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Cronache del Mare di Nebbia

Prologo

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    dm.birthright
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    00 25/04/2020 18:49
    La porta dell’osteria emette un cigolio lamentoso, quando viene aperta, facendo entrare una folata di gelo umido che subito attira lo sguardo infastidito di un paio di avventori, che subito tornano ad occuparsi dei loro affari.

    L’uomo, scrollandosi di dosso la pioggia, entra nell’angusto locale, illuminato dalla tremula fiamma di alcune candele e di un paio di lumi a olio appesi alle assi del basso soffitto di legno. Un odore greve di fumo, cibo e sudore investe l’avventore, che si guarda intorno senza fretta, come se stesse decidendo se fermarsi o andare a cercare un altro posto … se esistesse un’alternativa in questo posto ai confini della civiltà.

    La sala è affollata da minatori e braccianti, una torma di derelitti che cerca di affogare nella birra annacquata di infima qualità gli stenti di un’esistenza fatta di lavoro malpagato, degrado, sudiciume e l’assurda speranza di riuscire a guadagnarsi il denaro sufficiente per lasciare questo posto dimenticato dagli uomini e dagli antichi dei. L’osteria, infatti, è l’unico luogo di ritrovo del piccolo villaggio minerario di Abbeton, situato ai confini di uno dei cinque protettorati della Repubblica, isolato dal resto del mondo, se non fosse per le miniere che si trovano a valle, sotto la linea di Marea, perennemente avvolte nella nebbia, vestigia di un passato la cui memoria è mantenuta viva solo dai relitti che offrono lavoro a chi sia così povero o disperato da non poter ambire ad una vita decente.

    Chiusa la porta dietro di sé, l’uomo si guarda intorno, studiando per qualche momento l’umanità dolente asserragliata nella piccola e rumorosa sala, in cerca di un posto dove sedersi e mangiare un boccone. Ad un tavolo un gruppo di minatori sta rumorosamente giocando a dadi, tra risa e bestemmie, ad un altro quattro uomini, mercenari a giudicare dall’aspetto, stanno bevendo qualcosa; più in disparte, vicino ad un braciere, l’uomo riconosce dalle vesti e dallo sguardo indagatore un paio di preti dell’Antico Culto, gente strana con cui è meglio essere prudenti. Alla sua sinistra, in un angolo male illuminato, un tizio incappucciato sta mangiando da solo: non sembra abbia voglia di compagnia, ma non ci sono alternative, salvo accompagnarsi ai sacerdoti.

    Un po' riluttante, l’uomo avanza verso il centro della sala …
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    dm.birthright
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    00 25/04/2020 18:49
    Rad Guin abbassa il cappuccio e apre il mantello. Il tipo nell’angolo è ben piazzato e, dal poco che si vede, ha un aspetto se non minaccioso, quantomeno che consiglia cautela: meglio non darge motivo per allarmarsi. D’altro canto, il viandante vuole solo riscaldarsi, asciugarsi e consumare un pasto caldo, anche se non ha grandi aspettative sulla cucina di questa bettola.

    Rad si avvicina con calma e, con tono pacato, né troppo amichevole, né troppo secco, chiede: “Non ci sono altri posti, ti dispiace se mi metto a sedere qua?”
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    dm.birthright
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    00 25/04/2020 18:50
    Lo Jenner lancia uno sguardo verso la porta che si apre. Nulla del mondo che lo circonda lo interessa. Si è isolato ai confini del mondo, accettando un periodo di duro lavoro in miniera, per disintossicare l’anima e il corpo. Maledice l’affollamento dell’osteria e molto di più, maledice l’attimo in cui i passi del forestiero dirigono inequivocabilmente verso di lui.

