Fratelli di Sangue - La scelta (Quest 10/11.02.2021)
22:03Rhea[Cimitero dei Draghi - Ingresso - Al suo rientro nel Brehorn, ha lasciato la nave con la complicità del silenzio e un atto di fiducia per lei fin troppo complesso. Il cristallo di protezione è stato caricato in sicurezza su un carro, trattenuto al riparo dalle intemperie sotto pesanti teli a coprirlo da sguardi indiscreti. E' rientrata con il carico ad Asarn, il tempo di vedere suo figlio e restare con lui, ma ben presto è dovuta ripartire, consapevole di un viaggio reso aspro e pesante dall'importanza e la consistenza del fardello che si trascina dietro. Ha viaggiato da sola, per due giorni, tenendosi lontana dalle città e accampandosi quando necessario, con le uniche voci di Auron e Urthermiel ad accompagnare i propri pensieri dietro la coscienza. Ha esplorato i ricordi che l'uno ha rievocato per l'altro e nell'altro, riuscendo quasi ad immaginare l'importanza di un legame che né tempo né separazione hanno saputo deteriorare. E che sembra aver sollevato sempre più la malinconia di una nuova separazione ad ogni metro compiuto per avvicinarsi al Cimitero. Ora che lo ha raggiunto, non sa se sia sua o di Auron l'esitazione che la trattiene all'ingresso. E' ancora sul carro, ed esplora quegli spazi dall'esterno perdendosi nel buio e non trovando ancora la volontà di fare altro. Ma se ciò che li accomuna è la loro forza, anche la volontà e la tensione nel compiere ciò che è necessario lo sono. Tenta di smontare dal carro, ritirando le briglie sui cavalli da viaggio che l'hanno condotta fin lì. Non sa se sarà in grado di ripristinare compiutamente la protezione del cimitero, ma è chiaro che i suoi movimenti successivi mirino a liberare i cavalli dal giogo del carro per poi, con un colpo deciso sul posteriore di entrambi, incitarli a correre via, sperando che abbandonino l'area di protezione del Cimitero. Lei, dal canto proprio, ha iniziato a rimuovere il coprispalle dell'armatura. E' chiaro che, di lì a poco, sia intenzionata a liberarsene del tutto. [Innate attive]
[stop azioni]
Il vento lì, in quel posto incanalato tra le montagne, è meno impetuoso di quello che si è sentito durante il viaggio. Spezzato dalle rocce e dall’altezza delle montagne che rende l’aria ancora più rarefatta [VENTO FORZA 6 AL CIMITERO]. Nei dintorni non c’è nessuno, le anime di quegli antichi scheletri sono cristallizzati nella loro eternità e allo stesso tempo, nella loro vulnerabilità. La missione della Drakaal di Fuoco e il suo Capostipite era una sola e adesso, passo dopo passo, inizia a raggiungere la sua fine. L’esistenza di giorni, con quelle coscienze unite, l’hanno accompagnata passo dopo passo e Rhea ha potuto condividere non solo parte della storia della sua razza ma anche della storia di Auron. Comunque, la protezione al cimitero non è ancora attiva e il Medaglione dei Cacciatori rimane silente se non quando l’aura di magia dei cristalli più interni rientra nei metri consentiti del Fiuto. Lì fuori tutto tace e l’agitazione dei cavalli, spinti ad andar via da Rhea, è l’unico rumore eccessivo. Poi c’è il vento, qualche uccello notturno, l’incanalarsi dell’aria e il fruscio delle vesti che piano piano spogliano la Drakaal. Nei suoi scopi: l’enorme foro che ancora distrugge la parete dell’ingresso e che ha sul carro il pezzo mancante. Per ora, così separati, non c’è alcuna reazione naturale o magica che sia.
