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[fanfiction] Il mio peggior nemico sono io

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    XShade-Shinra
    Post: 776
    Utente Senior
    00 15/03/2021 22:52
    Eccomi qui per la consegna: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3968030&i=1

    Tolti i trattini, le due drabble sono di 100 parole ciascuna. ^^

    Il contest mi ha ispirato così tanto che mi è venuta voglia di farci una mini-raccolta con altri due capitoli (da aggiungere quando il contest sarà terminato). Grazie di cuore, Setsy!



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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 15/03/2021 22:55
    grazie, cara! aspetta, non andare via che conto le parole
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 15/03/2021 23:01
    a posto!!!! sono contenta di averti ispirata! domani il discorso fine contest, ora sono stanchissima XD
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    XShade-Shinra
    Post: 776
    Utente Senior
    00 15/03/2021 23:04
    Re:
    Setsy, 15/03/2021 23:01:

    a posto!!!! sono contenta di averti ispirata! domani il discorso fine contest, ora sono stanchissima XD


    Grazie per aver controllato subito, nonostante l'ora! Mi hai tolto un peso!

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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 15/03/2021 23:06
    ero in ansia, questo contest mi ha fatta impazzire coi conteggi, ho scoperto il difetto del contatore credo..
    a domani, per aggiornamenti ^^
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 15/03/2021 23:17
    belle creature,grazie della vostra partecipazione! non dico "è tutto chiuso" per amore di precisione perchè ci sarebbero 40 minuti, ma non so chi sarebbe quest'anima coraggiosa ^__^
    a domani per il discorso di chiusura!
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 16/03/2021 11:22
    Ladies and Gentlemen, eccoci qui per il discorso di fine contest!
    Ieri notte ero una specie di Blob spalmato sulla tastiera, e non avrebbe avuto molto senso quello che avrei potuto dire...
    Ordunque! Ho ricevuto 13 storie bellissime, le quali, per necessità di contest, dovranno avere una classifica, ma ci tengo a ribadire che ormai da un po' il livello degli autori è altissimo e valutare è un vero piacere.
    Sembro particolarmente a buon punto - lo sono, infatti 😂 -ma vi devo chiedere qualche giorno di pazienza. Sono in un ritardo inenarrabile per una OS lunghetta che devo consegnare a mia volta, nel lasciare recensioni (non premi, su quelli sono rapida, eh!), ci sono voci come "gradimento generale" sulle quali posso riflettere solo ora che ho tutte le storie da paragonare. Per chi non mi conosce: Non lo chiamo gradimento personale, ma generale, perchè non troverete mai sui miei contest affermazioni come: preferisco questo fandom, questa coppia, non mi piace il genere, io avrei fatto diversamente..o "giudizi" sul complesso dei lavori dell'autore: di solito fai meglio, peggio, mi aspettavo questo, o - soprattutto - : "waaaa, che bello, aspettavo giusto la tua storia, sei il mio prferito..." e non perchè non lo dico, ma perchè non lo faccio. Non sono la giudice più preparata, ma sono molto onesta e per me c'è solo un valore qui: l'oggettività. Spero che vi troverete bene, le valutazioni saranno un po'..particolari. Qualche giorno mi serve anche - ahivoi! - a "creare" dei bannerini MISERAMENTE SEMPLICI. Fondo bianco, una bella scritta, - quella sì - e una immaginina del vostro fandom, per chi vincerà i premi speciali. Avendo consegnato man mano ho avuto tempo di preparare le basi
    Quindi? I risutati credo siano verso il 25 e il 30 al peggio ve li assicuro. ma tenere d'occhio il bando, come vedete mostro tutte le voci aggiornate, in realtà potei finire un po' prima
    vi lascio, vi ringrazio ancora e vi mando un bacio grandissimo
    vostra, Setsy😍
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 14:37
    buongiorno, cari! io ci provo: ho finito le valutazioni e anche se mi aspetta ancora molto lavoro - l'html, il controllo conteggi, la decisione dei premi, il (sempre POVERO XD) bannerino, e un lunghissimo messaggio pre-risultati, cercherò di finire stasera
    per domani è certo, tanto lo sapevo che non riuscivo a fare altro lasciandovi indietro😍
    a prestissimo!
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    Lady.Palma
    Post: 689
    Giudice*****
    Utente Senior
    00 19/03/2021 14:41
    Setsy, 19/03/2021 14:37:

    buongiorno, cari! io ci provo: ho finito le valutazioni e anche se mi aspetta ancora molto lavoro - l'html, il controllo conteggi, la decisione dei premi, il (sempre POVERO XD) bannerino, e un lunghissimo messaggio pre-risultati, cercherò di finire stasera
    per domani è certo, tanto lo sapevo che non riuscivo a fare altro lasciandovi indietro😍
    a prestissimo!

    Setsy! 😱 Io sono davvero shockata da questa tua rapidità, devo ammetterlo, non me lo aspettavo!
    Buon lavoro e grazie mille!💟
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    Setsy
    Post: 5.640
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    Utente Master
    00 19/03/2021 15:31
    grazie, Gatta!
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    Veronique97
    Post: 179
    Utente Junior
    00 19/03/2021 17:38
    Complimenti, sei stata davvero velocissima! Aspetto con pazienza
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    koan_abyss19
    Post: 62
    Utente Junior
    00 19/03/2021 18:03
    Uao, che velocità!😮
    Grazie per tutto questo lavoro!

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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 18:09
    spero che non sarete deluse...ho interrotto un'oretta per guardare the falcon and the winter soldier 😅
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    Vale_P
    Post: 98
    Utente Junior
    00 19/03/2021 18:59
    Setsy, 19/03/2021 18:09:

    spero che non sarete deluse...ho interrotto un'oretta per guardare the falcon and the winter soldier 😅

    Comprensibilissmo, direi dovuto!! Hahaha 💣💥
    Vale_P
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:22
    DISCORSI
    Discorso difficile

    Piccoli e amati partecipanti, mentre man mano ricevevo le vostre storie, notavo un dettaglio – hem, non da poco – che mi dispiaceva molto, ma questo per il vostro punteggio!
    In 10 su 13, vi siete confusi su come andasse in effetti scritta una drabble a specchio… dopo aver lasciato l’esempio di Artemis, ero convinta di non dover aggiungere altro, annoiandovi, e fino alla fine mi stavo chiedendo se fosse stato solo un mio errore.
    Dopo aver ricevuto 3 storie – più o meno – corrette, ho tratto un respiro; mi scuso comunque tantissimo se non mi sono prodigata in esempi ulteriori nel bando, ma proprio per la sua perfezione ho mostrato la storia di Artemis senza tentare di scrivere qualcosa io, perché non mi considero più brava, quindi vi potevo solo indirizzare peggio.
    Ho riflettuto accuratamente: neanche per un secondo ho pensato a una squalifica, neppure quando avevo ricevuto “solo” una prima storia e poteva essere l’unica con questa svista. Poi ho pensato di togliere metà del punteggio possibile, quindi 5 punti, dalla voce specchio, che infine ho corretto in 4 punti. Questo per dare un po’ più di gioco nei punteggi. Spero che lo troviate onesto, come è nella mia intenzione.
    Spiegazione


    Come si vede nell’esempio, una drabble a specchio non è una coppia di drabble con i due pov messi “in verticale”, ma le frasi si specchiano, o come ho scritto in alcune valutazioni, “si baciano”.
    Cioè la sequenza – se fossero per esempio tre frasi – non sarebbe:

    1-2-3 1-2-3

    ma

    1-2-3 3-2-1

    In questo modo i 3 si toccano, anche i 2, e anche gli 1. Se fossero persone, sarebbero viso a viso (o viso e specchio), mentre in verticale sono…i piedi di uno sulla testa dell’altro. Questo non toglie nulla alla bellezza delle vostre storie, per le quali vi ringrazio tantissimo. Sono state una gioia da leggere, un dolore da mettere in classifica e una sfida per attribuire i premi speciali, dei quali sono uno è dipendente da questo errore comune e nessuno, tranne il primo posto, dalla classifica.
    Sono comunque qui almeno 15 giorni, come mio dovere, per ogni spiegazione che vorrete.
    Premi


    Per i vincitori dei premi: recensisco qualsiasi storia entro le 5000 parole che sia monocapitolo o il capitolo 1 di una long: vanno bene sia fandom che conosco, che originali, che fandom che non conosco (che leggerò come originali)
    Quello che vi chiedo è di non dirmi: fai tu, ma di lasciarmi i link!
    Passerò appena possibile e domani mattina lascerò la valutazione a chi la richiederà ESPLICITAMENTE. Non lo faccio stanotte perché sono al PC dalle 9 quasi senza interruzioni, e sto crepando, per essere chiara XD
    Seguono 13 post valutazioni, 9 premi, e 1 di riepilogo per l’amministrazione: vi domando, per favore, di non interromperli.
    Tutte le cornici disegnate che ho usato per i banner appartengono all’artista: accentsconagua

    Grazie di aver letto tutto ciò, e buon divertimento!

    [Modificato da Setsy 19/03/2021 21:24]
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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:27
    11° posto
    Vale_P con: Kick it
    grammatica: 4.80/5

    dusgustato = disgustato
    ricordavavano= ricordavano
    queste sono proprio sviste di battitura, che non creano errori particolari. È sempre bene rileggere accuratamente, prima della consegna, la fretta fa questi scherzi!
    stile: 8/10
    Lo stile che hai scelto per storia è molto semplice e lineare, assolutamente in linea col manga/anime, e questo da una parte va benissimo, perché segue il canone, ma dall’altra – malgrado il narratore in terza persona – non mi ha consentito di approfondire qualcosa di più sulla tua scrittura. La sintassi è corretta e la stesura scorrevole; c’è anche l’uso di un termine specifico “Gigante” con la maiuscola reverenziale che lì per lì mi pareva un errore, perché “il gigante” nessuno lo scrive così, nel manga o nei sottotitoli. Riflettendoci, ho immaginato che intendessi il nome sottinteso “Gigante d’attacco” e quindi che servisse a dare importanza ad una trasformazione precisa. C’è invece un passaggio che mi lascia un po’ di perplessità ed è quello in cui Levi è “disgustato” dai sentimenti di Eren. Forse – non faccio assolutamente editing – poteva essere più giusto un termine come “angosciato”, oppure una spiegazione più lunga che esprimesse una sensazione di crampo allo stomaco, una morsa, l’amaro in bocca. Il disgusto, purtroppo, significa solo disprezzo per quello che prova il ragazzo. I dialoghi sono la parte più intrigante, perché conservano il modo di esprimersi vero dei protagonisti, sono super riconoscibili, anche nel tono. Levi è calmo anche mentre molto arrabbiato, Eren furioso anche mentre ha torto. Anche l’opposizione di uno che ringhia e l’altro che sibila è davvero riuscita. In dei passaggi la narrazione è più coinvolgente; Levi che ripensa agli amici tocca certe corde. In altri il tono cade un po’, come la parte inziale, che presenta una descrizione un tantino fredda degli avvenimenti. C’è un personaggio buono che ne sta prendendo un altro a calci nello stomaco, e questo è raccontato con un certo distacco, come commentando qualcosa di normale. Mi dispiace, perché non c’è uno stile “giusto” e gli altri sono sbagliati, però se avessi usato qualche vocabolo più incisivo, la fiction sarebbe risultata più profonda; anche se questa violenza è piuttosto giustificata in un ambiente militare come il loro, è pur sempre una scena tragica, che secondo me richiedeva più pathos.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questa scelta del missing moment non è stata buona solo come trama, ma ti ha aiutato molto con l’IC. Infatti è assolutamente credibile che la meccanica dei rapporti tra Levi ed Eren sia quella, visto che siamo nella fase in cui quest’ultimo ha quindici anni. Il loro famoso “rapporto sadomasochista” di cui si favoleggia – e del quale esistono parodie davvero spassose, che alimentano l’head canon – è reso in modo non banale, perché non è la solita scena del processo, ma è un altro momento. Infatti le loro personalità sono piuttosto rigide entrambe: Levi perché è un adulto che ha trovato un modo di vivere che funziona, ed Eren perché è accecato dalla comprensibilissima smania monocorde che lo pervade: “voglio uccidere tutti i giganti!” Con questo posso immaginare che ci siano stati episodi in cui la disciplina e la fiducia cieca richieste dal capitano siano state bypassate da Eren se ha intravisto l’occasione di far fuori un po’ di nemici, o se in genere la sua natura aggressiva si è sentita provocare. Solo Levi lo tiene a bada… a calci, ma lo fa. (Evito di fangirlare, anche perché questo non ha influenza sul voto!) Il suo classico “Ohi” – direttamente dal manga – e la sua parlata sboccata sono riconoscibili, e anche l’asciugarsi lo sporco sudore fa parte di lui, decisamente. Eren quasi non ci bada: lo accetta un po’ passivamente – e infatti lui è “l’idiota suicida”- un po’ per rispetto. Dietro l’atteggiamento inflessibile di Levi c’è una motivazione, però. Hai reso in modo chiaro l’idea che sia il ricordo dei suoi amici che ha visto morire in modo orribile. Loro non avevano proprio seguito un addestramento militare regolare e magari con più preparazione si sarebbero salvati. Forse Eren risalta meno, come approfondimento di IC, ma è il protagonista della prima drabble e occupa il suo giusto spazio, e quello che hai detto è corretto, quindi va bene così.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5/10
    Dunque, come detto a nove dei tuoi compagni di contest, l’effetto a specchio delle drabble non è stato realizzato, perché queste non avrebbero dovuto limitarsi ai due pov “in verticale” dello stesso momento. Andiamo adesso ad analizzare la storia prescindendo da questo. Purtroppo, pur ammettendo che le drabble andassero formulate così, il contenuto non è sempre simile: mi spiego. La frase che parla della grandezza e importanza dei due protagonisti si trova una volta al secondo posto, e una al quarto, mentre avrebbero potuto essere “parallele”. O l’inizio: “loro non avrebbero potuto capirsi” sarebbe stato proprio perfetto da ripetere ugualmente, perché era valido per entrambi. “Eren ricevette l’ennesimo calcio”, poteva essere la prima frase, come nella seconda drabble, creando così lo specchio, per quanto – ci siamo capite, ^^ - non con la struttura richiesta dal bando. Levi beneficia di due discorsi diretti, mentre Eren di uno, e non c’era motivo di non creare due dialoghi per ciascuno. Tutto il resto delle drabble scorre su binari paralleli, i personaggi non dicono esattamente le stesse cose, pur mediate dai loro punti di vista; non ci sono gli stessi gesti, e i ricordi che riguardano gli amici non sono molto simili. La fine va bene, perché ci mostri il modo “soffocato” – del giusto IC di ognuno dei due – di dire qualcosa a mezza bocca. La scena è quella, ambedue parlano e ci sono parti più abbondanti narrate in terza persona, però ho trovato pochi punti in cui effettivamente hai unito i personaggi in un paragone che li mostri come opposti in quanto nemici, ma uguali nel profondo. Restano il loro dare peso agli amici, e la loro importanza.
    titolo: 2.20/3
    Questo titolo, purtroppo, non mi convince pienamente. Mi spiego: per prima cosa è piuttosto divertente questo “prendendolo a calci”! Fa subito pensare alle succitate parodie, e anche se con questo è davvero indovinato per definire il tipo di contatto che c’è tra i due, non sembra proprio il biglietto da visita di una fiction solo drammatica. Insomma, in realtà è bello in modo simpatico… fuori dal contest mi piacerebbe, ma qui devo cercare il pelo nell’uovo. Seconda particolarità, e questa è più incisiva; se il titolo fosse stato (ad esempio, andavano bene divere versioni): Kicking, questo sarebbe risultato più neutro. Invece è chiaro che c’è un solo soggetto, cioè Levi – che prende Eren a calci. Non è sbagliatissimo, hai comunque due punti, però sarebbe stato più proporzionato se le parole avessero descritto il loro rapporto in modo bilaterale, mostrando qualcosa che li rende simili.
    gradimento generale: 1.80/2
    Nella tua storia hai osato molto – e questo mi piace sempre – scegliendo come nemici due personaggi che sono forse la coppia più amata di quelle del contest. È vero, hanno avuto fortissime divergenze, ma neppure credo si siano mai odiati… per ora. La loro rappresentazione era buona, anche se la drabble ha un po’ sofferto come struttura e in qualche passaggio; resta un lavoro valido, che di sicuro non lascia indifferente il lettore.
    totale: 31.80/40