    Allunga il cappuccio sul viso, sperando di lasciare visibile una smorfia di sincero disappunto. Un grugnito incomprensibile esce dalla sua bocca quanto il forestiero accenna gentilmente a volersi accomodare. Si aggrappa con entrambe le mani al boccale di birra e ne beve un lungo, avido, sorso. Pulisce la bocca col dorso della mano e finalmente alza lo sguardo come ad infilzarlo negli occhi del compagno di tavola.
    [Modificato da dm.birthright 25/04/2020 18:53]
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    dm.birthright
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    00 26/04/2020 10:54
    Poco dopo che il viandante si è seduto, viene raggiunto al tavolo dall’oste, un uomo di mezza età, alto e con una vistosa cicatrice che gli solca il volto spigoloso e leggermente butterato. “Mangi o bevi?” domanda senza cerimonie, asciugandosi le mani nel grembiule lercio.
    Lo straniero da un’occhiata riluttante al porridge che il taciturno commensale sta consumando senza entusiasmo, per poi fare un cenno all’oste, indicando il piatto dell’uomo sedutogli di fronte. “Bene” replica l’oste, poi, prima di lasciare il tavolo, aggiunge: “Una cosa: non vogliamo grane da queste parti. Sappiamo come trattare la gente della tua risma!”. Stupito, il viandante osserva il locandiere voltargli le spalle e dirigersi verso le cucine, borbottando qualcosa di poco lusinghiero a proposito di un altro idiota venuto in questo posto di merda credendo di far fortuna …

    Evidentemente l’oste deve averlo scambiato per un mercenario di qualche tipo e, in effetti, Abbeton, che si trova in una delle zone più remote della Repubblica, costituisce, insieme ad altri piccoli centri non distanti, un importante polo minerario, con un commercio piuttosto florido, che richiama esploratori, braccianti e guide con il miraggio di facili guadagni tra le rovine del Mare di Nebbia. In particolare, il villaggio, considerato il clima aspro e l’isolamento dal resto del mondo, sarebbe stato da tempo abbandonato, se non fosse per l’enorme relitto che si trova a circa trecento braccia al di sotto della Linea di Marea e dal quale il paese ricava metalli ed altro materiale che alimentano il commercio locale.
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    Berilac
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    00 26/04/2020 16:18
    Rad comunque non è mai stato in cerca di rogne.
    Dà una seconda occhiata al suo cupo compagno di tavolo, tosto e taciturno, come suo zio, che gli è sempre andato a genio.
    "Visto che sono dovuto venire a disturbarti al tuo tavolo, posso sdebitarmi offrendoti una birra?" Questo a zio Acom, avrebbe fatto piacere, inoltre quando il giovane Guin incrocia lo sguardo di un'estraneo, di solito riesce a percepire la sua indole, e questo gli ha spesso permesso di schivare le rogne di cui si parlava...
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    Lo Yanner
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    00 28/04/2020 18:28
    ...
    Lo Jenner si sorprende nel pronunciare le parole "ho molta sete. E buttare giù questa sbobba non è uno scherzo. Ne berrò due"
    La prolungata solitudine, alternata soltanto dalle urla dei compagni di miniera, ha reso necessario un qualche contatto umano.

    Sono distanti i tempi dove, sotto il tetto di suo padre, la casa brulicava di servi e di ospiti. E del chiassoso turbinare dei suoi fratelli di cui lui, ultimo nato, veniva reso partecipe solo in parte. E lui, ammirato, li osservava avido, come a rubare le loro "mosse di battaglia" e i loro giochi.

    Questo pulcino bagnato, arrivato chissà da dove alla ricerca di chissà quale fortuna, potrebbe essere una buona compagnia per la serata. Non ha l'aria di un piantagrane nè quella di un ficcanaso. Spera vivamente di non sbagliarsi.
    Senza togliere gli occhi di dosso al nuovo venuto si raddrizza sulla sedia e abbozza un ghigno accomodante. Conficca il cucchiaio nella scodella sollevando una porzione molliccia di porridge e, parlando bocca piena abbozza "bello fresco fuori, eh!"

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    dm.birthright
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    00 28/04/2020 22:10
    Ad un cenno dello straniero, l’oste torna con una grossa caraffa di birra ed un piatto di poltiglia poco invitante, la quale, comunque, non deve essere tossica, visto l’appetito con cui il suo commensale sta consumando il suo porridge.