[GDR GO - Turni Liberi]
22:34Rhea[Cimitero dei Draghi - Ingresso - Ha rimosso la cintura delle armi, riponendola accanto alle pietre dell'ingresso e, uno ad uno, sta rimuovendo ogni oggetto importante, riponendolo all'interno dello zaino. Non è in grado di percepire le vibrazioni e il colore del Medaglione nei pressi dell'ingresso, nonostante inizi a comunicarle la vicinanza con i cristalli all'interno. Il vento che le sferza addosso le scompiglia i capelli intrecciati, gonfia il profilo dell'armatura e, quando questa inizia a scivolare via dal corpo, si preme contro la sua pelle nuda comunicandole il freddo di queste terre. Non ha tempo di soffrirne realmente, però, perché la trasformazione è già in atto. Si svolge a pochi metri da un carro dal quale inizia ad allontanarsi consapevole dello spazio che di lì a poco occuperà, ma non cerca ancora l'ingresso quanto uno spiazzo laterale, libero, che possa accogliere la mole del Drago Rosso. L'intera figura si dilata e si espande, e ogni componente umana di lei si incendia di scaglie rosso arancio che rapidamente iniziano a ricoprirla e mutarla in un processo del tutto privo di dolore, vibrante della stessa pesantezza che la figura inizia ad assumere. Il muso si allunga, e in luogo delle mani sono le zampe anteriori a caricare il loro peso su spalle che hanno bisogno di abbassarsi fino all'impatto degli artigli sulla terra. Spariti, gli intrecci che le acconciavano le tempie, dilatati e induriti nel profilo coriaceo delle corna a contornare la testa del Drago. Il dorso accoglie le ossa delle ali che si allargano e si lasciano unire da membrane più chiare, lo sguardo è del tutto fuso con il fuoco a scaldargli il torace. Una libertà pressante, potente, come il primo battito d'ali che compirà una volta assunta la sua forma completa. E' Auron a calcare la terra, adesso. Ma, a differenza dell'esitazione di prima, lui in quella sicurezza non si ferma, ruotando bruscamente il corpo verso il carro, suo prossimo obbiettivo. [Innate - Trasformazione 1/1]
Rhea ha usato Fiuto del Cacciatore
Rhea ha usato Trasformazione Completa [Drakaal]
[stop azioni]
La trasformazione completa in Drago è indolore: una realtà naturale, come lo è il respirare. Rhea lascia spazio ad Auron e il Drago Rosso torna a mostrarsi in quel gelo senza alcun suono. La sua magia scuote i dintorni e così la sua presenza stessa, che lascia volare via piccoli stormi e qualche animale impaurito. Anche i cavalli per la verità, poiché non hanno mai scordato lo sguardo di un Drago che ha fame. Il suo obbiettivo comunque è quello di raggiungere il pezzo di montagna, dove il cristallo di Urthemiel ancora giace intatto, e reale, sulla superficie. Non è stato distrutto, non è stato graffiato e il suo potere potrebbe quasi sentirsi nel canto leggero pregno di magia. All’interno del cristallo, il colore perlaceo è sempre vivo e la coscienza di Urthemiel lo è altrettanto. Auron, così come Rhea, riusciranno a percepirla in perfetta simbiosi con la loro. Sa che quello che bisogna fare è portare quell’enorme masso lì dove è stato divelto e ci penserà la sua anima fusa con la montagna a fare il resto. Lui o la sua Dea, che ha sempre vegliato sul suo protetto, come in questo caso.
[GDR GO]
23:14Rhea[Cimitero dei Draghi [Auron, Forma Drago] - Ingresso - In quella forma si percepisce completo, vero e potente come un tempo. Respira l'aria e la sente espandergli i polmoni, dilata le narici e la raccoglie in un silenzio che, appartenendogli, fa rumore. La pesantezza delle zampe scava la terra e genera solchi tramite gli artigli che vi imprime, e ogni passo che compie è solo una pressione più incisiva del corpo nella volontà di accompagnare la spinta che le ali, schiuse e battute a schiacciare l'aria, vogliono assecondare per alzarlo in volo. Non ha niente di delicato o particolarmente agile, nel farlo. Nessuna leggiadria, nessuna eleganza. Quando solca l'aria la sfida con la sua rabbia concreta e che niente riesce ad ammansire, soprattutto lì al margine di una nuova separazione. Sente la coscienza di Urthermiel liberarsi con lui e quella di Rhea vibrare del suo stesso orgoglio, e quando infine tenta di prendere il volo, in pochi battiti sarà nei pressi del carro. Si è sollevato abbastanza da potervi volare sopra, utilizzando la violenza delle zampe anteriori per tentare di strappare o spazzare via, semplicemente, i teli che ricoprono il blocco di pietra e il suo cristallo. Quando finalmente potrà raccoglierlo, si assicurerà di trattenere la pietra nella morsa della sua forza per evitare anche solo involontariamente di danneggiare il cristallo. Proverà a sollevarsi maggiormente, se fosse riuscito a raccoglierlo, e prima di muoversi si assicurerà che la presa sia salda. Solo quando avrà ottenuto questa certezza solleverà il muso verso l'ingresso, inquadrando il percorso da compiere. E, sbuffando via un respiro pesante, lascerà vibrare via la voce della sua razza [*Torni a casa, Fratello.