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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:28
    10° posto
    Dirkfelpy89 con: Check Mate
    grammatica: 4.50/5

    -Alfiere in H3. Tutte che le volte che non si tratta del trait d’union, va utilizzato il trattino lungo dei caratteri speciali – (Lo conto una sola volta).
    sè. = sé
    Figuriamoci due .-. doppia punteggiatura, il punto è chiuso sia prima che dopo il trattino
    Sviste per le quali non sottraggo punteggio:
    umane ? Qui c’è uno spazio di troppo tra la parola e il punto interrogativo
    stile: 9.20/10
    A livello prettamente stilistico, la storia è piuttosto semplice e scorrevole, e si adatta bene al contenuto. Infatti una partita a scacchi è qualcosa che inevitabilmente si mostra come una sfida intellettuale fredda, calcolata: fin quando, poi, entra in gioco la componente emotiva che cambia il risultato prevedibile. La scelta di inquadrare ambedue le drabble tra due nomi di mosse e la parola “scaccomatto” è perfetta… faremo altre considerazioni in altre parti della valutazione. Non solo queste frasi sono uguali, ma tutto lo scritto è formato di periodi proporzionati. La voce non è stata quella di un narratore predominante, ma hai lasciato esprimere i personaggi in prima persona, scelta molto indovinata per le drabble, secondo me. L’unica pecca è che nessuno dei due usa un linguaggio molto distinguibile, anche perché non si parlano neppure; i loro pensieri sono – giustamente – rivolti alla scacchiera, tecnici, per almeno metà del tempo. E non ci sarebbe motivo per loro per usare termini molto scelti o forbiti; Borgov, che è più adulto, fa delle considerazioni personali sulla sua avversaria, e questo è il momento dove nello stile risalta maggiormente la differenza. Pensa con più metodo e calma, anche se non certo con lentezza, come si capisce dalla “scaletta” che si forma nella sua mente, quella dei tre “troppo”. Anche l’impeto di Elizabeth è distinguibile nella sua visione della torre che avanza senza fare prigionieri, verso il Re. L’impaginazione dei due pov - una a sinistra e una a destra – è quantomai indovinata, perché dà l’idea del fronteggiarsi da due fazioni, essendo presenti contemporaneamente. Trovo che tu abbia scelto un fandom difficile per dare risalto allo stile, che poteva solo risultare asciutto, e in questo hai realizzato una stesura intrigante che si è concentrata su qualcosa di “esterno” – la partita – che è come un terzo personaggio a sé stante.
    IC (di ambedue i personaggi): 9.75/10
    Con questo IC hai voluto rischiare, e hai fatto benissimo! ‘La Regina degli scacchi’ non è ancora un fandom popolarissimo, che quindi ti può aiutare con tante fiction da leggere prima di scriverne a tua volta. In più abbiamo due personaggi molto freddi, in apparenza, che è difficile scandagliare nel profondo. Invece la sfida che hai scelto come momento della storia non è solo la cosa più sensata in un telefilm che usa come base il gioco degli scacchi (anche se è molto più di questo), ma ti dà il vantaggio di vederli proprio contrapposti. Non ho inserito una voce ‘trama’ ma questa sarebbe stata perfetta. Ognuno dei due avanza verso l’altro, pensando, scoprendosi e capendo l’avversario. Borgov è molto signore, la sua caratteristica più bella. La rispetta, a dispetto degli stereotipi dell’odio tra russi e americani e quello, normale negli anni ’60, di senso di superiorità maschilista. Hai elencato le giustificazioni che lui da a Elizabeth (ubriaca, insicura) piuttosto che volersi compiacere e dire che è poco capace, stupida – rispetto a lui, almeno. Lui che è tutto d’un pezzo vacilla appena, e questo gli costerà caro. Elizabeth è più disinibita, malgrado la contemporanea difficoltà nei rapporti umani cosiddetti normali. Guarda a lui come una specie di macchina priva di debolezze, e cerca di contare su altre risorse. Sull’aiuto che ha ricevuto da tanti amici. Sul suo strano intuito. Si capisce che è nervosa – scruta la scacchiera, non la guarda e basta – perché lui in tensione la mette eccome; però ha già immagazzinato nella mente uno schema di gioco e tutti i suoi imprevisti. Si riconoscono tantissimo tutti e due, anche se ti sei concentrata di più su Borgov, come introspezione. Le drabble vogliono essere a specchio, quindi hanno lo stesso spazio e ‘mimano’ le rispettive mosse, ma lei non pensa a lui nello stesso modo, c’è meno identificazione. So che la protagonista tende naturalmente a catturare l’attenzione, però c’è una disparità tra i due, visto che nella seconda drabble entrano anche in gioco, seppure in modo sottinteso, gli amici, quindi altri personaggi.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.50/10
    Come ho scritto a nove dei tuoi colleghi di contest, l’effetto specchio non è stato raggiunto; mi dispiace perché la storia sarebbe stata eccezionalmente adatta, potendo essere mostrata come una partita con i pezzi che – metaforicamente – si “raggiungevano” al centro della scacchiera. Eri partita benissimo, perché l’inizio e la fine di ogni drabble sono in effetti la stessa mossa, e non era certo una ripetizione inutile; se i due “scaccomatto” fossero stati vicini sarebbe stato perfetto. Per il resto, emotivamente le sensazioni e i pensieri dei protagonisti non sono proprio gli uni i riflessi speculari degli altri. Mi spiego: per esempio, solo Borgov si chiede se prova rispetto per Elizabeth o se la teme; lei, d’altro canto, non pensa le stesse cose, né domandandosi se lui ha paura di lei, né – più a specchio – se anche lei teme lui. La ragazza invece è chiusa nel suo mondo interiore (certo questo è IC) e rimugina sulla propria decisione di giocare senza medicine o alcol, e sull’aiuto degli amici. Borgov non pensa a nessuna persona esterna, invece. La frase in cui ambedue osservano la scacchiera non è nella stessa posizione nelle due drabble: nella prima è la terza frase lunga, nella seconda quella centrale. Insomma, da una parte funziona abbastanza perché si fronteggiano in un modo che più diretto non si può, in pratica: ma dall’altra stanne seguendo due percorsi differenti nella loro psiche. O ancora, lui la fissa negli occhi, lei guarda solo il gioco. La storia è così semplicemente composta di due pov e se il bando avesse chiesto questo sarebbe andata bene, ma non era così…
    titolo: 2.80/3
    Questo titolo è molto essenziale, forse anche un pochino troppo. Naturalmente è super adeguato, perché non devia dal fandom e soprattutto indirizza il lettore in modo corretto, il che è non solamente giusto, ma anche consigliato. Resta però un po’ prevedibile, parlando di una serie che ruota intorno alla vita di una giocatrice di scacchi e che nella storia vedremo, appunto, la finale di una partita. Detto questo, la sottrazione è minima perché il fandom è nuovo e non posso affermare che ci sono già fiction con lo stesso titolo! D’altra parte è preferibile qualcosa di semplice ma centrato di un lungo giro di parole che poi ha poco contatto col cuore della storia. Per un fandom che tutti abbiamo visto in lingua, credo, amo molto il titolo in inglese, che appare riparatore… “La regina degli scacchi” invece di “The queen’s gambit” è davvero banale, e così sono felice di trovare il nome originale inglese della mossa.
    gradimento generale: 1.90/2
    La coppia di drabble funziona come i meccanismi di un orologio: molto tecnica, scandita, proporzionata. Manca un pochino di accuratezza nel dipingere l’interiorità dei protagonisti, ma il momento scelto ti ha anche pilotata in quella direzione. I pezzi degli scacchi fungono in pratica da personaggi aggiunti, aprendo e chiudendo e danze con esattezza. Sono felice di leggere un primo lavoro su questo fandom, che trovo difficile da utilizzare.
    totale: 33.65/40

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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:29
    9° posto
    DamadiSangue con: Born to hustle
    grammatica: 4.90/5

