00 03/04/2020 15:39
1- Ok per il BG direi che puoi ristilarlo un attimo con le correzioni e lo specchietto sulla madre così lo rivediamo nel complesso senza perderci (prenditi il tempo che ti serve)

BG

Natali

Admor Seek nasce a Namsos da una famiglia di origine Nobile, i Seek. È il primogenito e viene cresciuto secondo i dettami dei seek: onore e gloria. Il Padre, ex generale dell’esercito, è un elfo discendente da una casata riconducibile ai primi abitanti dell’aengard, la madre una donna mezzelfa di rara bellezza. Admor ha anche una sorella minore, Adhara, con cui cresce e che protegge cercando di sottrarla dai dettami autoritari imposti dal padre. Raggiunta l’età adulta, stanco delle continue imposizioni, Admor fugge cercando di trovare la sua strada in totale autonomia.

N.B.
Quella che Admor pensa sia la madre, colei che l’ha cresciuto, non è in realtà la vera madre. I genitori hanno sempre tenuto nascosto a tutti che la madre di Admor abbandonò il figlio appena partorito e scomparì.

L’esercito

Arriva a Narvick e, nonostante sia fuggito da un’atmosfera rigida e autoritaria imposta dal padre, rimane affascinato dalla vita militare che osserva per un po’. Decide quindi di unirsi come soldato alla Grande Alleanza. Qui si forgia caratterialmente, diviene ligio al dovere ed impara a riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, combattendo per la sicurezza del popolo del Thalas. La vita nell’esercito lo rende maturo al tal punto che il retaggio da Aasimar si presenta. Un episodio importante di questa parte della sua vita si svolge in una delle tante missioni affidategli: dona la vita per salvare una donna con il figlio indifeso, facendo letteralmente da scudo umano. Finisce in fin di vita, risvegliandosi dopo tre giorni con la consapevolezza di avere una nuova missione, la difesa di qualsiasi essere vivente. Grazie al suo retaggio e alle capacità acquisite nell’esercito, scalando le gerarchie, l’aasimar rimane per lungo tempo in prima linea per la difesa del Regno.

L’élite Artisti

Gli anni passano e l’aasimar decide volontariamente di allontanarsi dalla vita militare, in cerca di nuovi stimoli. Decide di riunirsi alla sorella Adhara, la quale gli permette di prendere a cuore un’altra missione: difendere i portatori della canzone magica. Questa nuova vita gli permette di ampliare la sua visione del mondo, oltre i confini del Thalas. Utilizza la vita nomade degli Artisti per arrivare a svolgere meglio la sua missione, quella di proteggere la vita degli esseri viventi in ogni parte d’Aengard. In quei lunghi anni in cui fa parte dell’Elite degli Artisti riesce finalmente a scavare dentro di sè, senza dimenticare le qualità acquisite nell’esercito, riesce a tirar fuori il suo lato “umano”. Capisce quanto sia importante dare spazio anche ai suoi sentimenti riuscendo a scoprire lati del suo carattere mai fino ad ora approfonditi. Finalmente unisce il suo lato metodico e pratico ad una buona dose di empatia verso tutte le creature che lo circondano, comprendendo infine i sentimenti di chi deve portare un grande peso, qualunque esso sia. Questa lunga introspezione lo porta, inoltre, alla fede. Non era mai stato sfiorato dall’idea di dedicare parte delle sue attenzioni agli Dei, ma sviluppando rapporti profondi con la famiglia degli Artisti e non solo comprende quanto invece sia giusto e, a volte, confortante riporre i propri pensieri in qualcuno di superiore. All’inizio di questo percorso di fede, vista la vicinanza con i portatori della canzone, decide di donare la sua fedeltà a Leira ma bastano pochi mesi ed un incontro fuori da Narvick per fargli capire di avere un’altra scelta, più affine. Khorr si presenta a lui per accoglierlo fra le sue fila di fedeli ed essendosi sempre ritenuto un guerriero e uomo d’onore non può far altro che accettare con estremo piacere.