*] poi, se riuscisse, tenterà di muoversi in volo all'interno del Cimitero, oltrepassando l'ingresso e tentando di raggiungere il punto da cui quel blocco è stato separato. Tenterà di muoversi con cautela, poi, per provare a ricongiungerlo con la montagna. [Innate - Fiuto]
[stop azioni]
L’enorme Drago si solleverà da terra, recuperando dal carro il cristallo il quale è abbastanza grosso da essere ben stretto tra le zampe di quella mole. L’obbiettivo è uno solo, perciò quando Auron raggiungerà la cima dell’ingresso per riporvi il cristallo, la magia ha un guizzo profondo, come un tremolio della terra stessa. E non è detto che non sia proprio quella a tremare. O la montagna. Il cristallo perlaceo inizia a riempirsi di un colore viola vivo, come se dentro di sé la magia scorresse liquida e Urthemiel, all’interno della coscienza di Auron, si adagiasse in quel fiume scorrevole per sentire la corrente. Auron e Rhea sentiranno distintamente come il vecchio amico e ora compagno, inizia a scivolar via dalla loro mente e consapevolezza. Alcuni fulmini iniziano a riempire gli strati di pietra, corrodono la roccia ma allo stesso tempo la rimodellano, la montagna sembra quasi curare la ferita da sé e cicatrizzarsi ai colpi elettrici di fulmini ed energia. Quelle carezze magiche sono sulla pelle di Auron delle carezze reali, quasi fosse Urthemiel a voler ringraziare il proprio amico e compagno di anni… poi dalla loro coscienza sfuma via, in uno scindere delicato, leggero, per nulla traumatico ma che come tutti gli spazi lascia un vuoto. Non sarà sparito, però, perché il Fantasma del Drago che hanno rivisto rivivere all’inizio del loro viaggio torna a costruirsi innanzi a loro. Questa volta, il colore è più forte, non più “rosa” ma di un’energia viola e intensa. Il Drago è poco più piccolo di Auron ma le fattezze sono quelle che entrambi ormai riconoscono [*Fratello. Ti ringrazio, hai mantenuto la parola e hai ristabilito il mio onore*] i fulmini continuano a riempire l’aria, innocui per il Drago Rosso, ma potenti come a ristabilire energia alla montagna stessa.
[GDR GO]
00:18Rhea[Cimitero dei Draghi [Auron, Forma Drago] - Ingresso - Spinge con cautela il blocco di pietra contro la montagna che lo accoglieva, tentando di fissarlo e cercando la corrispondenza delle scanalature e delle ferite causate dalla potenza e dal dolore di Vyrien. Quando avverte il primo tremito di magia allertare le trame e la terra, l'intera mole subisce la contrazione di un'allerta improvvisa. Un ringhio al fondo della gola è la reazione spontanea a precedere la spinta del respiro contro la pietra e il cristallo che, lentamente, riacquista il potere e il colore di chi lo ha generato. Continuerà a trattenere la pietra per tutto il tempo necessario e, probabilmente, anche oltre, come un contatto desiderato con quella coscienza che sente, insieme a Rhea, confluire via da sé per ripristinare la protezione originaria a cui era destinata la sua esistenza dopo la morte. La sente crescere, la consapevolezza di quella separazione, ma non esita più nel concederla e, anzi, lo sguardo rabbioso si stempera nell'osservare ammirato il prodigio di quella riunione. La pietra inizia a ripristinarsi, riempiendosi di fulmini che non ustionano e che non portano con loro alcun dolore. Avverte la presenza del fratello, in loro, e quando sarà chiaro che la coscienza di Urthermiel lo avrà abbandonato, tenterà di spingere il muso verso il suo cristallo, fermandolo lì in un contatto che, pur bestiale, comunica vicinanza. Allenta la presa, alla fine, spingendosi all'indietro in un battito d'ali che vorrebbe allontanarlo. Ma resta lì, ancora, finché non vede la sagoma spettrale di Urthemiel ripristinarsi davanti a sé con un aspetto più vicino a ciò che un tempo è stato. Lo raggiunge, fissandolo con la vibrante pressione che gli ha dilatato le pupille e, quando lo ascolta, è come se lo avvertisse dentro i pensieri per un istante [*In nessun tempo potrei ignorare un giuramento fatto a te, Fratello. Mi assicurerò che nessun altro osi più separarti dal tuo scopo. E, anche questo, lo giuro.*] [I-]