    detto - così = Tranne per il trait d’union, va sempre usato il trattino lungo dei caratteri speciali –
    stile: 10/10
    Questo stile così aulico è veramente sublime, e il lessico è ricco ma non esageratamente. Ha molta potenza, eppure è delicato e ogni parola è stata scelta con cura in molti modi; per il significato, il suono, la capacità evocativa. Il fandom si prestava al cento per cento e hai fatto quindi doppiamente bene a optare per questa scelta. Molte volte c’è un dispiego inutile di termini ampollosi che mai sarebbero usati dai personaggi, mentre qui, considerando la natura di chi parla, sono centratissimi. Ci sono frasi con la marca come: “pesante è la corona” che laddove adatte – appunto – mi piacciono davvero tanto. Anche ogni parola evidenziata col corsivo ha senso, perché ribatte un termine precedente che ha meno forza, uno stilema come “detto” a fronte di “promesso” oppure “tocca” e “spezza”. Angst e introspettivo sono resi in modo magistrale, malgrado tu abbia usato una citazione che ha occupato molto spazio nell’economia delle drabble, rischiando di mostrare meno frasi tue. Però tutto è così amalgamato che non si avverte lo stacco, e poi non c’era niente di più espressivo, per cui ho compreso che tu abbia sentito quasi la necessità di usare questo materiale, e non potrei darti torto. Pensieri, ricordi, frasi dirette sono alternati senza caos eppure non con un senso freddo di ordine meccanico, o calcolato. Anche la trama ti ha un pochino aiutata, perché quello che racconti è un momento ricco di pathos, ma l’anima l’hai data tu ai personaggi. Sono vibranti, hanno spessore, e sei riuscita a trasmettere un senso di ineluttabilità e bellezza che aumenta soprattutto nei periodi più lunghi. Ci sono figure raffinate come la descrizione di Taishakuten con la cappa bianca e il sorriso da lupo, che appaiono contrastanti, invece costituiscono una descrizione completa proprio perché fatta da dettagli che possono sembrare contraddittori. Insomma, non ci trovo un difetto a cercarlo col lanternino.
    IC (di ambedue i personaggi): 9.75/10
    Questi sono i personaggi più contorti, complessi e difficili che ho visto finora nel contest. Poco esplorati e qui, da te, davvero caratterizzati con spietatezza, senza giustificarli in alcun modo. Più che un buono e un cattivo sono diventati davvero due facce della stessa medaglia. Taishakuten è il villain dichiarato, l’uccisore e usurpatore, eppure il suo dolore appare chiarissimo. Una storia legata ai Veda come questo fandom è decisamente perfetta per parlare di profezie e segni celesti e di odi e passioni che scuotono il misero mondo dei mortali. Lui ha combattuto, ma il bambino-mostro, come lo hai ben definito, comunque sarà la sua rovina. Tutto quello che ha gli è pesato, invece di riempirlo di soddisfazione. E sotto la lingua, il sapore di Ashura-ō è fin troppo letteralmente presente. È il ricordo più atroce e in questa tua versione più erotico che l’Imperatore possiede. La sua crudeltà è IC quanto il suo fascino, la sua profondità e quella sensazione di infinito come condanna che un essere come lui si trascina dietro. Il desiderio di morte appare lontano dalla psicologia di un “uomo” che ha fatto qualunque cosa per il potere, che quindi sembra ascrivibile nella lista dei personaggi che riducono tutto al solo desiderio di continuare a esistere. Ashura-ō dal canto suo, non era certo un personaggio puro e davvero buono, ma in questo caso si è trovato per forza di cose nel ruolo della vittima. Non può distruggere, anzi, sarà annientato, divorato. Il suo IC è perfetto; la leggera diminuzione del punteggio è data dalla sua minor presenza, malgrado questa struttura volesse un protagonista per drabble. Infatti, nella sua cioè la seconda, le sue azioni sono al passivo. È guardato da Taishakuten, lo “ascolta” affermare che vuole sapere che sapore avrà la sua pelle. Insomma, è presente come oggetto delle frasi di Taishakuten, che occupa da solo circa tre quarti dello spazio a disposizione. Non era assolutamente vietato, ed è anche stata una scelta coraggiosa, inoltre il loro rapporto si spiega benissimo, per questo ho sottratto davvero un minimo. C’è da dire che con poche parole hai reso l’erotismo malato che si accompagna al gesto di cannibalismo in modo da far capire a chi non ha letto il manga (o visto l’anime, non ricordo se fosse esplicito in ambedue le versioni) quanto questo… li abbia legati.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5/10
    Come per gli altri, ricordo che purtroppo non è stata eseguita la richiesta del bando perché le due drabble sono consecutive, e non una “di fronte” all’altra. Peccato, ma è stato così per dieci partecipanti, è successo! Andiamo ora a vedere, nello specifico, cosa comunque è un pensiero o una frase che si specchia e cosa no. C’è la citazione che per un pelo non era posizionata al posto giusto, ma è già qualcosa che sia la prima e la penultima frase, rispettivamente. C’è anche – in modo piuttosto impreciso se doveva essere uno specchio – una alternanza di frasi in corsivo e quelle in tondo molto proporzionata. Poi però ci sono vari passaggi che non vanno, per questo parametro. Il fatto che Taishakuten occupi più spazio rende necessariamente impossibile che i due protagonisti si confrontino direttamente, raccontando al lettore perché pensano di somigliare all’altro. Sono rimasti distinti, anche se è il loro destino ad essere legato a doppio filo. Per esempio, il bambino-mostro è citato solo da Taishakuten, oppure solo nella prima drabble c’è una frase diretta. Mi dispiace, ma è una coppia di pov, di certo, però di riflesso c’è un po’ pochino. Un tocco di cui potevi approfittare era il punto: “strappato” e “ma non lui”, che anche se diverso come numero di parole era uguale per le lettere, e sarebbe suonato benissimo se fosse stato un parallelismo. In sé è bello il rimando del desiderio verso Ashura-O, - sto arrivando/che sapore avrà la tua pelle - , ma di nuovo la voce di Ashura-O risulta assente. Mi dispiace, ma la parte tecnica del punteggio è indipendente da quella che è l’estetica altissima della storia.
    titolo: 2.70/3
    Questo titolo mi ha lasciato una piccola perplessità; di solito amo moltissimo i titoli in inglese, perché uniformi alla maggior parte dei fandom. Vanno molto bene anche per gli anime, ci mancherebbe, ma sarebbe bene fare attenzione all’attinenza, che con questa frase non ho riscontrato tantissimo. Questa ambientazione così squisitamente orientale come è un manga basato sui Veda stride un pochino con le parole che hai scelto. Molto buono invece il significato, e anche sottile, come è tutta la tua storia, che sembra incisa nel cristallo. “Nati per consumarsi in fretta” mi è parsa la traduzione più giusta, tra le varie, perché il vocabolo ha molti significati; e così sono le vite dei tuoi protagonisti, intense, e anche se non davvero brevi legate alla precarietà, quando potrebbero essere lunghissime… contorto in senso positivo, difficile, ambiguo, come il rapporto che ci hai raccontato. Forse non introduce apertamente a quello che è il contenuto della doppia drabble, ma alla fine se ne comprende il senso.
    gradimento generale: 2/2
    Questa storia mi ha catturata con la sua estetica altissima e l’atmosfera così estranea alla realtà, tanto in linea col racconto originale. I personaggi erano ostici, non essendo ambedue stati analizzati nel manga nello stesso modo, e comunque hanno dei lati d’ombra che se usati poco bene li avrebbero resi poco netti, poco identificabili. Invece è un lavoro perfetto.
    totale: 34.35/40


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    Setsy
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    00 19/03/2021 21:32
    8°posto
    CatherineC94con: Contraccolpo
    grammatica: 4.6/5

    un feccia = una feccia
    So, ovviamente, che si tratta di un errore di battitura, ma purtroppo quello che e risulta è il genere sbagliato
    stile: 9.50/10
    Uno stile, il tuo, molto allineato col fandom, e chi mi conosce sa quanto trovi questa scelta la più convincente. Si può divagare per il comico, rendere tutto molto ricco col barocco, ma la sensazione di pagina mancante dei libri è sempre da premiare. C’è anche qualche piccolissima pecca, ma sono solo formalità: vediamole subito. “Uomo” è una ripetizione – nelle due frasi finali – che credo sia non voluta, ma casuale. Era possibile usare persona, o un altro sinonimo (avrei cambiato il primo). Un’altra cosa che mi ha dato un pizzico di perplessità è stata la decisione di non mettere l’enfasi allo stesso modo alle coppie di parole, ma ad alcune sì ed altre no. Per esempio: “Arthur” e “feccia” – mi dissocio! ^^ - sono qui i due appellativi per lo stesso personaggio, oppure “polare” e “vergogna” che si oppongono (questa doppietta di parole è bellissima) perché la vergogna è bruciante ed esplicita. Invece altre volte la coppia è nella stessa drabble come – di nuovo – “polare e calore”, ma non c‘è lo stesso gioco nella seconda. Non è che non vada bene, ma poteva essere perfetto. Però tutto quello che funziona è molto, molto di più. C’è tanta amarezza in questa storia, grazie al linguaggio accurato, che riflette i sentimenti dei personaggi. Infatti hai leggermente virato di registro tra le due drabble. La prima è più cupa, grazie a un breve cenno vediamo anche un ambiente che possiamo percepire come raffinato e ricco, mentre nella seconda hai descritto gli abiti di seconda mano e oggetti vecchi. Sei riuscita a creare due voci ben differenziate per Lucius e Arthur, per quanto parlino poco, quando il narratore poteva semplicemente restare super partes. Invece ti sei immedesimata ma sei rimasta nel contempo una presenza incorporea, che non ha pesato troppo, calcando la mano con un terzo punto di vista. Il maggior numero di personaggi ti ha consentito di fare un gioco di rimbalzo più originale, anche se meno centrato, traslando le stesse emozioni (la vergogna e il senso di sconfitta) da una parte e dall’altra, come in una partita di tennis. Le frasi sono proporzionate; molte sono di media lunghezza, altre brevi o lunghe più o meno ugualmente nelle due drabble. C’è un leggero sottofondo dark, davvero nascosto; questa autoanalisi è spietata, e non si avverte alcuna forzatura; siamo troppo indietro perché si possa parlare di una resa dei conti, ma il lettore sente da quel punto non si torna indietro.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    In questo caso, l’IC da valutare è di quattro personaggi, non solo dei due che chiaramente sono i protagonisti assoluti… ma di questo parleremo nella voce successiva. Andando con ordine troviamo un Lucius in grande spolvero, uno che – in modo prematuro rispetto al momento della narrazione, ma non era vietato – comincia a scorgere in se stesso dei piccolissimi accenni di dubbio su quella che è la piega che ha dato alla sua esistenza. La sua fedeltà a Voldemort è innegabile, ma sarà dovuta ancora a vera convinzione? O è solo paura? A questo punto della storia quello che è davanti agli occhi di tutti sembra il primo caso, ma uno specchio non mente mai. L’espediente, la scena che hai scelto sono perfetti per consentirci di guardare più in profondità. Lui ha bisogno di ammirazione, e non la trova nella moglie, almeno non cieca come vorrebbe. Lei è critica, fredda, distaccata – quindi hai rispettato l’IC canonico creando un mix interessante – tutt’altro che fiera. Narcissa è il prototipo della gentildonna, e il suo consorte che si fa coinvolgere in una volgare zuffa non le va giù. C’è un’enorme fragilità raccontata con poche scarne parole in Lucius, in questo momento. La maschera si spezza, ma solo dentro, però è abbastanza perché lui non si riconosca. Hai azzardato, ma sei riuscita nel tuo intento. Arthur è ancora più particolare qui, perché vedere lui dopo un’esplosione di rabbia era la cosa meno probabile, tanto che questa scena nei film l’hanno ridotta quasi a niente. Ora è tornato se stesso; lui sì, non aveva niente da cambiare. Si sente poco valido rispetto all’amata moglie, ma non è vero, qui non ci sono maschere. L’unica cosa rotta è uno specchio concreto, non la sua anima. Il dispiacere non nasce da uno scontro con Molly, ma dal timore di deluderla, di non fare abbastanza. Lui a Lucius già non ci pensa più, è preso solo dalla famiglia. Un IC stellare, fammelo dire. Molly ha la lingua lunga, come quando sgrida i figli, ma lo fa solo per amore, non si può trovare rifiuto nella sua critica, solo apprensione. Questo IC brilla da un chilometro!
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.25/10
    Per iniziare, ripeto quello che ho detto a nove tuoi colleghi: come precisato nella presentazione prima della classifica, l’effetto richiesto non è stato creato, mi dispiace molto! Le drabble hanno due pov, ma sono consecutive. Passiamo quindi all’analisi della tua storia. C’è un dettaglio molto accattivante, cioè l’uso dell’oggetto specchio vero e proprio, che è un’ottima trovata! Cita il contest, ed è utilissimo per fare autoanalisi; inoltre è il primo esempio di uguale e opposto, perché è la stessa cosa, ma uno è ricco, l’altro rotto. In questo caso “rotto” va benissimo, in senso lato, per dire “povero”, che sarebbe un po’ assurdo come aggettivo. I tuoi personaggi alla fine traggono la stessa conclusione: in quell’immagine riflessa non si riconoscono affatto. Ci sono però dei dettagli che – al di là di quanto già detto – non sono proprio “Pov a specchio”. Lucius in realtà aveva iniziato bene, perché ha riconosciuto del coraggio in Arthur, caratteristica positiva che probabilmente associa più a sé. Ma Arthur non ha replicato: non ha visto la stessa cosa né in sé, né in Lucius. Insomma, loro due non mi hanno dato tantissimo l’idea di considerarsi nemici ma estremamente simili. Quello in cui lo sono stati è aver deluso le rispettive consorti, questo sì, ma è qualcosa di indiretto. Inoltre aggiungere altri due personaggi è stato un grosso rischio, perché allora anche loro avrebbero dovuto avere azioni parallele. La scelta dei protagonisti è fantastica, perché ambedue vivono per portare avanti la loro famiglia; sarebbe bastato che pensassero di più uno all’altro, e qualche passaggio più simile, come – puramente ad esempio – un finale dove anche Molly esce dalla stanza, e Arthur le dice qualcosa.
    titolo: 3/3
    Il titolo di una sola parola, ovviamente, o la va o la spacca! E in questo caso è riuscito. Scarno ed essenziale, non anticipa un granché di quello che ci potremmo aspettare, ma appena inizia la lettura – e si fa presto in una doppia drabble – ci capisce quanto sia bello e adeguato. Il contraccolpo c’è e su più piani di interpretazione. C’è quello concreto, per partire: è la scena successiva a una volenza fisica, quindi è come dire che a freddo si sente il dolore. C’è la ripercussione interiore: ognuno dei due contendenti si specchia e vede qualcosa che non accetta di sé. E c’è la reazione delle rispettive consorti che, per diversi motivi, non approvano e fanno sentire l’altro inadeguato. È come dire che hai lanciato un sasso che ha creato tanti cerchi nell’acqua… veramente bello.
    gradimento generale: 2/2
    La storia è bellissima, e anche se ha ovviamente perso del punteggio tecnico a me piace com’è. La vita di questi maghi – uomini – è così differente, eppure è soggetta, in qualche modo, alle stesse leggi. Hai scelto una coppia originale, e hai trattato i personaggi con molta sensibilità, la tua scrittura è stata coinvolgente.
    totale: 34.35/40