La perdita dell’aasimar

Di punto in bianco la vita di Admor cambia direzione. L’aasimar viene sottoposto ad un ulteriore prova: un'entità sconosciuta si presenta a lui e gli strappa via il retaggio, spogliandolo quindi di tutti i suoi poteri e della sua stessa natura. Ha fallito questa prova, così torna a vivere la sua vita da semplice Mezzelfo ch’era. Prova a convivere con la sua nuova ma al contempo vecchia natura e cerca di trovare nella sorella e nell’Elite stessa un appiglio per non sentire il peso del fallimento ma dopo un paio di mesi, conscio che il Sangue dei Primi gli appartiene ancora, decide di non darsi per vinto. Si mette alla ricerca dell’entità che gli ha portato via la sua essenza e, dopo poco tempo, riesce a rintracciarla. L’affronta, scoprendo di aver di fronte a sé un potente demone. Il combattimento tra Admor e quest’ultimo si rivela difficile e senza esclusione di colpi ma alla fine il Mezzelfo riesce ad ucciderlo riprendendosi il proprio retaggio per ritornare ad essere uno dei pochi aasimar che possono e devono continuare la missione della difesa dell’Aengard e, nel suo caso, anche della famiglia degli artisti.


I cacciatori

Durante un viaggio verso i Giganti di Ghiaccio, in cui deve riscoprire le origini della razza incontra sul suo cammino un gruppo di persone in viaggio verso la sua stessa destinazione. In questo viaggio condiviso affronta insieme a loro delle creature oscure e ne condivide il dolore a seguito della morte di una dei loro componenti. Alla fine del viaggio il capo di quella compagnia gli rivela lo scopo e l’esistenza di quel gruppo di persone: i Cacciatori. Giunto alla piena maturazione e conoscenza di sé, l’aasimar decide di abbandonare l’Elite degli Artisti per unirsi ai Cacciatori. Si stabilisce a Sylan, dove con loro studia le creature oscure e le combatte. Ma questa nuova avventura dura solo qualche mese poiché dopo la sparizione di colei che lo aveva avvicinato alla vita dei Cacciatori, decide di abbandonare volontariamente l’Ordine e di conseguenza il retaggio per dedicarsi esclusivamente alla sua ricerca. Purtroppo però dopo qualche giorno di ricerca viene rapito e tenuto prigioniero per circa un anno (concordato con la gestione, i dettagli sono ancora da scoprire).


§Nota bene: questa parte Admor non la ricorda.§


Situazione attuale

Admor riesce a fuggire ai suoi rapitori, scoprendo di esser stato tenuto nel Namsarek. Raggiunge Narvick ritrovando Hestia, che è stata colei che lo ha avvicinato ai cacciatori e il motivo per cui si è allontanato per cercarla. Admor ha un’amnesia per quanto riguarda ciò che è successo dal rapimento fino al giorno in cui è riuscito a fuggire. Ha aiutato Hestia nella ripresa del comando della città di Sylan, ed ora è il comandante della milizie e suo consigliere.

Discendenza

Le storie che si raccontano e che si possono sentire cantate dai bardi non sono del tutto inventate. Dopo la venuta degli Dei si narrava di un uomo, un guerriero dalle formidabili abilità. Si narrava che questo guerriero fosse capace di tenere testa a più duellanti senza perdere mai, certo le voci negli anni si sono amplificate e i bardi, si sa, amano rendere i propri protagonisti invincibili.

La storia però dimentica come esso divenne leggenda e la sua memoria sopravvisse. Si narra che il guerriero fosse un credente di Khorr, un suo eroe, erede della sua forza sulle terre dell’Aengard. Formidabile nella battaglia come nella strategia militare e che Khorr stesso ne facesse sfoggio davanti a tutti gli altri Dei. Feiry, geloso di Khorr, decise un giorno di tentare il formidabile guerriero per poterne avere il controllo.
Si presentò a lui di persona, sotto la forma di un mortale privo di genere.