[stop azioni]
Il Fantasma di Urthemiel rimane per qualche istante nella sua immobilità eterea e magnifica. I fulmini si inerpicano sulla roccia e la montagna comincia a riacquistare la sua energia. Sprazzi del potere respingente si allargano come onde d’urto, che non toccano affatto il Drago ma piuttosto gli creano addosso una sensazione di protezione. Urthemiel in una forma disgregata, annuisce alla frase del suo vecchio compagno e poco dopo la sua energia si espande come uno scoppio di luce accecante. Si allarga, riempie la totalità dello sguardo di Auron e il Drago Rosso viene circondato da una luce bianca e un abbraccio amorevole che non è affatto terreno, ma ben più in alto. La carezza di una madre che ringrazia uno dei suoi antichi figli. E lì Urthemiel appare, come un’illusione, perfetto nella sua antica magnificenza e in carne e ossa, sangue e stirpe: viola, con quei difetti che solo chi lo conosce riesce a ritrovare. Con l’atteggiamento fiero, quasi selvaggio, ma ammorbidito da una compassione interna, devota. Sono solo loro tre, in quella luce bianca, ogni cosa è congelata in uno spazio del tutto innaturale [*L’ultima cosa. Il desiderio di rimanere è tanto*] parla il Drago nella loro lingua [*Assieme a te e alla tua discendente, che è stata capace di farci ritrovare. Ma il mio compito è quello di rimanere qui, a vigilare sulle memorie della nostra specie. Potrete portare con voi il nostro ricordo, oppure qualcosa con una materialità concreta. Come una volta la mia Dea ti diede il dono del Fuoco, Auron, quel potere puoi scegliere di plasmarlo nella mia essenza. Lo concede come dono, per aver salvato uno dei suoi figli prediletti*] la Dea non parla, usa il suo araldo, ma la sua presenza è ovunque e avvertibile come lo è l’egoismo stringente di Khorr per la sua Campionessa. [*Avete scelta*]
[GDR GO]
01:11Rhea[Cimitero dei Draghi [Auron, Forma Drago] - Ingresso - E lui, quel fantasma così vicino e familiare, lo contempla. Conserva quel ricordo perché, infondo, il desiderio di trattenerlo è evidente. Le ali hanno una vibrazione improvvisa, poi, quando la luce che si espande da Urthermiel lo investe. La grossa testa viene trascinata via dalla rotazione del collo improvvisamente, in un gesto brusco che si stempera solo quando avverte la vicinanza di ciò che sosta in quella luce. La testa ruota più lentamente, come il crescendo di una consapevolezza, e quando vede Urthermiel così come lo ricorda gli comprende addosso l'impronta e la verità della sua dea. Lo ascolta, immobile, trattenendosi saldo in una luce amorevole che non disprezza né allontana ma che, semplicemente, è in conflitto con la rabbia e la guerra costante della sua natura. Privo della debolezza dei fanatici, ha la saggezza necessaria al rispetto che è dovuto ad ogni volto del divino. E accoglie quella luce, nonostante ogni traccia della sua attenzione sia assorbita da Urthermiel che, araldo e fratello, tenta di lasciare la sua impronta nel mondo in un tempo che ormai non gli appartiene più. E tenta di farlo attraverso lui, dietro la verità di una scelta da compiere. C'è un lungo silenzio, dopo, ma non di incertezza. E' un silenzio che parla di coscienza, quella di lui in contatto con quella sotterranea di Rhea, in un muto scambio di visioni a risolversi nell'impronta e nella sensazione di un segno da cogliere. Quando la pressione di una zampa anteriore sancisce un avanzamento pesante del corpo, il muso si solleva e la scelta, ancora misteriosa del segreto di quello scambio interiore, viene compiuta [*Questo dono è un segno, per me. E una benedizione, perché tu sarai con me Fratello. Non voglio che tu sia solo un ricordo. La tua potenza solcherà i cieli e la terra attraverso me, e diverrà la nostra potenza. E io, attraverso questo dono, onorerò la nostra razza. E il mio dio.*] [Innate attive]
[stop azioni]