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    Setsy
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    00 19/03/2021 21:33
    7° posto
    koan_abyss con: Promesse di bugiardi
    grammatica: 4.90/5

    pertecipa al contest= partecipa, solo un piccolo errore di battitura
    stile: 9.75/10
    Lo stile scelto per la storia è fluido, scorrevole, consente una lettura lineare malgrado il testo sia composto essenzialmente dei ricordi intrecciati di Severus e Peter, con flashback non “gridati” ma molto efficaci. In poche parole hai effettuato un’analisi piuttosto profonda, e la cosa particolare è che non ci sono stacchetti, ma è piuttosto una narrazione circolare, metodo più interessante nelle storie così brevi. Il lettore può seguire la vicenda – che certo, già conosce, - godendosi i retroscena. Ci sono sensazioni come il rammarico, il senso di colpa, i gesti da ratto vero e proprio del mago che devono essere soffocanti, e qui possiamo avvertirli nella persona di Peter. Severus ci è soprattutto mostrato mentre recita, eppure, malgrado l’apparenza imperturbabile, egli avverte qualcosa che lo fa stare male. È bellissimo come la manifestazione fobica – molto umana – di aver fatto qualcosa di sbagliato si avverta come l’impressione di aver qualcosa di “infestante”, schifoso che ci striscia addosso, opportunamente in parallelo con la natura da pantegana di Peter. (Non odio i topi, ma è quello!) C’è una bella capacità di analisi, in questo testo. Il linguaggio non è molto alto, però trovo che resti in linea con il fandom originale, che vuole essere per tutti. Comunque hai evitato le ripetizioni e altri scivoloni, e anche la tripla aggettivazione – che amo molto – è accurata, e te ne sei servita bene pensando all’effetto specchio. Di quello, però, parleremo dopo. Non ci sono sentimenti violenti in queste drabble, perché il momento che hai scelto è quasi uno stallo, in vista della guerra magica. Eppure i protagonisti vivono un forte dramma interiore, ma che devono velare tanto da spegnerlo, per non rischiare di mostrarlo. Questo, ancora sia in passato che nel presente. Parole come lealtà e promessa hanno un certo peso, specie considerando che vanno prese con ironia nera, perché per un attimo hanno anche il loro valore letterale, ma già sanno, nel loro cuore, che verranno a mancare. Ho trovato adeguata la maiuscola reverenziale per Padrone, perché si unisce a Signore Oscuro e Custode Segreto. Nel primo caso non sarebbe proprio giusta, ma anche se il testo non è ambientato in epoca antica c’è l’alone sacrale della magia che lo rende senza tempo. Approvo!
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questo è stato un IC molto difficile da valutare, perché ha un punto di vista “falsato”. Infatti quello che risalta maggiormente tra i due protagonisti è Piton, e i suoi pensieri sono corretti, come vedremo. In seguito, quando interviene Peter, questi si immagina di assistere a un sincero Voto Infrangibile, tanto da porsi alcune domande e avanzare delle speculazioni. Severus si sente “la spia favorita”? No, perché ha tutt’altra idea, ma è naturale che Codaliscia creda che sia motivo di vanto fare un giuramento alla sposa del padrone… Deve essere sollevato: no, perché non è più una questione di fedeltà, ma si sta mettendo a rischio in modo probabilmente irreparabile. Si sente giusto, coraggioso? Per i motivi opposti a quelli creduti dal nostro animagus. È simile al gioco della psicologia inversa questa serie di quesiti, studiato bene per far risaltare i personaggi senza la minima spiegazione esplicita. L’ho dovuta leggere tre volte per apprezzarla a pieno, ma per fortuna con le storie brevi lo faccio sempre. Piton ha un IC perfetto, quel misto di freddezza e di profondità che lo caratterizza. Il momento in cui si libera di quel fastidio che è Peter è per lui una doppia soddisfazione, perché lo detesta come traditore di Lily e come Malandrino. Eppure quella natura da roditore (in senso negativo, ma ripeto, non odio i topi!) gli si sta attaccando addosso, rendendolo simile a colui che disprezza. Passiamo a un ottimo Peter, un piccolo uomo – o mago che sia – vile e pauroso. Non ha mai fatto qualcosa di sua totale iniziativa, ha seguito prima i bulli, poi un vero potente, trovando così una sua collocazione. Proprio per questo è doppiogiochista, non ha veri ideali, neppure quelli malvagi. È pieno di invidia, e quella che alla fine chiama lealtà è solo attaccamento alla propria sopravvivenza. Veramente un bel lavoro. Narcissa, Bellatrix e Lily, per quanto importanti sono solo ricordi o presenze mute, che fungono da perno intorno al quale ruotano i pensieri e le azioni dei protagonisti. Non hanno tolto molto spazio, sono ininfluenti per l’IC ma hanno senso nella narrazione.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.50/10
    Per cominciare, purtroppo, devo dirti che come nove tuoi colleghi non hai seguito accuratamente l’esempio del bando, non realizzando quindi l’effetto richiesto. Per cui, detto questo, andiamo oltre.
    Come per l’IC, c’è bisogno di fermarsi a riflettere sull’accuratezza di questo effetto specchio. Se fosse stato corretto scriverlo “in verticale” questa interpretazione dei due pov sarebbe stata campione di originalità. Apparentemente le frasi non sono proprio l’interpretazione dei due protagonisti degli stessi pensieri, perché ambedue le drabble iniziano con “Piton”, il che confonde per un attimo sul cambio di voce narrante, in una storia come questa. Eppure la frase successiva mostra come i tuoi protagonisti, che non sembrano poi così contrapposti, abbiano tanto in comune. Sono stati depositari della fiducia di Voldemort per compiti cruciali, e ambedue hanno o stanno per tradire la fiducia di una donna. Certo, potremmo dire che uno è stato un vile assassino e l’altro lo sta facendo per il famoso ‘bene superiore’, quindi il loro essere equiparati è un po’ relativo, ma sicuramente un’idea a effetto. Segue il quesito in cui ognuno dei due si chiede se l’altro si sente come lui, con i tre aggettivi che sono davvero calzanti. C’è lo stesso problemino dell’inizio, però: il soggetto apparentemente è sempre Piton. Nella sua drabble, pensa a se stesso – seppure quello che avverte lo paragoni a un ratto – nella seconda Peter si chiede se Severus si sente simile a lui. Molto bello il finale, dove il concetto di lealtà si esplica in modi diversissimi: per Severus è una questione di onore, per Peter, un voltagabbana.
    titolo: 3/3
    Questo titolo è veramente essenziale e semplice, eppure fa il suo lavoro. Racconta senza fraintendimenti chi sono i protagonisti: due uomini che hanno voluto tramare, ingannare e tradire, e poi sono stati costretti a continuare a mentire ai loro alleati. Non è particolarmente innovativo, ma ha un vantaggio che non è stato sfruttato da tutti; mette il risalto la reciprocità degli intenti, unisce questi maghi così diversi dalla testa ai piedi in un destino – almeno parzialmente, che era quanto richiesto dal contest – comune. Anche le parole singole sono una coppia di opposti: promessa può essere considerato sinonimo di verità, contro bugia; inoltre non si parla solo di quella in corso, di promessa, ma si ricordano quelle più gravi fatte nel passato. Non c’entra col voto, ma apprezzo anche il titolo generale della raccolta della future altre drabble a specchio.
    gradimento generale: 2/2
    Questa storia ha giocato molto sulle sensazioni fisiche, che descrivono quelle morali con molta efficacia. Ho apprezzato particolarmente la scelta di due nemici legati dall’avvenimento principale per Piton - la morte di Lily – eppure costretti a trovarsi alleati, o finti tali, per la maggior parte della loro vita. Il piccolo what if? era così indovinato da sembrare un momento vero.
    totale: 35.15/40




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    00 19/03/2021 21:34
    6° posto pari merito
    Veronique con: Anfratti di anime
    grammatica: 4.90/5

    -Ti sono = non va usato il trattino della tastiera, ma sempre quello lungo dei caratteri speciali, –. A parte questo, la grammatica è ottima
    stile: 9.80/10
    C’è un buon bagaglio di termini non troppo complessi ma molto incisivi, che emerge da questo stile. Le frasi sono bilanciate molto bene, sia le più lunghe che quelle brevissime, e in una drabble questo è sempre un vantaggio, per me, perché crea un “movimento”, una varietà che di solito manca in poche parole. I periodi più ampi sono i miei preferiti, ti hanno consentito di giocare con le parti in corsivo e questo doppiamente. Infatti alcune parole sono ripetute, come “odia” – che quindi diventa il verbo più importante del testo, e parlando di nemici direi che hai fatto centro -, altre sono in antitesi come invece “marcio” e “puro”. C’è tensione tra i personaggi, il lettore si trova coinvolto; poche volte ho letto di Albus e Gellert con una tale aperta ostilità, di solito sono più ambigui, quindi devo dare merito al registro ampio, appoggiato da una struttura delle frasi gradevole e non troppo complessa nonostante la famosa lunghezza, che non capirò mai perché sia temuta da tutti, nei contest! La lettura è scorrevolissima, e non aver usato un lessico particolarmente alto, ma medio e curatissimo, ricalca lo stile della Rowling, che è brava, ma si è attenuta al fatto di voler avere pubblico di tutte le età, arrivando al cuore dei suoi lettori. Approvo sempre la fusione “stile canonico dell’opera” e “stile personale dell’autore”, ritengo che in una fanfiction non si possa fare una scelta migliore. Anche l’aggettivazione è varia e soddisfacente, sei stata attenta e cercare sempre dei sinonimi – nelle drabble le ripetizioni non volute sono pesantissime – e si nota subito il bel lavoro di fino che hai realizzato in questa breve opera. Le descrizioni fisiche sono un altro punto di forza, perché partono da semplici cenni, come i colori dei capelli, e si sviluppano in ben altro, cioè diventano caratteristiche della personalità. Un'unica scelta non mi ha convinta del tutto: infante, invece di bambino. Lungi da me permettermi di farti editing, ma hai preferito un termine che si riferisce ai neonati dagli zero ai tre anni, come se intendessi che già da a quell’età Gellert avesse perduto la sua parte migliore. Il modo più comune di usare questa parola è infantile, ma qui non è né un insulto, né la vera osservazione di un personaggio child. Ha un chiaro intento poetico, ma non suona tanto col resto del testo.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questa famosa coppia di innamorati/rivali è resa veramente bene, fotografata durante un momento estremamente canonico come il celebre duello finale. Tutti e due sono ormai amareggiati e disillusi, ben lontani dal sentimento che hanno nutrito uno per l’altro. Anche la comparazione fisica è giusta: si presume siano grosso modo coetanei, però Gellert ha i capelli biondi e arruffati, simbolo del suo essere più ‘ribelle’, quelli di Albus sono già grigi. Uno ha occhi crudeli (giustamente non c’era una tinta particolare di cui parlare) l’altro azzurri. Questo non è solo il colore “dei buoni”, ma è importante nella parte col fratello Aberforth nella scena del frammento di specchio, perché è un segno distintivo della loro famiglia. Subito i due rivali sono posti su piani un po’ differenti, con molta sottigliezza. Grindelwald è descritto come un demone, un essere che istiga naturalmente l’odio, un sentimento così negativo che Silente prova di rado, ma quello che lo provoca è il timore di riconoscere in quella corruzione la parte peggiore di sé. Non con questo sono uguali, ma neppure così ‘dissociati’ come si vorrebbe tanto poter credere. In realtà il loro legame ha lasciato una traccia o l’ha fatta affiorare. Anche lui è stato capace di brutte azioni per una brama personale… Gellert, di contro, pensa al suo ex amico speciale e probabilmente amante come qualcuno che ha sempre posseduto una parte nefasta, marcia. Non possiamo sapere quanto questo sia vero, quanto esagerato dal giudicare le cose col suo metro, la Rowling questa parte l’ha lasciata a mio parere parecchio nebulosa – per timore, direi. Trovo quindi perfetto che tu abbia mostrato qualcosa di diverso. Gellert sente in se stesso una sfumatura di purezza, ma in Albus non si parla solo di sfumature di cattiveria, ma di una componente più sostanziosa. Le voci così sono rimaste divise e ben caratterizzate entrambe.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.80/10
    Come ho spiegato nel post pre-risultati, in dieci avete scritto una coppia di drabble non propriamente a specchio, ma solo dai due pov dei personaggi scelti. Detto questo, osserviamo il tuo lavoro! Se fosse stato giusto scrivere “in verticale” lo stesso contenuto, avresti creato una storia davvero ottima. L’inizio consiste in un paragone sull’aspetto fisico, che anche se non è proprio identificazione, mostra una prima analisi da parte del narratore, che però prolunga molto la seconda frase con una considerazione di Gellert. Il seguente: “ti sono mancato, Al?” va sì bene perché certamente c’è la sensazione del riflesso, ma anche non offre al lettore uno scambio vero e proprio, come sarebbe accaduto se invece fosse stata detta dai protagonisti col nome del rispettivo avversario. Da qui sei andata benissimo, c’è la frase con “lo odia” evidenziato in corsivo, e la spiegazione del perché, cioè dove uno vede il marcio nascosto l’altro riconosce la purezza perduta. Alla fine Gellert ha un minimo di autoanalisi in più, perché si da la colpa di non aver coltivato la propria parte buona. Ci sono punti di forza e punti deboli, questo sempre tenendo presente che la storia è impostata diversamente da come avrebbe dovuto essere. Il momento scelto è molto adatto, perché un duello ti mette di fronte all’avversario, lo devi fissare e prevedere le sue mosse, e questo può significare facilmente “mimare” vari suoi movimenti per contrastarli, quindi poteva essere uno specchio perfetto, gesto per gesto.
    titolo: 3/3
    Il titolo è veramente importante nella fiction: infatti viene ripreso da tutti e due i personaggi, e non certo in modo semplicemente ripetitivo e inutile. Ognuno dei due sente in sé una parte dell’altro, che si è nascosta in un angolino della propria anima. Giustamente – anche se questa considerazione sarebbe “trama” la voce l’ho volutamente omessa – uno dei due conserva una parte corruttibile, l’altro ha perso quella innocente. Guardare l’altro mostra spietatamente cosa si era, o si poteva diventare. Come frase è molto semplice, ma va bene così; non c’era bisogno di renderla più ridondante, perché illustra bene il contenuto della storia e sapendo che erano innamorati il collegamento è immediato. Inoltre la parola anfratto rende chiaro che questo “luogo letterario” non è visibile agli osservatori esterni, tranne che ai fortunati lettori!
    gradimento generale: 2/2
    Questa storia ha tante belle componenti: la coppia dei nemici/innamorati si presta benissimo al gioco, e hai anche descritto uno scontro vero e proprio, uno che costringe gli avversari a una riflessione. Quanto di uno è presente nell’altro? Le descrizioni fisiche sono state significative – a volte si rischia di buttarle a caso, per fare effetto – e il paragone ha scavato nel profondo anche grazie alle singole parole e all’equilibrio delle due drabble, che sono legate davvero da un filo rosso.
    totale: 35.50/40