<Io sono fratello del tuo Dio, posso elargirti doni che mio fratello non può.>
<<E cosa puoi mai donare a quello che è già un eroe?>>
<Io posseggo l’arma più forte di tutte, la mano destra della guerra.>


Feriy tirò fuori dal suo mantello una spada di luccicante bellezza, estremamente affilata e da cui aleggiava un’aura bianca pulsante di magia.

<Questa sarà tua se deciderai di voltare le spalle a mio fratello per riporre la tua adorazione in me.>

Il guerriero, desideroso di accrescere il suo potere, rimase abbagliato dalla sola visione dell’arma. E così decise di voltare le spalle al suo Dio per averla.

E Feriy fu sincero. Il guerriero si rese presto conto che con il solo movimento di quella spada poteva spazzare via intere guarnigioni di uomini, interi eserciti furono annientati grazie al potere di quest’arma.
Ma ciò che non conosceva il guerriero era il prezzo da pagare, più essa veniva usata e più il suo stesso potere accresceva, l’arma aveva l’incredibile dono di corrompere tutto ciò che toccava, per ogni uso che ne faceva l’anima dell’uomo veniva corrotta mano a mano sempre di più.

<Noto che per ogni uso che ne faccio, l’arma mi inebria sempre di più. È troppo potente da trattenere, pago un terribile prezzo ma non ne posso fare più a meno.>

Dopo qualche tempo l’anima del guerriero fu corrotta interamente, tanto che esso senza rendersene conto si trasformò in un demone, una creatura oramai completamente corrotta, asservita alla spada e al volere di Feiry.
Il Dio creò consapevolmente quel demone, un demone della guerra. Quello che una volta era un eccelso guerriero ora era un demone che trae piacere nel creare guerre, nel vedere gli uomini lottare anche per i più futili dei motivi.
Ma proprio come successe la prima volta, dopo qualche tempo si rese conto che non gli bastava più creare guerre e scompiglio sull’Aengard, lui voleva ancora di più, molto di più. Pensò a creare una progenie composta da guerrieri “superiori”, che lo avrebbero aiutato ad amplificare il suo unico scopo, la guerra. Il demone cercò per anni la preda perfetta, studiò le creature che avrebbero potuto apportare una sorta di perfezione per la sua progenie e giunse alla conclusione che solo il sangue dei primi avrebbe potuto aiutarlo.

Prima di unirsi alla Discrepanza, dopo esser stato sconfitto in battaglia per la prima volta, il demone in questione procreò dei figli, dei demoni inferiori ma completi lasciando a loro il compito di proseguire nel suo intento, unire il proprio sangue demoniaco a quello dei Primi. I figli a loro volta procrearono ma il dettame del padre demone non fu mai dimenticato.
La madre di Admor fa parte della schiera di questi demoni inferiori, che proprio grazie alla loro natura possono vivere per secoli. Essendo figlia d’un demone della guerra e dovendone portare avanti la missione, non può che avere un indole guerriera e distruttiva. Per questa sua discendenza ha avuto sempre tratti fisici degni di una “valchiria”. Fisico possente, apparentemente umano, con occhi verdi e penetranti dai capelli ricci color miele.
In tutta la sua vita non ha fatto altro che assecondare il suo essere, sussurrando nelle orecchie dei potenti per creare guerre, prendendovi parte e continuando a cercare ciò che suo padre voleva. Dopo anni di ricerche individuò la stirpe dei Seek, una delle più antiche riguardo la stirpe degli aasimar. E trovato il padre di Admor non si è fatta scrupoli ad ammaliarlo e a cercare da lui una gravidanza solamente per il suo sangue. Una volta trovata partorì Admor, nato mezzelfo, portatore del sangue dei Primi e di una progenie demoniaca. Non ha avuto, comunque, il minimo rimorso ad abbandonare quel figlio. In attesa, da lontano, di controllarne i progressi ma senza effettivamente prendersene cura. Non ha mai provato amore per quel figlio e, probabilmente, non lo ha mai provato verso nessuno nella sua lunga vita. Forse è proprio per questo che Admor ha sempre sentito il bisogno d’essere un guerriero, ovviamente senza saperlo.


