale sul cinema giapponese. La storia narrata è relativamente semplice, ma con un intreccio geniale: viene raccontata da quattro personaggi diversi, ognuno col suo punto di vista, cosa che fa sì che lo spettatore assista di fatto a quattro storie diverse. La verità è inconoscibile, pare dirci l'autore. All'intreccio si unisce una fotografia meravigliosa, Kurosawa qui riesce - come diceva Fellini - a "fotografare l'aria". Curioso che, alla sua uscita, il film non piacque ai critici giapponesi. La vittoria del Leone d'Oro al Festival di Venezia li lasciò sconcertati e fu l'inizio di un cambio di paradigma all'interno della critica giapponese, che si aprì alle logiche occidentali. Non solo Rashomon fece scoprire l'Oriente all'Occidente; ma anche, in un certo senso, l'Occidente all'Oriente.
    [Modificato da Karl.Gotch 25/04/2021 21:44]
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