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    Setsy
    Post: 5.640
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    Utente Master
    00 19/03/2021 21:35
    6° posto pari merito
    mystery_koopa con: Altri mondi, altre vite
    grammatica: 4.80/5

    Hellen = Helen
    Tutto perfetto tranne la doppia L, svista comprensibile ma che cambia il nome di un personaggio principale
    stile: 10/10
    C’è una cura accattivante in questo stile, data da molti piccoli dettagli. Intanto voglio dire che dove si osa, per me si fa bene… l’importante è non strafare fino al punto di rendere incomprensibile il messaggio! Quello che mi è piaciuto di più è il “doppio gioco” che hai creato con la frase riguardo il precipizio. Infatti sarebbe stato ovvio e normale, in un contest a specchio, scrivere una volta: “vedo il precipizio” e l’altra: “vedi il precipizio”. Invece è come se fosse un punto fermo, qualcosa di vivo che guida il pensiero dei personaggi. Anche “mio” è presente solo nella prima drabble, e non nella seconda. Peccato non aver previsto un premio originalità, perché hai sovvertito, con una scelta apparentemente minima, la regola che hanno usato tutti. C’è la mano del destino che fa sentire il suo peso nella narrazione: i protagonisti sembrano svuotati della loro volontà proprio nell’istante decisivo, quello che separa la vita e la morte, e quindi le sorti di una guerra. È come una fotografia, quindi qualcosa che non si muoverà, un fermo immagine da cinema giapponese. Il linguaggio ha un registro abbastanza semplice, ma non stona col fandom. È vero che negli anni ’40 chi aveva studiato usava qualche termine più ampolloso, ma l’unica frase diretta è una citazione, quindi va bene che i pensieri siano molto diretti; in fondo sono “lampi” che passano nella coscienza più rapidamente del tempo che occorre a leggere le frasi scritte. Nello stesso modo, gli altri personaggi citati appaiono quasi più presenti di John e Juliana, il che rafforza la cognizione che tutti loro sono vissuti in contemporanea anche se con questo la loro esistenza dovrebbe apparire meno concreta. Con pochissime parole le loro descrizioni sono apparse articolate, c’è molto controllo su tutta la scena: la situazione esterna e lo stato dell’interiorità; la tensione e la staticità. Di nuovo, sul finale, la decisione di aver fatto parlare un solo personaggio. Questo è piuttosto distante dall’effetto specchio, ma lo vedremo nella voce apposita. Come stile l’ho apprezzato molto, ho trovato anche equilibrio nella coppia di nemici, mentre sarebbe stato facile fare un’apologia di Juliana come la “buona assoluta”. Bè, rispetto a un nazista lo è sicuro, ma non era questo lo scopo della storia. Si sente che c’è stato un lavoro di livella.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Juliana e John non sono solo due personaggi che si oppongono, ma due mondi che vogliono annullarsi l’uno con l’altro. Eppure è giusto dire che – viste le diverse realtà coesistenti – nei loro percorsi così differenti, sono poi finiti in uno scontro finale con un sapore di “uno contro uno” che ha chiuso il cerchio. Lei lo minaccia, sentendosi forte, visto che l’orlo del precipizio nella tua storia è percepito da entrambi solo come mortale per John. Il forte IC di questa donna è dato dal suo essere empatica fino a vedere, in quel momento, non solo persone che ha grandemente amato, come Frank – il che dà a “suo” un senso – ma altre come Trudy, e soprattutto Joe, che in fondo è stato per lei un pericolo. Gli altri personaggi rubano un po’ di spazio alle emozioni della protagonista, però lei sarebbe sbagliata se pensasse solo ai danni strettamente personali che ha subito. John qui è ormai sconfitto, e lo è nel profondo. Pare impossibile che un uomo come lui desideri arrendersi al destino, ma quel precipizio è simbolico, oltre che reale. Lui è meno altruista, perché l’elenco dei morti è quello dei suoi familiari, che hanno tutti pagato a causa di un conflitto che ha abbondantemente contribuito a portare avanti. La consapevolezza gli è crollata addosso, proprio come nel telefilm, in modo innegabile, come è ora per il lettore. L’idea delle alternative migliori ha generato un senso di colpa che ormai ha sorpassato tutta la sua convinzione nelle proprie azioni precedenti quel momento. Non poteva che essere Juliana la sua nemesi, anche con i suoi valori femminili, pur non convenzionali. Anche in questa seconda drabble hai speso molte parole per mostrare degli altri personaggi, però in questo caso non potevi fare diversamente, anche se avrei preferito leggere qualche frase in più che riguardasse lui e Juliana, il loro “paragone” più diretto, ma il punto non è mai il mio gusto nei punteggi, ma aver centrato o no la resa delle personalità, cosa che hai senza dubbio fatto.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.70/10
    Come ho ripetuto a nove dei tuoi colleghi, c’è stato un disguido che purtroppo vi ha fatto perdere punteggio a tavolino:
    la richiesta del bando era di scrivere delle drabble a specchio, come ho già detto nel post generico, mentre queste sono su due pov. Ma andiamo oltre! Se la tecnica fosse stata quella di mettere le storie “in verticale” avresti fatto un ottimo lavoro. L’apertura e la quasi-chiusura che riprendono le stesse frasi: “ti vedo di fronte a me”, e “altri mondi, altre vite” creano una vera e propria cornice di parole che ribadiscono la strana vicenda in cui il presente, quello che si vede, esiste anche in altre forme e modi. Invece la chiusura sarebbe comunque differente, sia per lunghezza della frase – molto diversa, non è che avrebbe dovuto essere identica! – e soprattutto per il contenuto. Juliana e John hanno pensieri dissociati, il che si capisce per l’IC. Il cuore delle drabble vede il richiamo di altre figure: anche qui, è giusto che non possano essere gli stessi soggetti; mi dispiace un pochino che solo Juliana abbia gli aggettivi in corsivo, però forse volevi mettere in risalto il suo maggior attaccamento affettivo alle persone, almeno credo… Ugualmente, pur trattandosi di una citazione, solo John beneficia di un discorso diretto – anche se immagino sia un flashback, ci sono le virgolette doppie, quindi è un discorso. Insomma, ci sono punti di forza come delle piccole falle, questo sempre considerando non la storia in generale, ma questa voce della valutazione. Mi dispiace, perché c’è una buona struttura e proporzione tra le parti!
    titolo: 3/3
    Questo titolo abbraccia a tutto tondo quello che è il racconto originale del fandom e anche il momento fotografato nella tua storia. Sono altri mondi da ogni punto di vista: i nazisti e la resistenza, le civiltà che si confrontano, e naturalmente i “mondi paralleli” che sono alla base della parte distopica o forse più precisamente di realtà alternativa. I mondi possibili sono molteplici e questo è corrispondente al contenuto delle drabble, perché si parla di interrogarsi sulle diverse possibilità che si sarebbero potute scegliere. Anche le vite, naturalmente, sarebbero state profondamente differenti; non solo quelle dei protagonisti, ma di tutti coloro che conoscono e poi, a catena, dell’umanità in generale. Un titolo cucito sulla storia – o il contrario? In ogni caso un’operazione riuscitissima.
    gradimento generale: 2/2
    La storia è davvero bella, e anche su un fandom adulto e complesso, infatti poco usato. C’è un abbandono, e c’è una resa assoluta, ed è incredibile come due nemici così feroci come possono essere un nazista e una donna “della resistenza” possano trovare di avere anche il più piccolo termine di paragone. Infatti hai immesso altri personaggi, facendo una scelta molto scaltra, secondo me, perché ha spostato l’attenzione dai protagonisti laddove era difficile paragonarli. Mi piace proprio molto.
    totale: 35.50/40










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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:36
    6° posto pari merito
    Lady.Palma con: In polisucco veritas
    grammatica: 4.90/5

    Non so devo = se devo
    Come sai valuto anche le note e ti è sfuggito un “se”- o una virgola? – ma c’è qualcosina che manca alla frase…
    stile: 10/10
    La scelta del lessico è notevole, sei stata in grado di selezionare termini mai banali e al contempo mai eccessivamente ricercati, in modo da non appesantire la storia rendendola profondamente diversa dal mondo di Harry Potter. Certo, arricchire il linguaggio non è mai “brutto”, però restare almeno vicino al canone per me resta preferibile. C’è un bellissimo ritmo da ballata nelle frasi – due per ogni personaggio – che replicano i concetti, separate dalla lineetta. Infatti questo crea un mini-effetto specchio in sé, come “guardare la vita – con l’occhio magico”; indovinatissima per il contest. Nella relativa semplicità del testo le voci di Barty e Alastor restano ben divise, con le espressioni più raffinate di Barty come il depotenziato, un termine molto inconsueto e dal sapore un po’ antico come è appropriato in una storia che si svolge in un castello… Anche la considerazione di Moody col corpo rubato “a ciocche” è particolare. Prima sono rimasta dubbiosa, perché ovviamente tutto il corpo non è fatto di capelli, quindi letteralmente non era esatto, ma poi mi è arrivato bene il significato. È l’effetto poetico giusto che passa per una drabble quando composta in modo poetico, quindi l’hai scelto perché più forte che dire a pezzi, o a brandelli che sembrerebbe una vera violenza fisica. Essendo da traslare, a ciocche da l’idea si qualcosa a cui ci sia aggrappa per strapparlo via, qualcosa a sua volta fatto di tanti capelli singoli, quindi microscopiche parti sottratte via via. Hai rischiato, e questo mi piace (quando riesce!) Le parti in corsivo sono perfette, mettono in evidenza dei concetti fondamentali: io e me – essenziali in uno scambio di identità – e il dubbio principale espresso dai due protagonisti. Questo suona molto bene e ribadisce l’IC. Infatti Barty pensa a sé in modo egoista, mentre Alastor, per quanto persona piuttosto asociale, si chiede qualcosa che riguarda anche gli altri. Stessa adesione nella scelta del lessico – che è vario e coinvolgente – ai caratteri per la visione rispettiva del volto che ride. Fisicamente è lo stesso, ma Barty ci vede un ringhio, come se virasse tutto al maligno, mentre Alastor vede una risata, eppure potrebbe essere lui a percepirlo come mostruoso, perché è sbagliato. Il testo ha un’ottima sintassi e anche le ripetizioni sono tutte ovviamente volute, altro rischio che hai corso, ed è stato forte, perché in una storia così corta devono essere usate in modo perfetto.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Perfetti ambedue, Alastor e Barty Jr si fronteggiano con odio e disprezzo. Il loro “peggior nemico sono io” non è proprio intimista, ed è giustissimo per il loro IC, perché caratterialmente non hanno nulla in comune, tanto che non si potrebbero neppure negativamente chiamare con esattezza il bianco e il nero uno dell’altro. Possiedono però delle attitudini, delle peculiarità che derivano da personalità inconciliabili ma che si sono trovate in circostanze simili. Sono due solitari, tanto che la cosa che ha permesso in buona parte l’inganno è quante poche persone li conoscano bene, come nessuno sia loro tanto vicino da scoprire questa truffa. Nessuno toglie a Barty la bravura nella recitazione, ma se fosse esistita/o un’amante, un’amicizia molto vicina, un parente di uno dei due che si tiene in contatto, il gioco non avrebbe retto un intero anno scolastico. Anche il linguaggio è ben differenziato: Alastor è molto più ruvido nella scelta delle parole – è anche più arrabbiato! – Barty è subdolo, più che rispondere con un insulto cerca di instillare nel prigioniero il timore di non contare abbastanza perché qualcuno lo cerchi, vuole farlo disperare. C’è chi dubita, ma è un mangiamorte di primo livello, per me. Inoltre, con consumata “scaltrezza da concorsista” hai scelto dei personaggi che – per quanto ovviamente l’aspetto fisico da solo non sarebbe bastato – sono uno lo specchio dell’altro che di più non si può. È più che il già visto gemello cattivo, per esempio. Uno si è davvero trasformato nell’altro. Ripeto, questa è la superficie, però è davvero d’effetto. In fondo, siamo quello che gli altri pensano di noi? Vedere il proprio viso su qualcun altro è tanto di impatto da farci sentire davvero quella persona? C’è un sottile dubbio che l’IC di questi personaggi insinua nel lettore, tanto che alla fine si resta positivamente confusi. La linea che li divide in buoni e cattivi si è assottigliata, in questo guardare nel baratro finché esso diventa te. Ottimo lavoro e scelta!
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.90/10
    Come ripetuto ai nove tuoi colleghi, l’effetto a specchio richiesto nel bando era differente dalle due storie messe “in verticale con i due pov, ma è successo alla maggioranza, per cui pazienza, è andata così! ^^ Se le due drabble fossero state girate nel verso giusto, la riuscita sarebbe stata ottima. Tutto è duplicato, a partire dalla prima affermazione che ci introduce nella narrazione: il carcerato ora è carceriere, e poi quella che è per me la frase più importante, che è enfatizzata dal corsivo, e davvero uguale: sono io che sono davvero così… Nelle due brevi frasi successive non c’è proprio lo stesso pensiero preciso, però almeno c’è una tecnica impeccabile: domanda retorica /trattino/ sua risposta, questo due volte per ciascuna. Seguono le frasi dirette, queste di nuovo proprio a specchio, perché le stanno rivolgendo uno all’altro dicendo la stessa cosa. In ultimo c’è una considerazione: come quello scambio fisico sia gioia per Barty e tortura per Alastor. La chiosa, poi: sono diventato io – è diventato me, era da antologia di questo tipo di componimento. Anche la parte che, come già detto, è maggiormente diversa tutto sommato parla di specifiche parti del corpo, per quanto non le stesse. Ma d’altra parte la vera gamba e l’occhio (ambedue) di Barty non hanno nulla che non va, quindi non vedo come avresti potuto fare diversamente. Il senso c’è tutto, e lo specchio di un personaggio trasformato nell’altro era necessariamente ideale, mi dispiace quindi molto di questo inghippo. titolo: 2.70/3
    Un titolo adeguatissimo, davvero potteriano, tanto da poter sembrare quello di un capitolo dei romanzi. Ce ne sono infatti alcuni che contengono giochi di parole (sono impazzita con The beetle at bay) quindi suona giusto, familiare. Quello che non mi ha convinta totalmente è la simpatia della tua frase; è divertente, quasi troppo riuscita in questo senso, perché suggerisce tantissimo un genere commedia, fa pensare alla classica storia dove i personaggi fanno una scommessa, o succede un pasticcio… invece qui siamo in un dramma psicologico immenso. Mettendo da parte la sensazione, in realtà è ottimo. Racconta subito di cosa si parlerà, e non potrebbe esserci un momento canonico in cui la pozione è stata così importante, perché senza questa sostituzione il ritorno di Voldemort forse non ci sarebbe stato. Molto evocativo e originale!
    gradimento generale: 2/2
    Bellissima drabble, bellissima scelta della coppia che può pienamente guardare l’altro come uno specchio. Insomma, Alastor nel pozzo non era trasformato in Barty, però non è che potessi cambiare così tanto il canone, in questo specifico contest! I personaggi sono descritti perfettamente, e ci sia arrabbia con loro, e si condividono tutti questi sentimenti molto negativi, quindi forti. Li hai gestiti con cura meticolosa e nel contempo con evidente facilità. Leggerei volentieri altro su questa coppia, e non ci avevo pensato finora.
    totale: 35.50/40