2- Rimanendo sulla sfera emotiva. L'amore.
Come ama un mezzlefo?


Il Mezzelfo è una razza ibrida, sempre in bilico tra la controparte elfica e quella umana. Io ho sempre pensato che il loro modo d’amare fosse influenzato da dove essi crescono e vivono. Mi spiego meglio, un Mezzelfo che ha vissuto in mezzo agli elfi avrà una predisposizione ad un amore più sincero, più “puro” e senza barriere. Invece un Mezzelfo che ha vissuto in mezzo agli umani sarà più predisposto a sentimenti più simili a quella parte del suo sangue, un amore più “riservato”, più mortale.


Come ama un Aasimar?
Un aasimar ama in maniera diversa, il loro amore è puro e incondizionato verso qualsiasi razza che tende al buono e al neutrale. Ha cura dei sentimenti di chi lo circonda e tendenzialmente non sono ostili di principio. Possono dedicare un amore romantico ad una sola o a più persone, ma non vi è nessuno di base che non apprezza già dalla “nascita”.

Come ama un Mutaforma?
Come i mezzelfi anche i Mutaforma vivono una dualità nell’amore. Per capire come ama secondo me bisogna tenere conto della parte mortale ed “umana”, che può provare i sentimenti come qualsiasi essere “normale”. Può accoppiarsi, provare gelosia e fiducia, in maniera naturale. D’altra parte bisogna tenere conto della parte demoniaca, che vive i sentimenti in un modo diverso ,come scritto in una risposta precedente, possono aggiungervi una sorta di possessione, malata alle volte, destinata ad un singolo o più individui.



Nell’ambito dei sentimenti, pensi che un Mutaforma abbia un suo modo di provare determinati sentimenti diverso dalle altre razze? Se si di che natura sono queste differenze?
Parlo sia di positività che negatività, quindi amicizia, fiducia, odio, risentimento e via discorrendo.
Tali differenze, di base per un Mutaforma, sono eventualmente accentuate in una qualche direzione nel caso specifico di Admor mutaforma? Se sì quali?


Penso di si, penso che i sentimenti siano diversi non tanto per le altre razze ma perché le due nature si devono fondere in un unico corpo, il Mutaforma prova sì amore come un “umano” ma d’altro canto la parte demoniaca accentua tutte quelle emozioni della sfera emotiva che estremizzano l’amore in sé (come la gelosia, la possessione ecc.) stessa cosa per l’amicizia, tenderà a fidarsi diversamente valutando bene a chi dare la sua fiducia ed una volta tradita l’odio che ne scaturisce sarà più accentuato. Sono creature che possono avere un carattere difficile, secondo me, e che tendenzialmente potrebbero non essere capite o comprese appieno.

Si ci saranno differenze sicuramente più accentuate, soprattutto i primi tempi Admor sarà diverso da come era Mezzelfo e Aasimar, la fiducia verrà ponderata più attentamente e ci penserà due volte prima di stringere amicizie, l’amore che proverà sarà un contrasto tra possessione malata e un sentimento sincero, l’odio ed il risentimento saranno marcati e più “distruttivi”.


3- Hai parlato di una scoperta eventuale di Admor verso un mondo più "magico" se vogliamo. In che modo reputi la razza legata all'ambito magico? Sempre senza farne un discorso di skill al momento, mi sembra di capire che come creatura lo reputi già di base più propensa a questa sfera, puoi spiegarmi perchè ed in che modo?