    Incrociando lo sguardo dell’uomo che gli sta di fronte, Rad coglie un fugace tumulto di emozioni, senza però riuscire ad averne una percezione chiara. Ad ogni modo, il commensale, probabilmente un minatore, sembra un tipo a posto, probabilmente con trascorsi difficili, come la maggior parte delle persone che si trovano in questo desolato paese.
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    Berilac
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    00 28/04/2020 22:47
    "il freddo lo reggo bene, sono cresciuto in montagna" risponde Rad, prendendo tempo prima di dover iniziare a mangiare la sbobba, che se non altro sembra bella calda "è l'umido che mi ammazza!" Ora che ha visto in volto il suo commensale non riesce a togliersi dalla mente di averlo già incontrato, solo che non riesce a ricordarsi dove e quando. "ho fatto una bella tirata per arrivare qua, tutta sotto questa dannatissima pioggia!", ma sì, tutto sommato il porridge non è poi così male. "ma ne valeva la pena, no?" conclude indicando il "sontuoso" locale con un sorriso. Come è fastidioso quando non si riesce a raggiungere un ricordo che si sa di avere!
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    Lo Yanner
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    00 29/04/2020 21:53
    Lo Jenner, rifugiato ai confini della civiltà, ha rinunciato a molte delle comodità della vita ma ha riconquistato una serenità che da tempo gli mancava. Dai tempi di quella maledetta immersione.
    Non solo non è stato perdonato, ma più di una volta ha dovuto evitare o eliminare qualche ardimentoso sicario inviato sulle sue tracce. Chi non gli ha creduto, ha anche pensato che fosse lui il colpevole della tragedia.
    Ha cercato un colpevole a lungo. Per scagionarsi, ma sopratutto per vendicare i suoi fratelli, orribilmente massacrati quel giorno. Ha bagnato la terra col sangue di innumerevoli nemici. Ma nessuno di questi omicidi lo ha condotto più vicino alla verità. Fino a pensare che non ci fosse una verità preordinata, ma che fosse tutto originato da un caso particolarmente avverso.
    A quel punto è fuggito da tutto e da tutti, per far perdere le sue tracce.
    Il lavoro nella miniera, la sbobba e il puzzo dei suoi compagni di lavoro è un buon prezzo da pagare per provare a dimenticare. E la birra è di buona qualità.

    Il pivello seduto davanti a lui, sembra un bravo cristo. È ben equipaggiato per il viaggio e Lo Jenner non può evitare di notare il suo arco. Essenziale ma dalla fattura pare un oggetto di pregio. Chissà che non possa ricavare qualche racconto del mondo civile...gli manca sapere cosa accade la fuori.

    Eppure, ad un certo punto il sangue di gela.
    Lo straniero ha d’un tratto cambiato il modo di guardarlo. Cerca qualcosa nel suo volto. Eppure...la lunga barba incolta...la grande distanza da tutto e tutti...che lo abbiano trovato ancora una volta...?

    Senza togliergli gli occhi di dosso estrae il coltello da caccia e lo pianta al centro del tavolo.
    “Chiediamo se hanno ancora un po’ di carne essicata?”
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    Berilac
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    00 29/04/2020 23:48
    "Edward Jenner" sussurra stupefatto Rad "Rad, sono Rad Guin, probabilmente non ti ricordi di me, ho fatto da guida per i Yannikefe" il ragazzo si accorge della reazione che sta avendo l'ex mercante, mantiene le mani ben in vista e a bassa voce continua "abbiamo respirato la stessa Nebbia tu ed io" frase che per chi è stato in profondità significa molte cose, fratellanza, rispetto, condivisione...
    [Modificato da Berilac 29/04/2020 23:49]
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    Berilac
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    00 30/04/2020 22:48
    Jenner si è evidentemente irrigidito alle sue parole, ma la sua ultima frase sembra aver evitato il peggio, così Rad si affretta a completare la spiegazione "ero alle prime armi allora, ho accompagnato Gnar, il mediatore, al lago sommerso per dare conferma dell'incontro, poi noi siamo riemersi... Mi dispiace per quello che è successo dopo alla tua famiglia" conclude sinceramente addolorato, quella tragedia ha segnato profondamente la sua carriera di guida degli abissi.
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    Lo Yanner
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    00 01/05/2020 01:03
    Berilac, 30/04/2020 22:48:

    Jenner si è evidentemente irrigidito alle sue parole, ma la sua ultima frase sembra aver evitato il peggio, così Rad si affretta a completare la spiegazione "ero alle prime armi allora, ho accompagnato Gnar, il mediatore, al lago sommerso per dare conferma dell'incontro, poi noi siamo riemersi... Mi dispiace per quello che è successo dopo alla tua famiglia" conclude sinceramente addolorato, quella tragedia ha segnato profondamente la sua carriera di guida degli abissi.