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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:37
    5° posto
    Gaia Bessie con: Al centro esatto del petto
    grammatica: 5/5

    Tutto perfetto!
    stile: 9.90/10
    Le soluzioni stilistiche che hai elaborato per questa storia sono le più particolari del contest. Tutto si basa su una serie di ripetizioni volute, che sfociano nell’anafora. Agape ed Eros aprono rispettivamente la seconda e terza frase, e tutto è un rimando strettissimo di concetti che si replicano. Ci sono due ovvi motivi per questa scelta; uno è per accentuare l’effetto specchio - ne parleremo nella voce apposita - l’altro dà corposità al triangolo. Infatti se c’è un centro, i lati sono speculari. (Presumo sempre, per questo avvertimento, di vedere un triangolo isoscele). Anche le parole “centro” – fondamentale – e “scompare” – la quale chiude entrambe le drabble – messe in corsivo sono perfette, hai fatto capire in modo deciso dove bisogna concentrare l’attenzione. Infine, “amore” e “venerazione” hanno la cadenza di una formula evocativa, un mantra. Hai rischiato molto, perché ho potuto vedere, in una storia così breve, meno del tuo vocabolario e dei sinonimi che avresti scelto, però il suono è bellissimo e lo considero un esperimento riuscito. Lo stile vero e proprio non è particolarmente ricercato, ma hai usato espressioni suggestive per la carica emotiva, e se è vero che il contesto del pattinaggio artistico appare elegantissimo, i due Yuri sono ragazzi in fondo normali, sensibili, ma non eccessivamente colti. La terza persona ti ha lasciato ampio margine di manovra, perché hai potuto sia unire maggiormente i due protagonisti in un’armonia di linguaggio, sia usare la tecnica delle frasi pensate in contemporanea, in quanto è un’entità “diversa” come il narratore onnisciente ad esprimersi per loro. Il linguaggio è chiaro e scorrevole, coinvolgi il lettore con la struttura delle drabble, che è molto tecnica, ma non certo fredda. Hai evidenziato similitudini e differenze, senza creare contrasto, ma solo lasciando capire perché Yuri e Yuuri possano essere visti come simili. C’è un dettaglio un tantino ambiguo, ed è nella frase: “Yuuri, e in una lacrima silenziosa si piega e scompare”. Da una parte appare chiaro che il soggetto sia Agape, ma questo contrasta con l’altra frase, dove ciò che scompare non è Eros, ma l’ansia… così ho letto tante volte per accertarmi che non ci fosse stato un cambio di soggetto. È una “dissociazione” che suona un po’ strana nel tuo aver cercato, più di tutti, di mostrare le stesse azioni e pensieri da ambo e parti.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questo è l’IC di tre personaggi, non è possibile considerarlo diversamente. Si poteva rivelare un’arma a doppio taglio, perché se la storia si arricchisce di un elemento, l’attenzione si frammenta su tre. Invece è fantastico, perché in effetti questo è un triangolo, e l’opposizione dei “due Yuri” è la collisione di questi angoli della figura geometrica: cioè, senza il lato centrale loro non sarebbero così rivali. Tutti gli sportivi lo sono – il pattinaggio sul ghiaccio è una competizione in singolo – ma Yuri e Yuuri non è che si odino, secondo me. Il destino li lega a partire dal nome, così uguale all’ascolto per una persona non particolarmente esperta, eppure in lingue di culture così distanti… e tutto si richiude, particolarmente nella tua fiction, intorno all’amato Victor. Forse c’è un po’ di what if?, una leggera spinta a quello che è il sentimento di Plisetsky che io credo sia più sottile e ambiguo, però non è dimostrato che invece non sia assolutamente vera la tua interpretazione. Partiamo da Victor: non è egoista – come credono i due ragazzini, vittime dei loro limiti - è professionale. Ha capito quale anima manca in loro e li spinge senza troppi complimenti verso questo obiettivo. Ma sorridendo. Lui è il personaggio minore, ma quello che hai fotografato meglio. Yuri è perfettamente riconoscibile già dall’atteggiamento infastidito che ha verso il rivale, che vede insicuro, e lui che è freddo e maniacale si irrita troppo! Crede di avere in sé una grande passione e questo è IC, è stata la sua reazione, anche se penso che a quel punto della storia si sopravvalutasse, in questo. Yuuri è ansioso, perché si ritrova in un turbine di gelosia, ammirazione e sensazione di “eterno secondo” che trova difficile staccarsi di dosso. Vorrebbe vivere in modo sereno, invece viene spinto a superarsi. Tutto davvero bellissimo, anche quella passeggiata sul sottile bordo dell’IC che per me hai fatto con Yuri: opportunamente, e pericolosamente, sulla lama di un pattino da ghiaccio.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 6/10
    In parte qui è successo, purtroppo, quello che è capitato con nove tuoi compagni, cioè che lo specchio come metodo narrativo non sia stato rispettato. Considerazione generica a parte, guarderò quanto “a specchio” siano comunque i personaggi, i loro sentimenti, i gesti. In questo caso sono davvero dispiaciuta, perché col giusto ordine delle frasi saremmo nella perfezione. Le azioni sono le stesse, coordinate: i ragazzi pattinano, ognuno col proprio stile ben differenziato, e pensano le stesse cose. Più esattamente, alla stessa persona, con perplessità gemelle. ‘Perché ha dato a me questo tipo di amore da mostrare con la mia esibizione? Io sono più adatto all’altro!’ Yuri e Yuuri volteggiano intorno a Victor, non mimando i loro passi – hanno, giustamente, coreografie diverse – ma gli stati d’animo, ed è proprio questo che rende così belle le due drabble. L’inversione di agape ed eros aggiunge quasi un’altra coppia di personaggi, è uno scavo profondo nelle loro identità che prende vita e corpo con quella danza sul ghiaccio. Anche le singole frasi (dalla lunghezza pressoché identica) hanno parti “pov” precisissime, come l’inizio e la fine, col corsivo. Non c’è un difetto aggiuntivo; in ogni istante i due protagonisti sono distinguibili, per quanto tu abbia usato più frasi replicate di tutti, sembrano legati a Victor con delle corde invisibili che li fanno girare intorno a lui come un compasso. Una tecnica precisa, ma…
    Per altro, rispetto al triangolo da te creato, la presenza di Victor non squilibra le due parti, perché non interrompe nulla, è semplicemente al di sopra della scena. Mi è piaciuto moltissimo.
    titolo: 2.90/3
    Il titolo è davvero buono, e soprattutto è un efficace riassunto di quello che il lettore troverà. Ammetto per altro che il cuore lo ricordavo proprio più a sinistra… credo che come idea popolare sia quella la collocazione, quindi crea anche un po’ di sorpresa. Le tue parole si possono interpretare in due modi: il primo è quello letterale, quindi che Yuri e Yuuri sono alla destra e alla sinistra dell’oggetto del loro amore, Victor, come hai raccontato. Il secondo è che per ognuno ci sia una fitta al cuore quando succede qualcosa – anche piccola – che riguarda questo ambiguo legame. Si capisce anche che la fiction non parla davvero di pattinaggio, ma è romantica, ed è bello che sia insieme un indizio chiaro ma non proprio sfacciato sul contenuto. La piccola penalità è dovuta a fatto che rimarchi che si parla di un triangolo, che sposta un minimo l’obiettivo delle due drabble a specchio. Capisco la scelta stilistica, anzi mi piace, ma devo attenermi allo spirito del contest.
    gradimento generale: 2/2
    La storia è soave, non c’è che dire. Il mondo del pattinaggio e i suoi protagonisti sono stati gestiti con delicatezza, - quasi accarezzati - con attenzione all’introspezione, con precisione da coreografia. Il racconto è molto in linea con l’anime, che è così difficile da catalogare, per me: qui pare uno shoujo, che hai rispettato nel contenuto dall’inizio alla fine.
    totale: 35.80/40




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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:38
    4° posto
    Pampa con: Cavalieri
    grammatica: 5/5

