Challenge pro Quarantena

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16 marzo:“Io così simile a te, liberi e prigionieri della stessa gabbia”.

17 marzo: A vuole correre fuori di casa per un'emergenza, ma essendo in pericolo B deve fermarlo/a.

18 marzo: “Se il tempo vola, tu mettilo in gabbia”.

19 marzo: A e B sono in quarantena e discutono nel tentativo di scegliere un gioco di società da fare insieme.

20 marzo: L'ansia di un pericolo esterno raddoppia le insicurezze, le ingigantisce e A si ritrova preda di una tensione che non riesce a gestire. B lo/la conforterà, ricordando che il sole torna sempre.

21 marzo: Cuore, letto.

22 marzo: A ha la febbre alta e B accorre in suo aiuto senza pensare alle conseguenze del gesto.

23 marzo: “Più stretta è la gabbia e più bella è la libertà”.

24 marzo: “Non puoi chiamarla gabbia quando le chiavi per fuggire via sono tra le tue mani”.

25 marzo: A e B non possono uscire di casa per X motivo e, pian piano, realizzano i sentimenti che provano per l'altro/a... finché non arriva C all'improvviso che sconvolge tutto.

26 marzo: Pensiero, luce.

27 marzo: A e B sono in quarantena, ognuno nella propria abitazione adiacente/vicina a quella dell'altro/a. Troveranno il modo di guardarsi e parlarsi a distanza.

28 marzo: “Ma che cos'è la libertà e che significato ha? È il sole che non sorge mai? È il buio addosso a noi?”.

29 marzo: Neonato, protezione.

30 marzo: “E tu smetti di piangere, bambina. Non è finita finché non è finita se ti dico che andrà tutto bene. Se ti dico: non ti preoccupare”.

31 marzo: A e B sono costretti a casa per X motivo, sul divano e sotto una coperta, mentre il temporale imperversa fuori. Si crea quindi un clima di confidenze e inquietudini, complice la particolare atmosfera che li circonda.

1 aprile: “Sono grande ormai e conosco la realtà, ma non mi arrenderò mai e non voglio piangere”.

2 aprile: “Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti che il sole esiste per tutti”.

3 aprile: Dopo quasi un mese chiusi in casa senza poter uscire, A e B apprendono di poterlo finalmente fare tornando alla vita di sempre. Tuttavia, la nostalgia per la complicità e per i momenti creati durante il periodo della loro convivenza inizia a farsi sentire.

4 aprile: “Ciò che perdiamo trova sempre il modo di tornare da noi, anche se non sempre come noi ce lo aspettiamo”.

5 aprile: A ha la febbre ma finge di stare bene per non farsi vedere vulnerabile da B che insiste per prendersi cura di lei/lui.

6 aprile: “Piccola anima che fuggi come se fossi un passero spaventato a morte, qualcuno è qui per te: se guardi bene, ce l'hai di fronte”.

7 aprile: A è un medico/biologo/ricercatore che lavora in prima linea per combattere la pandemia, B è molto preoccupata/o.

8 aprile: “Confinata in una foglia, osservo il mondo. La mia quarantena odora di te, che mandi respiri al vento”.

9 aprile: “Raccontami di te adesso che ti sei sposata, di quanta vita c'è in quel bambino che assomiglia a te”

10 aprile: “Ci si inselvatichisce, capite, a viver sempre entro quattro mura”.

11 aprile: “Because of you I never stray too far from the sidewalk”

12 aprile: Andrà tutto bene.

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