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La legge data da Dio al popolo d’Israele prescriveva: “Non devi indossare stoffa mista di lana e di lino insieme”. (De 22:11; vedi anche Le 19:19). A questo proposito l’Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1973, vol. 14, col. 1213) osserva: “L’abbigliamento dei sacerdoti si distingueva perché era esentato dal divieto dello shaʼatnez [una veste di due sorte di filo, NM, Le 19:19]. In Esodo 28:6, 8, 15 e 39:29 è prescritto che vari capi siano fatti di un tessuto misto di lino e lana . . . Se ne desume che il divieto generale dipendeva dal carattere esclusivo di tale mescolanza, riservata alla sfera del sacro”.
Uso figurativo. Per la sua purezza e il suo candore, il lino bianco è usato nelle Scritture come simbolo di giustizia. Gli indumenti personali del sommo sacerdote, cioè le mutande, la lunga veste e il turbante (come pure le mutande, le lunghe vesti e i copricapo dei sottosacerdoti) erano tutti di lino bianco e fine. (Eso 28:39-42; cfr. Gb 29:14). La sposa dell’Agnello è adorna di lino fine, splendente e puro, perché “il lino fine rappresenta gli atti giusti dei santi”. (Ri 19:8) Gli eserciti al seguito di Gesù Cristo in cielo sono descritti vestiti di lino fine, bianco e puro. (Ri 19:14) Babilonia la Grande, arricchitasi col traffico di mercanzie che includono il lino fine, ha pure assunto un’apparenza di giustizia, essendo “vestita di lino fine”, benché nello stesso tempo si comporti come una prostituta. — Ri 18:3, 16; vedi ABBIGLIAMENTO; COTONE."
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