    “Rad Guin” ripete Lo Jenner più di una volta, in uno stato quasi catatonico. La presa sul pugnale è adesso più lasca e gli occhi non fissano più quelli del pivello. Guardano oltre. Guardano a quella maledetta immersione.
    Ricorda la carovana immergersi nella nebbia. Ricorda i volti. Ricorda i suoi fratelli dissimulare con spavalderia la tensione in un giorno così importante. La guerra sanguinosa con gli Yanneker alle spalle. Lui doveva solo vegliare che tutto filasse liscio. Che il carico arrivasse a destinazione, che le creature inabissate restassero alla giusta distanza e che (nonostante tutte le premesse) a nessuno Yanneker venisse in mente di fare scherzi.
    C’era tutti: Marko, Visio e Karol, i suoi fratelli. Karol, il più giovane dei tre, aveva 15 anni più di Edward.
    C’erano i fratelli Anastassia e Yorn Yanneker. Lui brutale assassinio di poche parole. Lei la testa pensante della famiglia.
    Edward era convinto che una sorta di attrazione e fisica o mentale tra Marko e Anastassia, avesse innescato questa tregua. Ma non era suo compito interessarsi di queste chiacchiere da osteria. Edward doveva portare a termine limmersione. Come tutte le altre prima di questa.

    Ricorda quel suono acuto. Poi nulla. Fino al risveglio. Allagato dal sangue dei suoi fratelli e dei suoi uomini, il contatto con l’erba appiccicosa lo riporta alla realtà.
    E li vede ciò che tormenta le sue notti da 8 anni. Morte. Morte. Ancora morte. Ancora ha nelle narici quell’odore acre e vomitevole.

    “Non dimentico mai un nome”. Lo Jenner si siede e torna a guardare lo straniero.
    “Non ricordo il tuo volto, ma so che servivi sotto Gnar”.
    Si sofferma un attimo come per raccogliere una volontà a cui sperava di non dovere più attingere.
    “Ti presenti qui. Tutto bello lisciatino e gentile. Ma non posso pensare che tu sia qui per caso”.
    Adesso è di nuovo in sè. Il battito calmo, spalle rilassate, la mascella decontratta. Afferra il coltello staccandolo dal tavolo di scatto e lo infila nella cintura. Non ne avrà bisogno per sistemare il pivello. E comunque non vuole attirare troppa attenzione.
    “Posso chiederti chi è colui che ti ha convinto a suicidarti dandomi la caccia?”.
    [Modificato da Lo Yanner 01/05/2020 01:04]
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    Berilac
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    00 01/05/2020 10:30
    "hai detto bene, sarebbe un suicidio" risponde cauto, ma calmo il montanaro "e sono giovane, ma sai che ho anni di esperienza alle spalle, non sono un cacciatore di taglie e credo ad uno come te sia sufficiente uno sguardo per capirlo, se anche lo fossi non avrei mai accettato un incarico del genere, ci siamo visti solo una volta, ma so che uomo sei, e comunque non sarei certo venuto a svelarmi in questo modo con un cucchiaio in mano" Rad fissa Edward "la verità è che mi sono seduto qua senza la minima idea di chi tu fossi e ho anche faticato a riconoscerti. Capisco che possa sembrare un caso veramente insolito, ma forse quella dannata missione in qualche modo ha spinto entrambi in questo posto dimenticato dagli dei e dagli uomini" Rad prende una cucchiaiata di sbobba, un animale ferito è più pericoloso ed un uomo ancor di più "Ricordi che ho curato quella piccola ferita di Karol? E' questo il mio talento, per questo sono utile in profondità, non certo per le mie abilità da assassino"
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    Lo Yanner
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    Età: 47
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    00 01/05/2020 13:53
    Berilac, 01/05/2020 10:30:

    "hai detto bene, sarebbe un suicidio" risponde cauto, ma calmo il montanaro "e sono giovane, ma sai che ho anni di esperienza alle spalle, non sono un cacciatore di taglie e credo ad uno come te sia sufficiente uno sguardo per capirlo, se anche lo fossi non avrei mai accettato un incarico del genere, ci siamo visti solo una volta, ma so che uomo sei, e comunque non sarei certo venuto a svelarmi in questo modo con un cucchiaio in mano" Rad fissa Edward "la verità è che mi sono seduto qua senza la minima idea di chi tu fossi e ho anche faticato a riconoscerti. Capisco che possa sembrare un caso veramente insolito, ma forse quella dannata missione in qualche modo ha spinto entrambi in questo posto dimenticato dagli dei e dagli uomini" Rad prende una cucchiaiata di sbobba, un animale ferito è più pericoloso ed un uomo ancor di più "Ricordi che ho curato quella piccola ferita di Karol? E' questo il mio talento, per questo sono utile in profondità, non certo per le mie abilità da assassino"

    Lo Jenner sapeva che non avrebbe potuto deporre le armi per sempre. Sapeva che prima o dopo avrebbe abbandonato quell’esilio e i guai sarebbe tornati ad infettare la sua vita. Solo sperava che la quiete sarebbe durata piú a lungo. È stanco di lottare, ma non abbastanza per morire per mano di un giovanotto armato di cucchiaio.
    Questo Rad pare sincero. In altra situazione l’istinto sarebbe stato sufficiente a fidarsi di lui.
    Ma per quanto si possa credere alle coincidenze, questa era davvero al limite.

    ”Leggo molte cose nel tuo animo, ragazzo. Ma non tutte mi piacciono. Dici di essere un guaritore“.
    Sorride.
    “Sfortunatamente Karol non veniva a piagnuccolare per ogni graffietto”

    detto questo poggia l’avambraccio sul tavolo con il palmo rivolto verso l’alto.
    Con un movimento impercettibile estrae ancora una volta il coltello. Un movimento talmente rapido che sarebbe sfuggito a chiunque, ma non all’occhio silvano di Rad. Essere così giovane conferisce a Rad la sicurezza di controllare la situazione. Ma un brivido gli corre lungo la schiena: ha la sensazione di trovarsi davanti un grosso felino sornione che gioca con la sua preda.

    Lo Jenner appoggia la lama al dorso del braccio e si infligge una vistosa ferita.
    Alza gli occhi, pronto a scattare.
    “Provarmelo ragazzo. Adesso. O muori”
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    Berilac
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    Città: MONEGLIA
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    00 01/05/2020 17:45
    "Karol non si sarebbe lamentato di una freccia passante per quanto ho visto e non avrebbe potuto sapere del mio talento, fu Gnar a chiedermi di curarlo, come segno di riappacificazione, nulla di grave, ma tuo fratello sapeva che dovendo andare in profondità è sempre bene essere al meglio della condizione e non si rifiutò" detto questo allunga la mano su quella del commensale, si concentra un attimo e fa fluire il suo arcano potere.
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    dm.birthright
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    00 01/05/2020 19:37
    Dopo un iniziale momento di stupore di fronte alla ferita che l’uomo, con un gesto inconsulto, si è procurato per metterlo alla prova, il giovane risponde pacatamente per poi tendere la mano verso l’avambraccio lordo di sangue.
    Espirando profondamente, Rad lascia fluire l’arcano potere che negli anni ha imparato a padroneggiare, sebbene a costo di numerosi fallimenti, alcuni particolarmente dolorosi per sé e per gli altri.
    Lo Jenner spalanca gli occhi sorpreso quando un brivido gli percorre il corpo e, dopo alcuni secondi di formicolio e insensibilità alla mano, quando il giovane interrompe il contatto, vede che del taglio non c’è più traccia, se non fosse per sangue sulla pelle. Sentendosi improvvisamente stanco, l'uomo si guarda per un po' l'avambraccio, per poi sollevare lo sguardo verso lo straniero che sostiene di averlo già incontrato in passato.

    Nel rumore del locale sembra che nessuno si sia accorto del bizzarro episodio, ma Rad, sempre attento ad esercitare con discrezione le sue capacità fuori dal comune, nota che uno dei due preti seduti al tavolo all’altro lato del salone lo sta guardando con interesse, per poi bisbigliare qualcosa al confratello, rivolto di spalle. Pulendosi le mani, il giovane distoglie subito lo sguardo, sperando che il sacerdote, un tizio sulla cinquantina dal fisico un po' appesantito, non abbia visto quel che ha fatto.