Il Mutaforma non ha bisogno della magia per mutare e non è percepibile magicamente perché non è un essere composto dalla stessa, fatta questa dovuta precisazione però mi sento di dire che a mio parere la magia per un mutaforma è un potente mezzo per conoscersi. Questa è ovviamente la mia opinione personale, non è detto che sia giusta. Reputo, appunto, un mutaforma propenso alla magia perché è un mondo talmente vasto come lo è il suo essere, ogni abilità che può sviluppare (e non è per le skill in sé) possono portarlo a capire di più di sé stesso. Poi sono il primo che non vuole puntare tutto sulla magia con Admor visto che è un guerriero, ma comunque aprirlo a quel mondo pian piano per permettergli di conoscere e capire meglio la sua storia, e quella di sua madre.


4- Fatico non poco a chiedere un tecnico pratico d'azione in questo caso, non perchè non sappia se sai giocare o meno ma perch è difficile per me immaginare un esame coerente. Cioè potrei dirti fammi un esempio mezzelfo e mutaforma di questa situazione ma il tuo caso è talmente complesso che non credo sarebbe costruttivo, il 98% del tuo giocato sarà portato dall'ON. Ci penso un attimo in questo caso però vorrei capire quanto profondamente riesci a fare questa razza tua pur avendo un pregresso di gioco radicalmente diverso, per questo vorrei che interpretassi le seguenti skills
-Marchio Demoniaco
-Ruaki
-Rapidità Omicida


più che leggere la tipica finta azione (magari qualche riga eventuamente che mi aiuta a capire la tua contestualizzazione come abbozzo d'esempio, più che azioni vere e proprie), voglio sapere il tuo personaggio cosa proverebbe secondo te durante l'uso di queste skills, nel caso del marchio demoniaco anche nei confronti seguenti del posseduto.

Capisco molto bene il tuo discorso. Come hai detto il pregresso di gioco è radicalmente diverso, quindi mi immagino - almeno per i primi tempi - l’uso sopratutto del Ruaki e di Rapidità Omicida in modo involontario, una cosa che non può controllare. In particolar modo il Ruaki, faccio un esempio per spiegarmi meglio. Admor si trova in una situazione emotiva stressante ed in questa condizione è più suscettibile, immagino che il ruaki possa venir fuori senza che lui ne richiami il potere, andando a colpire un alleato o un nemico dopo un eventuale provocazione. Includo anche “amici” proprio perché inizialmente non ne avrebbe il controllo, ma non per questo andrebbe di ruaki con tutti eh :D
Rapidità Omicida è forse la skill più affine all’Admor di adesso, il genitore demoniaco alla fine è uno dei demoni della guerra e della furia omicida ne fa uno dei suoi “marchi di fabbrica”, come detto in precedenza sarebbe comunque un’abilità che uscirebbe involontariamente, in un impeto di rabbia magari in una lotta.

In entrambi i casi Admor ne uscirebbe “distrutto” incapace di capire che cosa sia successo in lui, incapace di capire come comportarsi per evitare che possa ferire le persone a lui fidate e a cui non vuole fare del male. Ovviamente parliamo dei primi tempi, poi -spero- potrà prendere confidenza con il suo essere e le abilità che ne derivano usandole in modo volontario e specifico.


Caso diverso è il marchio demoniaco, un potere molto “estremo” per la parte “umana” di Admor. Lo userebbe probabilmente solo se fosse l’unico modo per poter risolvere una situazione o una missione complicata (es. trovare informazioni essenziali ecc.) in ogni caso sarebbe sempre combattuto, almeno inizialmente poi, come ho ripetuto un sacco di volte e mi scuserai per questo, tutto dipenderà dal percorso ongame.

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"È certamente comprensibile che, a volte, io sia preso da una violenta febbre di rabbia e di odio e con disgusto volti le spalle al mondo circostante, che ha così poco da offrirmi. Forse un giorno sarò in pace con questa terra, quando saranno distrutti tutti gli ideali le cui sacre fiamme mi sono così care. Ma non desideratelo mai! Voglio rimanere un eterno enigma, per me stesso e per gli altri.“
{Ludwig II di Baviera}

«Per favore, non giudicatemi troppo severamente».
{Brian Jones}

§Admor_Seek-Mutaforma Liv8-Errante§
§Zed-Umano- Liv0 - Errante§