    Tutto perfetto
    stile: 10/10
    La tua è una storia molto triste, malgrado non si parli di un attimo particolarmente drammatico, almeno nell’ottica di Game of Thrones. Infatti lo stile e il linguaggio che hai sviluppato sono in sintonia con il contenuto, comunicano in modo molto emotivo, a tratti anche incantevole. La scelta di questi cavalieri come personaggi ti ha permesso di sforare dal canone, che è decisamente più asciutto, per arrivare a qualche pennellata di gusto epico, che ci rimanda a racconti medioevali più classici. Lo scontro di Jamie e Brienne ti offre lo spazio per molti paragoni, che sono contemporaneamente definizioni calzanti e opposte tra loro: ad esempio Brienne la bella e l’onesto Jaime, che in effetti – soprattutto la prima – sono usate realmente e con crudele ironia. L’idea di mettere in corsivo queste parti è vincente, l’enfasi nelle drabble è molto funzionale, perché permette di sfruttare un effetto forte senza spreco di parole extra. Anche la parte tra parentesi è inserita nel modo corretto, e di solito non le amo, ma qui isolare un pezzetto di testo funziona, specie nella prima frase, dove ti ha evitato che “canzone” risultasse una ripetizione. Hai utilizzato delle iperboli non inutili o forzate, per dei caratteri così potenti e diversi – come la montagna travestita da donna – che aiutano l’immaginazione del lettore. Il baricentro della storia si sposta continuamente, perché al di là di quale pov si stia leggendo ognuno dei due pensa a sé quanto all’altro, con perfetta proporzione. La forma è curata, e il contenuto anche: non ho inserito una voce “trama” per lasciarvi liberi per l’introspezione, ma qui apprezzo che ci sia anche azione, cosa non ovvia quando si esplora l’interiorità dei protagonisti. La voce narrante è interna, e la seconda persona per me è la più difficile da scrivere: l’umore e lo spirito restano sempre sulla giusta lunghezza d’onda malgrado questa scelta così complessa, che nei contest di solito viene evitata. C’è molta omogeneità nel racconto e anche una grande cura del lessico.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questo IC è meraviglioso. Jaime e Brienne sono rappresentati mostrando il nucleo del loro essere; due cavalieri – e infine come sappiamo lui la nominerà con le sue mani – ma che non potrebbero interpretare questo ruolo in modo più diverso, al momento della trama che hai scelto. Anche senza fare foreshadowing, che sarebbe stato inappropriato visto che non nessuno dei due ha capacità intuitive particolari, è già come se si paragonassero e in effetti è giusto, perché si stanno affrontando in duello. In questo modo notare cosa fa l’altro e perché mostra la diversità dal proprio intento è naturale per ognuno dei due. Brienne ha qualcosa che sfugge a Jaime, cioè la vera nobiltà d’animo; è lei che più di chiunque in GOT esprime gli ideali del cavalierato: la purezza, la difesa “di vedove e orfani”, la sincerità, l’onore. Queste qualità la fanno sembrare debole, quasi un po’ patetica, una figura che il suo opponente non apprezza affatto come donna e neppure come combattente che aspiri alla vittoria malgrado non possa non riconoscere una buona capacità nella sua tecnica da guerriera. Jamie pensa che la vittoria potrà solo essere sua, perché non ha scrupoli ed eliminarla non sarà un problema. D’altro canto, Brienne conferma la sua volontà di non uccidere, ed è altrettanto convinta di vincere. Ma non per eccesso di fiducia nei propri mezzi, bensì per la motivazione che la spinge. Non può mancare ad una promessa, e questa è lei dalla A alla Z! Non ha dubbi sull’intenzione dello Sterminatore di Re di assassinarla senza farsi problemi, e prega che si renda conto di non essere in condizione e si arrenda. Jaime ha usato la sua distrazione, è furbo e profittatore, pragmatico nel suo definire cos’è un cavaliere. Per lui è essere bravo – lo è -, ricco, adulato. L’unico merito che le rende lo dimostra dovendo impegnarsi nello scontro. Lei non lo odia come potrebbe, semplicemente sente il dovere di fermarlo e assicurarlo alla giustizia. Brienne pare giustamente indispettita dal fatto che quell’uomo immeritevole che ha di fronte sia cavaliere perché maschio e di famiglia importantissima, quando altri dovrebbero essere i meriti. Pensa a sé, ma non perché è egoista o gelosa, solo perché ha ragione. Jaime non merita la cappa bianca, colore simbolo della purezza – e lei non sa ancora quanto e perché.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 5.80/10
    Come per altri nove tuoi colleghi, la resa dell’effetto specchio non c’è stata, bensì hai scritto due drabble che ripercorrono gli stessi pensieri e avvenimenti elaborati con i due pov. Ma passiamo al resto! Con le frasi della seconda drabble capovolte come ordine avresti fatto un lavoro egregio. Tutto è scandito da una metrica molto precisa: la prima parola di apertura, che è rispecchiata dal suo opposto naturale; non c’è una coppia di nomi più potente che vita e morte. La frase che segue è appena appena dissociata, però funziona molto bene nella narrazione, quindi lo capisco; segue un insulto non detto a voce alta ma non per questo meno significativo. Il periodo centrale contiene la stessa descrizione critica di come appare l’altro agli occhi di chi lo osserva, seguita da una frase tra parentesi. Ora, per quello che riguarda la tecnica non c’è nulla da eccepire, però come contenuto si riferiscono entrambe a Jaime, non sono vicendevoli. Andando avanti c’è la mia parte preferita, quella con gli aggettivi usati come scherno e in corsivo, e infine la chiusura vede una trance di drabble ripetuta quasi in modo identico, ma che contiene le due perfette caratterizzazioni dei protagonisti, entrambi che esprimono la propria volontà di non farsi fermare. Se il bando avesse chiesto due pov, l’unica piccola pecca sarebbe quella, già vista, della seconda frase, dove una volta c’è una considerazione generale, nell’altra invece Brienne se la prende con se stessa per la sua distrazione. Mi dispiace molto, perché la storia è piacevole da leggere e anche ben studiata, ma purtroppo c’è quella incomprensione sulla richiesta che ha portato all’abbassamento del punteggio.
    titolo: 2.80/3
    Questo titolo è a dir poco minimalista… ma ci può stare. Infine è la cornice ideale della storia, perché il piano si cui si confrontano – e quindi specchiano – Jaime e Brienne è proprio cosa significhi essere un cavaliere. Lo è maggiormente chi detiene questo prezioso titolo, o chi di fatto si comporta come tale? La risposta pare ovvia, ma sappiamo che più avanti ci sarà un’oscillazione dello stato delle cose. In pratica, in modi diversi, ambedue faranno un passo in avanti. Game of Thrones non è un’epica cavalleresca, ma resta il valore di questa figura. Il punteggio non è proprio pieno perché il titolo poteva essere appena più originale, più personalizzato, ma lo trovo comunque moto buono e sincero nelle sue intenzioni.
    gradimento generale: 2/2
    La coppia di drabble mi piace tantissimo, loro sono proprio gli opposti e speculari da manuale. Essere cavalieri non è un lavoro – seppure si possa definire un’occupazione. Bisogna aderire a delle regole, degli ideali, e anche se Jaime non pare affatto meritevole di questo titolo è lui che lo detiene… ma nel cuore è Brienne il vero cavaliere dei sette regni. Una comparazione precisa e con tempi da ballata che richiamano le tante che ascoltiamo nel canone, è davvero centrata.
    totale: 35.60/40


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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:40
    3° posto
    XShade_Shinra con: What are you Fighting for?
    grammatica: 5/5

    Ottima
    stile: 9.5/10
    Il discorso diretto in prima persona può essere sia un pregio che un difetto, scrivendo fanfiction, perché non si può optare per una voce che sia propria solo dell’autore, ma bisogna seguire abbastanza da vicino il registro linguistico dei personaggi. Questa operazione è riuscita benissimo, limitandoti necessariamente a un linguaggio non alto, che non appartiene al fandom… però con questo hai mantenuto la credibilità. Lo stile appare così piuttosto semplice, per quanto curato e privo di uno specifico difetto, con una narrazione fluida che lascia maggior spazio ai dettagli che servono a inquadrare i personaggi, rendendoli vivi. Tra queste linee stringate emerge tuttavia l’emotività contenuta e repressa delle ragazze, quanto la maturità delle stesse. Le parole sono perfette per sottolineare il sottofondo di pensieri deleteri che si trova anche nelle frasi che dovrebbero essere maggiormente positive; un padre che sognava un futuro migliore per la figlia, ma l’ha “addestrata”; lei che gli deve la vita. Anzi la deve devolvere. Questa è una scelta linguistica di ottica profondamente giapponese, che per noi suona quasi follia… È un’affermazione molto forte, precisa e tagliente. Anche questa forma d’amore ha un prezzo. Di contro la tua Mikasa potrebbe stare percependo che quel debito che la lega ad Eren è piuttosto peculiare; cioè, la gratitudine è una cosa bellissima, ma qui siamo arrivati al sacrificio totale, e sappiamo perché, quindi tutto torna. Le domande sottintese piuttosto che espresse a voce alta sono molto indovinate, risuonano all’interno di chi le formula, e in fondo sono anche retoriche. Se ognuna ritiene di “rivolgersi” all’altra, è perché si sta aspettando una risposta affermativa. È questo che le rende a specchio, un paragone che hai amplificato allo scopo di seguire il bando con la scelta dei termini giusti.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Questo IC è molto sottile nella scelta dei dettagli utilizzati per l’introspezione e caratterizzazione dei personaggi, e nel contempo l’uso della prima persona ci consente di conoscere tutto proprio dalla loro voce. Hai fatto molto bene, considerando che non sono chissà che nemiche “personali”; ma di questo parleremo in un altro punto. Annie è una ragazza fredda, razionale, almeno per quanto riguarda essere una guerriera in missione, soprattutto quando la conosciamo all’inizio. Però nell’ultima stagione abbiamo visto il suo lato… bersek? in azione, capendo che non ha limiti. Anche Mikasa perde le staffe se c’è di mezzo Eren, altrimenti è controllata e usa molto la testa. Questo le rende combattenti abbastanza simili, e qui lo possiamo dedurre dal loro seguire il senso del dovere con uguale abnegazione, anche perché si tratta di onorare una promessa fatta ad altri. Il signor Leonharth è commovente nel credere nelle risorse e nelle parole della figlia, e anche il suo IC conta. Prudentemente, non hai inserito un paragone diretto con Eren, in quanto a fiducia… È terribile come le ragazze abbiano perso la loro giovinezza in questa lotta, e infatti parlano ambedue di dolore, perdite, quasi di rassegnazione al destino. Nel loro guardarsi non possono ricavare nulla una dall’altra. Gli occhi di Annie appaiono “congelati” – seppure sappiamo da Lara Tybur che potrebbero mutare espressione – e quelli di Mikasa sono un po’ vuoti, in vari momenti – forse è quell’asservimento degli Ackerman. Questo IC quindi è frutto di un’osservazione molto accurata. Tutte e due conservano un tratto di sensibilità femminile che ci mostri quando, pur odiandosi, si trovano a chiedersi se l’altra ha degli affetti che la motivino. Di Mikasa lo sanno anche i sassi, ma di Anne no, eppure la prima non dubita che sia così. Pur rispettando l’IC hai creato un ponte tra loro – piccolo e fragile, ma c’è – rischiando molto, cosa che apprezzo sempre nei contest.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 7/10
    Questo è stato l’effetto specchio più difficile da valutare, in questo contest. Infatti è chiaro che hai afferrato il meccanismo generale – le due drabble non dovevano essere “in verticale” ma una di fronte all’altra… ma l’hai realizzato solo in qualche punto. Quello perfetto è il centro: non potremmo essere più uguali/più diverse. E poi il resto, man mano, si è allontanato. Mi dispiace pensare che sia stata la fretta per la consegna all’ultimo, perché avevi preso la strada giusta. Passando alle altre frasi brevi, abbiamo un contenuto mediamente speculare; certamente si parla del dovere di lottare per qualcuno, ma non c’è una corrispondenza precisa. Nella frase più lunga, la prima di Annie, hai più o meno inglobato le ultime due di Mikasa; parli del desiderio di tornare indietro e di cosa sia “casa”. In ultimo, purtroppo, la frase che più poteva premiarti cioè “in quel cristallo vedo il mio riflesso” non è ribadita dall’altra parte. Rispetto alla maggior parte dei tuoi colleghi che hanno creato delle storie pov messe in colonna c’eri, ma il vero specchio è minimo. Anche il contenuto non è sempre esattamente simile all’esempio de bando. Agli occhi bui di Mikasa potevano contrapporsi facilmente quelli freddi e azzurri di Annie e così via. Hai scelto – non posso sapere se volutamente – di dare alle due drabble una certa indipendenza, decisione comprensibile se è per il proprio gusto, ma che ti ha allontanata dalla possibilità di un buon voto in questa voce… Peccato, perché il fatto che un personaggio non possa rispondere concretamente all’altro ha reso il confronto interessantissimo, ma nel conteggio tecnico ci sono solo due frasi totalmente valide e molto parzialmente il resto.
    titolo: 3/3
    La bellissima canzone dei Tears for Fears è davvero adatta ad essere utilizzata come titolo di questa doppia drabble. Intanto c’è il suo primo impatto, uno molto in linea con la quarta stagione dell’anime, la cui sigla si chiama opportunamente “My War”. Il tuo titolo sembra quasi un contraltare a quello originale, parla del contenuto principale di questa storia. Si passa poi al brano che hai utilizzato, che recita subito: “cosa credo di recuperare facendo del male a te?” Una scelta ottima, per quanto non sia un titolo di cui puoi vantare la maternità – si direbbe paternità, ma poi chi ci litiga con Annie? Io sono d’accordo, in linea di massima, con la scelta di una citazione purché adatta e non troppo ovvia (cioè usata più volte sul fandom perché banalmente correlata). Per altro la domanda resterà senza risposta, perché non credo ce ne sia una… non che noi sappiamo per ora, e infatti ti sei fermata, nella narrazione, senza formulare ipotesi o what if? particolari.
    gradimento generale: 2/2
    Queste figure femminili offrono un punto di vista variegato, in questo contest. Annie e Mikasa non sono nemiche giurate, ma rientrano in quel racconto molto corale che è AOT; le due fazioni, i dissidi interni, l’incertezza di chi sia nel giusto. Le hai considerate e analizzate più come donne che come guerriere, e questo ti ha consentito di cercare lo specchio tra loro. Il linguaggio è davvero adatto, quasi essenziale ma centrato, credibile. Peccato che lo specchio sia stato solo uno specchietto, ^^ però hai indovinato l’essenza della prova.
    totale: 36.5/40



  • OFFLINE
    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:41
    2° posto
    thors con: Verso sud, tra presente e passato
    grammatica: 4.60/5