    Rad:
    Prova di Taumaturgia (Guarigione): tiro (2d6) 9 + 15 = 24 vs. CD 18; MdS = 6 (SC)
    Prova di PER: tiro (2d6) 11 + 14 = 25

    [Modificato da dm.birthright 01/05/2020 19:38]
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    Lo Yanner
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    00 03/05/2020 21:49
    Lo Yenner ha ancora gli occhi incrociati con quelli di Rad quando percepisce un lieve scatto nervoso. E capisce.
    “Idiota” dice sottovoce.
    “Idiota che non sono altro”.
    Torna a concentrarsi sul suo porrridge come se niente fosse, raschiando col cucchiaio quanto rimane sul fondo della ciotola.
    Senza alzare gli occhi aggiunge.
    “Avremo modo di finire la discussione non appena saremo soli. Adesso tentiamo di tenere la situazione sotto controllo. Non ti lascio solo. Questo pasticcio è colpa mia”
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    dm.birthright
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    Sesso: Maschile
    00 03/05/2020 23:22
    Mentre i due consumano la poltiglia lanciando occhiate furtive in direzione dei due chierici, il consacrato di spalle si alza e, attirando qualche sguardo incuriosito degli astanti, si dirige senza fretta verso il tavolo dove sono seduti Rad e lo Jenner. Giunto da loro, il prete si ferma in piedi, rivolgendosi ai due uomini: “Vi spiace se mi siedo un attimo con voi?”.

    Con finta sorpresa, i due volgono lo sguardo verso il nuovo arrivato: il prete è un uomo sulla trentina, molto alto, magro e dal viso spigoloso, gli occhi di un azzurro acquoso che hanno un qualcosa di inquietante; è vestito con una semplice tonaca grigia, leggermente stinta, con sopra sopravveste di un grigio un po' più scuro, e, quale unico ornamento, il medaglione con l’elaborato disegno del Culto degli Antichi Dei.
    Senza attendere una risposta, il chierico si siede su uno sgabello, congiungendo le mani lunghe e sottili e guardando prima l’uno e poi l’altro. “Lasciate che mi presenti. Il mio nome è Fratello Conrad, umile servitore degli Antichi Dei, che la loro benevolenza possa sempre illuminare il vostro cammino. Scusate l’indiscrezione, qui ad Abbeton ci sono solo minatori, operai e qualche mercante di rottami e … voi non sembrate nessuno di essi. Cosa vi porta dunque in questo sperduto paese?”
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    Berilac
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    Città: MONEGLIA
    Età: 49
    Sesso: Maschile
    00 05/05/2020 00:17
    "Credo che lei si stia sbagliando" risponde cortesemente Rad, sperando che il suo talento gli dia indicazioni sulle intenzioni del prete "sono letteralmente appena arrivato in paese e questo era semplicemente il tavolo più libero" ha imparato che è più difficile "leggere" chi non mente, anche se magari omette qualcosa, e ormai tende ad usarla naturalmente come tattica "anche voi non sembrate minatori, eppure siete qua, ma io tendo a non fare domande che potrebbero infastidire gente come voi... O come lui!"
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    dm.birthright
    Post: 26
    Sesso: Maschile
    00 07/05/2020 00:19
    Il sacerdote sorride alle parole del guaritore, rispondendo con un tono in cui il giovane percepisce una punta di paternalismo: “Non c’è bisogno di scaldarsi, Messere. So che siete appena arrivato … dovete sapere che siamo a conoscenza di tutte le persone che sbarcano qui ad Abbeton, anche se, mi duole ammetterlo, non sempre conosciamo per quale motivo la gente venga in questo paese, sebbene, nella maggior parte dei casi, si tratti di minatori e persone in cerca di lavoro … più di rado, giunge qualche ardimentoso in cerca di fortuna”. Gli occhi di Fratello Conrad si spostano quindi verso lo Yenner, finora rimasto in silenzio, per poi tornare a incrociare lo sguardo di Rad.

    “Come dicevo, non sembrate minatori … se, invece, siete uomini pronti ad afferrare ciò che gli Dei offrono, ho un’offerta che potrebbe risultare interessante per voi”.
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