Le parole di Auron rompono qualunque stasi. La stretta amorevole di quella Dea, che ha ringraziato l’onore ultimo ripristinato al suo figlio prediletto, si allinea allo stesso desiderio di Urthemiel. Scindersi tra il dovere e l’unione, la fratellanza e il vincolo scelto. Ma è Auron a porre una scelta, un giuramento che come un tempo voleva significare la solidità di una roccia, la fermezza di una montagna intera. Il Drago Viola perciò chiude gli occhi, grato per essere ancora una traccia in questo mondo e la scheggia che era ancora all’interno di Auron e Rhea, si riempie di un potere nuovo, vibrante, che sembra ripulire il sangue e riempirlo con nuovi colori, nuovo potere, nuovo soffio e nuova forza. Il Dio, che tratteneva le mani su chi è suo Araldo, stringe ancora di più la presa in una forza più intensa che incide in qualche modo la pelle del Drago ma solo come simbolo di sua stretta appartenenza. Auron cambia: la sua mole si sfina ma la sua energia diventa più elettrica, bruciante ma con una reazione non ordinaria e strappata via dalle nuvole e il cielo stesso. Non cambia nulla del suo aspetto ma le scaglie assumono una tonalità diversa e i fulmini si agganciano di energia gialla e violacea. Niente dolore, solo la sensazione di qualcosa che si perde per poi ritrovarne un’altra. Una porta chiusa che apre su di un’altra ancora. Poi, per un solo brevissimo istante, tutto si ferma. In quello spazio bianco Urthemiel è quasi la copia gemellare di Auron, sebbene la differenza è ancora sostanziale. Il Drago fissa il riflesso di ciò che è cambiato e con un inchino del muso, chiude gli occhi, rilassando se stesso come stremato per un lunghissimo viaggio [*Sarò con te, Fratello. Come tu sarai con me. Grazie, per tutto ciò che hai fatto.*] una conclusione, che farà svanire tutto con una lentezza flebile, polverosa quasi, riportando Auron nel mondo reale, cambiato sia nel corpo che nella mole stessa, ritrovandosi umano e con la pelle ricalcata di disegni che
soltanto un Drago potrebbe decifrare. L’onore che ha compiuto, la promessa mantenuta, gli hanno cambiato il potere di stirpe e la scelta di quella rappresentanza doverosa di pelle e simboli è un modo per Khorr di rivendicare la proprietà del suo Araldo. Sarà così per qualche giorno, per rivendicare l’onore che proprio Auron ha promesso al suo Dio, con tutta la convinzione di un Drago.
[GDR END - Punti e Resoconto appena possibile! - Grazie tesò e congratulazioni per il cambiostirpeee! Notte!!]
02:17Rhea[Cimitero dei Draghi [Auron, Forma Drago] - Ingresso - Quanto avviene è il compimento di un destino che lui non rifiuta, né accetta con riluttanza. Non è la sua natura a cambiare realmente. Il Fuoco che lo ha accompagnato nei secoli era un dono e il Fulmine che gli viene concesso ora lo è altrettanto, potente e freddo nella rivelazione più incisiva di un'unione che rispecchia il Drago e la sua Discendente, e che è segnata da un'intera esistenza di simboli e manifestazioni. E' un segno e un destino. Lo stesso segno che ha voluto il fulmine come testimone della nascita di lei, lo stesso segno che le ha rovesciato addosso ogni tempesta in cui ha cercato la tempra di Khorr. Si vede cambiare e, nel farlo, ne percepisce l'onore e l'orgoglio. E quando si rispecchia nello sguardo di Urthermiel, comprende la realtà del suo nuovo aspetto [*Tu non verrai mai dimenticato. Ora riposa, Fratello. Sarai sempre con me.*] si stempera e dissolve la voce e la presenza di Urthermiel. Con lui, anche la mole di quella forma rinnovata, pesante ma equilibrata, con un potere da comprendere e padroneggiare. Ritrova la propria forma umana, ma si avverte ancora come sé stesso e Rhea, dietro i suoi occhi, è ancora una coscienza orgogliosa di quella mutazione. Sulla pelle nuda delle braccia e del torace non avrà difficoltà a percepire le rivendicazioni di Khorr che, ancora invisibile ai suoi occhi, ha lasciato la sua traccia anche lungo la schiena di lui. Ritroverà l'ampiezza delle spalle, l'immobilità del corpo e l'altezza che lo definisce, avvertendosi rinnovato persino nella sua forma più limitata e mortale. Gli occhi verso l'alto, puntati contro il cristallo di Urthermiel. Forse, in quel riflesso, potrà percepire l'intensità nuova del giallo che definisce il suo sguardo. Resterà ancora, il tempo di percepire e sperimentare quel cambiamento. Poi raccoglierà le cose di Rhea e, nella sua forma ibrida, si muoverà in volo verso il Brehorn. [Innate attive]