    Joffrei= Joffrey – c’è solo una lettera diversa, però il nome del personaggio è sbagliato
    ora i vivi senza senza = ti è sfuggito un “senza” di troppo…
    stile: 9/10
    Lo stile che hai scelto è piuttosto essenziale, e i passaggi sono molto fluidi; questo da una parte va bene, perché i personaggi di Game of Thrones non sono particolarmente poetici nelle loro espressioni, anzi. Dall’altra, tranne due brevi frasette, è il narratore a parlare e questo ti offriva spazio per un tono leggermente più epico, classico per lo meno. Non è un obbligo, è senza dubbio una scelta, ma un fandom medioevale fantasy si presta moltissimo all’uso di un lessico alto o di qualche abbellimento. C’è anche un dettaglio che trovo si possa considerare un errore, ed è il termine “fesso”. Sì, ha un significato, quello di “vuoto” – e quindi per traslato stupido – però è dialettale, anche se piuttosto diffuso. Nelle note hai ampiamente specificato che i quattro briganti hanno sbarrato la strada ai viaggiatori, evidentemente con fare minaccioso, ma nella drabble non è chiarissimo che li stessero per attaccare; potevano anche tirare dritto, quindi pare che Arya e il Mastino li abbiano assassinati solo in modo preventivo, che forse è un po’ oltre i loro metodi. Molto valido invece il pensiero che riguarda Arya, che ha ucciso i morti e i vivi, e anche la definizione dei banditi che sono già uomini senza speranza, in quanto qualsiasi decisione prendano sono spacciati – questo sempre considerando che noi sapremmo che stanno cercando la sfida. Lo stile è descrittivo, e le immagini sono molto vivide; sia i coltelli lanciati da Arya che la pesante scure di Sandor si riescono ad immaginare con chiarezza, col loro peso così diverso, e le poche parole dei dialoghi sono appropriate. Hai preferito lasciar parlare i fatti, e vista la scena d’azione che hai descritto trovo sia stata un’idea giusta. Il dramma è reso senza indulgere nel tragico, hai preferito non caricare molto quella che è una storia di omicidi, lasciando quel tono disincantato a cui Martin ci ha abituati di fronte a queste situazioni. Certo, non si scrive dei romanzi, ma come modo di esprimersi questi e il telefilm sono davvero simili.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    Siamo ad un punto ben preciso, in questa storia, ed è quello finale – almeno per l’arco narrativo del Mastino – nel quale le profonde differenze iniziali tra lui e l’erede Stark sono così appianate da fargli dire qualcosa che non ci saremmo aspettati: un’incitazione ad Arya a non vivere solo per la vendetta. Hai fotografato l’attimo che precede quella dichiarazione, mostrando come la linea che li divide si è assottigliata pericolosamente… L’IC è raccontato da ambedue, ognuno riflettendo sulle caratteristiche dell’altro. Arya è diventata una guerriera perfetta, quasi una macchina per uccidere, ma non senza cervello. Fa fronte ad avversari apparentemente molto più pericolosi di lei, è fredda e spietata. Noi abbiamo visto il suo addestramento da assassina senza volto, Sandor no, quindi è giusto che non se lo aspettasse – non così tanto. Ai suoi occhi era stata stupida a rischiare per un semplice garzone, e questo purtroppo è qualcosa che il Mastino continuerebbe a pensare in questi termini, specie se il ricordo non è solo del fatto, ma comprende, come credo, la sensazione del vecchio sé. E la sua stima per quella piccola ragazzina è immensa. Di contro, Arya deve tornare indietro con la memoria per trovare il Sandor che ha imparato a odiare, quello senza onore, anche se equiparabile ad un cavaliere, violentissimo e barbarico. È ancora un avversario formidabile, ma ora ha una forma di controllo, di misura. Penso che tu li conosca molto bene, anche arrivando a dettagli come il Mastino più sboccato e Arya soprattutto silenziosa. Si riconoscono tantissimo, e c’è quell’eco di stagioni più belle che l’ultima…
    Resa dell’effetto “a specchio”: 9/10
    Questa è una delle tre storie che hanno effettivamente l’effetto specchio, bravo! L’hai reso piuttosto accuratamente, con varie frasi che “si baciano” e che hanno anche un contenuto giusto. Le frasi centrali, quelle che si fronteggiano direttamente, sono molto precise. Ognuno dei due nota come l’altro sia capace di uccidere senza battere ciglio, ma per questo ti sei giustamente riferito a due momenti diversi; però in una c’è un pensiero espresso in prima persona, nell’altra no. Poi si passa al ricordo del terribile massacro del garzone (del mugnaio, se non sbaglio); qui l’identificazione barcolla un minimo, perché senza dubbio Arya ha fatto quello che ha potuto, ma ha solo ferito lievemente Jeoffrey, e soprattutto aveva ragione da vendere. Però capisco che non potessi compararli di più! Tornando indietro i nostri protagonisti ammirano le rispettive capacità da combattenti, specie l’uso delle armi. In questo frangente non pensano uno all’altra come simili, le osservazioni sembrano distaccate. La penultima frase – dal centro, ovvio – è un dialogo, quindi tecnicamente l’hai scritta in modo esatto, ma non c’è alcuna identificazione o paragone diretto; pensano a dei nemici, ma Sandor ai quattro malcapitati, Arya ai draghi. Non è tanto la differenza dei soggetti, ma che i primi fanno già parte del racconto, mentre i simpatici rettili sono nominati solo da lei. Alla fine/inizio c’è la seconda frase perfetta, che ha come protagonisti gli ormai noti ladri. Anche qui, questi personaggi non costituiscono precisamente un metro di paragone tra la tua coppia, però l’insieme dello specchio è senz’altro riuscito.
    titolo: 2.5/3
    Il titolo non è affatto male, anzi. Di sicuro è chiaro e trasparente nelle sue intenzioni, visto che anticipa quella che è la vicenda concreta che accade durante la storia, cioè il viaggio verso la capitale dei nostri protagonisti. Trovo valido anche il binomio presente/passato, che è giusto e richiama anche il fatto di compiere un paragone. La parte che mi piace meno è l’effetto “spiegazione”. So che è molto utilizzato come genere di titolo, perché difatti è inattaccabile, il che però non lo rende contemporaneamente bellissimo. C’è un po’ di distacco, mentre le drabble mostrano due dei personaggi preferiti – Arya di sicuro, Sandor lo è diventato alla fine – che percorrono insieme per l’ultima volta una strada che li dividerà per sempre, in ogni senso. Credo che ognuno dei due sospetti la morte dell’altro, mentre il titolo non mostra emozione. Ripeto, non mi dispiace, ma nei contest si guardano dei dettagli che da lettrice non avrei notato affatto in modo negativo.
    gradimento generale: 2/2
    La storia funziona, non c’è che dire! Hai mostrato lo strano ma forte rapporto che lega questi due ex nemici giurati, che ormai si sono avvicinati tanto da creare un adattissimo effetto specchio. Sono sembrati padre e figlia, ad un certo punto, e nella loro ammirazione reciproca che ci hai raccontato ho ritrovato questa sensazione. Chi lotta strenuamente per la propria vita infine ha sempre qualcosa in comune con chi divide lo stesso destino. Dire: “non sono sempre andati d’accordo” è il minimo ^^ ma ci sta… credo che anche tu li stimi molto, che non sia quindi un’idea nata solo per il contest, e la sensazione di verità si riconosce sempre bene.
    totale: 37.10

  • OFFLINE
    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:42
    1° posto
    Amor31 con: Uguali, ma su fronti opposti
    grammatica: 5/5

    Tutto preciso
    stile: 9.5/10
    La scelta di scrivere in terza persona è sempre un’arma a doppio taglio, nelle drabble di questo genere. Da una parte il narratore ti aiuta, ha il quadro generale della situazione, specie uno come questo che è onnisciente e difatti “legge” i pensieri di entrambi. Dall’altra si potrebbe dire che il racconto è meno intimista, però in questa versione l’ho apprezzato. La base della storia è un episodio, quindi è stata una buona idea cercare di inserire tutti i diversivi possibili; il genere introspettivo che hai usato in modo curato e mai pesante, questa voce narrante, un minimo di dialogo, hanno movimentato il tutto. La tua prosa è stata piacevole, anche le frasi brevi - che di norma non amo - qui hanno un senso: aiutano a creare lo specchio, perché più sono nette, più si prestano ad essere “capovolte” per il paragone. Ma di questo parleremo più tardi. Le poche parole di Eren e Reiner sono dure e nette, senza abbellimenti che in effetti suonerebbero strani pronunciati da personaggi che non so neppure come misurare pensando ad un livello di istruzione, perlomeno Eren! Il narratore ha un linguaggio medio, e se questo non ti ha permesso di ricamare e creare effetti barocchi, ti ha però aiutata ad uniformare in modo logico le diverse parti. Credo sia una scelta sempre preferibile, alla fine, perché permette anche di lasciare abbastanza inalterato il canone originale. C’è un buon ritmo nelle drabble: malgrado le poche parole a disposizione, la vicenda che “accelera” non dà fastidio, anzi; è adatto ad AOT che tutto precipiti improvvisamente, senza per altro che l’azione disperda quel senso di malinconia che hai generato con le tue parole. Penso che tu abbia scelto qualcosa che ami molto e questo si è visto anche nello stile. I personaggi sono descritti in modo esaustivo, la loro psicologia appare chiara, comprese le lacerazioni dell’animo. Quel sua/suo, unica pennellata data in corsivo, spiccano tantissimo proprio per l’uso moderato che hai fatto dell’enfasi, e catturano l’occhio.
    IC (di ambedue i personaggi): 10/10
    L’IC dei tuoi protagonisti è eccellente. Eren e Reiner sono due combattenti, due titani che – seppure in modi molto diversi – non hanno avuto davvero scelta. Certo Eren è maggiormente vittima, in questa situazione. Non ha avuto voce in capitolo, e la sua rabbia è potente, forse più di quella di chiunque. Tutto ruota intorno a lui, quindi anche la perdita, la responsabilità il destino del mondo… Trovo molto indovinato che tu abbia scritto che anche la pace “finta” precedente il crollo delle mura fosse qualcosa di odiato. È come se avesse presentito che non c’era via di scampo senza morte, o lotta. In fondo era qualcosa di presente nel suo dna, quello per cui è nato: o peggio, è stato fatto nascere. La vendetta per me è un sentimento comprensibilissimo da parte sua, cosa dovrebbe provare? Infatti anche se nell’ultima stagione è davvero cresciuto e ha avuto tempo per riflettere, lo considera un avanzare. Può solo andare avanti, mai il detto ‘chi si ferma è perduto’ è stato così letterale. Reiner si è trovato spalle al muro, dal canto suo. Ha usato le sue relative capacità per assicurarsi un posto privilegiato – si fa per dire! – tra i marleiani, si è scavato una nicchia che significa salvezza. Lui è più adulto, e non era cieco di fronte alla realtà come l’incolpevole Eren. Ha vissuto dai due lati della barricata, ha visto come tutti ci stanno solo perdendo in questo bagno di sangue e disperazione, ma sull’isola di più. Infatti non vorrebbe più lottare, ma spera che sia la sua fine. Perdono, morte… purché Eren decida per lui, in pratica. Credo che tu lo abbia capito profondamente; quella sembrava una serata di festa, ma era prevedibile che succedesse qualcosa. I tuoi personaggi sono disillusi, arrabbiati, e in fondo sconfitti, specie Reiner. Hanno perso il loro mondo, come hai detto, e chiunque vinca non potrà mai rimediare, per me, a quello che è successo per un tempo lunghissimo, o anche solamente negli ultimi cento anni. Non c’è redenzione o salvezza per loro, e si sente tanto, ogni pensiero è solo amarezza.
    Resa dell’effetto “a specchio”: 10/10
    Questa storia è una delle tre nelle quali è stato effettivamente reso l’effetto specchio, e l’hai fatto davvero con maestria. Il racconto è lo stesso, “girato” nel modo corretto, e anche il contenuto è giusto! Analizziamolo riga per riga. La frase che “si bacia” è quella scatenante, parla della ferita sulla mano di Eren; per ambedue i personaggi significa qualcosa di doloroso, anche se opposto, perché si fronteggiano una fine - un blocco - per uno e un avanzamento per l’altro. Tornando indietro, si parla dell’assassinio, e di cosa questo comporti, citando inoltre il titolo, operazione che gradisco molto, e non do punteggi così, per il gusto: credo che sia una qualità oggettiva delle opere di scrittura. Segue una dichiarazione diretta, e poi una domanda e una risposta, che forse sono retoriche. La sensazione è proprio quella cercata, cioè che ognuno possa indovinare la risposta perché può trovarla dentro di sé. Si passa ai paragoni degli stati d’animo, con la singola parola in corsivo precisamente nello stesso punto, e si finisce/inizia col paragone di due momenti in cui l’equilibrio viene spezzato in un modo che non potrà conoscere una vera riparazione. Questo per quanto riguarda la tecnica, che era la parte fondamentale della richiesta del bando. I personaggi da te scelti non sono forse i più acerrimi nemici personali per tutto il tempo, ma non si può negare che una consistente fetta dalla quarta stagione, ad ora, abbia posto il focus su di loro. Eren ha odiato lui, Annie e Berthold credo in ugual misura, però non c’è stato con gli altri il confronto del ragazzino ora divenuto adulto, che è andato proprio a stanare Reiner in persona. Davvero ben fatto.
    titolo: 2/3
    Di questa bella storia, devo dire che il titolo non mi fa impazzire. Sicuramente è adatto, questo non è in discussione; e capisco anche che tu abbia scritto di super fretta, e rispetto a questo dato hai fatto un ottimo lavoro, ma i titoli sono creaturine insidiose. A volte sono specchietti per le allodole (il che sarebbe peggio, ovvio), altri – come questa volta – sono un po’ sottotono. Intendo dire che nelle tue drabble c’è molto di più di quello che il titolo offre, perché è un po’ “spiegato”, da l’idea che il lettore si troverà di fronte una di quelle storie che sembrano il riassunto degli episodi, quando invece c’è l’introspezione, l’analisi, e anche il corretto paragone tra i personaggi. Difatti quest’ultimo è quanto annunciato, quindi il voto non è davvero basso: sono parole trasparenti sul contenuto, e questo è importante sia in sé, sia è quanto suggerito dal regolamento.
    gradimento generale: 2/2
    Non ripeto le sottrazioni di punteggio, ma qui invece devo dire che questa è la drabble perfettamente a specchio. Inoltre questa coppia di combattenti su fronti opposti, ma ognuno convinto di essere – almeno essere stato – dalla parte del giusto è mostrata nel momento più interessante, per un confronto: quella in cui, contro ogni previsione, è possibile capir che hanno inattesi punti in comune. Veramente ben realizzata in ogni senso.
    totale: 38.5/40





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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:43
    Perché volevo essere un eroe, Eren


    Premio: miglior storia ad Amor31 con: Uguali, ma su fronti opposti

    storia



    La contrapposizione di due guerrieri che potranno solo distruggersi a vicenda, narrata con grande consapevolezza


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    Setsy
    Post: 5.640
    Giudice*****
    Utente Master
    00 19/03/2021 21:44
    Loro due sono uguali, ma su fronti opposti


    Premio: miglior effetto specchio ad Amor31, con: Uguali, ma su fronti opposti

    specchio



    L’effetto specchio veramente riuscito, sia come tecnica, che come contenuto


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